Campagne per la
sicurezza stradale nel Regno Unito…
(ASAPS) LONDRA – Sarà anche paese prodigio, in materia di sicurezza
stradale, ma agli inglesi quei 3mila morti ogni anno sulle strade, non vanno
per niente a genio. 3mila decessi e 30mila feriti, in uno stato che conta poco
meno di 59 milioni di abitanti (le dimensioni di Italia e Francia): in Italia
si parla ancora di circa 6mila morti, il doppio dunque, mentre in Francia il
2006 si è chiuso con una cifra inferiore alle 5mila vittime. Il governo di
Blair, in una delle ultime azioni di fine anno, ha deciso che la politica finora
adottata – che ha dato risultati eccezionali sul fronte del contrasto alla
mortalità – non è ancora sufficiente, e dopo le leggi di ferro, dopo la
tolleranza zero adottata dalle forze di polizia e dopo un’incessante politica
di sensibilizzazione soprattutto contro velocità e guida in stato di ebbrezza,
si prepara a varare una nuova serie di norme. Si tratta, in concreto, di
rivedere in blocco la normativa che disciplina il conseguimento della Drive Licence, ritenuto evidentemente
troppo soft dalle autorità, pronte a portare in parlamento un ordinamento
assolutamente restrittivo. La stesura del disegno di legge è quasi terminato:
si parla di introdurre un sistema che suddivida teoria e pratica in più fasi,
sostituendo l’esame classico costituito da una sessione a tavolino con i quiz
ed un’altra al volante (che oggi in Gran Bretagna impegna il candidato per meno
di mezzora), con una vera e propria scuola di guida sicura: lunghe ore di
teoria, in cui si parlerà di civismo, oltre che di sicurezza stradale, con un
programma articolato in 120 ore: la materia clou? “La guida responsabile”. Non
passa invece, sembra già certo, la proposta annunciata pochi giorni fa al
dipartimento della Sicurezza Stradale (anche nel Regno Unito ce l’hanno), di
innalzare l’età minima per conseguire la patente a 18 anni, come nel resto
d’Europa. I rampolli di Sua Maestà possono iscriversi a scuola guida al
compimento del 17esimo. (ASAPS) |
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