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Rassegna stampa alcol e guida del 3 marzo 2006

 

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


BLOGOSFERE (dalla parte di chi guida)

ALCOL E GUIDA: LETTERA A UN GIUDICE

Il Giudice monocratico del Tribunale di Olbia, Vincenzo Cristiano, ha assolto da ogni addebito penale un 22enne romano che la scorsa estate venne colto, dalla Polizia stradale, in flagranza di guida in stato di ebbrezza. Il ragazzo aveva un tasso alcolemico più che doppio del consentito: l’etilometro segnava 1,2 grammi di alcol per litro di sangue.

Motivo della sentenza: “La sola prova rappresentata dal dato registrato dall’etilometro non è sufficiente a dichiarare la responsabilità penale di chi viene trovato alla guida dell’auto in stato di ebbrezza”.

A tale proposito, scrivo una lettera al Giudice monocratico del Tribunale di Olbia, Vincenzo Cristiano.

“Gentile Signor Giudice, la Sua sentenza mi turba profondamente, pur non mettendone in dubbio la correttezza giuridica. Se ha la bontà di leggermi, Le spiego perché. In Italia, l’alcol è la causa di oltre il 40 per cento degli incidenti stradali, con 7.000 morti l’anno. Grosso modo, su 6 controlli per guida in stato di ebbrezza, la Polizia accerta un reato. Un’enormità. Una piaga sociale. Uno strazio per i ragazzi, le famiglie, la Polizia, i medici, i soccorritori. Il binomio alcol-guida mi spaventa a tal punto che, proprio su questo blog (http://dallapartedichiguida.blogosfere.it), ho invocato un maggior numero di pattuglie della Polizia sulle nostre strade e autostrade per intensificare i controlli. Reputo le pene contro chi guida in stato d’ebbrezza (o sotto l’effetto di stupefacenti) lievi, almeno in Italia. Quindi, gentile Signor Giudice, col massimo rispetto verso il Suo lavoro e la Sua persona, io spero che la sentenza di cui sopra non spinga i guidatori a imitare quel 22enne romano da Lei assolto.

Nel ringraziarLa per l’attenzione, le metto il mio blog e la mia mail a disposizione: alessandro.merolla@fastwebnet.it.

IL  MESSAGGERO  (Viterbo)

Sei ragazzi arrestati, una cinquantina portati all’ospedale. Ma non è solo colpa del vino. Interviene l’assessore

«Meglio un carnevale senza alcolici» 

di UGO BALDI


E’ necessario un cambio di rotta del carnevale civitonico e prima di tutto vietare il consumo di alcol. A Civita Castellana tutti concordano, tranne qualche eccezione. Anche perché i dati finali dei ricoverati all’ospedale, oltre ai sei arrestati per rissa, debbono far riflettere. In tutto una cinquantina (tutti sbronzi) soccorsi in tre giorni. Qualcuno anche sotto l’effetto di eccitanti sciolti in bevande alcoliche. «I responsabili - ha detto Fabiano Pistola, delegato locale della Protezione civile - debbono prendere provvedimenti seri prima che accada qualcosa di irreparabile. Non si può andare avanti bisogna affrontare il problema e trovare le soluzioni».

Critici e preoccupati anche coloro che si mascherano per divertimento e passione. «Ma se fosse solo il vino non sarebbe niente di grave - ha fatto notare Francesco Fantera, del gruppo dei Scroccafusi e presidente locale della Confartagianato - anzi una piccola sbronza tiene allegri. Il problema è che ci aggiungono dell’altro. Ma è anche giunto il momento che l’amministrazione comunale lasci ad altri l’organizzazione di questa manifestazione per far crescere questa festa. Stiamo raccogliendo delle firme per fargli acquistare un terreno su cui costruire i capannoni per costruire dei carri, ma loro fanno finta di niente». Anche i giovani sono concordi che una soluzione va trovata. «Il carnevale è fatto per divertirsi e divertire - ha detto Alberto Carluccio, 22 anni, responsabile del gruppo mascherato il Gazibo che ha vinto il primo premio - occorre una maggiore sorveglianza e organizzazione e trovare la maniera di limitare il consumo del vino. Quella del carnevale civitonico, che quest’anno è stato fantastico come carri e gruppi, è una tradizione che va valorizzata e non può per il comportamento di pochi ubriaconi rovinarsi l’immagine in questa maniera». Il coro è sempre lo stesso: basta con il vino. «Ha dell’incredibile quanto accaduto, togliere di mezzo il vino è giusto. Una bella edizione come quella appena terminata non va distrutta per l’eccessivo uso di alcol e altra robaccia», ha sottolineato Gildo Cecchini del gruppo Orto Funaro.

L’amministrazione comunale sotto accusa sta già pensando di correre ai ripari. «Quanto prima convocherò una riunione con i capogruppo - ha fatto sapere l’assessore al turismo, Carlo Angeletti - per evitare il ripetersi di queste spiacevoli situazioni che stanno rovinando la festa». Pronti a prendere anche decisioni drastiche? «Si se è necessario - ha risposto - anche perché il divieto per l’uso del vino è già contemplato nel regolamento». Allora perché non espellere dal corso di gala e negare i premi a tutti quelli che ne fanno uso? (*)

 

(*) Nota: se non si hanno le idee chiare sui rischi dell’alcol è difficile che ne sortiscano provvedimenti utili. Neppure cinquanta persone in ospedale e sei arresti bastano a scalfire luoghi comuni e pregiudizi. Il provvedimento più drastico ipotizzato diventa applicare un regolamento già approvato.

L’ADIGE

Hanno forse deciso di prolungare il carnevale con qualche brindisi di troppo i tre automobilisti fermati dai carabinieri del nucleo radiomobile di Trento e sorpresi con un tasso alcolico nelle vene fino a cinque volte superiore

Hanno forse deciso di prolungare il carnevale con qualche brindisi di troppo i tre automobilisti fermati dai carabinieri del nucleo radiomobile di Trento e sorpresi con un tasso alcolico nelle vene fino a cinque volte superiore. Il primo a finire nella rete dei militari, mercoledì sera, verso le 21, è stato un trentunenne della Val di Non, B. D, le sue iniziali, che viaggiava a bordo di un’Alfa Romeo Gtv. L’uomo, all’altezza di Mezzolombardo, ha perso il controllo del suo mezzo, finendo fuori strada. Un incidente che, fortunatamente, non ha coinvolto nessun altro veicolo. Ai carabinieri giunti sul posto è bastato sottoporre il giovane all’alcoltest per appurare la ragione di quella sbandata. L’automobilista aveva trascorso una serata decisamente allegra, visto che i valori rilevati dall’etilometri erano praticamente cinque volte superiori al limite consentito. Il 31enne è stato naturalmente denunciato per guida in stato di ebbrezza ed i militari gli hanno ritirato la patente. Nemmeno due ore dopo i carabinieri sono incappati in un altro automobilista brillo, sempre a Mezzolombardo. L’andatura a zig zag con cui procedeva il veicolo, una jeep, non lasciava molti dubbi sulla scarsa lucidità del suo conducente, un 58enne noneso. È bastato sottoporre l’uomo all’alcoltest per avere la conferma dell’eccessivo quantitativo di alcol che aveva in corpo. Pure questo caso il limite consentito dalla legge era di gran lunga superato, quasi tre volte più alto. Anche per l’uomo sono naturalmente scattate la denuncia ed il ritiro della patente. La scorsa notte, all’una, sempre l’eccessivo tasso alcolico, è stato all’origine di un incidente in città, all’altezza dell’incrocio fra via Sanseverino e via Monte Baldo. Un quarantaseienne di Trento, A. B. le iniziali, alla guida di una Renault Cangoo stava percorrendo via Sanseverino. Lo precedeva una Ford Fiesta con a bordo due signore: l’utilitaria si è fermata per svoltare, ma l’automobilista non è riuscito a fermarsi ed ha tamponato il veicolo. Sul posto si sono portati i sanitari del 118 ed i carabinieri del radiomobile per i rilievi di rito. Tutte le persone sono state accompagnate al pronto soccorso per accertamenti, ma fortunatamente non hanno riportato gravi ferite. Gli esami eseguiti sull’automobilista quarantenne hanno confermato la presenza nel sangue di un elevato tasso alcolico. I militari lo hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza. Anche lui dovrà scordarsi di guidare il veicolo per parecchio tempo. In un mese sono state almeno una quindicina le patenti ritirate dai carabinieri ad automobilisti che guidano brilli, incuranti dei rischi che corrono in prima persona, ma anche del pericolo che possono rappresentare per gli altri. F. P.

L’ARENA

Il parere del medico del Sert

«Droghe e alcol per abbassare le inibizioni»

  

I giovani sono diventati degli apprendisti stregoni che miscelano ogni tipo di stupefacente

Camillo Smacchia, medico del Sert di Villafranca, cerca di spiegare da un punto di vista specialistico cosa potrebbe essere successo come contesto e premessa della presunta violenza. «Né il “fumo” né l’alcol sono afrodisiaci», dice, «ma hanno un effetto disinibente e deresponsabilizzante. Se poi sei in gruppo, fai quello che fanno gli altri, anzi con una violenza maggiore, con una responsabilità minore e con una forza inaspettata, proprio perché ti deriva dal fatto che non capisci quello che stai facendo. Viene completamente annullata la percezione del pericolo per sè e per gli altri».

Smacchia segnala la diffusione sempre maggiore che c’è tra i giovani di sostanze psicotrope. «Sia chiaro che io sono un proibizionista», afferma, «ma se la legge stabilisce che tutto è droga c’è il pericolo che chi vuole “sballare” si affidi da un lato a quanto è più reperibile sul mercato e dall’altro, rischio per rischio, non essendoci differenza tra droghe leggere e pesanti, faccia il salto fino in fondo».

