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Notizie brevi 14/01/2011

Forlì - Una lettera è il manifesto di Asaps

Nel ricordo di Stefano Biondi, che a distanza di mesi continua a raccogliere adesioni, tutto il lavoro, lo spirito dell’associazione che sta dalla parte di automobilisti e polizia
Da romagnanoi.it

Cervia, 24 aprile 2004, i funerali del poliziotto Stefano Biondi - Foto archivio Casalboni

FORLI’ - Raccogliere cifre, grigi numeri per tenere alta l’attenzione di una società che spesso dimentica con la velocità con cui cambia canale. Riscontrare a analizzare i dati della strada per ricordare sia l’amico scomparso in un incidente, sia gli agenti che tutelano gli automobilisti. Un lavoro quello dell’Asaps che si rinnova giornalmente con la stessa intensità con cui la loro passione si trasforma in altruismo: non è facile raccogliere le informazioni sulle 41 vittime della strada registrate in provincia di Forlì-Cesena nel 2010 e andarle poi ad archiviare a fianco ai bilanci di sangue del 2009, del 2008, del 2007, e via dicendo. Uno sforzo ripagato dal pensiero che chi legge magari controllerà l’acceleratore e non scambiera un agente della polizia stradale per un aguzzino che lo vuole spennare con una multa.

La mission di Asaps scarta i moralismi e bada al sodo. Un’obiettivo che trova in una lettera datata novembre 2010 diverse tracce del suo lavoro, segni di giustizia, di fatica. Una lettera pubblicata sul sito e settimanalmente rialzata in home page perché sono tanti gli amici e appassionati che seguono l’operato della truppa guidata da Giordano Biserni che tornano a rileggerla. La lettera era stata inviata a Stefano Biondi, l’agente di polizia investito e ucciso nell’aprile del 2004 da una Porsche con due banditi a bordo. Una lettera manifesto di uno spirito, che nel giorno della pubblicazione del bilancio della strada 2010, anche noi vogliamo ricordare.

Caro Stefano,

scusaci ma dobbiamo darti una notizia, ma tu certamente da lassù la sai già. E’ lo stesso. Vorrà dire che la diamo agli altri che sono ancora qua con noi e magari non l’hanno saputo.
Sì Stefano uno di quei due trafficanti di droga che ti hanno ammazzato travolgendoti con quella triste Porsche nera piena di cocaina in quel maledetto 20 aprile 2004, a Reggio Emilia, Michele D’Ambrosio (che beffa porta pure il nome del patrono della Polizia!!) è già fuori. Tu lo sapevi vero? Noi no. Eravamo rimasti al fatto che era stato condannato a 14 anni. Mi pare che ne siano passati solo 6 e lui, il correo nel tuo omicidio, è già fuori in semilibertà!! Incredibile! E per gratitudine cosa ha fatto? Ma dai che lo sai Stefano! E’ andato a fare una rapina no? Cosa vuoi che facesse? Del lavoro di utilità sociale? Anche questa volta al D’Ambrosio però è andata male. Dopo la rapina nella gioielleria di Bologna armato di pistola Beretta 9x21 si è dato alla fuga in moto, ma i tuoi bravi colleghi della Volante bolognese lo hanno intercettato e catturato.
Speriamo rimanga ancora per un po’ in galera, però lo sai Stefano non possiamo promettertelo, scusaci, ma proprio non possiamo!! Qui non vigono le leggi della giustizia divina, qui vigono le leggi della giustizia terrena, per di più italiana!
Intanto l’altro assassino quello che era al volante della Porsche che ti ha travolto e massacrato, sì lui Fabio Montagnino, (lo so che non vuoi ricordarlo quel criminale, scusami…) condannato all’ergastolo con pena definitiva, per fortuna è ancora (per il momento) dentro.
Mi vengono però ora in mente le parole della sua mamma in quel cortile del tribunale di Reggio Emilia quando fu condannato all’Ergastolo e incrociò la Tua Mamma, la nostra Loredana con Papà Luciano e la tua Sorella Marzia. Di fronte alla umana soddisfazione per quella condanna, che miscelava appena un po’ il dolore dei tuoi familiari, la donna con fare di sfida si rivolse a Loredana dicendo: "Godete, godete, ma vedrete presto mio figlio sarà fuori e il vostro rimarrà sotto terra".
Non so ancora come facemmo a trattenere tua Mamma, era diventata giustamente una furia, una tigre! Oggi quelle parole mi fanno venire i brividi Stefano. Però, dai, non perdiamo la fiducia, speriamo che quel tuo assassino rimanga per sempre dentro. Se però tu ci dessi una mano ad illuminare le menti di chi applica la giustizia te ne saremmo grati.

Le cronache da quaggiù Stefano si fermano qui. Il D’Ambrosio dopo la sua gita con rapina è tornato dentro, i tuoi colleghi lo hanno subito acciuffato. Bravi (dì la verità, ma una mano gliela hai data anche tu vero...?)
Ciao Medaglia d’Oro al Valor Civile, noi del team Asaps, i tuoi colleghi di Modena Nord e tutti gli altri che in divisa e senza divisa, ti hanno voluto bene ti abbracciamo e ti chiediamo scusa per quello che è successo. Ma tu lo sai come vanno le cose qui dai...

Giordano Biserni

PS: Ma anche Su da te i Capi pensano veramente che certi delinquenti possano redimersi??


da romagnanoi.it

© asaps.it
Venerdì, 14 Gennaio 2011
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