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Notizie brevi 15/11/2005

Sassari - Simula incidente per coprire lavoro in nero

da Sardegna Oggi
Simula incidente per coprire lavoro in nero


Dopo un volo da un tetto di un capannone un operai, senza contratto e senza copertura assicurativa, è morto in un’azienda agricola nel sassarese. Il datore di lavoro, un allevatore di 48 anni, ha cercato di nascondere la vicenda simulando un incidente stradale, ma dai rilievi fatti e dall’interrogatorio sono emersi i particolari della vicenda che ha portato alla morte dell’operaio. Ora l’allevatore rischia l’incriminazione per omicidio colposo e di simulazione di reato.
SASSARI - Ha inscenato un incidente stradale per coprire una morte bianca ed ora è indagato per simulazione di reato. Protagonista della vicenda è M. L., un allevatore di 48 anni di Porto Torres che aveva ingaggiato per un lavoro “in nero” nella propria azienda agricola, Gavino Pistoletto, operaio di 49 anni sindacalista della Rsu che era stato licenziato due settimane fa dalla Te.Co, una azienda locale in crisi. Ieri mattina, mentre lavorava sul tetto di un capannone, dove stava sistemando la copertura, in località La Corte, una frazione di Sassari, Pistoletto è caduto a terra e probabilmente è morto sul colpo. A questo punto, il datore di lavoro ha cercato di nascondere il fatto che l’uomo stesse lavorando senza copertura assicurativa e senza regolare contratto. Per questo quando ha accompagnato Pistoletto, ormai in fin di vita, all’ospedale di Sassari ha raccontato di averlo tragicamente investito in una strada della periferia.
A questo punto gli agenti della sezione della Polizia Stradale di Sassari hanno sequestrato l’auto dell’allevatore che è anche stato sottoposto, come prassi, alla prova dell’etilometro. L’uomo è apparso subito confuso ed alle prime domande degli investigatori sarebbe caduto in contraddizione. La versione fornita da M.L. non ha convinto gli agenti della Polizia Stradale di Sassari, coordinati dal sostituto procuratore Michele Incani. L’auto dell’allevatore, infatti, non presentava alcun danno e sul presunto luogo dell’incidente gli stessi agenti che hanno eseguito i rilievi non hanno trovato traccia dell’investimento o di frenate sull’asfalto. Sulla strada neanche una goccia di sangue, mentre i poliziotti hanno trovato una pozza di sangue all’interno dell’auto.
Così, incalzato in un lungo interrogatorio, l’uomo avrebbe fatto parziali ammissioni sino alla definitiva confessione. Con gli investigatori l’uomo si sarebbe giustificato dicendo di avere agito in quel modo per cercare di recuperare almeno i soldi dell’assicurazione RCA che sarebbero serviti ad aiutare la famiglia dell’operaio morto. Dopo la crisi della Te.Co, infatti, Pistoletto, come una trentina di altri lavoratori, erano stati licenziati dall’azienda. Così, per mantenere la famiglia, l’operaio aveva accettato questo lavoro in nero. Intanto gli uomini della Polizia Stradale e della Scientifica hanno effettuato ulteriori indagini ed hanno posto sotto sequestro l’azienda agricola, dove sarebbero state trovate tracce di sangue. Ora, per lo stesso reato per cui è indagato l’allevatore, sarebbero indagate in concorso anche tutte le altre persone presenti nel podere al momento dell’incidente. Per oggi è prevista la perizia necroscopica sul corpo dell’operaio morto.

 

 

Martedì, 15 Novembre 2005
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