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Notizie brevi 18/01/2010

L’Asaps sbarca anche in Tanzania

 



Garoia Vincenzo, socio, e fiero di esserlo, di cotanto sodalizio, così magistralmente retto dal nostro amato presidente Biserni. Ancora una volta ho cercato di tenere alto il profilo dell’associazione, e non solo in senso metaforico, tanto da portare sulla vetta (5895 Mt s.l.m.) il nostro logo. Ebbene è stato un impegno e un’esperienza indimenticabili. Con il tour operator “Avventure nel mondo”, raggiunto l’aeroporto di KILIMANGIARO in Tanzania, ci dirigiamo ad Arusha dove pernottiamo. Il nostro gruppo si compone di undici persone di media età, fra cui quattro donne, provenienti da varie parti d’Italia, tutti viaggiatori incalliti e grandi camminatori. L’indomani al mattino incontriamo le cinque guide, i quattro cuochi, e i ventinove portatori. Seguiamo la via Machame.  Il  primo campo Machame camp 3000 mt si raggiunge percorrendo un facile sentiero che si inerpica fra una fitta foresta pluviale. Il secondo campo Shira camp  3800 mt si raggiunge percorrendo un tracciato più erto e sassoso fra una vegetazione bassa. Al terzo campo Barranco camp 3900 mt  giungiamo dopo aver allo scoperto percorso un sentiero su terreno lavico e attraversato una gola in località Lava Tower posta a 4600 mt. Al quarto e ultimo campo Barafu camp 4650 mt, si giunge dopo vari saliscendi e una breve sosta per una merenda al Kgaranga camp 4200 mt. Dal Barafu camp il Kilimangiaro incute un po’ di timore anche se i suoi ghiacciai sono ormai veramente modesti ghiacciai.  Si parte per la vetta a mezzanotte, la temperatura è prossima allo zero, siamo ben equipaggiati, una lunga fila di persone già si snoda davanti e dietro di noi, evidenziata dalle lampade frontali. Il passo è lento, evidente è la mancanza di ossigeno, la fatica tanta, più volte viene voglia di abbandonare, ma la tenacia e la volontà di raggiungere la meta hanno il sopravvento dalla fatica sul dolore e la difficoltà a respirare. E’ buio pesto, il tracciato si inerpica per un ghiaione dove ogni due passi avanti scivoli indietro di uno, qualcuno si lamenta, qualcuno si ferma, e qualcun’altro abbandona con amarezza e sconforto. Alle 6,00 raggiungo Stella Point il bordo del grande cratere del Kilimangiaro posto a 5750 mt. ormai è fatta, mancano circa 150 mt. dalla vetta, l’ultimo tratto è poco più che un falso piano e con sentiero compatto, alle 6,20  raggiungo la vetta quota 5895 mt. Vinto dall’emozione fatico non poco a capacitarmi dello spettacolo che si offre ai miei occhi, il sole che coi suoi raggi abbraccia i grandi blocchi dei millenari ghiacciai, l’immenso cratere e le grandi pianure sottostanti.  Foto di rito e  discesa a rompicollo fino al campo.Dopo un breve riposo ci si rifocilla, si smonta il campo e si scende nello stesso giorno al campo Mweka Hut posto a 3100 mt. seguendo la via Mweka  per un accidentatissimo sentiero, per montare il campo e goderci infine il meritato riposo dopo l’interminabile faticosissima ma emozionante e appagante giornata. Il sesto giorno  percorrendo un facile sentiero che si snoda in mezzo alla foresta in poco più di tre ore raggiungiamo Mweka Gate dove a tutti noi  viene consegnato dalle autorità del parco il certificato che attesta il raggiungimento della vetta. Trascorriamo poi  altri otto giorni in Tanzania per visitare i parchi nazionali: Tarangire, Ngorongoro, Lake Maniara, Serengeti, Lake Natron, e parco di Arusha, indescrivibile la quantità di animali che si incontrano la loro eterogeneità e promiscuità con i grossi felini. Non sono mancate le scene di caccia e l’accoppiamento dei leoni. Dulcis in fundo l’ascesa all’Ol Doinyo Lengay, vulcano attivo di 2900 mt. In prossimità del lago Natron, lago che ospita una colonia di 2.500.000 fenicotteri rosa. Ascesa fatta anche qui in notturna con un dislivello di 1750 mt. Molto difficile e pericolosa, soprattutto la discesa per la presenza di uno strato di polvere lavica scivolosa sulle pareti  del perfetto cono vulcanico.
Un’avventura indimenticabile

Vincenzo Garoia
Socio ASAPS


Lunedì, 18 Gennaio 2010
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