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Posti di controllo della Polizia con esperti dell’Upi e corsi di sicurezza stradale nelle aziende - Svizzera, parte la seconda fase di “Allacciati alla vita”

Il caso del Ticino, un po’ troppo… italiano



(ASAPS) BERNA – Si chiama “Allacciati alla vita”, ed è una delle più forti campagne per la sicurezza stradale che la Svizzera abbia mai approntato. Si è giunti alla sua seconda fase di attuazione, che prevede – come nel programma – un messaggio più evoluto rispetto a quello con cui tutto è cominciato. Insomma, “cintura allacciata”, ma non solo in autostrada, visto che anche nei centri abitati – contrariamente a quanto molti impropriamente credono – l’uso di tutte le precauzioni è basilare. In effetti, una ricerca dell’Upi (l’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni) ha permesso di accertare che le insidie del traffico cittadino sono purtroppo sottostimate anche nella confederazione, tanto che se l’uso delle cinture da parte dei passeggeri è generalmente rispettato nel 90% dei casi, guardando alla percentuale della categoria in ambito cittadino la soglia non supera il 79%. E dire che sempre in base ai censimenti elvetici, peraltro continuamente proposti all’opinione pubblica, i circuiti cittadini sono teatro di un numero di incidenti tre volte superiore rispetto alle autostrade, mentre l’uso delle cinture – anche alle basse velocità – è l’unico strumento valido per proteggersi (ovviamente insieme all’airbag) da lesioni gravi o mortali. Così, il prossimo 20 ottobre, per “allacciati alla vita” comincia la seconda delle 3 fasi previste nell’arco del triennio 2005/2008: uno spot televisivo, un gioco interattivo pubblicato su internet ed una serie posti di blocco della polizia, davvero particolari. Alle pattuglie impegnate nei controlli su strada, infatti, saranno affiancati delegati dell’UPi, che spiegheranno agli automobilisti l’importanza delle cinture di sicurezza, mentre altri specialisti terranno corsi di formazione di sicurezza stradale  nelle società svizzere più grandi, quelle che hanno flotte di veicoli per le proprie attività. Intanto, sono stati resi pubblici i dati relativi alle cinture di sicurezza cantone per cantone: in Ticino, la Svizzera Italiana, la percentuale di automobilisti che le usa regolarmente è pari all’87%: bassina, se si considera che nell’area tedesca il livello è del 92%. Ancor di più confrontando il dato autostradale, dove il livello di trasgressione è molto più alto, e supera il 22%. Solo la parte francese della confederazione (20%), si avvicina al dato ticinese, confermando l’ultimo posto nella graduatoria capeggiata dai teutonici (11%). Un effetto della vicina frontiera italiana? (ASAPS) 


© asaps.it
Sabato, 14 Ottobre 2006
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