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Notizie brevi 08/05/2013

(Nota ASAPS: Si può definire una condanna esemplare? Leggere come sono andate le cose)
Zig zag sulla strada, Nicole morì a 18 anni per un folle gioco con l'auto
Incidente a Jesolo il 12 agosto 2012. Il giovane di Mareno alla guida ubriaco condannato a 13 mesi e patente sospesa 3 anni

La Lancia Musa su cui viaggiavano i sette ragazzi - foto dalla rete

TREVISO - Ha ottenuto il patteggiamento Michael D’Altoè, il diciannovenne di Mareno di Piave che, il 12 agosto del 2012, si trovava al volante della vettura che finì fuori strada in via Roma destra, a Jesolo, provocando la morte di una ragazza di appena 18 anni, Nicole Bergamo, originaria di Ponte nelle Alpi e residente a San Vendemiano.  Il giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Alberto Scaramuzza, ha applicato al giovane 13 mesi di reclusione (pena sospesa) oltre a 1.100 euro di ammenda e 3 anni di sospensione della patente di guida per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.

 

L’incidente si verificò alle 6.50 di domenica mattina, a poca distanza dalla discoteca il Muretto, dove i giovani avevano trascorso una serata in compagnia. Nell’auto guidata da D’Altoè (che aveva la patente da appena 15 giorni) erano saliti in sette, due in più rispetto al massimo consentito: gli amici si stavano recando verso una paninoteca per uno spuntino e volevano evitare di fare due viaggi.

 

Al conducente fu riscontrato un tasso alcolico di 0,9 grammi per litro (a fronte di un limite consentito di 0,5). Secondo i difensori dell’imputato, gli avvocati Benedetta Collerone Russo e Angelo Di Dio, la pena è congrua alla luce di una consulenza tecnica di parte secondo la quale l'incidente si verificò per cause non prevedibili e non evitabili, ovvero la foratura di un pneumatico. La perizia chiesta dal pm Paola Mossa ha invece concluso che la responsabilità è di D’Altoè, il quale avrebbe perso il controllo della vettura dopo essersi messo a percorrere la strada zigzagando. Una delle ragazze che si trovavano a bordo ha raccontato alla polizia locale che si trattò di uno scherzo del conducente, di fronte al quale tutti i passeggeri urlarono di smetterla.

 

L'auto, però, finì con due ruote sul prato oltre il margine della carreggiata: la Lancia Musa derapò sul posteriore e si cappottò contro un albero, nel fossato. Padre, sorella e nonna della diciottenne si sono affidati ad una società specializzata in risarcimento danni, la Giesse Gestione sinistri di Conegliano, che ha chiuso in via stragiudiziale le procedure risarcitorie prima del processo.

 

di Gianluca Amadori
da ilgazzettino.it
 

Mercoledì, 08 Maggio 2013
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