Domenica 19 Maggio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 15/07/2015

In viaggio con l’incubo
Tanti Tir, vecchi e poco controllati

L’85 per cento delle merci va sulla gomma. L’Europa: cambiate

Siamo il Paese che ha, sulle strade, più Tir d’Europa eccetto la Spagna. Molti di questi sono vecchi, i controlli sulla sicurezza sono scarsi. E quasi un incidente su due di veicoli merci «vecchi» è causato o è legato ad un guasto. Le indagini ci diranno cosa è davvero successo a Vecchiano. Ma perché ci siano meno tragedie, dobbiamo fare i conti con i numeri. Quella del legame tra mezzi vecchi, guasti e incidenti non è una percentuale di scarsa rilevanza, dato che il 20% degli incidenti in Autostrada è legato a mezzi merci. Tra questi, per quelli mortali, uno su tre riguarda Tir. I dati Anfia 2011 (associazione automotive) descrivono non una categoria di cattivi, perché le motivazioni degli incidenti sono molteplici. Ma ci ricordano che per decenni non è stato fatto nulla per togliere i mezzi merci dalle strade, come successo in altri Paesi europei, e dirottarli verso ferrovie e navi. Perché più mezzi ci sono, più km vengono macinati, più probabilità di incidenti c’è.

«Nel nostro Paese l’85,5% delle merci viaggia su gomma» ha scritto Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci. Il 13% in più della media europea, il 20% in più della Germania. E siamo affollati. Secondo l’Istat, su 6.726 chilometri di Autostrade, viaggiano 4 milioni e mezzo di camion. Le ragioni degli incidenti dei veicoli commerciali sono anche legate — oltre a errori, illeciti o a orari di viaggio massacranti, come denunciato più volte, anche per la concorrenza sleale straniera — alla «vecchiaia» dei mezzi. «Il 33% circa dei veicoli merci ha almeno 10 anni di età — scrive l’Anfia — Per tali veicoli, si nota un leggero aumento del peso percentuale di alcune tipologie di incidenti». Per quelli più vecchi «la concausa di incidente è un guasto nel 47%» contro il 33% del totale. Il guasto più frequente? «Lo scoppio o usura degli pneumatici».

Il tema dei controlli è centrale. «Assistiamo a violazioni sistematiche delle regole — spiega Giordano Biserni, presidente di Asaps, l’associazione amici della polizia stradale con un osservatorio tra i più completi in Italia – mentre sempre di più deleghiamo i controlli all’elettronica: tutor, autovelox, telelaser, cronotachigrafi, dimenticando che la presenza degli agenti per i controlli è fondamentale anche a scopo preventivo. Se l’autista di un Tir parla al telefono, scena frequentissima sulle nostre autostrade, o si mette alla guida ubriaco chi se ne accorge? Se un cronotachigrafo che serve a misurare velocità, tempi di guida e distanza percorsa, è stato taroccato, si scoprirà solo se l’agente ferma il Tir». Un tempo, spiega un agente della polizia stradale di Firenze, c’era anche uno strumento per misurare lo spessore del battistrada e verificarne il livello di usura. Se non era a norma si vietava l’ingresso in autostrada: lo scoppio di un pneumatico ha conseguenze diverse se il mezzo viaggia a 40 km orari o 90. Fino a qualche anno fa la motorizzazione disponeva di un centro revisione mobile a questo scopo: quei controlli sono sempre più rari. Mentre la polizia viaggia su auto che hanno più di 400 mila chilometri.

Resta il tema dell’affollamento dei mezzi merci sulle nostre strade. Va diminuito. L’Ad di Ferrovie, Michele Mario Elia, ha annunciato che «entro un anno e mezzo saremo in grado di portare i camion sui treni da Calabria al Brennero». Fondamentale sarà il ruolo di porti e interporti, come il progetto su Livorno. «Stiamo lavorando, con la riforma dei porti che arriva al Senato domani (oggi ndr), per investire sul collegamento tra porti e viabilità su ferro — spiega il viceministro ai trasporti Riccardo Nencini — dovremmo abbassare l’uso della gomma. Dobbiamo raggiungere, entro il 2040, il 25% di trasferimento merci su ferro. Siamo molto indietro», ammette.


di Marzio Fatucchi, Antonella Mollica
da corrierefiorentino.corriere.it


Sul Corriere Fiorentino interviene anche l’ASAPS sul tema dell’autotrasporto dopo l’incidente gravissimo della A12 dove sono morti i due gemellini. (ASAPS)

Il tema dei controlli è centrale. «Assistiamo a violazioni sistematiche delle regole — spiega Giordano Biserni, presidente di Asaps, l’associazione amici della polizia stradale con un osservatorio tra i più completi in Italia – mentre sempre di più deleghiamo i controlli all’elettronica: tutor, autovelox, telelaser, cronotachigrafi, dimenticando che la presenza degli agenti per i controlli è fondamentale anche a scopo preventivo. Se l’autista di un Tir parla al telefono, scena frequentissima sulle nostre autostrade, o si mette alla guida ubriaco chi se ne accorge? Se un cronotachigrafo che serve a misurare velocità, tempi di guida e distanza percorsa, è stato taroccato, si scoprirà solo se l’agente ferma il Tir». Un tempo, spiega un agente della polizia stradale di Firenze, c’era anche uno strumento per misurare lo spessore del battistrada e verificarne il livello di usura. Se non era a norma si vietava l’ingresso in autostrada: lo scoppio di un pneumatico ha conseguenze diverse se il mezzo viaggia a 40 km orari o 90. Fino a qualche anno fa la motorizzazione disponeva di un centro revisione mobile a questo scopo: quei controlli sono sempre più rari. Mentre la polizia viaggia su auto che hanno più di 400 mila chilometri. (ASAPS)

Mercoledì, 15 Luglio 2015
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK