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Il Tribunale di Trento ribalta la sentenza del Giudice di Pace
L’alcoltest funzionava e i valori erano attendibili: patente ritirata per un anno

Foto di repertorio dalla rete

(ASAPS) Pensava ormai di averla fatta franca l’automobilista che era stato beccato nel mese di marzo 2011 da una pattuglia della Stradale.
Mentre percorreva la statale della Valsugana, alle 4 del mattino, l’uomo era stato fermato e sottoposto ad un controllo con l’etilometro, modello Drager.
I sospetti dei poliziotti erano evidentemente fondati visto che l’apparecchiatura dimostrava lo stato di ebbrezza del conducente e, in conseguenza al controllo, il Commissariato del Governo gli aveva sospeso la patente.
Evidentemente non convinto, o forse con il solo intento di trovare una soluzione alternativa al problema di trovarsi “appiedato” per un anno, il guidatore ha presentato ricorso al Giudice di Pace lamentando il mal funzionamento dell’apparecchiatura utilizzata dalla pattuglia che, a suo dire, non era omologata e non era stata revisionata.
Il Giudice di Pace, entrando nel merito del ricorso, una volta appurato che l’etilometro era omologato ha però stabilito che «non risulta provata la regolare sottoposizione a revisione dell'apparecchiatura Drager (il modello dell'alcoltest, ndr) impiegata».
Quindi senza la provata certezza sulla veridicità dei dati prodotti dall'etilometro, l’ordinanza di ritiro della patente era stata annullata anche in presenza di un risultato positivo all'alcoltest.
La sentenza del Giudice di Pace è sembrata mal articolata agli occhi attenti del Tribunale di Trento.
A distanza di dieci mesi dal parere del giudice di pace, infatti, si è verificato un vero e proprio capovolgimento di fronte e, in sede di procedimento penale, la sentenza è stata ribaltata.
In Procura a Trento il giudice ha ritenuto che l'apparecchio per l'alcoltest in dotazione alla Polizia Stradale fosse efficiente e che i rilievi del tasso alcolico effettuati quella notte fossero corretti.
L’uomo che per quasi un anno aveva pensato di essere “sfuggito” alla pena (giusta) per avere alzato il gomito, si è visto la patente sospesa per un anno, oltre alla condanna a sei mesi, ad un'ammenda di duemila euro e al pagamento delle spese processuali.
La superficiale e frettolosa sentenza del Giudice di Pace è stata così superata da una più profonda considerazione del problema da parte del Tribunale di Trento che ha dato ragione (se c’era bisogno) ai rilievi effettuati dalla pattuglia della Stradale.
Forse per l’autista colto in fallo era preferibile accettare la prima sentenza emersa dai dati reali emersi durante il controllo che, ricordiamo, non deve essere considerato una “trappola” da evitare, ma un pit-stop che può salvare la vita propria e altrui.(ASAPS)

 


 

Giovedì, 05 Luglio 2012
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