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Tunnel del Monte Bianco: parte a Chambery il processo d’appello a carico di due imputati già condannati in primo grado

 

(ASAPS) CHAMBERY (Francia), 20 febbraio 2007 – Si apre oggi a Chambery il processo d’appello a carico di un responsabile della sicurezza del tunnel Gerard Roncoli, e del sindaco di Chamonix Michel Charlet, già condannati in primo grado (omicidio colposo) per la tragedia del 24 marzo 1999, quando all’interno del traforo che collega Courmayeur a Chamonix persero la vita 39 persone. Secondo la legge francese il processo, presso la Corte d’Appello potrà durare al massimo 3 settimane. In primo grado, conclusosi nel 2005, 16 imputati erano stati chiamati alla sbarra e la sentenza aveva sancito solo 3 assoluzioni, disponendo – dopo 3 mesi di dibattimento – 13 condanne. Il responsabile della sicurezza interna al lato francese del traforo ed il sindaco di Chamonix, però, non hanno accettato il verdetto ed hanno deciso di ricorrere in appello, giudicando troppo pesanti le condanne a loro carico: Roncoli, 63 anni, è stato infatti condannato a 30 mesi di carcere, di cui 6 di effettiva reclusione, andando oltre le richieste del Pubblico Ministero che aveva effettivamente chiesto, al termine dell’arringa, 30 mesi ma tutti con la condizionale. Colpa, secondo molti giornalisti francesi che hanno assistito al processo, dell’atteggiamento processuale del tecnico, il quale si era ostinato “indisponendo il tribunale”, a rigettare tutte le accuse rimandando le responsabilità sugli italiani ed assicurando che tutto ciò che aveva fatto era stato assolutamente corretto. Il tribunale, evidentemente, non la pensò così, condannandolo ai 30 mesi richiesti dalla Procura della Repubblica ed aggiungendo 6 mesi di reclusione effettiva. Diversa, invece, la posizione di Michel Charlet, sindaco di Chamonix e – come tale – responsabile della sicurezza dei Vigili del Fuoco (Sapeurs-Pompiers), uno dei quali caduto durante l’intervento: per questa morte, il primo cittadino è stato condannato a 6 mesi di reclusione, pena sospesa, ed a 1.500 euro d’ammenda. Una sentenza che non è affatto piaciuta a Charlet, che intende ribaltare il pronunciamento del primo grado. “Il fatto di condannare un sindaco solo perché un incidente ha avuto luogo sul territorio del proprio comune – ha detto il sindaco all’agenzia AFP – all’interno di un’infrastruttura sulla quale non ha alcuna competenza, esercitata invece dal Prefetto, è inaccettabile. Non mi presenterò alle prossime elezioni, ma questa è una questione di principio: con quel dramma, io, non ho niente a che fare”. Il primo grado del processo si è articolato in Francia in 57 giorni di udienze, all’interno di un’aula allestita per l’occasione, capace di contenere le 285 parti civili ed 80 avvocati, con un costo particolare di 1 milione di euro.

(fonte AFP)


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Martedì, 20 Febbraio 2007
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