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Notizie brevi 24/02/2011

Quel ragazzo sconvolto da un incidente nascosto nei boschi da quattro giorni

Quando i carabinieri e il padre l’hanno avvicinato, ha scavalcato una recinzione e si è dileguato nel nulla

Una foto di Daniel Busetti

Dalla frangetta e dal sorriso infantile della foto segnaletica, gli daresti tredici anni. Invece Daniel Busetti è un ventenne in preda alla confusione e allo spavento. Non un Ettore Majorana né un fu Mattia Pascal, non un Pinocchio in fuga nel Paese dei Balocchi né un’Alice finita per incanto nel Paese delle Meraviglie. Fatto sta che, come certi celebri personaggi scomparsi della storia o della letteratura, risulta per il momento introvabile. Chiuso nell’incubo di un senso di colpa senza colpe irreparabili.

Daniel ha vent’anni, appunto, e fa il muratore. È scomparso sabato sera nella Bergamasca dopo aver provocato un incidente. Verso le 21.30 era in macchina con un amico, a un incrocio ha perso il controllo della guida ed è finito contro un’altra automobile con dentro tre donne. Nessun morto, nessun ferito. Ha fatto in tempo ad aiutare il suo amico a uscire dall’auto, ma forse non si è accorto che anche i passeggeri dell’altra macchina se l’erano cavata con qualche livido. Tutti illesi tranne lui, Daniel, probabilmente colpito non tanto dall’urto quanto dalla paura (o forse dall’urto diventato paura), che gli ha suggerito, nel primo marasma dopo il botto, di allontanarsi alla chetichella e di sparire. Lasciando dietro di sé solo un sms destinato alla sua fidanzata: «Ho fatto un incidente megagalattico. Ti amo. Addio». Già quell’aggettivo, «megagalattico», avrebbe dovuto segnalare la sproporzione tra la banale cronaca dei fatti e il gorgo della sua fantasia di sciagure. Per non dire del saluto ultimativo.

Nient’altro che quel messaggio telefonico, sufficiente però a far temere una latitanza definitiva, chissà dove, chissà come. Invece, come quei lupi solitari o quegli orsi che si aggirano nei centri abitati in cerca di cibo, Daniel è ricomparso. Prima tra Romano di Lombardia e Covo, sempre nelle sue zone, dove lo hanno cercato con i cani e un elicottero, poi in Valchiusella, Piemonte, dove ha scambiato qualche parola con i volontari di una comunità spirituale: «Ho avuto un incidente, sono scappato, ho avuto paura, ma voglio tornare a casa». Pare che in precedenza fosse andato in un pronto soccorso per farsi medicare al viso abbandonando la carta d’identità.

Il desiderio di riabbracciare la famiglia non ha coinciso però con l’azione, e Daniel, forse pentito forse ricaduto nel gorgo del panico, si è consegnato di nuovo alla macchia per ricomparire nel Canavese martedì. Avvicinato dai carabinieri e dal padre (che ha deciso di partecipare attivamente alle ricerche e l’ha chiamato più volte per nome), ha scavalcato una recinzione e si è dileguato nella boscaglia.

Per fortuna non siamo più negli anni 50, quando un contadino di Avola, Paolo Gallo, poteva darsi per morto (ucciso dal fratello) ricomparendo, vivo e (quasi) vegeto, sette anni dopo in un paesino non lontano. E non siamo neanche nella letteratura gialla. Oggi, nella realtà, chi ha paura (specie quando è giovane) ha paura in primo luogo di se stesso, chi non ha paura non ha paura di niente e di nessuno.


da Corriere.it

 

 

Giovedì, 24 Febbraio 2011
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