Domenica 19 Maggio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Comunicati stampa 31/05/2006

DUE RUOTE: ORMAI E’ STRAGE - NEL QUARTO FINE SETTIMANA DI MAGGIO BEN 26 FRA MOTOCICLISTI E CICLOMOTORISTI HANNO PERSO LA VITA, IL 60% DEL TOTALE DELLE VITTIME.

SI DEVE INTERVENIRE!

9154

Sapevamo che maggio sarebbe stato il mese peggiore per i motociclisti e i ciclomotoristi. Lo fu anche nel 2005 quando si contarono ben 105 morti nei soli fine settimana del mese delle rose, col record di 27 morti nel secondo week-end.
Crediamo sia giunto il momento di affrontare la situazione con estrema serietà. Ci rendiamo conto che le responsabilità non sono certo dei soli motociclisti. Ma è evidente che il fattore velocità e scarsi controilli incide notevolmente. Moto che raggiungono i 300 orari, che vanno da 0 a 100 in meno di 3 secondi, che in prima fanno i 130, sono veicoli ipertrofici per le nostre statali e per i nostri conducenti.
Va spiegato a tanti ragazzi che la velocità orizzontale comporta rischi uguali o addirittura peggiori di quella verticale, perché mentre di quest’ultima abbiamo diffidenza, di quella orizzontale ci fidiamo pensando di governarla. Considerazione spesso fatale.
Le moto sul mercato richiedono conducenti preparati e maturi. Conducenti che non si possono permettere nessun errore perché il nostro sistema stradale con guardrail a una onda affilati come rasoi, con paletti di sostegno esposti, con segnali stradali e alberi sulle vie di fuga, con strade che hanno in molti caso superato ogni parametro minimo di sicurezza (e di vergogna) per qualità dell’asfalto e buche, è un sistema nemico della sicurezza.
Va rimodulata la cultura della moto, intesa come strumento non solo di libertà e felicità di guida, ma anche come strumento di sfida del limite. Su questo dramma molti laureati campioni delle due ruote dovrebbero intervenire con forza dissuasiva per spiegare (loro che sono ascoltati) la differenza fra una pista super garantita e una strada super inadeguata.
Cosa fare: controlli sistematici sulle statali ogni domenica con poliziotti e carabinieri schierati - non solo negli stadi - per dissuadere chi confonde la strada con una pista personale.
Accertamenti molto più seri con prove di guida pratica molto selettive e severe. Risanamento del sistema strada con finanziamenti adeguati agli importi che gli automo0bilisti e motociclisti pagano in tasse, imposte e accise.
Se necessario si facciano piste a costi sociali accessibili. In tanti lamentano la disattenzione di molti automobilisti. Ricordiamo che il mondo dei patentati su 4 ruote invecchia sempre più e non sempre la velocità di un veicolo in arrivo è percepita nella sua reale potenzialità.
Ricordiamo anche che nel 35-40 % circa dei casi l’incidente si verifica per perdita del controllo del veicolo da parte del conducente. Quindi a causa della velocità. In questo fine settimana gli incidenti riconducibili a questa modalità sono stati addirittura il 53%.

Ricordiamo l’inchiesta de Il Centauro di qualche settimana fa:

dal 1995 al 2004 si sono contati fra i dueruotisti 13.429 morti e 786.985 feriti, cifre come quelle di una guerra. Se nel 1994 si contavano 1.178 vittime nel 2004 si è toccata quota 1.552 (+ 31,7%). I feriti sono passati da 62.381 a 90.035 (+44,3%). In pratica il 27,6% dei morti sulle strade e il 28,4% dei feriti viaggiava sulle due ruote.
L’Italia è prima assoluta in Europa nella graduatoria delle vittime, seguita da Francia, Germania e Spagna.
L’Ue sulla base di questi dati preoccupanti – questo è l’unica categoria che non fa segnare diminuzioni nei numeri della sinistrosità – si sta ponendo seriamente il problema e cerca soluzioni.
Nel 2004, ultimo anno con dati ufficiali disponibili, si sono contati - abbiamo visto - 1.552 morti e 90.035 feriti in incidenti che hanno coinvolto motociclisti e ciclomotoristi. In particolare fra questi ultimi i morti sono stati 409 e i feriti 42.634. Fra le vittime totali i conducenti ammontano a 1.339 (86%) di cui 1.280 maschi 95,6% e 59 femmine 4,4,%.
Dei quasi 800.000 feriti circa il 20% ha riportato invalidità permanenti e qualche volta devastanti con conseguenze immaginabili e costi esorbitanti per il nostro già asfittico sistema sanitario.
Nonostante il casco e e la PaP i risultati dal pianeta due ruote non arrivano.
Serve uno sforzo corale, convinto, severo, costruttivo, ma con poco pietismo. Basta con gli applausi liberatori a un funerale di un giovane motociclista.
Lo stato, gli enti proprietari delle strade, le forze di polizia, i costruttori di moto, le assicurazioni, la scuola si schierino tutti insieme per fermare questa scia di sangue, per recuperare una minima etica della vita.

Giordano Biserni
Presidente Asaps

Ecco i dati di tutti gli incidenti motociclistici


© asaps.it
Mercoledì, 31 Maggio 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK