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Rassegna stampa alcol e guida del 27 febbraio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


Nota della redazione di www.asaps.it : Le note e repliche di questa rubrica sono a cura di Alessandro Sbarbada un grande (e coraggioso) esperto di problemi alcolcorrelati.

Ad inizio rassegna riportiamo un articolo già selezionato ieri, integrato dalle considerazioni (in colore blu) che ci ha fatto cortesemente pervenire Telefono Blu. Chi volesse eventualmente esprimere un suo parere in merito, può scrivere direttamente a  telblu@tin.it .
IL GAZZETTINO (Udine)
DOPO LA SENTENZA
Etilometro senza legale, Telefono blu assiste solo chi beve poco

Dopo la sentenza del giudice dell’udienza preliminare di Udine, che nei giorni scorsi ha assolto un automobilista dall’accusa di guida in stato di ebbrezza per violato diritto alla sua difesa, si mobilita Telefono Blu di Sos Consumatori.
Come si ricorderà, l’uomo era stato mandato assolto poiché la Polizia, al momento di sottoporlo all’alcoltest per verificare se avesse bevuto troppo, non lo avrebbe informato che a tale operazione aveva il diritto di far assistere un proprio avvocato di fiducia.
Telefono Blu annuncia che «anche in questo caso sono stati attivati i nostri uffici per assistere gli automobilisti»: è sufficiente contattare il numero telefonico 041/ 5289581 oppure l’indirizzo Internet www.telefonoblu.it/friuli/index.htm. Tuttavia «accetteremo soltanto chi aveva bevuto un mezzo bicchiere - puntualizza l’associazione - perché noi sosteniamo che non si debba bere prima di guidare. Ciò non perché auspichiamo le multe, ma perché è tanto il pericolo per gli altri e per sé (*)».
 
Noi abbiamo due compiti : il primo tutelare chi si rivolge a noi per qualsiasi contenzioso che riguardi privato con privato e privato e collettivo , privato e pubblica amministrazione , ovviamente cercando di favorire le ragioni e non i torti , il secondo quello di sostenere in base ai rapporti che abbiamo con i nostri associati , sostenitori ecc. una posizione su un tema di interesse , senza pero’ trasformarlo in ideologia , posizione assoluta ecc .Per intenderci non siamo un partito nè un sindacato , e avvertiamo i consumatori che questa è la vera differenza . Purtroppo in Italia ci sono associazioni che non corrispondo a questa caratteristica indipendente , per cui generano confusione nel migliore dei casi . Stabilito questo , procediamo sul tema
Ovviamente il mezzo bicchiere era una battuta , la sentenza stabilisce un principio giuridico fondamentale che in Italia non bisogna mai dimenticare , ma quando il cittadino deve sborsare sghei o quattrini , questi principi vengono meno , noi stiamo combattendo una vera e propria battaglia contro i comuni che inventano blocchi del traffico in nome della salute ed ambiente , in realtà fanno altro .
Quindi è evidente che vogliamo giovani e non belli attenti e non pericolosi come lei asserisce . Sul fatto che mezzo bicchiere non faccia scattare la multa , non è sempre vero (abbiamo avuto casi del genere )
Non ci siamo spiegati male in poche righe abbiamo detto : dobbiamo tutelarti ma attenzione se ingiustamente sei stato colpito ....
 
ora legga sotto prima di uscire dal concetto ....
 
 
(*) Nota: diamo per scontato che per "mezzo bicchiere" Telefono Blu non si riferisca a mezze caraffe di grappa, ma mezza unità alcolica standard, ovvero circa 6 grammi di alcol.
Premesso che, a parità di alcol bevuto, il tasso di alcolemia cambia di volta in volta, da persona a persona, in seguito a molteplici variabili, questa dichiarazione non ha proprio senso, perchè chi beve mezzo bicchiere non ha alcun bisogno di assistenza, essendo pressochè impossibile con 6 grammi di alcol superare il tasso di alcolemia previsto dalla legge ed essere sanzionato.
Se Telefono Blu sa di che cosa sta parlando, allora si è spiegata male, o magari il giornalista non ha riportato con precisione la dichiarazione.
 
