I dati Eurostat relativi al 2004
sono stati presentati nel corso del 91.mo congresso della Società Italiana di
Ortopedia e Traumatologia (SIOT).
Primo posto tra 14 capitali europee
per numero di morti e feriti sulle strade. Roma fa
suo l’ennesimo record, questa volta però è un triste primato che emerge da
un’indagine Eurostat del 2004 presentata nel corso del 91.mo congresso della
Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) in corso a Roma fino a
giovedì. Nel comune di Roma si contano in
quell’anno 8,37 morti o feriti in incidenti stradali gravi
su ogni 1.000 abitanti. Seguono Copenaghen (1,47), Londra (0,85), Berlino
(0,59), Parigi (0,40). Tra luglio 2003 e giugno 2004 la polizia municipale ha
contato 176 persone decedute. Viale Palmiro Togliatti, una strada che si trova
in periferia, tocca il record con 6 vittime, segue via Prenestina (5). Nello
stesso periodo la via Casilina ha contato 931 incidenti gravi, la Tiburtina
848, la Prenestina 779 e la Tuscolana 690. Il mese che ha fatto registrare più
incidenti stradali, nel 2004, nel Lazio (fonte Istat) è luglio
quando 2.592 incidenti hanno provocato 57 morti e 3.674 feriti. Il danno
sociale relativo a morti e feriti per incidenti stradali, nel 2004, nel Lazio
ammonta a 1.804 milioni di euro, pari a 342 euro per abitante. Nel corso del
2004 in tutta la Regione si sono verificati 27.377 incidenti stradali che hanno
provocato 543 morti e 38.190 feriti ed hanno rappresentato il 12.2% di
incidenti stradali verificatisi in Italia in quell’anno. La provincia di Roma è quella in cui si
sono verificati il maggior numero di incidenti (22.206).
Seguono Latina (2.486 incidenti), Frosinone (1.075), Viterbo (832) e Rieti
(778). Il congresso di ortopedia e traumatologia è stato anche l’occasione per
evidenziare l’incidenza del mal di schiena tra gli abitanti del Lazio e del
Paese. La lombosciatalgia cronica secondo i dati Istat colpisce 8 italiani su
cento. Più al Nord (8,80%) rispetto al Centro (7,70%) e al Mezzogiorno (6,60%).
Il Lazio si attesta in decima posizione (7,9%). Al primo posto l’Emilia Romagna
(11%), poi la Sardegna (10,4%) e la Liguria (9,90%).
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