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Notizie brevi 25/01/2007

La denuncia del Ministro Bianchi: “I punti della patente si comprano su internet”
Documentata Inchiesta su “Quattroruote”.
C’è però una cura: più pattuglie che fermano subito i conducenti. Semplice no?

 


Foto dalla rete

(ASAPS) – Ormai su internet si può acquistare di tutto. Anche i punti della patente di guida. A confermare la denuncia partita dal Ministro per i Trasporti Alessandro Bianchi è un’inchiesta condotta dal mensile “Quattroruote”. Le parole del Ministro, pronunciate qualche giorno fa, lasciavano poco spazio ai dubbi: “Se li vendono su internet, oppure accollano l’infrazione a un’altra persona”. Dall’inchiesta emergono dati sconcertanti. Sul web, infatti, si possono trovare numerosi appelli di automobilisti che devono fare il pieno di punti. Si va da quelli più espliciti come “Cerco qualcuno che accetti di dichiarare che era alla guida al momento dell’infrazione: per il valore del disturbo discutiamone...” sino a quelli più “strappalacrime” come “Ho assoluta necessità di utilizzare la vettura per lavoro e sulla mia patente rimangono solo due punti, ma ho appena preso una multa che ne vale quattro e sono disperato”. In qualsiasi modo si guardi la cosa è un reato. E anche bello grave. Mettendo questi annunci on line si può essere denunciati per falso, in base all’articolo 483 del Codice penale, e si rischia una condanna da tre mesi a due anni. E proprio dalla pericolosità del gesto, derivano le sostanziose cifre richieste per la “cessione” o la “falsa testimonianza”. Maggiore è il rischio più la posta in gioco si alza. Si parte da cento euro per un solo punto sino a cinquecento per violazioni che implicano la sospensione della patente. Cifre che possono tranquillamente aumentare, senza che vi sia un tetto massimo che ne delimiti il limite di rialzo. Il web però non è l’unica strada percorsa dai “cacciatori di punti”. Spesso le transazioni avvengono tra parenti e amici, proprio per non correre il rischio di essere “beccati”. Il fenomeno della “compravendita” dei punti della patente non è esclusivamente italiano. In Germania, per esempio, due anni fa venne scoperto un traffico di punti dove erano coinvolti una sessantina di cittadini rumeni che vendevano “ricariche” agli automobilisti tedeschi. Ogni ricarica valeva mediamente 300 euro. Questo fenomeno è ben conosciuto anche alla redazione dell’Asaps, però ora sta diventando veramente sfacciato. Una cura ci sarebbe, semplice, semplice...più divise sulla strada che fermano e identificano subito i conducenti. (ASAPS)

© asaps.it
Giovedì, 25 Gennaio 2007
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