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Notizie brevi 23/07/2012

Tragedia al Rally di Lucca: muoiono pilota e navigatrice

Valerio Catelani e Daniela Bertoneri, 34, carbonizzati nella loro auto. I due erano una coppia. La procura sequestra l’auto
Il pilota Valerio Catelani e la navigatrice Daniela Bertoneri all interno della loro vettura da rally al momento della partenza (Ansa)

Due morti a Lucca, durante una gara di rally: il pilota e la navigatrice di un’auto, Valerio Catelani, 37 anni, e Daniela Bertoneri, 34. Sono morti carbonizzati nella loro macchina da corsa incendiatasi dopo un’uscita di strada al 47° Rally Coppa Città di Lucca. I due correvano su una Peugeot 207 S2000. L’incidente è avvenuto nella notte in località Brancoli, dopo 3,5 km della quarta prova speciale. La gara è stata sospesa dagli organizzatori e la procura ha sequestrato i resti della vettura. Il magistrato di turno è Elena Leone che, dopo essere stata sul luogo dell’incidente, potrà disporre le analisi su quanto rimane della Peugeot 207 S2000 che è andata a fuoco, dopo l’uscita di strada. I resti si trovano in un garage della zona. Sono stati posti sotto sequestro anche l’ordine di servizio, il piano di sicurezza e il piano di emergenza sanitaria della gara.

 

LA COPPIA - I due piloti erano una coppia fissa nei rally da oltre dieci anni, ma anche nella vita. Valerio Catelani era nato a Pietrasanta il 20 ottobre 1974, mentre Daniela Bertoneri, originaria di Massa, era nata il 13 novembre 1977. Non erano professionisti, ma insieme formavano un equipaggio cosiddetto gentleman driver. I due, uniti da una relazione sentimentale che durava da tempo, gestivano un locale a Forte dei Marmi (Lucca) e i rally erano lo sport che praticavano insieme con passione. Da anni prendevano parte alle gare che si svolgono in Toscana con vetture impegnative. Noto al pubblico degli appassionati, quest'anno Catelani stava lottando per vincere la particolare classifica della zona. Catelani, viveva a Forte dei Marmi, dove lavorava nel bar del padre Giuseppe, il Caffè Sambo, in pieno centro nella nota località di mare. Anche Daniela, originaria di Massa, e soprannominata Gazzé, lavorava nel bar della famiglia Catelani.

 

LA DINAMICA - Secondo una prima ricostruzione, l’auto si sarebbe incendiata subito, mentre i due occupanti sono rimasti imprigionati all’interno. L’incidente è avvenuto ad una curva a sinistra, veloce e stretta, dove la Peugeot, è andata dritta, ha buttato giù un muretto e poi si è incastrata sotto il piano stradale, in un avvallamento, quindi ha preso fuoco. La vettura, col numero 7, era partita dallo start alle 4.12 e l’incidente è avvenuto circa due minuti dopo. I primi soccorsi sono stati portati dal pubblico presente in quel tratto e dagli altri equipaggi in gara, che hanno usato gli estintori di bordo per tentare di spengere il fuoco. Ma invano. La prova speciale di Brancoli è stata interrotta nel giro di minuti, appena è risultato che la vettura non stava transitando ai punti intermedi presidiati dagli ufficiali di gara. Nel punto dell’ incidente sono stati inviati i team di soccorso sanitario e tecnico che gli organizzatori di rally sono tenuti a predisporre lungo il percorso. Sul posto anche vigili del fuoco e polizia stradale.

 

LA PASSIONE PER LE AUTO - La passione per le auto Valerio l'ha ereditata dal padre Beppe, ex calciatore sia della locale formazione del Forte dei Marmi e in seguito del Lido di Camaiore. Beppe però era un grande «tifoso» della Ferrari e della Formula Uno ed era inevitabile che il figlio Valerio venisse attratto dalle quattro ruote e così spinto e sostenuto anche dal padre che lo seguiva spesso nelle sue gare. È così che Valerio ha iniziato questa attività che purtroppo lo ha portato alla morte insieme a Daniela con la quale ha condiviso la sua vita e la sua grande passione per l'automobilismo. Anche Daniela, valida navigatrice, pur essendo già stata coinvolta in incidenti non ha voluto interrompere l'attività e insieme al suo Valerio, nell'auto con la quale hanno condiviso tante gioie, ha trovato la morte.


I SOCCORSI - Tra la fuoriuscita della vettura e la segnalazione dell’incidente sono trascorsi quattro, interminabili, minuti: a dirlo è Cristina Riva, direttore della corsa, che precisa di aver effettuato un calcolo approssimativo. Tutto sembra aver congiurato per rendere impossibile dei soccorsi più rapidi: «la macchina era finita in una sorta di piccolo fosso -ha spiegato Riva nel corso di una conferenza stampa- e quindi non era visibile». Non c’erano testimoni diretti, in quel punto, né spettatori né personale della gara: «nemmeno le prime vetture che sono transitate di lì hanno visto nulla». Per Pierangelo Brogi, presidente del comitato organizzatore «cosa sia successo è incomprensibile, era un equipaggio esperto, con dieci anni di corse sulle spalle. Credo che ogni tanto l’imponderabile, in uno sport che comunque mantiene una sua pericolosità, abbia il sopravvento». Quanto alla a camera car, Brogi non sa «se l’avevano a bordo». Difficile, ad ogni modo, che non sia andata distrutta nel rogo. Immediatamente il Codacons ha chiesto un giro di vite su tale tipologia di gare automobilistiche. «Si tratta di corse estremamente pericolose sia per i piloti che per il pubblico, e a dimostrarlo sono i dati sull’elevato numero di incidenti, purtroppo anche mortali, che si verificano durante i rally disputati in tutto il mondo - spiega il presidente Carlo Rienzi.

 

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da corriere.it

 

Lunedì, 23 Luglio 2012
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