Può essere comunque utile ricordare che chi si pone al volante con alcolemia pari all’attuale limite di legge (0,5 g/l) ha un incremento del 38 per cento di possibilità di incorrere in un incidente, mentre chi guida con tasso 0,8, vecchio limite di legge, aumenta il rischio di incorrere in un incidente del 169 per cento (Crash Risk of Alcohol Impaired Driving, by NHTSA and others, Toronto, 2002).
Quasi la metà degli incidenti stradali in Italia sono causati dalla guida in stato di ebbrezza: chi decide di difendere queste persone che vengono trovate positive dall’etilometro fa una scelta di campo, e se ne assume la responsabilità: non venga poi a piangere i tanti giovani sterminati da questa strage, la metà di questi per "alcol passivo" (investiti da conducenti ubriachi).
Telefono Blu deve decidere: se, come auspico, sostiene davvero che non si debba bere prima di guidare, allora non difenda chi, guidando in stato di ebbrezza, diviene irresponsabilmente un grave pericolo per sè e per gli altri. ......ma per favore 
 
La patente è un porto d’armi, su un argomento tanto delicato i messaggi devono essere chiari.
In questo campo la tutela dei consumatori, missione portata avanti da Telefono Blu, dovrebbe realizzarsi attraverso una collaborazione con le Forze dell’Ordine, per proteggere il cittadino da chi guida dopo aver bevuto: invece sembra quasi che le Forze di Polizia vengano viste da queste associazioni come avversari da contrastare.  
 
Noi siamo con le forze dell’ordine al servizio della democrazia e libertà del cittadino ..... meno per chi le vorrebbe utilizzarle per fare multe  per divieto di sosta
Siamo vicini ai Carabinieri morti a Nassirya per intenderci come si evince in tutti i nostri siti ......
 
In sintesi , occorre scindere fra politica di prevenzione , che va fatta in tanti modi .ivi comprese piu’  presenze sulle strade delle forze dell’ordine , piu’ cultura , piu’ valori
ma la repressione scatta solo dopo .  Oggi purtroppo la patente punti ha decurtato piu’ punti alle famiglie che ai pirati della strada ,
Quando si deve reprimere si deve passare a colpire prima i piu’ pericolosi non genericamente .....
 
sempre a disposizione
 
 
In un panorama di sangue e di lacrime che scorrono per le nostre strade.

IL GAZZETTINO
Giovanardi vuole riportare in aula la proposta per la chiusura anticipata delle discoteche
«Fermare le stragi del sabato sera»
Milano
L’Udc cercherà di riportare in aula, prima della fine della legislatura, la proposta di legge sulle ’stragi del sabato sera’, che per un sol voto fu bloccata e rimandata in commissione. Lo ha detto ieri il ministro per i Rapporti col Parlamento, Carlo Giovanardi, intervenuto a Milano a un convegno sulla sanità lombarda.
«Decine di migliaia di giovani continuano a morire o restano feriti, e molti di questi per tutta la vita paralizzati - ha detto il ministro -. Ma per un solo voto in Parlamento non siamo riusciti a fare una politica che chiamo ’di riduzione del danno’, che attenui cioè i fattori rischio, che sono l’alcol, il sonno, la musica assordante, le luci psichedeliche».
La proposta era quella secondo cui alle quattro di notte si interrompesse la musica e il ballo e per due ore ci fosse una moratoria nel consumo dei superalcolici «proprio per permettere ai ragazzi, quando si fossero messi in strada - ha detto il ministro - di viaggiare con un minimo di sicurezza per non essere vittime del vero killer, che è il colpo di sonno. Ma siamo stati battuti e la legge è tornata in commissione».
Giovanardi spera di riportarla in aula prima della fine della legislatura, «perché io sono impressionato - ha detto - dal fatto che in questo Paese, se un nostro soldato in missione di pace perde la vita si blocca, e giustamente, il Paese; il fatto suscita grandi passioni e tempeste politiche, e in Parlamento si chiede il ritiro della nostra missione di pace. Ma se ogni fine settimana muoiono 10-12 ragazzi per colpa del divertimento e dell’interesse dei discotecari e dei loro profitti, questo sembra un qualcosa che non interessa a nessuno».
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento è così deciso nel proseguire una battaglia che aveva raccolto molti consensi tra i genitori e le inevitabili proteste del sindacato che rappresenta i gestori delle discoteche. (*)
 
 (*) Nota: ricordiamo che questo progetto di legge di regolamentazione del divertimento notturno prevede, all’articolo 2 ("disposizioni per il contrasto dell’alcolismo", pagg. 14 e 15 del link http://www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampati/pdf/14PDL0057970.pdf ), e agli articoli 3 e 4 interessanti novità legislative a proposito delle bevande alcoliche.

ANSA.IT
Tre morti a Termoli in un incidente stradale
Le vittime tornavano da una discoteca

(ANSAweb) - CAMPOBASSO, 27 FEB - Tre giovani sono morti e un quarto e’ in gravissime condizioni, per un incidente stradale accaduto intorno alla periferia di Termoli. I giovani tornavano a casa dalla discoteca, lungo la statale 87. Le vittime sono Mario Fiori, 24 anni, Alessandro D’Astolfo (26), e Filomena Sabetta (28). Viaggiavano su un’auto che dopo un rettilineo e’ sbandata finendo contro un guard rail che si e’ conficcato nell’abitacolo. I tre sono morti all’istante.

