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Notizie brevi 26/02/2007

Auto senza conducente, questo il futuro della mobilità

Il 7 novembre in gara i prototipi e nel 2030 la possibile commercializzazione

 


Foto da Repubblica.it

<>(ASAPS) – Il futuro della mobilità non prevede autisti. Proprio così, nel 2030 lungo le strade di tutto il mondo potrebbero circolare veicoli condotti da robot. Fantascienza? No una ipotesi, neanche tanto remota. Per vedere all’opera i primi modelli, però, non si dovrà aspettare 20 anni. I prototipi di questi veicoli scenderanno in pista il 3 novembre 2007 nell’ambito della gara riservata ai mezzi robotizzati “Urban Challenge" organizzata dalla statunitense Defense Advanced Research Projects Agency. L’evento, ideato nel 2004, mette a confronto il meglio della produzione di veicoli guidati dai computer che si sfideranno su un percorso desertico lungo un centinaio di miglia. Un vero e proprio banco di prova per testarne le capacità e l’efficienza. Poi, il prossimo passo verso la totale “robotizzazione” delle auto potrebbe essere la realizzazione di modelli in grado di interpretare autonomamente, e reagire di conseguenza, l’ambiente che li circonda. Mezzi in grado di muoversi nell’ambiente urbano interagendo con gli altri utenti presenti in strada. La nuova sfida sarà, quindi, quella di capire l’ambiente. Il robot dovrà essere in grado di riconoscere un’altra auto per capire che si sta muovendo e regolarsi di conseguenza anche da vicino. La sempre maggior “informatizzazione” delle auto potrebbe essere di grande importanza per le persone impossibilitate alla guida perché malate o affette da disabilità. Già dal 2015, i veicoli computerizzati, prima di essere impiegati in usi civili, saranno utilizzati in zone di guerra, dove esiste il pericolo per l’incolumità delle persone.
Oggi si può guidare per 100 miglia (160 chilometri) prima che sia necessaria l’assistenza dell’uomo, per il 2010 si vorrebbe arrivare a mille miglia, entro il 2020 fino a un milione e dal 2030 viaggeranno sulle strade con un’affidabilità superiore a quella umana. Chissà, non resta che aspettare e monitorare gli sviluppi nel settore. (ASAPS)

© asaps.it
Lunedì, 26 Febbraio 2007
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