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Notizie brevi 13/09/2006

Casco: appello dell’OMS per il suo corretto utilizzo

 


La foto è stata scattata ad Hanoi, in Vietnam:
non è insolito però assistere a spettacoli del genere anche nel mezzogiorno d’Italia



(ASAPS) Secondo l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, ogni anni nel mondo muoiono sulla strada, in incidenti, 1 milione e 200mila persone, mentre un numero imprecisato di vittime (svariati milioni) restano invalide per sempre. Secondo i vertici dell’OMS la maggior parte di queste morti è assolutamente evitabile, ma il dato che più deve indurre ad una riflessione è il fatto che le dueruote fanno pagare un prezzo altissimo all’umanità, tanto che il 50% delle morti e delle lesioni su tutte le strade del pianeta sono riportate da questa categoria. Per chi sta in sella, le ferite alla testa sono la minaccia maggiore: in primis perché potenzialmente sono le più letali, ma anche perché in caso di sopravvivenza il costo delle cure, la loro qualità, e della riabilitazione è spesso insostenibile, soprattutto nei paesi del terzo mondo. Il porto del casco è giudicata la soluzione migliore a questa piaga: secondo l’OMS, indossarlo comporta l’abbattimento del rischio di restare uccisi del 40%, diminuisce del 70% la gravità delle ferite e riduce in maniera esponenziale i costo legati alle conseguenze di tali incidenti. Il messaggio è dunque chiaro e diretto a due diversi destinatari: da una parte all’utenza, che viene avvertita della possibilità semplicissima di cavarsela, dall’altra le autorità dei vari stati, che facendo rispettare sulla strada una norma di comportamento così semplice, possono ridurre enormemente i costi della sanità, che come sappiamo incidono tantissimo sul PIL di un paese. Gli sforzi dell’OMS per fornire ai governi in crisi su questo fronte (praticamente tutto il mondo) strumenti per affrontare il problema, sono praticamente raddoppiati ed allo scopo è stato realizzato un volume che spiega come e da dove cominciare: analisi epidemiologica, formazione dei soggetti deputati ai controlli, spunti per norme legislative e istruzioni su come farle applicare, riflessioni per realizzare campagne informative destinate al soggetto che al casco non ha proprio mai pensato; tutto quel che serve, insomma. L’esperienza di chi ha realizzato l’opera, si è rivelata fondamentale: il gruppo di lavoro ha trascorso molto tempo in Tailandia, nella provincia nord-orientale di Khon Kaen, una di quelle che avevano evidenziato un numero di vittime allucinante. Qui, gli esperti hanno avuto carta bianca: hanno sensibilizzato la popolazione, hanno fatto approvare leggi – tra cui quella dell’obbligo di indossare il casco – ed hanno insegnato a farle applicare rigorosamente. Ebbene, dopo 24 mesi la mortalità si è abbassata del 24% ed il numero di ferite gravi alla testa è sceso del 40%. (ASAPS)

© asaps.it
Mercoledì, 13 Settembre 2006
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