 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Il dramma Ghanese si butta in un vascone irriguo
Suicida per fame
Da 15 giorni non trovava un ingaggio

Cerignola Il suo corpo senza vita affiorava dall’acqua melmosa di un vascone per uso irriguo, in località «Tre Titoli». Sulle prime si era pensato ad uno dei rituali incidenti in cui qualcuno si avvicina troppo alle pareti viscide dei vasconi e ci finisce dentro senza poter poi risalire. Invece, quando hanno tirato fuori dall’acqua Ofori Kingsley, 35 anni, ghanese senza permesso di soggiorno si è capito cosa fosse successo: aveva una corda legata attorno al collo e l’altra estremità legata ad una grossa pietra per non riemergere. Suicidio. Causato dalla solitudine, dalla disperazione per una vita impossibile, nei casolari inospitali e bui dello sterminato agro cerignolano. Ma dovuto anche alla disoccupazione e alla fame. Nessun dubbio per i carabinieri che hanno identificato la vittima e i vigili del fuoco che hanno ripescato il cadavere da quella tomba d’acqua. Da una quindicina di giorni l’africano non riusciva a trovare «una giornata». Il coinquilino della casupola diroccata in cui viveva, l’aveva visto sempre più triste e depresso. Kingsley aveva cominciato ad affogare nell’alcool la sua delusione. Sempre più spesso, infatti, nelle ultime due settimane il ghanese era in preda ai fumi dell’alcool. Ed ubriaco fradicio era anche la notte tra martedì e mercoledì, quando è scomparso nel buio, come un’ombra. Ieri mattina all’obitorio suo fratello, anch’egli senza fissa dimora, anch’egli irregolare, ha effettuato il riconoscimento del cadavere ed ha parlato della fatica di vivere di suo fratello. Casi come questo sono sempre più ricorrenti nelle cronache. Gente che muore carbonizzata la notte di San Silvestro per un incendio nel cassone di un camion abbandonato e usato come tetto; oppure per le esalazioni di un incendio in una misera casupola. Uomini che restano per mesi nelle celle frigorifere di un obitorio, fino alla sepoltura d’ufficio, senza che nessuno reclami neppure il loro cadavere.  Antonio Tufariello.

GIORNALE DI BRESCIA
A Chiari il convegno promosso dai ragazzi di 5.a dell’Itcg Einaudi su incidenti stradali e disagio giovanile
Stragi del sabato, risposta comune

