(ASAPS) ROMA, 5 febbraio 2008 – Ci si può ubriacare di
sciroppo per la tosse? Pare proprio di sì, ma la necessità di sottoporsi a cure
mediche con la bevanda medicamentosa legittima qualcuno, risultato poi ebbro
all’etilometro, a mettersi al volante di un’auto? O meglio: se uno è ebbro di
vino, birra o superalcolico, non può esserlo anche di sciroppo della tosse, con
tutti gli effetti della “ciucca”? Ad occhio e croce diremmo di sì, ma un’altra
sentenza destinata a far discutere, emessa da un Giudice di Pace, sembra
smentire quella che a noi pare un’ovvia conseguenza. Ci riferiamo al caso di un
artigiano romano di 58 anni, risultato positivo all’etilometro a seguito di un
incidente stradale: l’evento, avvenuto il 19 gennaio scorso, sarebbe stato
dovuto – secondo il suo racconto – ad un improvviso malore occorsogli mentre
stava percorrendo il Grande Raccordo Anulare di Roma, a seguito del quale la
sua auto, priva di controllo, andò a schiantarsi sul New Jersey. La pattuglia
della Polizia Municipale giunse sul posto e come prescrive l’ordine di servizio
l’uomo venne sottoposto a controllo etilometrico, che evidenziò una soglia
alcolica superiore a quella prevista dalla legge: dunque, ritiro di patente e
denuncia a piede libero. Gli avvocati dell’indagato, però, hanno presentato un
ricorso al Giudice di Pace per richiedere la sospensione della sanzione
accessoria relativa alla patente, ritirata in attesa delle decisioni della
Prefettura ed avviata alla decurtazione di 10 punti, motivando l’istanza una
spiegazione piuttosto insolita: l’uomo risultò in ebbrezza alcolica perché
aveva appena ingurgitato uno sciroppo sedativo della tosse, di quelli composti
al 96% di alcol. Dunque, se doveva curarsi con quello sciroppo, la sua ebrietà
era perfettamente spiegata. Bene: ma allora, aggiungiamo noi, la sua ebbrezza è
diversa da quella delle altre? Insomma, non avrebbe dovuto l’indagato, al quale
il GDP ha restituito la patente (ma resta pendente il procedimento penale per
guida in stato di ebbrezza, per il quale è competente il Giudice Monocratico),
esimersi dal mettersi alla guida di un veicolo sapendo di essere ubriaco, anche
se per un giustificato motivo? Insomma, la sua tosse poteva costare davvero
cara a qualcun altro, rafforzando la nostra idea che su questo argomento ci sia
un bisogno tremendo di informazione. Peraltro, se l’uomo deve l’incidente ad un
malore (e non all’ebbrezza), non dovrebbero esser venute meno le condizioni
psicofisiche relative al mantenimento del diritto alla guida? La parola dovrebbe
passare, secondo noi, agli esperti. E magari, sulle avvertenze e modalità d’uso
di farmaci come questi, scrivere chiaramente che la loro assunzione interagisce
con attività come la guida. (ASAPS) |
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