Preoccupante è per il medico del Sert anche la diffusione dell’alcol tra i giovani. «Il consumo sta aumentando in maniera vertiginosa, con il beneplacet culturale della società e delle famiglie, che vedono nell’alcol un pericolo minore. “Pitosto che i se sbusam pitosto che che i se faga el spinél...”, è il loro ragionamento sbagliato. E in più in commercio si trovano queste nuove bibite alcoliche, coloratissime e superpubblicizzate, che mescolate alla birra, la nuova bevanda cult dei giovani, hanno effetti devastanti. Sono droghe situazionali pericolossime, più dell’eroina dal punto di vista del “contagio” psicologico. Inoltre», conclude amareggiato Smacchia, «oggi chi si droga è diventato un esperto di “miscelazioni”. E lo spinello, e la bibita alcolica, e la pasticca, e la cocaina se qualcuno ce l’ha, e l’allucinogeno... E si gestiscono, o sono convinti di farlo, per contrastare gli effetti opposti. C’è una ingegneria del drogarsi da parte di nuovi apprendisti stregoni». (g.b.)

CORRIERE DELLA SERA

IL CASO

L’orrore delle ultime violenze Le donne di sera hanno paura

di Giangiacomo Schiavi


A proposito dello stupro avvenuto nel parcheggio della metropolitana in via Bisceglie a Milano mi domando — e chiedo — come mai in una zona così densamente frequentata e così a rischio soprattutto in certi orari non sia prevista una videosorveglianza reale e non lo pseudo-controllo come indicato in certe stazioni della metropolitana, per esempio Cairoli, nel cuore di Milano, dove il cartello videosorveglianza esiste ma la telecamera no. In un’epoca come la nostra di Grandi Fratelli, reality show vari «a go-go» ci riesce impossibile «videosorvegliarci» con questi tragici risultati? Come lavoratrice, come donna ma soprattutto come persona sensibile realmente al dramma vissuto da questa ragazza mi permetto di esprimere la mia indignazione contro questa grande inefficienza. Cristina Izzo

Cara Cristina,ti ringrazio per questa lettera, perché oltre all’orrore per una violenza (che non merita nessuna attenuante, nessun patteggiamento), riapre una questione delicata e importante che la cronaca aggiorna di continuo come dimostra l’articolo della pagina seguente: per una donna sola è sicuro muoversi di sera in alcune zone della città? Anche Diana Pili, una trentenne, ci ha scritto ponendosi alcune domande: se non ci si sente più a proprio agio nel prendere il metrò dopo una certa ora e non si ha un’auto, allora si rinuncerà anche a uscire? E se non è più sicuro parcheggiare nelle zone di interscambio e non si abita in centro, ci si deve esporre inevitabilmente all’angoscia del ritorno a casa? Stupri e violenze sessuali sono in aumento a Milano: oltre alla solidarietà alle vittime, non sappiamo come esprimere la nostra indignazione. C’è allarme sociale?, ha chiesto il collega Alberto Berticelli al prefetto Lombardi. Risposta: «Non mi sembra. Questi sono reati orribili, perché le vittime non possono difendersi. La risposta tempestiva delle forze dell’ordine può tranquillizzare i cittadini. Milano è una città dove si vive bene e abbastanza in sicurezza». Sarebbe interessante sentire le risposte delle donne costrette a muoversi sole nelle ore serali, per sensibilizzare meglio e di più la pubblica amministrazione e i tutori dell’ordine. È sicuro viaggiare su un bus dopo le dieci di sera? Ci sono alcune zone definite off-limits che è opportuno conoscere? Sappiamo dell’aggressività di certi gruppi extracomunitari, in particolare dell’Est; ci sono anche connazionali sbandati, resi più violenti dai cocktail di alcol e droghe. Si può fare di più per prevenire la loro furia cieca e proteggere le categorie più esposte? La lettera di Cristina è un suggerimento ai candidati sindaci: cari Moratti e Ferrante, lasciate per un giorno i mercati e andate, meglio con la scorta, in quelle lande desolate che sono certi parcheggi di corrispondenza del metrò dopo le otto di sera. Immaginate una donna, una giovane che rientra dal lavoro, sola, nel tragitto poco illuminato, che prega di non fare qualche incontro ravvicinato e domandatevi che cosa si può fare per garantire meglio la sua libertà, la sua sicurezza, il suo diritto di cittadino. Più illuminazione. La videosorveglianza. Le telecamere. I parcheggi custoditi. Qualche colonnina di soccorso in più per chiedere un aiuto subito. E poi qualche pattuglia di polizia e carabinieri su treni e bus, nelle zone più rischiose. Servono risposte, da voi, anche per dare fiducia. gschiavi@rcs.it

CORRIERE ADRIATICO

Multa e ritiro della patente all’altezza del casello autostradale per un automobilista ubriaco Contromano sull’A14, tragedia evitata (*)


PORTO RECANATI - Difficile dire se possa essere il casello di Porto Recanati che si presta ad entrate irregolari e a situazioni pericolose o ci possano essere delle altre motivazioni. Nei giorni scorsi c’era anche stato un incidente con conseguenze mortali provocate appunto dall’ingresso contromano in autostrada - il riferimento è alla A14 - e l’altra notte l’episodio si è ripetuto fortunatamente senza conseguenza alcuna almeno dal punto di vista dell’incolumità degli automobilisti. La vicenda ha visto protagonista un petriolese che nella notte si è immesso appunto sull’autostrada all’altezza del casello di Porto Recanati per tornare a casa. Tutto regolare se non fosse stata errata la scelta dell’uomo di prendere la corsia inversa. L’automobilista è stato fortunato: è entrato in autostrada in un momento nel quale non erano in transito altri veicoli e soprattutto l’operazione è stata notata con prontezza da una pattuglia della polizia autostradale che è intervenuta immediatamente. Veicolo bloccato in tempo utile e accertamenti successivi sul guidatore. All’uomo è stata ritirata la patente perchè sarebbe risultato alla guida dell’auto con un tasso alcolico superiore a quello previsto dalla norma di legge. In ogni caso, al di là del ritiro della patente e della multa, l’episodio per l’uomo si è concluso bene rispetto al rischio mortale corso con l’ingresso contromano, un rischio per se stesso e per gli altri automobilisti che non avrebbero avuto nessuna possibilità di uscirne illesi.

 

(*) Nota: senza l’alcol gli ingressi contromano su autostrade e superstrade sarebbero molto rari.

IL MATTINO  (Salerno)

Al Corso con una scimitarra: caos e paura

PETRONILLA CARILLO

 
Era ubriaco. E così è bastato lo sfottò di un gruppo di ragazzini a fargli perdere la pazienza. Ha estratto dal giubbotto due enormi coltelli da cucina e ha iniziato ad andare in escandescenza. Per poco non si è sfiorata la tragedia ieri pomeriggio su corso Vittorio Emanuele: l’uomo ha difatti tentato di sferrare una coltellata ad un ambulante che vende caramelle nei pressi di piazza Portanova, intervenuto per difendere una collega dalle sue aggressioni. Sono le 16.30, i negozi stanno aprendo quando sul corso si vivono pochi ma interminabili minuti di terrore. Luigi Della Notte, conosciuto in città come «Sartano», ex spazzino, inizia a urlare. Sbotta, impreca, dice parolacce, sbraita. Attraversa prima piazza Portanova, poi inizia a percorrere il corso. In molti lo guardano attoniti, senza parole. L’uomo agita una scimitarra e altri piccoli coltelli, ma sta per i fatti suoi. Arriva fino a via Torretta, come se stesse cercando qualcuno. Continua ad agitare i coltelli e ad urlare parole senza senso. Torna indietro. Si sente osservato da alcune persone sedute fuori al bar Emanuel e si avvicina. Due ragazzini scappano dentro al locale. La proprietaria, Anna Meale, resta sull’uscio. È impietrita. Preferisce restare ferma. Conosce quell’uomo e sa che, in genere, non è violento. Un po’ «fuori di testa», ma non violento. Della Notte è però in preda ai fumi dell’alcol e quindi non ragiona. Si avvicina alla donna, urla e la minaccia con i coltelli. La scena non sfugge al venditore di caramelle veneziane che si trova difronte al bar. Anche dal tavolino si alzano due clienti. Il commerciante si avvicina e cerca di togliergli i coltelli dalle mani, ma lui si gira e tenta di aggredirlo. Uno dei clienti del bar ha una stampella: anche lui si avvicina e inizia ad agitarla contro Della Notte. «Vattene e lascia stare la signora», grida l’uomo. E ancora: «Vattene o te le dò di santa ragione». Alcuni ragazzi, spaventati e temendo il peggio, allertano i soccorsi. Scoppia il parapiglia sul Corso. Da lontano si sentono le sirene dei carabinieri. Della Notte scappa via, cerca di nascondersi. Scappa verso via Fieravecchia. Ma, una volta davanti al Punto Snai è costretto alla resa, non prima di aver tentato di minacciare anche i carabinieri. I militari lo fanno salire in auto. Una volta in caserma, però, non lo arrestano ma lo denunciano per aggressione in stato di ebbrezza. Soltanto qualche giorno fa lo stesso «Samartano», 38 anni, era stato arrestato perché trovato in flagranza di reato mentre incendiava alcuni cassonetti della spazzatura. Arresto poi non convalidato dal magistrato. Vecchia conoscenza della forze dell’ordine, potrebbe essere sottoposto a cure mediche. La donna aggredita, comunque, non ha intenzione di sporgere denuncia. «Non è successo nulla - dice Anna Meale - alla fine non è successo nulla. In fondo, stava per i fatti suoi. E poi, tutto è bene quel che finisce bene». Anche altri commercianti del Corso difendono «Sartano». «È un brav’uomo - commentano alcuni - fino a poco prima di andare in escandescenza se ne stava lì, seduto sulle scale di via Torretta, per i fatti suoi. Era tranquillo. Poi alcuni ragazzi hanno iniziato a prenderlo in giro e lui ha perso la pazienza». In zona Della Notte è molto conosciuto. Nella sua testa lui è ancora uno spazzino e spesso lo si vede in strada a spazzare.

