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Australia - Ricerca sulle “distrazioni alla guida”

Altro che telefonini e sigarette: per essere sicuri, dovremmo essere soli al volante
Vedremo ancora i cartelli “non parlate all’autista”?



(ASAPS) SIDNEY (AUSTRALIA), 12 giugno 2007 – Domanda: perché sanzionare il conducente di un veicolo che utilizza il cellulare durante la guida, quando lo stesso conducente è soggetto comunque a mille distrazioni che finiranno con l’interferire comunque nella sua condotta al volante? La risposta non è affatto scontata: in tutto il mondo, c’è gente che mentre se ne va in giro in auto legge il giornale, prende appunti, mangia, beve, fuma o, semplicemente, chiacchiera. In Australia, i ricercatori del “George Institute For International Healt” di Sidney – i cui lavori sono visionabili sul sito internet www.thegeorgeinstitute.org – hanno lavorato al “caso”, scoprendo che per essere più vicini possibile al “rischio zero”, dovrebbero viaggiare soli, per mantenere al massimo la concentrazione necessaria. Sappiamo tutti che non è possibile, ma resta il fatto che condividere un viaggio in auto con uno, due o tre passeggeri, può essere davvero pericoloso, soprattutto se nella comitiva si intavola una chiacchierata coinvolgente. Se poi al volante c’è un conducente giovane, il rischio è destinato ad aumentare ulteriormente. Il rischio corso, da un punto di vista pratico, è il doppio di quello al quale è abitualmente sottoposto un solo driver. “I passeggeri sono una fonte di distrazione per i conducenti – dice una delle ricercatrici dello staff del George Institute, la dottoressa Suzanne McEvoy – anche se non esiste paragone con il livello di disturbo arrecato dall’uso del cellulare”. Il rapporto, pubblicato nell’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica “Accident Analysis and Prevention”, ha evidenziato che i conducenti con passeggeri a bordo (due o più) hanno il 60% di possibilità in più di incorrere in un incidente con lesioni o morte, indipendentemente dai gruppi d’età. La differenza sostanziale tra le chiacchiere di persona e quelle a mezzo telefono, consiste nel fatto che – come spiega il professor Mark Stevenson, capo del progetto – “…contrariamente all’uso del cellulare, i passeggeri presenti a bordo interagiscono con il conducente e la strada, moderando la conversazione in relazione alle condizioni all’andamento planimetrico dell’arteria o del traffico…”. Come dire: tutti vedono cosa succede davanti e, nel caso, se ne stanno zitti. Cosa diversa, quando l’interlocutore è col conducente solo con la voce… Più il tono della discussione è animato, maggiore sarà comunque il rischio di incappare in un sinistro. Quando però il conducente è anche giovane, il rischio cresce. Gli studi dell’istituto australiano, infatti, suggeriscono che passeggeri e conducenti teenager aumentino, forse a causa dell’inesperienza, la deconcentrazione. Gli studi proseguono, per cercare di creare una piattaforma scientifica di confronto dalla quale partire per esplorare la componente umana nella sicurezza stradale. Appena pochi mesi fa, uno studio britannico aveva rivelato l’estrema pericolosità del fumo. Non bastavano nicotina e catrame a rendere il vizio delle bionde tra i più letali: ora anche solo schiacciare l’accendisigari o scrollare la cicca nel portacenere, lo dicono gli scienziati, può costare la vita. (ASAPS)
© asaps.it
Martedì, 12 Giugno 2007
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