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Notizie brevi , Droga 21/02/2012

Cannabis al volante, attenzione
raddoppia il rischio di incidenti

Che guidare sotto l'effetto di un "cannone" di cannabis fosse rischioso lo sapevamo, ma finora il pericolo non era mai stata quantificato. Ci han pensato i ricercatori della Dalhousie University di Halifax, in Canada, dimostrando che fumare marijuana raddoppia il rischio di incidenti alla guida.

La ricerca (la prima a concentrarsi esclusivamente sull'uso della "maria", considerato separatamente degli effetti dell'alcol e di altre sostanze stupefacenti) è stata pubblicata sul British Medical Journal ed è il frutto della revisione di nove studi, tutti condotti su strade pubbliche, effettuati su un totale di circa 49.411 guidatori entro tre ore dall'assunzione della droga leggera. Dai dati è emerso che tale condizione psicofisica aumenta quasi del doppio le probabilità di schiantarsi contro un muro o un guard rail o di andare addosso a un malcapitato qualsiasi, e che il rischio è ancora più alto se il guidatore ha meno di 35 anni.

La canapa è la droga illegale più diffusa a livello mondiale e secondo gli esperti la sua pericolosità per il conducente dipende dal fatto che essa rallenta le abilità motorie più elementari, danneggiando i riflessi e rendendo il guidatore, che per definizione dovrebbe essere sveglio e scattante, mezzo addormentato.

Conclusioni, quelle dei ricercatori canadesi, che diventano preoccupanti se confrontate con la realtà dei fatti. Negli Stati Uniti, ad esempio, ben un ragazzo su sei ammette di aver guidato almeno una volta sotto l'influenza della cannabis, usata tuttavia meno frequentemente dell'alcool.

Gran parte degli studi sul rapporto tra guida e droghe leggere sono però finora stati condotti negli anni 1970, con risultati talvolta equivoci (poche, ad esempio, le ricerche che han preso in considerazion le donne e rudimentali i simulatori di guida). Per sostituire i vecchi dati con altri più nuovi e attendibili, gli istituti di ricerca di tutto il mondo negli ultimi 30 anni si sono dati da fare, anche alla luce del fatto che la potenza delle sostanze in circolazione è progressivamente aumentata, di pari passo con la velocità e il numero delle macchine.

Uno studio dell'Olin Neuropsychiatry Research Center di Hartford pubblicato sul Journal of Psychoactive Drugs si è ad esempio concentrato sui sei effetti principali della cannabis sulle capacità di guida, utilizzando però simulatori realistici e avanzati. Sottoponendo a test pratici 85 soggetti, 35 dei quali donne, i ricercatori hanno notato che i volontari che avevano assunto la droga non mostravano alcuna differenza rispetto ai soggetti sobri, se non per il fatto di guidare più lentamente. Conclusioni, dunque, diametralmente opposte a quelle raggiunte dai colleghi canadesi.

Un'altra ricerca inglese del Transit Research Laboratory, ha indagato in modo analitico gli effetti dell'uso di cannabis al volante, basandosi su tutta la letteratura scientifica scritta e pubblicata in materia a partire dal 1994. Dai risultati è emerso che la categoria più a rischio è quella dei maschi giovani, tra cui il consumo di cannabis è diffuso così come quello di alcolici, e tra cui, soprattutto, è elevato il livello di inesperienza. A conclusioni simili sono giunti inoltre monitoraggi e studi condotti dai governi di Australia, Regno Unito, Nuova Zelanda e Stati Uniti. ?
E in Italia, com'è la situazione? Basta dare un'occhiata ai dati della sola regione Toscana per capirlo. Dal recentissimo studio Edit (Epidemiologia del determinanti dell'infortunistica stradale in Toscana) condotto dall'Ars (Agenzia Regionale di Sanità) su 5.000 teenagers delle scuole superiori delle Toscana, risulta che il 36,4% degli studenti (il 40,5% dei maschi e il 31,9% delle femmine) dichiara di aver utilizzato almeno una volta nella vita una sostanza stupefacente e il 12,5% dei guidatori abituali di aver guidato almeno una volta, nei 12 mesi precedenti l'indagine, sotto l'effetto di droghe leggere.

La guida sotto l'effetto di cannabis e altre droghe è inoltre tra le prime cause di pirateria stradale. Secondo i dati dell'Associazione sostenitori amici della Polizia stradale (Asaps), nel 2011 gli episodi di pirateria sono aumentati del 45% rispetto all'anno precedente, passando da 585 a 852, con una crescita anche del numero dei morti (+29%, da 98 a 127) e dei feriti (+33%, da 746 a 995). Nel 35% dei casi di pirateria mortale chi guidava aveva bevuto e nel 12,5% aveva assunto sostanze stupefacenti. A farne le spese, come spesso accade, i più deboli: tra i 127 morti totali, 72 pedoni e 16 ciclisti. L'11% minorenni.

La legislazione italiana tuttavia non fa sconti a chi guida e fa danni in stato alterazione psicofisica. In caso d'incidente, la recidiva per droga pesa molto ai fini della valutazione della pena: l'ultima sentenza della Cassazione (quarta sezione penale), n. 2397 del 13 dicembre 2011, depositata il 20 gennaio 2012, stabilisce infatti chi ha già subìto multe per guida in stato alterato (ed è cioè recidivo), se causa un incidente rischia la condanna anche per gli "spinelli" del giorno prima. ??

 

 

da gelocal.it

 

 

Martedì, 21 Febbraio 2012
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