IL MESSAGGERO  (Metropolitana)

MONTEROTONDO 

Rissa fra romeni finisce con 4 arrestati 

Una violenta rissa tra extracomunitari di origine romena tra 33 e 46 anni di età è stata interrotta dai carabinieri di Monterotondo in via Aniene allo Scalo. Ancora da chiarire le motivazioni della lite, dovuta forse a qualche offesa lanciata nei confronti della compagna di uno dei quattro. I militari avevano udito le grida di più persone provenienti da uno stabilimento delle ex fornaci. Gli uomini, in evidente stato di ebbrezza, erano armati di bastoni e colli di bottiglie. Il più grave ha riportato una prognosi di sette giorni per trauma cranico. I romeni sono stati arrestati per concorso in rissa.

All’alba di ieri, invece, un’operazione congiunta di carabinieri e polizia municipale di Monterotondo ha consentito di individuare alcuni stranieri irregolari che si concentravano lungo gli argini del Tevere e nei pressi del canile dello Scalo. Sette di loro sono stati espulsi.

M.Iz.

 

IL MESSAGGERO  (Latina)

TERRACINA, ARRESTATO DOPO L’INSEGUIMENTO 

Provoca un incidente e fugge 

di GAETANO CARNEVALE

Aveva causato un incidente con una Panda, a bordo della quale viaggiavano due ragazze, ed era fuggito. L’episodio è avvenuto l’altro ieri in piazza della Repubblica a Terracina.

Il 25enne marocchino non ha pensato minimamente a fermarsi per prestare soccorso alle ragazze e, a bordo di una vecchia Mercedes, ha tentato di far perdere le proprie tracce.

Ma un giovane, che è stato testimone dello scontro si è messo subito all’inseguimento dell’extracomunitario, risultato poi in regola con il permesso di soggiorno, avvertendo contemporaneamente il 113.

E’ stata una volante del commissariato di polizia di Fondi, diretto dal vice questore Alessandro Tocco, a bloccare il fuggitivo nei pressi del cimitero di Monte San Biagio sulla via Appia dopo averlo inseguito.

Sottoposto alla prova del palloncino al nord-africano è stato rilevato un alto tasso alcoolico. E’ stato allora arrestato con l’accusa di omissione di soccorso e guida in stato di ubriachezza. L’uomo sarà giudicato per direttissima questa mattina presso il tribunale di Terracina.

Intanto le due ragazze sono state trasferite al pronto soccorso dell’ospedale “Fiorini”. I medici le hanno visitate, hanno riportato ferite guaribili in venti giorni.

IL GAZZETTINO (Pordenone)

Identificato il pirata della strada

I carabinieri di Maniago, coordinati dal maresciallo Antonio Palermo, hanno identificato e denunciato in stato di libertà M.L., 20 anni, di Montereale Valcellina, contestandogli le ipotesi d’accusa di omissione di soccorso e fuga dopo l’incidente. Il giovane, avendo per i carabinieri la mente annebbiata dall’alcol, domenica, intorno alle 21, avrebbe causato in incidente a Maniago non rispettando il semaforo. Si sarebbe poi dato alla fuga, con la propria Polo, senza soccorrere il militare I.E., visitato in pronto soccorso e giudicato guaribile in 7 giorni (distorsione al rachide), la moglie e la figlioletta di pochi mesi.

 

IL GIORNALE DI VICENZA

Travolto e ucciso dal treno

Il commilitone ferito di striscio da un merci alle 5.30

Due parà Usa provenienti da Torri di corsa sulla massicciata ferroviaria

di Ivano Tolettini

La morte assurda del soldato Woodruff. La massicciata ferroviaria come scorciatoia per tornare alla caserma Ederle quando le ore sono molto piccole, si trasforma nell’anticamera della tragedia.

Due parà americani non fanno i conti con le loro condizioni di equilibrio a causa dell’alcol bevuto in una notte di baldoria, a poche settimane dal rientro dall’Afghanistan dopo mesi trascorsi in prima linea sul fronte antitalebano. (*) Pur essendo forti fisicamente e allenati, Christopher Sawl Woodruff e Richard Crhristopher Smudden, entrambi di 27 anni, iniziano a correre poco prima delle 5.30 tra i due binari della Milano-Venezia, mentre all’orizzonte comincia a disegnarsi il nuovo giorno. Quando mancano poche centinaia di metri al sottopasso di via Alidosio, alla Stanga, sono raggiunti alle spalle da un treno merci.

Il primo, Smudden, è superato dal convoglio quasi indenne, perché è sfiorato al braccio sinistro e subisce contusioni che guariranno in due settimane. A Woodruff, invece, va decisamente peggio. È colpito dal predellino anteriore destro della locomotiva all’altezza della zona renale sinistra, mentre con un ultimo scatto cerca disperatamente di scansarsi. Muore sul colpo, mentre il conducente del merci frena - impiegherà quasi mezzo chilometro per fermarsi visto che viaggiava a una velocità compresa tra i 100 e 120 all’ora - e dà l’allarme al 118 e al 113 della questura.

La sfida alla sorte di due ragazzoni di 27 anni reduci dalla campagna afghana prende forma dopo una notte trascorsa in un paio di locali della zona di Torri di Quartesolo. Woodruff e Smudden hanno deciso di trascorrere la libera uscita al Blu in zona Piramidi, locale di lap dance dove i militari statunitensi sono tra i migliori clienti.

I due commilitoni sono rimasti per qualche ora, bevendo e parlando con le ragazze, fino a quando, poco prima dell’orario di chiusura, si sono fatti chiamare un taxi per rientrare alla Ederle.

Sulla strada del ritorno, invece, hanno cambiato di nuovo programma. Avevano ancora voglia di far festa e, pertanto, hanno fatto fermare l’autista in un locale che rimane aperto fino all’alba. Com’è facile immaginare erano allegri e hanno bevuto ancora, prima di rientrare, ma stavolta a piedi, in caserma.

Il punto preciso dove hanno messo piede sulla massicciata non è stato in grado di spiegarlo il superstite agli agenti della polfer, guidati dal sostituto commissario Claudio Spinato. Credevano di riuscire a evitare di essere colpiti, qualora un convoglio fosse sopraggiunto all’improvviso dietro di loro.

Invece, quando alle 5.30 il merci “53314” che viaggiava da Padova verso Vicenza ha imboccato, dopo la curva, il rettilineo che conduce in stazione, il macchinista si è accorto della presenza di quei due individui che correvano nel sentiero della massicciata larga poco più di un metro tra le due linee.

Il ferroviere istintivamente ha suonato per richiamare la loro attenzione sperando che riuscissero a mettersi in salvo. Invece, in pochi secondi li ha raggiunti e, con le scalette di destra del locomotore, dopo avere sfiorato Smudden, ha colpito secco Woodruff che è stato fatto volare a qualche metro privo di vita.

Il convoglio ha impiegato qualche centinaio di metri per fermarsi. Partiva l’allarme ed era lo stesso macchinista il primo a soccorrere Smudden. Per l’altro soldato, tornato salvo dalla dura campagna afghana, non c’era nulla da fare.

Alla Stanga, oltre agli agenti polfer e della scientifica, sono arrivati anche i carabinieri della Setaf e la military police per raccogliere la prima testimonianza di Smudden, visibilmente sotto choc per la perdita dell’amico e per il pericolo scampato miracolosamente.

I rilievi della disgrazia sono durati un paio d’ore. Alle 7.30 è ripresa la circolazione. Intanto, superiori e commilitoni di Woodruff non si davano pace per una fine tanto irrazionale. Scampato alle insidie della guerra, Christopher è caduto sfidando il destino in maniera incosciente, come fosse dalle sue parti a Londoville in Ohio, dove correre affiancati ai treni è un gioco per misurare anche le proprie capacità. Ma in Italia le massiciate ferroviarie sono vietate.

 

(*) Nota: a livello mondiale l’alcol provoca più vittime di tutte le guerre attualmente combattute.

BRESCIAGGI

DARFO. Presentato ieri il primo bilancio di un’attività che copre l’intera Valcamonica

«Sportello famiglia» deve crescere

In quasi tre anni di lavoro il servizio ha avuto trecento contatti

Trecento «contatti» in quasi tre anni di attività non sono forse tantissimi; ma va detto che per semplici questioni di riservatezza, iniziative come «Progetto famiglia» richiedono molto tempo per decollare. Comunque, il bilancio del primo triennio dello sportello di ascolto, aperto a Darfo Boario in via Barbolini, è stato presentato ieri dal sindaco Francesco Abondio, dall’assessore provinciale ai Servizi sociali Riccardo Minini e da Daniela Dogali, la responsabile dei Servizi sociali del Comune che segue direttamente l’attività dello sportello: un servizio che può contare stabilmente su due psicologhe, un pedagogista, un educatore professionale e un operatore sociale.

Al gruppo degli operatori stabili possono poi essere aggregate altre figure, in funzione dei singoli problemi affrontati di volta in volta. Il responsabile dell’ufficio può infatti ricorrere a consulenze esterne: legali e psichiatriche.

Le valutazioni sulla campagna? «Il mio giudizio su questi primi anni dello Sportello famiglia - ha esordito Riccardo Minini - è certamente positivo, anche se riconosco che il percorso da fare è ancora lungo. Trecento contatti in più di due anni sono pochi, ma so che gli utenti faticano ad accostarsi a quello che ritengono sia solo una consulenza psicologica, mentre invece si tratta di un’offerta assai variegata, che spazia dalla consulenza pedagogica e psicologica ai problemi della famiglia, di tipo legale o educativo».

In sintesi, secondo l’assessore Minini si tratta soprattutto di far comprendere quanti e quali problemi lo sportello attivato a Darfo, ma al servizio di tutta la Valcamonica, è in grado di affrontare.

Problemi ai quali ha fatto riferimento la responsabile dello sportello, Daniela Dogali, quando ha ricordato che finora tra le situazioni più ricorrenti si sono presentati casi di tossicodipendenza, da cocaina in particolare, e di alcolismo. E a seguire le separazioni coniugali e le difficoltà di rapporto tra genitori e figli.

La tipologia principale di utente? A ricorrere allo sportello sono soprattutto le donne.

