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Notizie brevi 22/09/2006

Reggio Emilia - Siglato “Piano per la moderazione del traffico”

Elencati oltre 15 strumenti da utilizzare per la sua attuazione

 
(ASAPS) – La Provincia di Reggio Emilia mette in atto il “Piano per la moderazione del traffico”. Il Piano dovrà regolare gli strumenti a “norma di legge” da poter utilizzare sugli oltre mille km di strade provinciali. Ma quali sono questi strumenti? Dai principali elementi per limitare la velocità (rallentatori ottici e bande sonore, dossi artificiali, attraversamenti pedonali rialzati, semafori ‘intelligenti’ ecc.) fino agli autovelox e ai photored. Il progetto che la provincia emiliana si appresta a mettere in atto ha come obiettivo quello di aumentare la sicurezza per gli automobilisti, in modo particolare quella degli utenti più deboli della strada: pedoni e ciclisti. Secondo i dati presentati nel corso di una conferenza stampa, i maggiori fattori di rischio sono rappresentati dall’attraversamento dei centri abitati e dall’alta velocità. E proprio per intervenire su questi due aspetti, la Provincia ha indicato più di 15 tipologie di intervento operativo per migliorare la struttura delle strade e il monitoraggio del rispetto delle regole. Interventi raccolti in una sorta di “decalogo” da cui trarre ispirazione per trovare le soluzioni più idonee a ogni problema. L’esigenza di attuare un piano d mobilità è nata perché la vie provinciali insieme a quelle statali vengono usate per gli spostamenti su medie e lunghe distanze. Per assorbire al meglio il bacino d’utenza che quotidianamente vi transita, queste dovrebbero essere sicure e sufficientemente veloci. Sino ad oggi la semplice segnaletica con i limiti di velocità non è servita a far rallentare chi attraversa i centri abitati a “tutta birra”. Oltre alla velocità sostenuta un altro problema della rete viaria è rappresentato dall’età. Si tratta infatti in molti casi di strade realizzate parecchi anni fa quando le esigenze sia di spostamento che i mezzi di trasporto avevano caratteristiche profondamente diverse. All’epoca della loro attuazione era più importante assicurarsi che la strada attraversasse i diversi centri abitati al fine di garantire un collegamento tra gli stessi. Oggi però la situazione è notevolmente cambiata e le stesse vie rappresentano una fonte di pericolo notevole. Per queste arterie, infatti, sono in programma modifiche radicali, con la costruzione di nuovi tratti, varianti ai centri abitati, limitazione dei punti di accesso all’asse viario stesso e riorganizzazione degli incroci con la viabilità storica. Alla stesura del piano hanno collaborato anche i Comuni e le forze di polizia. (ASAPS).


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Venerdì, 22 Settembre 2006
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