Lo svincolo a sinistra per Milano
e altri «brividi» tra Savona e Genova
«Sulla A10 oggettivi fattori di rischio»
L’immagine che migliaia di automobilisti hanno negli occhi è la seguente: arrivando da Savona lungo la A10 e viaggiando in direzione di Genova, uno degli svincoli che porta verso Milano si trova sulla sinistra della carreggiata, poco dopo una curva. Sul lato opposto, insomma, rispetto a quello su cui lo collocherebbero normali regole di buonsenso e sicurezza. E’ un caso unico in Italia e assieme ad altri dettagli fa dell’autostrada che percorre il Ponente ligure, a dispetto del leggiadro nome con cui è conosciuta - autostrada dei fiori - una delle più tormentate dell’intera rete viaria italiana. Con particolari livelli di difficoltà proprio nel tratto tra Albisola e Genova dove oggi, domenica, un Tir è piombato su un cantiere stradale uccidendo due operai al lavoro.
«Fattori di rischio oggettivi»
«I racconti che ci arrivano dalle pattuglie della Polizia Stradale ci confermano che quella strada non consente la minima distrazione — riferisce Giordano Biserni, presidente di Asaps, associazione amici della polstrada — ma che ha anche condizioni di rischio oggettive proprio per il fatto di essere un susseguirsi di gallerie, curve, viadotti. A queste vanno aggiunte altre considerazioni: il traffico pesante beneficia di tantissime deroghe, quello che attraversa la frontiera addirittura di 4 ore in meno di stop. Non meravigliamoci dunque se gli incidenti crescono. I cantieri stradali, poi, sono uno dei punti deboli della nostra sicurezza: nel 2016 sono stati teatro di ben 49 incidenti in tutta Italia». La A10, dunque è un’autostrada «pensata» negli anni ‘60, che oggi appare inadeguata ai livelli di traffico turistico e commerciale che incessantemente percorre quel nastro d’asfalto incastrato tra la montagna e il mare e che deve contendersi il poco spazio disponibile con la ferrovia e le case. Il tratto tra Genova e Ventimiglia misura 158 chilometri, è a 3 corsie per carreggiata ma non c’è quella di emergenza. Una statistica messa a punto da Aci e Istat ha contato qui nel 2015 269 incidenti con 7 morti e 447 feriti.
Le corsie troppo strette
Il percorso più tortuoso è esattamente quello da Savona in direzione di Genova, dove è avvenuta la tragedia del cantiere: mentre la carreggiata che va in senso opposto è stata costruita ex novo, questa sfrutta il percorso già esistente negli anni ‘60. E poiché la larghezza di ogni corsia è inferiore ai 3,75 metri previsti dai minimi di sicurezza del codice della strada, si è ovviato introducendo in molti tratti il limite di velocità di 80 chilometri l’ora. Una regola che però non riscuote un rispetto ferreo. Così basta un tamponamento banale per creare un «tappo» al fluire del traffico o anche un semplice incendio delle sterpaglie lungo il pendio che scende al mare.
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Inversioni a U e altri orrori
Incidenti e violazioni del codice della strada a parte, la «galleria degli orrori» che ha avuto come teatro la Genova - Ventimiglia è particolarmente ricca. Restando agli episodi più recenti: il 27 marzo del 2016 un Tir ha percorso due chilometri contromano tra Albenga e Borghetto Santo Spirito dopo essersi reimmesso in carreggiata da un’area di servizio mentre il 29 luglio successivo un autista spagnolo alla guida di un’autobotte carica di benzina ha tentato una inversione a U all’uscita di una galleria poco lontano da Ventimiglia, sotto gli occhi delle telecamere di sicurezza della società di gestione dell’autostrada. Di recente, poi, si è aggiunta una nuova casistica di rischio: a ridosso del confine con la Francia capita di imbattersi in immigrati che tentano di passare il confine a piedi. Alcuni sono già morti travolti dalle vetture in transito.
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di Claudio Del Frate
da corriere.it
«Fattori di rischio oggettivi»
«I racconti che ci arrivano dalle pattuglie della Polizia Stradale ci confermano che quella strada non consente la minima distrazione — riferisce Giordano Biserni, presidente di Asaps, associazione amici della polstrada — ma che ha anche condizioni di rischio oggettive proprio per il fatto di essere un susseguirsi di gallerie, curve, viadotti. A queste vanno aggiunte altre considerazioni: il traffico pesante beneficia di tantissime deroghe, quello che attraversa la frontiera addirittura di 4 ore in meno di stop. Non meravigliamoci dunque se gli incidenti crescono. I cantieri stradali, poi, sono uno dei punti deboli della nostra sicurezza: nel 2016 sono stati teatro di ben 49 incidenti in tutta Italia». La A10, dunque è un’autostrada «pensata» negli anni ‘60, che oggi appare inadeguata ai livelli di traffico turistico e commerciale che incessantemente percorre quel nastro d’asfalto incastrato tra la montagna e il mare e che deve contendersi il poco spazio disponibile con la ferrovia e le case. Da Corriere.it