(ASAPS) 03 novembre 2006 – L’investimento
di persone in autostrada è una causa di mortalità purtroppo frequente, tanto da
destare moltissima preoccupazione proprio nei confronti di chi, in carreggiata,
trascorre buona parte della propria vita: poliziotti, addetti alla manutenzione,
soccorritori e, in eguale misura, utenti comuni. La colpa, sempre, è
imputabile all’incredibile cocktail di atteggiamenti trasgressivi costituito da
velocità eccessiva, stanchezza, mancato rispetto della distanza di sicurezza
(che impedisce una corretta visuale di ciò che si ha davanti) e da una miriade
di altri comportamenti irresponsabili, purtroppo divenuti consuetudine. In sostanza, siamo talmente
abituati a violare le regole, da non comprendere nemmeno la pericolosità del
nostro atteggiamento. Pensiamo a quante volte ci avviciniamo a pochi centimetri
dall’auto che ci precede, come se dovessimo davvero gareggiare con lei e
guadagnare velocità in scia, o quante altre tagliamo una curva autostradale a
destra percorrendo la corsia di emergenza. E quante altre volte ancora ci
fermiamo in autostrada per telefonare o consultare una carta geografica? Per non parlare delle fin troppo
frequenti retromarce di chi sbaglia casello e torna indietro per uscire allo
svincolo giusto. Si tratta purtroppo di atti
sconsiderati, col senno di poi, che costano cari. Gli esempi sono centinaia,
forse migliaia ogni anno. Due, incredibilmente cruenti, ce
li offre la cronaca nera degli ultimi giorni: a Forte dei Marmi (Lucca), il 30 ottobre scorso, una Panda ferma
sulla corsia di emergenza della A12 – la Genova-Livorno – è stata letteralmente
disintegrata da una serie di tamponamenti, innescati dalla presenza in
carreggiata di alcuni uccelli acquatici. Una condizione anomala che ha fatto
letteralmente impazzire il traffico: una Punto ed una Toyota Rav frenano
improvvisamente ed un camion che sopraggiungeva le ha investite in pieno. Il
veicolo commerciale si è ribaltato, centrando anche l’utilitaria ferma. La
ragazza a bordo del fuoristrada è morta sul colpo, mentre gli altri conducenti
e passeggeri sono rimasti seriamente feriti. Non si è ancora capito se a
provocare la frenata siano stati i germani,
gli uccelli acquatici, o una manovra improvvisa per evitare l’auto ferma. La
Stradale di Viareggio cercherà di dare una risposta all’interrogativo. Il secondo episodio è invece
avvenuto a Turate (Como), sulla A9
dei Laghi, giusto ieri: un’Audi A3 era ferma in corsia di emergenza per una
foratura. Il suo conducente stava infatti cambiando un pneumatico, manovra che
francamente sconsigliamo a tutti. Meglio cercare di raggiungere una
piazzola e comunque è sempre opportuno richiedere la copertura di una pattuglia
della specialità. Moltissimi automobilisti
indossano il giubbotto rifrangente, ma praticamente nessuno sistema il
triangolo mobile di pericolo alla dovuta distanza. Non che il triangolo di per
sé salvi la vita, ma spesso – se piazzato nei modi previsti – è come un
campanello d’allarme per chi resta in panne in autostrada. Il veicolo che per
una qualche ragione percorre la corsia di emergenza, ed è quindi in rotta di
collisione con quello fermo, investe prima il triangolo. Il piccolo e
insignificante impatto mette sul chi vive chi è ancora in movimento e chi è
sceso dall’abitacolo. Ciò che è successo in A9 lo stabiliranno i colleghi della
Stradale, ma da una sommaria ricostruzione del fatto è emerso che una Fiat
Punto – intestata ad una società di noleggio – sopraggiungesse a velocità
piuttosto elevata ed abbia tamponato con violenza la Renault Twingo su cui
stavano viaggiando Liborio Marzullo,
40enne originario della Sicilia, da tempo residente in Germania per motivi di
lavoro, e la madre Giuseppina di 67 anni. E’ possibile che la Twingo abbia
rallentato di colpo o abbia effettuato una manovra improvvisa per evitare
l’Audi ferma in corsia di emergenza: fatto sta che è stata tamponata con
violenza ed è stata scagliata sul veicolo in sosta. Marzullo è morto sul colpo,
mentre la madre – estratta vita dalle lamiere e trasferita in elicottero al
pronto soccorso di Gravedona – ha cessato di vivere nel pomeriggio. Troppo
gravi le lesioni riportate. Dopo il violento impatto, la
Punto ha proseguito la marcia finché ha potuto, e poi il suo conducente –
ricercato dalla Polizia Stradale – è fuggito nei campi. L’auto è intestata ad
una società di noleggio. (ASAPS)
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