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di Lorenzo Savastano*
Lotta alla criminalità organizzata: la documentazione anti-mafia e le white list nel sistema delle commesse pubbliche

Il rapporto annuale 2020 dell’Autorità Nazionale Anti-Corruzione (ANAC), presentato alla stampa il 18 giugno scorso, ha rivelato il valore complessivo delle commesse pubbliche bandite durante l’anno della pandemia: oltre 178 miliardi di euro. Si tratta di un “fiume di denaro” che ha sempre interessato la criminalità organizzata, che da sempre prova ad infiltrarsi nella lucrosa filiera degli appalti statali. Per evitare che questo poderoso flusso di risorse erariali “esondi”, inaridendo la connessa economia legale, la legislazione anti-mafia italiana si è da tempo dotata di peculiari ed efficaci argini normativi.

1. Il “fiume di denaro” degli appalti pubblici
Il settore delle commesse pubbliche è da sempre un polo di attrazione di consorterie criminali di segno mafioso, interessate agli ingenti flussi di risorse finanziarie destinate a tale comparto di spesa.
Del resto, i dati riportati nella relazione annuale dell’Autorità Nazionale Anti-Corruzione (ANAC)1 per l’anno 2020, recentemente pubblicata, sono più che significativi: nel 2020 il valore complessivo dei bandi di contratti pubblici, aventi importo pari o superiore a 40.000 euro, si è attestato poco sotto i 178,8 miliardi di euro, dato superiore dell’1,7% rispetto a quello del 2019, nonostante l’inevitabile rallentamento causato dalla pandemia. Di tali contratti, inoltre, i contratti pubblici riconducibili alla pandemia da Covid-19, ammontano a circa 20 miliardi di euro, riferibili a poco meno di 12 mila procedure...

>Leggi l'articolo

da il Centauro n. 241

 


Un contributo professionale su un nuovo versante della criminalità organizzata in un articolo di Lorenzo Savastano Capitano della Guardia di Finanza. Da il Centauro n.241. (ASAPS)

 


 
 

 

Giovedì, 23 Settembre 2021
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