Qualche citazione? Di particolare spessore, secondo Daniela Dogali, è stato l’intervento realizzato con un gruppo parrocchiale che ha sottoposto un caso generalizzato di crisi adolescenziale, che è stato affrontato creando due gruppi di lavoro. Si sta lavorando anche oggi, con l’apporto di uno psicologo e di un pedagogista.

In questa fase, poi, il servizio in funzione a Darfo sta progettando un corso di «riattivazione e sviluppo delle capacità cognitive», una sorta di stage di allenamento della memoria, insomma, strutturato in 4 incontri e rivolto a persone di età superiore ai 55 anni. Il programma prenderà il via mercoledì 5 aprile e prevede incontri settimanali.

Giuseppe Cappitta

IL TEMPO

di FRANCESCO GUIDOTTI

Violenta rissa in piena notte tra extracomunitari rumeni in ...

... un capannone dismesso all’interno della ex fornace di via Aniene a Monterotondo Scalo dove un gruppo di profughi alloggiava alla meglio. Al termine di una cena annaffiata da fiumi di birra, evidentemente qualcuno ha detto qualche parola di troppo su una ragazza, e la cosa non è piaciuta al suo compagno. Questo si è armato di un nodoso randello ed ha aggredito i suoi compagni che, vista la mal parata, si sono armati anche loro di spranghe di legno iniziando una violenta rissa con bastoni e colli di bottiglie di birra. Le urla dei rissanti non sono sfuggite ad una pattuglia di carabinieri della locale stazione che si trovava ad effettuare dei controlli. I militari entrati nel capannone si sono trovati di fronte ad una scena da far west. Quattro individui in preda ai fumi dell’alcol si bastonavano e colpivano a vicenda, alcuni di loro grondavano sangue per le ferite riportate. I carabinieri faticavano per riportare la calma. Poi è stata chiamata un’ambulanza che ha provveduto a trasferire i feriti al locale pronto soccorso dell’Ospedale SS. Gonfalone. I medici medicavano i rumeni, il più grave veniva curato alla testa per trauma cranico e ferite lacero contuse. Nel locale venivano sequestrate le armi improprie usate per la rissa e tutti venivano trasferiti presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Monterotondo. Per il gruppo sono scattate le manette per reato di concorso in rissa. Gli interrogatori, trascorsa qualche ora, consentivano di chiarire i motivi dello scontro. Al termine degli accertamenti i quattro di età compresa tra i 33 e 46 anni sono stati associati in carcere a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli. Le risse tra extracomunitari provocate da abbondanti bevute di birra non è una novità a Monterotondo e nei comuni limitrofi dove spesso vengono messi a soqquadro anche pubblici locali. I carabinieri della locale compagnia agli ordini del capitano Raffaele Gesmundo hanno istituito particolari servizi per prevenire questa odiosa forma di sfogo particolarmente a rischio anche per quanti si trovano casualmente nei pressi delle risse. 

 

IL TEMPO

Brilli e vandali, due denunce

Giovani coniugi rumeni nascondevano il bottino in una attillata calzamaglia


LANCIANO — Completamente ubriachi avevano trovato come divertirsi in piena notte per le vie del centro di Lanciano, ribaltando cassonetti, sfasciando insegne e tutto ciò contro il quale la loro euforia poteva trovare sfogo. Non sono sfuggiti però all’attento controllo del territorio effettuato, soprattutto durante le ore notturne, dai carabinieri. I militari del nucleo radiomobile comandati dal tenente Antonini sono riusciti a bloccare i due intorno alle 4.00, in viale Cappuccini mentre camminavano a piedi e, sentendosi forse dei superman, continuavano ad effettuare atti vandalici. Il fatto si è verificato nella notte tra martedì e mercoledì. Protagonisti delle squallide "imprese" due diciannovenni di Lanciano, V.G. e B.M., incensurati, trovati dai carabinieri ancora in preda ai fumi dell’alcool. Una bravata che è costata loro la denuncia per danneggiamento ed ubriachezza molesta. E sempre ad opera dei carabinieri di Lanciano mercoledì pomeriggio è stata arrestata una coppia di giovani coniugi romeni ventunenni. I due avevano escogitato un sistema innovativo per rubare all’interno dell’ipermercato Pianeta: una calzamaglia attillatissima, tipo muta da sub con numerosi tagli in cui veniva inserita la merce. E sopra un ampio giaccone con cui coprire il tutto. E’ finita male l’avventura di Dragos e Daniela Pupesco, coniugi romeni 21enni, arrestati dai carabinieri di Lanciano con l’accusa di furto aggravato. Sono stati notati dal personale di vigilanza del centro commerciale mentre asportavano i dispositivi antitaccheggio da alcuni alimentari e casalinghi. Fermati all’uscita, nella calzamaglia indossata dall’uomo, è stata trovata merce per un valore di circa 100 euro. Per i 2, clandestini domiciliati a Lanciano, è scattato il provvedimento di espulsione. G. Sal.

