(ASAPS) ALESSANDRIA, novembre 2006 – A vedere CSI, la
celebre serie televisiva che costituisce la spina dorsale del canale tematico
Fox Crime, sembrano cose da ragazzi. Così facile, che alla fine nessuno ci
crede. E si vede che non ci credeva nemmeno il centauro (ci dispiace chiamarlo
così), che aveva filmato con una minuscola webcam piazzata sulla piastra del
manubrio della sua Honda CBR una delle sue corse folli in autostrada. A dire la
verità internet è pieno di siti, anche italiani, che pubblicano e fanno
scaricare corse nel traffico sul filo dei 300 all’ora, impennate chilometriche,
pieghe da montagne russe. Quindi, non una novità: il fatto nuovo è che
finalmente una di queste produzioni televisive fatte in casa, è stata notata da
qualcuno, messa in onda e fatta vedere a tutti gli italiani. Un po’ come il
video dei ragazzi milanesi che avevano malmenato e deriso il loro compagno di
scuola, affetto dalla Trisomia 21 (sindrome di Down). L’autostrada era la A7, senza dubbio, e la Stradale si è messa
all’opera. Ha scavato nella memoria dei server, tracciato le impronte
telematiche ed ha ricostruito il percorso all’indietro, quello fatto a velocità
della luce nella fibra ottica dei flussi informatici, finendo con lo scovare
nome, cognome, via e numero civico di chi aveva compresso il file del pirata
per inviarlo sul sito. Il trillo del campanello ha colto di sorpresa il
giovanotto, che all’inizio ha negato, poi ha ammesso di aver messo su internet
un filmato non suo ed alla fine si è dovuto arrendere all’evidenza, quando nel
garage di casa c’era una piccola superbike pronta per correre, con tanto di
staffa sul manubrio e webcam pronta ad essere azionata. Aveva percorso il
tratto tra Vignole e Serravalle ad oltre 250 orari, con punte di 300 nei
rettifili. Una follia, che però queste moto rendono pericolosamente possibile:
gli scettici sappiano che ce ne sono parecchie, di queste saette con le ruote,
che arrivano a 200 appena innestata la terza. L’operazione della Stradale, che
si è avvalsa del prezioso contributo della Polizia Postale e delle
Telecomunicazioni, si è conclusa con la denuncia del ragazzo per competizioni
sportive su strada e attentato alla sicurezza dei trasporti. Reati purtroppo
comuni, spesso impressionati anche sui rullini degli autovelox, tra il
disinteresse generale e qualche sentenza d’archiviazione di troppo. (ASAPS)
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