L’ANIA ha presentato nei giorni scorsi un
esposto alla Commissione europea contro l’art. 8 del
c.d. decreto Bersani, che ha vietato alle imprese assicuratrici di conferire
mandati agenziali in esclusiva per la distribuzione di polizze rc auto.
"Tale divieto - ha dichiarato il Presidente dell’ANIA Fabio Cerchiai - non
esiste in alcun Paese comunitario e penalizza la posizione delle imprese
italiane nel confronto competitivo con quelle europee. Il divieto è inoltre del
tutto incompatibile con la normativa comunitaria e, in particolare, con il
Regolamento 1/2003. Quest’ultimo, per garantire una uniforme applicazione del
diritto antitrust nel mercato unico, non consente agli Stati Membri di adottare
norme diverse o in contrasto con quelle europee". Nel diritto comunitario, si
legge nella nota dell’associazione, è pacifico che ai rapporti di agenzia non
si applicano le norme antitrust. Ciò perché l’agenzia, per definizione, altro
non è che uno sportello dell’impresa e parte integrante del suo valore. In
altre parole, è poco rilevante per la concorrenza che l’impresa venda
attraverso propri dipendenti, come fanno, ad esempio, tipicamente le banche,
oppure attraverso propri fiduciari cui conferire un mandato di agenzia.
Inoltre, in tema di accordi verticali esiste uno specifico Regolamento europeo
di esenzione (2790/1999) e tale circostanza impedisce di per sé agli Stati
membri di legiferare unilateralmente in materia. Sul piano economico poi - ha aggiunto
il Presidente Cerchiai - il divieto imposto dal decreto Bersani, tende a
provocare un conflitto di interessi in capo all’agente, come più volte
sottolineato anche dalla nostra Autorità antitrust. Il plurimandatario infatti
avrebbe oggettivamente l’incentivo a proporre la polizza con la provvigione più
elevata, non quella più conveniente per il consumatore. Per questo stesso
motivo, la concorrenza fra assicurazioni si sposterebbe sul terreno improprio
di chi offre le provvigioni più alte agli agenti, con ovvie ricadute negative
sui costi. È proprio per questi motivi che nel campo della finanza, dove, data
la complessità dei prodotti, sussistono necessità di tutela del consumatore non
dissimili da quelle del settore assicurativo, la legge impone ai promotori
finanziari l’obbligo del monomandato.
Quanto alla raccomandazione formulata ieri dall’AGCM, essa auspica un sistema
di distribuzione basato su consulenti indipendenti, remunerati dal cliente e
non dalle imprese: "...un sistema in cui il distributore riceve una
remunerazione dal cliente...permetterebbe, tra l’altro, di risolvere il
problema degli incentivi per il rivenditore, in quanto la retribuzione di
questi sarebbe indipendente dall’ammontare del premio sottoscritto". Ad avviso dell’ANIA "il
tema dei consulenti indipendenti, nell’assicurazione così come nella finanza, è
meritevole di considerazione e la logica del mercato potrà anche favorirne col
tempo la progressiva diffusione. Non si vede però come si possa creare per
decreto un mercato di consulenti indipendenti. In ogni caso, questo ruolo non
potrebbe essere ricoperto da agenti, siano essi operanti in regime di esclusiva
o di plurimandato. L’agente infatti resta comunque un mandatario dell’impresa
e, come tale, non si potrà mai trovare in una posizione di indipendenza. A meno
che non si voglia sostenere che la figura dell’agente debba essere soppressa,
il che, a parte l’enormità dell’idea, ci porrebbe nuovamente fuori del contesto
europeo
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