IL GIORNALE

Carabinieri e malviventi la giustizia a rovescio  - di Redazione - 

Un paio di sere fa una pattuglia di Carabinieri è stata chiamata a intervenire a Sassuolo in via Adda dove un marocchino ubriaco stava spaccando vetrine. L’uomo ha minacciato con una bottiglia rotta un militare, che è riuscito ad ammanettarlo, poi con il collega ha rifilato pugni e calci al marocchino che stava ancora dando in escandescenze. La scena è stata ripresa da altri extracomunitari. Risultato? I Carabinieri sono stati denunciati e trasferiti,  il clandestino condannato a 6 mesi di carcere. Ogni giorno i Carabinieri sono aggrediti, minacciati, insultati, picchiati o anche uccisi da delinquenti stranieri. Quando arrestano qualcuno, il giorno dopo lo rivedono libero come prima. Via Adda a Sassuolo, poi, è diventata un campo di battaglia. Non è possibile che le forze dell-ordine debbano sempre subire e non possano mai reagire. ’ inammissibile che i criminali passino per vittime,  e le vittime per criminali. Se stavolta i Carabinieri hanno esagerato che gli diano una censura, ma no al trasferimento, no a indagini punitive! Con che stato d’animo i loro colleghi usciranno di pattuglia d’ora in avanti? Il segnale mandato dal Comando Generale è che i Carabinieri non possono mai toccare i delinquenti, neanche se sono circondati, neanche se aggrediti.

BRESCIAGGI

Pedro Ximenes, Beatops e Only Stone Gli «altri» bresciani nella Città dei fiori

Ci sarà un altro scampolo di Brescia musicale oggi a Sanremo: nella città dei fiori sono infatti attesi nel pomeriggio i Pedro Ximenex, l’ultima produzione dell’etichetta discografica indipendente bresciana Shinseiki. Il gruppo presenterà in anteprima il suo primo album, «Che fretta c’era», nello spazio di piazza Colombo che l’Amministrazione comunale di Sanremo ha voluto dedicare al mondo della musica italiana alternativa e indipendente. Una specie di salutare manifestazione collaterale insomma, dove ogni giorno ci si può rigenerare dall’intossicazione festivaliera con qualche scelta musicale meno nazionalpopolare.

I Pedro Ximenex sono l’ultima scoperta di Rudi Tanzi, professionista bresciano patron della Shinseiki: un gruppo ad alto tasso alcoolico, che oltre a prendere il nome da un importante vino spagnolo viene anche da un importante polo di produzione vitivinicola come Orvieto. Nati dalle ceneri di due precedenti band, i Pedro sono avviati, secondo Tanzi, ad una luminosa carriera che presto li potrebbe portare anche alla partecipazione al «vero» Sanremo. Il tutto grazie alle canzoni di «Che fretta c’era» (nei negozi dal 10 marzo), titolo che non è una citazione dalla vecchia e sanremese «Maledetta primavera» di Loretta Goggi, e che fa da «ombrello» ad una raccolta di canzoni poco qualificabili, che mischiano salutarmente rock, pop, ballate ubriache e movenze combat rock.

Intanto, come già annunciato, scenderanno stasera in piazza Colombo anche i Beatops e gli Only Stones, nella mitica «sfida» musicale tra canzoni dei Beatles e dei Rolling Stones. La serata, intitolata «C’era una ragzazo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones», è organizzata dai Beatlesiani d’Italia Associati del vulcanico Rolando Giambelli. c.a.

LA REPUBBLICA.IT

CINEMA: MORTO JACK WILD, IL ’DRITTO’ DEL MUSICAL OLIVER

E’ morto l’attore Jack Wild, l’ex ragazzino prodigio che nel 1968 aveva ottenuto una nomination agli Oscar per la sua interpretazione del ’Dritto’ nel film musicale Oliver. Wild aveva 53 anni e da sei combatteva contro un tumore alla bocca; l’annuncio della sua scomparsa e’ stato dato dall’avvocato Alex Jay. Scoperto da un agente mentre giocava a calcio con il fratello maggiore in un parco di Londra, Wild ebbe un improvviso e travolgente successo a soli 16 anni impersonando Artful Dodger nel musical tratto dal romanzo ’Oliver Twist’ di Charles Dickens. Ma la sua carriera non duro’ a lungo, tanto che i film interpretati sono appena cinque, e per molti anni ebbe problemi con l’alcol.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

LA PUGLIA È SERVITA. Le iniziative per la festa della donna 

Itinerario enoturistico studiato al femminile

Puntuale come ogni anno arriva l’8 marzo, giornata della donna che ci offre l’opportunità di raccontare un itinerario enoturistico al femminile. Per il prossimo fine settimana, quindi, vi proponiamo di partire da San Pietro Vernotico, terra ricca di vigneti, dove incontriamo le Cantine Santa Barbara. A guidare l’azienda c’è Pietro Giorgiani, affiancato dalle figlie Marcella e Maria Rosaria, entrambe «donne del vino» di Puglia. E sono proprio loro ad accoglierci nell’azienda interamente ristrutturata, mostrando l’ampia bottaia ricavata nei sotterranei, la sala attrezzata per le degustazioni, gli impianti per la vinificazione al piano superiore. Insieme all’impegno nella produzione di vini di qualità e alla riscoperta dei vitigni autoctoni, la cultura dell’accogl

Sabato, 04 Marzo 2006
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