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Notizie brevi 14/11/2011

Se i nonni non vogliono abbandonare il volante
Paura di perdere l' indipendenza e segno di virilità per i maschi Sono come i neopatentati
 

Sino a qualche tempo fa i nonni al volante erano visti come degli emuli di Mister Magoo. Il simpatico pensionato dei cartoon che non indossava gli occhiali da vista malgrado fosse molto miope. Così, finiva sbadatamente per cacciarsi nei guai. Specialmente quando guidava incoscientemente sconvolgendo la circolazione. Grazie a una fortuna sfacciata, però, riusciva a portare sempre a casa la pelle. Oggi, con il progressivo invecchiamento della popolazione la fortuna non basta e il tema della guida sicura nella terza età è sempre più serio e attuale.

La fotografia italiana la fa Giordano Biserni, presidente dell' Associazione amici polizia stradale, secondo cui gli over 60 anni al volante sono quasi 7 milioni ovvero il 19,2 per cento dei patentati (circa 35 milioni). Nel 2004 erano 6.581.836. Quindi conteranno sempre di più. Infatti, lo scorso luglio, in Parlamento, si voleva vietare la guida agli ottuagenari ma le proteste dei nonni automobilisti furono vibrate. Retromarcia dei politici e proposta bocciata. «L' età non può essere l' unico criterio per guidare - dice Piero Angela, 83enne decano dei giornalisti scientifici italiani - perché, ad esempio, il mio corpo è come un' auto: il motore avrà anche decine di migliaia di chilometri ma il suo guidatore ha solo 45 anni! Ci vuole buon senso, però. Guido solo per spostarmi in città dove mi sento più sicuro di tanti giovani perché ho esperienza e conosco i miei limiti senza bisogno del "bollo" dello Stato». Il documentarista per eccellenza racconta un aneddoto. «Circa vent' anni fa - dice - in autostrada ebbi un colpo di sonno e rischiai la vita.

Da allora per i tragitti lunghi uso il treno o l' aereo». Certo, non tutti hanno la sua coscienza critica e, anzi, vivono male l' eventuale diniego di rinnovo della patente. «Per gli anziani - spiega Federica Biassoni, docente di Psicologia dell' Università Cattolica di Milano - non poter più guidare è spesso altamente stressante perché si ha una concreta perdita d' indipendenza. Specialmente in quei contesti dove non esistono alternative reali (trasporti pubblici) che possano sopperire al trasporto privato, ma anche una "ferita" all' immagine di sé come persona efficiente, capace, autonoma e competente. Gli uomini poi vivono le quattroruote come un segno di mantenimento della propria virilità. Per questo è importante comunicare bene il diniego tutelando contemporaneamente la sua sicurezza e quella degli altri». In più c' è da considerare che i nonni moderni sono diversi dalla generazione precedente. Quelli erano cresciuti spostandosi in bici o in Vespa e l' auto l' hanno incontrata tardi. Questi, invece, l' hanno avuta come compagna dalla gioventù e fanno più fatica a staccarsi dallo sterzo. Non a caso hanno pure un' attaccamento morboso alla macchina come oggetto. Basta frequentare i raduni (auto sportive o d' epoca fa poca differenza) per vedere con quanto orgoglio lucidano ogni singolo bullone. Proprio come novelli Walt Kowalski. Il personaggio interpretato da Clint Eastwood nel film Gran Torino che curava maniacalmente in garage il modello omonimo Ford. «Io ho più di 85 anni, sono appassionato di auto e non le lascio nel box ma le guido - spiega l' oncologo Umberto Veronesi - senza pericolo per il mio prossimo. Ho autocoscienza e non ho mai provocato né subìto incidenti.

Ricordo la gioia e la sensazione di libertà che provai da giovanotto quando potei comprare una Fiat 1100 usata. Mi dispiacerebbe non guidare più per un divieto anagrafico. Sarebbe più utile e razionale assicurare un' accurata visita medica di controllo per i guidatori di tutte le età. Una soddisfacente prontezza di riflessi e una necessaria acuità di vista e di udito non sono elementi che si certificano con veloci controlli di routine . La visita andrebbe integrata da un impegno del medico di base sulle condizioni di salute complessive». Non sono tutte rose e fiori per i nonni automobilisti. Nel 2010, sulle nostre strade, secondo i dati Aci/Istat, sono morti a causa di incidenti stradali 874 ultrasettantenni (le vittime totali sono state 4.090). «Gli anziani alla guida sono più prudenti, hanno più esperienza - spiega Roberto Sgalla, direttore della Polizia stradale - ma spesso con l' età diminuiscono i riflessi, i tempi di reazione sono più lenti e avvengono gli incidenti. Una soluzione potrebbe essere quella di equipararli ai neopatentati introducendo limitazioni alla potenza delle auto che possono guidare. In più nella terza età ci sono cali temporanei di concentrazione. In autostrada, ad esempio, avvengono molti casi di "contromano" di anziani al volante. Speriamo che la tecnologia ci aiuti presto con segnaletiche sonore e visive per far rendere subito conto al guidatore che sta procedendo nella corsia sbagliata». Per fortuna, la speranza e l' innovazione non vanno mai in pensione.



Ribaudo Alessio

da Corriere.it

Lunedì, 14 Novembre 2011
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