Il dibattito ha preso le mosse da un’indagine condotta con questionario tra 442 alunni
Daniele Piacentini
«La vita è bella: vivila fino in fondo!»: con questo slogan si è aperto ieri mattina a Chiari il convegno "Stragi del sabato sera e disagio giovanile", organizzato presso il Salone Donegani dagli alunni della classe 5°A Mercurio dell’Itcg "Luigi Einaudi" della cittadina clarense. Motivo dell’iniziativa, la presentazione dei dati raccolti dai ragazzi dell’"Einaudi": un lavoro iniziato a fine settembre e che ha visto 442 ragazzi dell’istituto rispondere ad un questionario anonimo sulle proprie abitudini alla guida di scooter o auto. «Un impegno importante - dice il prof. Mariano Pirrotta, che ha coordinato le fatiche dei 15 alunni della 5A -, che dimostra come la scuola non può disattendere le richieste d’ascolto dei propri ragazzi e del proprio territorio». Alla base dell’indagine dei ragazzi una convinzione, espressa ieri mattina dagli alunni Luca Campana e Valentina Zanuzzi: «Non sarà che la causa di un incidente stradale risieda anche in un disagio più grande che coinvolge i giovani, un’inquietudine che viene da dentro? Noi crediamo di sì. La nostra ricerca è solo un segnale di attenzione, perché sappiamo che il problema è complicato e le soluzioni devono essere trovate grazie al coinvolgimento di tutte le forze disponibili». Proprio per fare questo, i ragazzi del prof. Pirrotta hanno "chiamato a rapporto" ieri mattina un numero significativo di istituzioni: l’elenco delle collaborazioni al convegno comprende infatti Il Giornale di Brescia (presente con il caporedattore Claudio Baroni, che ha moderato gli interventi dei relatori), l’Associazione vittime della strada, l’Assessorato alla pubblica istruzione del Comune di Chiari, il Comando di Polizia Municipale e la Polstrada di Chiari, la Provincia di Brescia nonché il campione olimpico Andrea Cassarà ed i Nomadi, che hanno mandato un videomessaggio ai ragazzi. Istituzioni diverse, riunitesi ieri assieme al parroco di Chiari don Piero Marchetti Brevi ed alla psicologa Miriam Masserdotti per tentare di rispondere alla domanda dei giovani dell’"Einaudi": è possibile tentare di mettere fine ad un stillicidio che nel solo 2004 ha causato ben 8.000 morti in tutta Italia, di cui uno su quattro fra i 15 e i 25 anni? Un quesito difficile, cui i relatori hanno provato a dare risposta secondo i propri campi d’azione. L’assessore clarense alla Pubblica Istruzione, Oriella Marella, dopo aver ricordato gli incentivi del Comune per l’acquisto di caschi, ha esortato i ragazzi a «non essere passivi», mentre l’ing. Luisa Zavanella della Provincia ha evidenziato come «la ricerca dei ragazzi di Chiari è una piacevole eccezione». Gli agenti della Polstrada e della Polizia Municipale di Chiari hanno parlato invece dei rischi causati da alcool e droghe, specialmente se accoppiate: «È importante - han ricordato gli agenti - che almeno il guidatore eviti di bere». La velocità, l’alcol, le droghe, «tutti segnali - secondo la psicologa Masserdotti e don Marchetti - di un disagio più profondo, della necessità di intessere relazioni e della difficoltà di viverle». Spunti di riflessione importanti, che andrebbero analizzati a fondo per capire le complessità del rapporto fra incidenti stradali ed il mondo del disagio giovanile: non è infatti un caso se nel 2004 a Brescia e provincia, come ha ricordato il presidente dell’Associazione bresciana vittime della strada Roberto Merli, «durante le ore notturne del divertimento ci sono state 49 vittime».

IL GIORNALE DI VICENZA
Movimentato episodio fra contrà Lodi e corso S. Felice
Investe moto, tampona auto e scappa. La polizia lo ferma

Tampona un motorino, ferendo il centauro, e scappa. Nella fuga colpisce una vettura ma nemmeno in questo caso decide di prestare soccorso. I testimoni memorizzano il numero di targa e chiamano il 113. Le volanti, con l’ausilio dei vigili urbani, bloccano la Volkswagen Golf con un marocchino al volante e un connazionale a fianco. È, in estrema sintesi, quanto accaduto ieri sera fra le 19.40 e le 20 in città. A tarda ora, la polizia stava valutando se arrestare il conducente o limitarsi a denunciarlo a piede libero.
Il primo urto in contrà Lodi. La Golf targata Padova ha urtato la moto facendo cadere un ragazzo, che si è ferito in maniera non grave. Anziché accostare il marocchino ha tirato dritto e per scappare ha sterzato bruscamente centrando un’auto guidata da una donna prima di sgommare via. Sono intervenuti i vigili urbani.
Verso le 20 la Golf è stata fermata dalla polizia all’incrocio fra corso S. Felice, viale Milano e viale Mazzini. I marocchini a bordo sono stati accompagnati al comando dei vigili; il conducente non ha voluto sottoporsi all’alcoltest ed è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza.

GAZZETTA DI PARMA
Ubriaco in Porsche tampona e scappa

Chi si fosse trovato a passare lungo via Emilio Lepido, nel cuore della notte tra venerdi e sabato, non avrebbe potuto evitare di notare quelle due auto impegnate in un incomprensibile inseguimento. Che una Porsche tallonata a forte velocità da una Bmw X5 non è cosa che si veda tutti i giorni soprattutto se al minicorteo si accodano dopo poco anche le pattuglie della polizia. Tutto è cominciato poco dopo le 4 quando la grossa Suv è stata tamponata a poca distanza dallo svincolo della tangenziale nord. Un urto non particolarmente violento che si sarebbe potuto risolvere con due firme sulla constatazione amichevole se l’autista della Porsche, evidentemente ubriaco, non avesse deciso all’improvviso di prendere il largo. Una decisione per nulla gradita dalla vittima del tamponamento che, saltata in macchina, si è incollata al paraurti della Porsche richiedendo nel frattempo l’intervento delle Volanti. Intanto però il fuggitivo, dopo una puntata verso San Prospero aveva bruscamente invertito la sua corsa e bruciato la via Emilia e la tangenziale per sbucare su via Colorno. Dove, ha finalmente accettato di fermarsi e dove l’hanno trovato gli agenti della Questura. I poliziotti raccolte le testimonianze e constatato l’evidente stato di ubriachezza hanno cosí denunciato F. B., 26 anni per guida in stato d’ebbrezza. Una sbronza colossale costata al giovane anche il sequestro del mezzo mentre pure la patente è stata ritirata. Nella speranza che l’automobilista, non nuovo a simili bravate, impari che mescolare la bottiglia e l’acceleratore può essere pericoloso. E non solo per il feroce mal di testa del giorno dopo.

