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Notizie brevi 21/10/2011

Guard rail a tubo ideato in trentino: gara per aggiudicarsi l’utilizzo del brevetto

Più sicuro per i motociclisti. Avviato l’iter per individuare chi potrà produrlo in esclusiva

(d.m.) – Una barriera stradale “a tubo”, al posto della tradizionale protezione laterale “ad onda”, ed un particolare distanziatore in gomma in grado assicurare un elevato assorbimento in caso d’urto. Decisamente più sicura rispetto ai tradizionali “guard rail”, garantisce un’adeguata protezione anche ai motociclisti e combina performance ed estetica: il particolare design la rende infatti adatta ad essere installata in contesti ad elevato pregio paesaggistico. Sviluppata su incarico della Provincia autonoma di Trento, la “barriera di sicurezza stradale classe H2”, quella riservata a strade importanti, autostrade comprese, è ora oggetto di una bando pubblico emesso da Trentino Sviluppo. Il 25 novembre scadrà il termine per la presentazione delle offerte. L’intento è quello di individuare un’impresa o un gruppo industriale interessato ad acquisire il diritto di produrla e commercializzarla con licenza esclusiva. Omologato nell’agosto 2010 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il “guard rail morbido” ideato in Trentino è brevettato in 21 paesi, tra cui Giappone, Cina e Stati Uniti.

«L’iniziativa – spiega Alessandro Garofalo, vicepresidente di Trentino Sviluppo - si colloca nell’ambito dell’impegno teso a valorizzare i brevetti ed i diritti di proprietà intellettuale frutto della ricerca finanziata con soldi pubblici, così da promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e lo sviluppo economico a livello territoriale. Ad oggi, tramite l’apposito Fondo costituito nel 2006, Trentino Sviluppo amministra 15 brevetti sviluppati da 9 centri di ricerca, per un valore complessivo che supera i 5 milioni di euro».
Un prodotto estremamente interessante, la nuova barriera stradale messa a punto in Trentino, che ha già attirato l’attenzione di grandi gruppi industriali italiani. L’Avviso pubblico, per aderire al quale c’è tempo fino a venerdì 25 novembre, è disponibile in versione integrale nella sezione “Bandi e appalti” del sito www.trentinosviluppo.it.
Le richieste di licenza esclusiva - che concede la possibilità di utilizzare la tecnologia in un ambito territoriale definito a fronte del pagamento di un corrispettivo - pervenute entro il 25 novembre saranno valutate con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che combina il massimo rialzo sulle condizioni economiche (“lump sum” di ingresso, cioè il corrispettivo una tantum, e la royalty annua) con il profilo qualitativo (motivazioni per cui si intende acquisire la tecnologia, consistenza commerciale dell’azienda, etc.). A parità di punteggio costituirà titolo preferenziale il fatto che i concorrenti abbiano una sede legale o operativa in Trentino o si impegnino comunque ad aprirla entro quattro mesi.


Risale al 2002 l’idea della Provincia autonoma di Trento, ed in particolare del Servizio Infrastrutture Stradali e Ferroviarie, di sviluppare internamente una famiglia di barriere stradali innovative, ad alte prestazioni e facilmente adattabili alle strade di montagna, come quelle trentine, sia dal punto di vista della conformazione territoriale che dell’impatto ambientale. Il progetto, affidato ad un tecnico esterno con significative competenze nel campo dell’ingegneria dei trasporti e della sicurezza stradale, si protrae per sette anni durante i quali il particolare ritrovato viene ideato, progettato, prototipato, realizzando anche le prove di crash, ed infine omologato e  brevettato. Domanda di brevetto che ad oggi è stata concessa in 21 paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e Italia, ma anche Giappone, Cina, Israele, Stati Uniti, mentre sono in corso di perfezionamento le procedure di concessione in Canada e Norvegia.
Si tratta di una barriera stradale o autostradale ad elevato contenimento, sviluppata in diverse forme realizzative a seconda dell’applicazione, con elevate prestazioni in termini di assorbimento dell’energia derivante da urti a seguito di incidenti, definite dall’appartenenza alla classe H2. In particolare, rappresenta uno dei primi esempi di barriera a tubi, nella quale le tradizionali onde in lamiera che svolgono la funzione di contenimento sono sostituite da tubi longitudinali. L’elemento maggiormente innovativo, che rappresenta anche l’oggetto della famiglia di brevetti, è rappresentato dal distanziatore in gomma vulcanizzata ad alta deformabilità posto tra i pali di sostegno e gli elementi tubolari longitudinali per meglio assorbire gli urti e, di conseguenza, ridurre l’impatto sulla vittima dell’incidente. Caratteristiche tecniche che sono valse al guard rail ideato in Trentino l’omologazione nella categoria H2, quella cioè riservata alle barriere in grado di contenere l’urto di un’automobile lanciata alla velocità di 100 km/ora e di un bus che si schianta alla velocità di 70 km/ora.
La barriera, proprio per la sua conformazione priva di spigoli vivi, risulta inoltre particolarmente efficace nel preservare in caso d’urto le cosiddette “utenze deboli”, quali motociclisti e pedoni. Il suo design innovativo ed esteticamente valido, infine, la rendono adatta ad installazioni in contesti di elevato pregio paesaggistico.

 

 


 

Venerdì, 21 Ottobre 2011
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