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Notizie brevi 28/11/2005

da Quattroruote - L’OMAGGIO DI QUATTRORUOTE AD UN CORAGGIOSO AGENTE DELLA POLIZIA STRADALE. LAPO FRATONI, POLIZIOTTO CHE NON SI ARRENDE. È UNO DEI 10 UOMINI CHE FANNO “LA MEGLIO ITALIA”

da Quattroruote
L’OMAGGIO DI QUATTRORUOTE AD UN CORAGGIOSO AGENTE DELLA POLIZIA STRADALE. LAPO FRATONI, POLIZIOTTO CHE NON SI ARRENDE. È UNO DEI 10 UOMINI CHE FANNO "LA MEGLIO ITALIA"


C’è Andrea Pininfarina e c’è anche Flavio Briatore. Ci siamo abituati, e sfogli le pagine di Quattroruote curioso di vedere chi c’è oltre a loro. Tutti manager, gente con i “cosiddetti”, che spinge il motore Italia in questa irta recessione – alcuni la chiamano così – e che fanno garrire al vento il nostro tricolore. Sfogli le pagine e ti casca l’occhio sul numero cinque. È un gigante in divisa, la tua, immortalato nel piazzale della caserma di Firenze Nord, pieno fino a scoppiare di Alfa Romeo giardinetta e di BMW Touring tutte in biancoceleste. Leggi e vedi che non è un abbaglio, che Lapo è “un poliziotto che non si arrende” e che per questo è finito lì. A rebours, in controtendenza, a rappresentare tutti noi della Specialità. La ricordate la storia di Lapo? Il 19 maggio 2002, stava facendo la notte e insieme all’agente Simona Moretti, aveva terminato di stendere le torce attorno ad un auto finita sul guardrail centrale dell’A1, nei pressi di Firenze Sud. Improvvisamente un furgone, munito di assicurazione falsa, sfonda (forse per un colpo di sonno del conducente) la corsia chiusa e investe in pieno Lapo. Vola sull’altra carreggiata e si salva solo per la prudenza di un tedesco, che aveva visto i lampeggianti nella direzione opposta e che aveva rallentato. I fari del suo camper illuminano il corpo esanime di Lapo. Arrivano i sanitari, e Lapo si “incazza” (passateci per una volta l’espressione colorita) quando si accorge che stanno tagliando stivali e calzoni alla zuava. Le sue gambe sono così spappolate che pensano di amputarle. Poi ci sono i polmoni sfondati, lo sterno rotto, un trauma cranico spaventoso. E lui, coriaceo motociclista della Polizia Stradale, uno che aveva scelto la Sottosezione Autostradale lasciando un distaccamento sul mare della Liguria, avverte che rivuole tutto indietro: gambe, stivali, calzoni. La vita insomma, perché quello l’assicurazione non ce l’aveva. Confesso che quando me lo diceva lo assecondavo per compassione. La botta – pensavo – gli ha dato alla testa. Passa un anno in ospedale (un anno, pensate) e subisce un intervento dietro l’altro: appena lo rimettono in piedi, le sue gambe si fratturano di nuovo. E allora nuovamente chiodi e viti, ferri che attraversano le carni. Viaggi della speranza e un ghigno in volto. A me ricordava il ghigno di Mel Gibson quando tutti lo picchiano e lui non ne vuol sapere di arrendersi: sputa sangue e sfida il suo carnefice che sferra colpi ancora più forti. Poi, al CTO di Firenze, l’ultima operazione e quando lo dimettono viene in Ufficio e ci mostra i suoi piedi che ruotano come i nostri. Avrà accumulato in tre anni di assenza dal servizio, qualcosa come 4 o 5 mesi di ferie, ma appena può è tornato in pattuglia e oggi – dice Quattroruote – “lo si può incontrare sull’Autosole”. Già. Poteva farsi riformare o declassare, trascorrendo le giornate dietro una comoda scrivania. Ma niente da fare, lui vuole sentire il rumore del traffico, vuole esserci. Ha avuto calzoni e stivali nuovi e porta la divisa col piglio di sempre. Ordinata, sempre pulita, mai un rigo di barba fuori posto. Che sia un esempio, ragazzi. Se ne sono accorti anche fuori, di Lapo, e si sono ricordati – gli amici di Quattroruote – di ricordare a tutti che “ogni anno muoiono più poliziotti investiti che non in conflitti a fuoco: ricordando la storia di Lapo rendiamo omaggio a tutti coloro che non ce l’hanno fatta”. A Mauro Tedeschini, direttore della prestigiosa rivista, il nostro ringraziamento assoluto, che è quello di tutti i colleghi di Lapo. A Lapo, quello che dovevamo dirgli, gliel’abbiamo già detto. [Lo.Bo.].

 

 

Lunedì, 28 Novembre 2005
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