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Notizie brevi 12/11/2012

Uccisi in uno schianto, la rabbia dei genitori
Lula, i familiari di Melone e Calia: sentenza troppo lieve per l’imputato, una vera ingiustizia

L'auto in cui hanno perso le vita i due giovani - Foto da lanuovasardegna.it

LULA (NU). Un dolore troppo grande, una condanna giudicata troppo lieve. I genitori di Francesco Melone e Luciano Calia, i due ragazzi che avevano appena compiuto i 18 anni quando sono morti, purtroppo, a causa di un brutto incidente, in una lettera sfogano adesso il loro dolore e chiedono una giustizia che non pensano di avere ottenuto. «I nostri figli sono cresciuti insieme – dicono Raimondo Melone, Luisa Siotto, Diego Calia e Laura Porcu – Sono andati a scuola insieme si sono divertiti insieme. Sono morti insieme. Tutti e due a distanza di qualche ora sono venuti a mancare in un incidente stradale alla periferia di Lula. Era il 27 maggio 2012. Qualche mese fa. Era un pomeriggio di festa ed hanno accettato un passaggio da un altro ragazzo quasi coetaneo. Non sapevano che quel ragazzo guidava dopo per aver bevuto e usato droga. Hanno fatto qualche centinaia di metri e l'auto è finita su un palo dell'Enel. Con la corsa di quella maledetta auto sono finiti i loro sogni, le loro speranze: sono finite le loro vite che quasi non erano neppure cominciate tanto erano giovani. Le loro vite sono terminate e le nostre con loro. Ci mancano ogni istante ogni giorno. Il nostro dolore è incolmabile e senza fine. Il nostro conforto era la giustizia. Era sapere che chi ha sbagliato avrebbe pagato. Nessuna vendetta ma solo giustizia. Kerimos pane et iustitia. Nulla di tutto ciò».


I genitori dei due ragazzi, dicono infatti, di essere venuti a conoscenza del fatto che l’imputato «ha ottenuto il patteggiamento ottenendo una condanna che tenue è a dir poco. Due anni di prigione (che non farà) con la sospensione condizionale della pena».
Così, i genitori, adesso si chiedono: «Quanto vale la vita di un ragazzo di 18 anni? Un anno di prigione? Oggi sono previste pene più salate per chi maltratta animali e per chi uccide due ragazzi di 18 anni niente di più che una annotazione nel casellario penale. Il nostro dolore è senza fine. Senza fine perché non siamo stati avvisati della richiesta di patteggiamento. Non è stato avvisato il nostro difensore che ha depositato la richiesta di avere copie degli atti ma non ha ricevuto nessuna comunicazione. Non siamo stati avvisati noi genitori. Forse – si chiedono in concludono – che la nostra presenza avrebbe turbato la decisione di questo tipo? La nostra coscienza, il nostro dolore, i nostri cari ci chiedono giustizia e non smetteremo di reclamarla a gran voce e cercarla pur di ottenerla».


da Lanuovasardegna.it

 

Lunedì, 12 Novembre 2012
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