(ASAPS) – Non ce l’a fatta Enrico Morandi la guardia giurata di Lodi rimasta ferita nell’agguato di qualche giorno fa al portavalori sulla ex statale 235. L’uomo, che avrebbe compiuto 50 anni tra pochi giorni, è deceduto dopo due giorni di agonia e tre interventi chirurgici all’ospedale Maggiore dove era stato ricoverato in fin di vita. Morandi era alla guida del blindato speronato e spinto fuori strada dal camion dei rapinatori. Nell’urto il vigilantes era rimasto incastrato tra le lamiere del veicolo sbalzato a una decina di metri dal punto dell’impatto. Nello scontro sono rimasti feriti anche i due colleghi di Morandi, Antonio Palmisano di 46 anni ed Elio Entrocchi di 36. Sono stati momenti di panico quelli vissuti sulla strada 235 tra Pieve Fissiraga e Conegliano Laudense intorno alle 20.30 di giovedì 2 novembre. L’arteria è intasata dai pendolari che rientrano a Lodi dopo una giornata di lavoro a Miliano. Un camion della Iveco sterza bruscamente e sbatte contro il blindato, con a bordo le tre guardie, mandandolo fuori strada. Ne escono tre rapinatori armati fino ai denti. Uno blocca il traffico proveniente dal casello dell’autostrada e un altro tenta di aprire il portellone del furgone con la fiamma ossidrica. Tentativo fallito perché quest’ultimo non ha ceduto alle alte temperature. Gli inquirenti parlano di almeno 1 milione di euro trasportato. Nel frattempo era stato lanciato l’allarme e due pattuglie sono giunte sul posto. Alla vista degli agenti i ladri hanno aperto il fuoco servendosi di armi semiautomatiche, fucili a pompa e kalashnikov. All’arrivo della seconda pattuglia i malviventi hanno abbandonato la presa e sono scappati, a mani vuote, per i campi. Molto probabilmente si sono dileguati a bordo di due autovetture che li aspettavano e facevano da palo. Il tragico episodio ha scatenato anche pesanti polemiche sulla l’assenza di una scorta nell’ultimo tratto del viaggio, quello del colpo, considerato anche il più pericoloso. Intanto continua la “caccia all’uomo” per riuscire ad assicurare alla giustizia i sei malviventi responsabili della morte di Enrico Morandi. (ASAPS) Il saluto e il ringraziamento di Carlo De Nigris collega di Enrico, e referente Asaps dell’I.V.RI. di Cremona È con profonda commozione e tristezza che segnaliamo la scomparsa del caro collega Enrico Morandi per mano di un commando organizzato che la sera del 2 novembre 2006 alle ore 20:20 circa, ha tentato di rapinare un furgone portavalori della società I.V.R.I. sede di Lodi. Il caro Enrico lascia la compagna e il figlio di 16 anni che amava più della sua vita, era un appassionato pescatore, spesso lo si poteva trovare sul fiume Adda. Un’altra passione era quella della musica e con la sua band dilettava la gente in vari locali del lodigiano. I colleghi più vicini lo definiscono “SIGNORE TRA I POVERI” per la sua generosità manifestata in più occasioni. Enrico ci ha lasciato al casello di un’autostrada dopo essere stato assalito vigliaccamente da delinquenti senza scrupoli e sprezzanti della vita altrui, un abbraccio va ai due colleghi che hanno rischiato la loro vita con Enrico, anche a loro va un saluto. Ringraziamo le pattuglie della polizia che sono intervenute quella tragica sera mettendo a rischio la loro vita per cercare di aiutare i colleghi incastrati nelle lamiere dove ha trovato la morte il caro Enrico. Ciao Enrico sarai sempre nei nostri cuori. Il referente ASAPS Carlo De Nigris. Tutti i colleghi I.V.R.I. Cremona. | |
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