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Notizie brevi 27/12/2011

Manutenzione stradale ormai è allarme rosso

Aziende al collasso per i ritardi nei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni e lavori pubblici ridotti al minimo, mettono a rischio la sicurezza stradale e il lavoro degli oltre 50.000 addetti al comparto

La situazione delle nostre strade, ridotte spesso a un autentico "colabrodo", è sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno gli automobilisti, e ancora di più i motociclisti, devono fare lo slalom tra le varie buche che ormai sono parte integrante della nostra rete viaria. Una situazione destinata, purtroppo, a peggiorare e l'allarme questa volta viene proprio da chi fa delle strade il suo "pane quotidiano", ovvero il Siteb, associazione che in Italia rappresenta l'intera filiera dei lavori stradali (costruzione e manutenzione delle strade), che ha realizzato uno specifico report. Secondo lo studio il settore sta attraversando il momento più critico dalla fase di declino iniziata nel 2004 e che sta portando numerose aziende del settore sull'orlo del fallimento a causa sia della carenza cronica di lavori pubblici che per i ritardi con cui la pubblica amministrazione effettua i pagamenti.  Per capire meglio il fenomeno basti pensare che, secondo i dati raccolti dall'associazione, si è passati in pochi anni dai 44-45 milioni di tonnellate di produzione di conglomerato bituminoso impiegati per la manutenzione del manto stradale, ai 29 milioni del 2010, destinati a ridursi ancora fino ai 27 milioni di quest'anno. Bastano due anni consecutivi a questi livelli produttivi per vedere in ginocchio i 50.000 addetti diretti del settore (con un indotto di 500.000 lavoratori), e la sicurezza delle nostre strade inevitabilmente compromessa. Significativo anche l'altro dato che vede il fermo, per mancanza di lavoro, di 150 stabilimenti per la produzione dell'asfalto su un totale di 650 impianti e molti versano in forti difficoltà per l'aumento dei costi energetici e delle materie prime.  I risvolti di questa situazione si pagano poi anche sul piano lavorativo che dai 50.000 addetti complessivamente impegnati sulle strade ha già visto, per 15.000 di loro, provvedimenti di mobilità o cassa integrazione e la situazione potrebbe ancora peggiorare. Uno spiraglio all'orizzonte sembrava essersi aperto con l'approvazione della Direttiva del Parlamento Europeo sul contrasto dei ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione, provvedimento però svanito nel nulla con il precedente Governo.  Insomma se ancora non fosse chiaro la situazione è drammatica come sottolineato dal presidente del Siteb, Carlo Giavarini: "Assistiamo al paradosso di aziende con bilanci in attivo che rischiano il fallimento per mancanza di liquidità. Le P. A. che normalmente pagavano i lavori di asfaltatura a 90 giorni dal termine dei lavori, oggi ritardano il pagamento mediamente di 4 mesi (120 giorni) con punte che superano i 365 giorni. Ad essere più colpite sono le imprese del mezzogiorno che mediamente aspettano 26 giorni in più (quasi 5 mesi nel complesso) rispetto a quelle del Nord Italia.  Abbiamo accolto con fiducia le prime decisioni del neo ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera, che, in forte discontinuità con il passato, ha annunciato l'avvio di un piano di ammodernamento infrastrutturale. Attendiamo ora i primi risvolti concreti che possano dare ossigeno ai settori interessati. Al contempo auspichiamo un concreto interessamento del nuovo Esecutivo all'individuazione di una soluzione efficace all'inaccettabile situazione (unica in Europa) dei ritardati pagamenti che tocca oramai tutte le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione (non solo del nostro settore) e che sta portando molte aziende del nostro comparto alla chiusura".
 


da repubblica.it

 

 

Martedì, 27 Dicembre 2011
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