Fabrizio
Corona: si parla ancora di lui. (foto dalla rete)
(ASAPS) ORVIETO (TERNI), 4 marzo 2008 – Si
legge in un dispaccio dell’Ansa del 29 febbraio, a commento del rinvio a
giudizio del “fotografo dei vip” Fabrizio Corona per tentata estorsione nei
confronti di alcuni calciatori e motociclisti, che il fustaccio col
teleobiettivo a tracolla non si era scomposto più di tanto davanti alla
decisione del GUP di Milano Enrico Manzi di mandarlo a processo. Anzi, Corona –
ripreso nell’occasione dalle telecamere dei tiggì nazionali – sembrava
addirittura lieto di dover sostenere il processo (che comincerà il prossimo 15
maggio innanzi alla decima sezione penale del capoluogo lombardo), occasione
per avere ancora maggiore visibilità e che forse gli “farà fare ancora soldi”.
Speriamo per lui che non si sia davvero preso alla lettera, vista l’ennesima
avventura alla quale il popolare paparazzo è andato incontro all’alba di ieri
(3 marzo) lungo l’autostrada A1 nei pressi di Arezzo. Erano da poco passate le
5 e 30 del mattino, quando la
sua Bentley è entrata in area di servizio a Badia al Pino
(Arezzo), per fare rifornimento di carburante: Corona era sul sedile posteriore
della lussuosa fuoriserie britannica, a bordo della quale c’erano due suoi
amici, un 25enne di Firenze ed un 23enne di Udine. I tre fanno il pieno e poi
consegnano al benzinaio – secondo il racconto fatto dagli inquirenti – una
banconota da 100 euro falsa. Il particolare non è sfuggito all’addetto, che
dopo aver fatto notare al conducente che si trattava di cartamoneta “tarocca”,
ha sentito stridere le gomme: l’auto è fuggita. A quel punto è scattato
l’allarme alla Polizia Stradale di Battifolle (Arezzo), che si è lanciata
all’immediato inseguimento: una pattuglia proveniente da nord ha iniziato la
corsa verso la Bentley,
avvicinata poco dopo da una seconda unità operativa che si trovava in zona
Monte San Savino e che ha invertito la marcia. Il COA
di Firenze, che stava coordinando l’operazione, ha allertato quello di Roma,
che ha disposto un blocco ad Orvieto, sede di un altro comando della
Specialità. A questo punto l’auto è stata intercettata e bloccata, ma un attimo
prima di fermarsi, dall’interno dell’abitacolo è stato lanciato un sacchetto di
plastica contenente altre banconote false, finito sul guardrail centrale.
Bloccata la fuoriserie, i tre uomini sono dovuti scendere ed è stato a questo
punto che Fabrizio Corona è stato riconosciuto: è scattata la perquisizione ed
a bordo del veicolo sono state trovati altri biglietti da 100 euro, tutti fasulli.
Sono dunque scattate le manette per detenzione e spendita di denaro falso,
mentre le Squadre di Polizia Giudiziaria di Milano, Firenze ed Udine entravano
in azione per perquisire le abitazioni dei tre. Gli investigatori di Milano
hanno rintracciato l’abitazione di Corona, al cui interno sono saltati fuori
2.000 euro della stessa illecita provenienza ed una pistola semiautomatica,
sequestrata, a quanto pare detenuta illegalmente. L’irruzione nelle case dei
due accompagnatori del fotografo, hanno invece dato esito negativo, particolare
questo che aggrava la posizione del noto personaggio. Secondo quanto riportato
dalla stampa, Fabrizio Corona avrebbe mantenuto un “atteggiamento sereno”
durante il controllo, culminato poi con le manette e l’immediata traduzione
insieme ai presunti complici presso carcere di Orvieto, a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria. Secondo il difensore del reporter, i soldi sarebbero
il pagamento di una serata in discoteca, mentre la pistola sarebbe “di piccolo
calibro”. Corona era uscito dal carcere il 29 maggio dello scorso anno, dopo
due mesi trascorsi in cella per lo scandalo di “Vallettopoli”, vicenda
culminata in uno dei suoi tanti stralci col rinvio a giudizio per estorsione e
tentata estorsione, accusato di aver proposto ad alcuni vip di ritirare dal mercato fotografie
compromettenti in cambio di denaro. Ma anche in altre occasioni, gli incontri
ravvicinati del tatuatissimo e muscoloso personaggio con le forze dell’ordine
non gli hanno certo portato fortuna: lo scorso 3 gennaio era stato pizzicato
dalla Polizia Stradale di Varese alla guida di un suv Hummer, intestato a un
amico, senza patente, sostenendo di averla dimenticato a casa e mostrando il
passaporto. Il controllo al terminale, però, aveva consentito ai poliziotti di
accertare che la licenza gli era stata revocata, fatto questo che gli era
costato una denuncia. Il 12 marzo 2007, invece, era stato arrestato da una
pattuglia dei carabinieri di Milano per resistenza e minacce a Pubblico
Ufficiale. Finito in cella, era stato scarcerato dopo la convalida della misura
da parte del GIP, ma appena fuori dal carcere si era rimesso al volante della
sua costosissima Bentley, un’auto che evidentemente non gli porta affatto bene.
Due agenti di Polizia Municipale lo fermarono per un controllo e scoprirono che
la sua patente giaceva da tempo in un archivio della Prefettura, che ne aveva disposto
ritiro e sospensione a seguito di gravi e pregresse infrazioni al codice della
strada. Recentemente si era parlato di un suo ruolo importante in una fiction
di polizia, nella quale avrebbe dovuto vestire i panni di un ispettore,
suscitando le rimostranze di alcune organizzazioni sindacali. Ovviamente, l’Asaps
si associa con un categorico “no grazie”. (ASAPS)
|