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Rischia di investire un pensionato, poi scende dall’auto e lo picchia a sangue

La vittima è ricoverata alle Molinette con una lesione alla laringe I carabinieri danno la caccia all’aggressore: guidava un’Alfa Mito bianca
È successo venerdì scorso in piazza Guala

Torino  - «Sente la mia voce? Fortuna che le corde vocali non hanno subito danni, ma ho una lesione alla laringe. E poi ho il setto nasale deviato e lividi un po’ dappertutto. Faccio fatica a respirare e a dormire, anche per via degli incubi». Mario è un pensionato di 63 anni. Da quasi una settimana è ricoverato alle Molinette: i medici hanno già sciolto la prognosi, 25 giorni, ma preferiscono procedere con ulteriori accertamenti. È un invalido civile perché, quando era carabiniere ausiliario, è rimasto vittima di un brutto incidente stradale. Venerdì scorso qualcuno gliele ha date di santa ragione. Calci e pugni in mezzo alla strada, soltanto perché si sarebbe permesso di rimproverarlo. «Mi ha salvato l’arrivo di una signora con il cane: quell’uomo deve aver avuto paura di essere riconosciuto ed è scappato». 

L’altra sera, all’ora di cena, Mario era uscito di casa per percorrere le poche centinaia di metri che lo separano dall’appartamento della madre, novantenne, dove lo aspettava anche il figlio. All’altezza di piazza Guala c’è mancato poco che un’auto, di colore bianco, non lo mettesse sotto. Il giovane alla guida, invece di fermarsi e chiedere scusa, ha premuto la mano sul clacson. «Gli ho urlato di andare più piano, lui ha abbassato il finestrino e mi ha riempito di insulti». L’errore del pensionato è stato replicare: «Lo sa che è per gente come lei che esiste il reato di omicidio stradale?». 

L’automobilista, allora, ha tirato il freno a mano ed è sceso. «Io stringevo tra le mani le borse della spesa. Non ho potuto nemmeno provare a parare i primi colpi. Sono caduto ma lui non la smetteva di picchiarmi. Ho notato da lontano una passante che veniva nella nostra direzione, non so dire se si fosse subito accorta di quello che stava capitando. Di sicuro ha fatto sì che il mio incubo finisse». Mario è stato subito caricato su un’ambulanza e trasferito d’urgenza al pronto soccorso del Cto. Da qui è partita la prima segnalazione alle forze dell’ordine. 

Adesso i carabinieri danno la caccia all’aggressore. Purtroppo nessun testimone è riuscito ad appuntarsi la targa della Mito, un modello piuttosto diffuso e di conseguenza non proprio facile da rintracciare. Resta l’identikit di chi c’era al volante, fornito dalla stessa vittima. «Carnagione chiara e capelli bruni, alto più o meno un metro e ottanta, non aveva per niente un aspetto trasandato. Poteva avere 30, 35 anni. Parlava in italiano, ma non sono sicuro della sua nazionalità».

di Federico Genta
da lastampa.it


Pazzesco. Nel soli primi 9 mesi del 2018 l’Osservatorio ASAPS ha registrato 138 aggressioni gravi fra automobilisti per motivi legati alla circolazione nelle quali sono morte 4 persone e 172 sono rimaste ferite di cui 32 in modo molto grave. In 26 casi sono state usate armi proprie (18,8%) e in 21 armi improprie (15,2%).
“C’è mancato poco che un’auto, di colore bianco, non lo mettesse sotto. Il giovane alla guida, invece di fermarsi e chiedere scusa, ha premuto la mano sul clacson. «Gli ho urlato di andare più piano, lui ha abbassato il finestrino e mi ha riempito di insulti». L’errore del pensionato è stato replicare: «Lo sa che è per gente come lei che esiste il reato di omicidio stradale?».
 

Venerdì, 30 Novembre 2018
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