IL MESSAGGERO (Frosinone)
Botte e coltelli, Far West nel pub
Cerenova: due ubriachi scatenano una rissa e feriscono il cuoco

di GIANNI PALMIERI
Sono entrati in un pub di Cerenova già ubriachi, hanno preteso di bere birra dopo l’orario di chiusura e, davanti al rifiuto del proprietario, hanno scatenato una rissa e accoltellato il cuoco. Protagonisti di una notte di follia sono stati Giancarlo Agliata, 52 anni, e Angelo Soriano di 44, residenti nella frazione balneare di Cerveteri, arrestati dai carabinieri di Campo di Mare con una serie di pesanti accuse. I due sono stati ammanettati per lesioni personali aggravate, violenza privata, rissa e porto abusivo di arma da taglio.
In due fasi ben distinte nel locale è sembrato di assistere a scena da far west. La movimentata vicenda aveva avuto infatti anche un prologo, allorché attorno alla 23 gli energumeni, con tanto di enormi cani maremmani sciolti e senza museruola, erano entrati nel pub infastidendo alcuni clienti e ordinando della birra. Un atteggiamento arrogante e provocatorio che aveva indotto molti avventori ad abbandonare il locale anche per evitare di essere morsi dai due cani che si aggiravano ringhiando tra i tavoli. Dopo una vivace discussione erano stati allontanati dal locale dal proprietario con l’aiuto di altri clienti che avevano cercato di far ragionare i due bulli. A quel punto nelle menti di Giancarlo Agliata ed Angelo Soriano, probabilmente intorpidite dall’alcool, è invece scattato il raptus di violenza. Invece di andare a smaltire la sbronza, verso l’una di notte sono tornati nel pub, dove erano rimasti soltanto il titolare e il cuoco, con il chiaro intento di vendicarsi per essere stati precedentemente mandati via.
Con il pretesto di avere altra birra Giancarlo Agliata e Angelo Soriano hanno iniziato ad apostrofare pesantemente i due. Davanti al rifiuto del titolare del pub a somministrare alcool dopo l’orario di chiusura, rischiando dunque di incorrere in una severa sanzione amministrativa, i teppisti hanno preso ad insultare per provocare la rissa. In pochi istanti si è scatenato il finimondo. Hanno aggredito i malcapitati a calci e pugni, provocando un gran chiasso che ha destato l’attenzione di alcuni abitanti della strada che hanno chiesto l’intervento dei carabinieri. Non contenti di aver scatenato la zuffa hanno poi estratto due coltelli a serramanico tentando di colpire il cuoco. L’uomo, J.L. di 40 anni, per parare una coltellata si è riparato con la mano destra che è stata ferita dalla lama. Il cuoco è stato poi medicato con alcuni punti di sutura e 8 giorni di prognosi al pronto soccorso di Ladispoli.
A stento i militari dell’Arma, al comando del maresciallo Francesco Caccetta, hanno placato la furia dei balordi, ormai in preda ad una rabbia incontrollabile. Giancarlo Agliata e Angelo Soriano sono stati processati per direttissima e condannati a 3 mesi. Ad Agliata è stata concessa la sospensione della pena ed è stato già scarcerato, mentre il suo complice è rimasto associato nella prigione di Borgata Aurelia a Civitavecchia.

CORRIERE ROMAGNA (Forlì)
Ubriaco distrugge una rotonda

FORLI’ - Un altro schianto di venerdì notte con alla guida un ubriaco. Ormai è un fenomeno preoccupante. L’altra notte un giovane che viaggiava a bordo di una Peugeot 206 insieme a due amici, ha perso il controllo all’incrocio fra la via del Partigiano e viale dell’Appennino. L’auto ha colpito i new jersey provvisori di una rotonda e si è poi schiantata. Per fortuna non ci sono stati feriti gravi. Sul posto è intervenuta la Polizia Stradale di Rocca che ha denunciato l’automobilista ubriaco e ritirato la patente.

BRESCIA OGGI
CAZZAGO Ubriaco in albergo: arrestato

Alle 23 di venerdì, in evidente stato di alterazione alcolica, E.M., operaio di 31 anni che risiede a Cologne, si è presentato alla reception di un albergo di Cazzago San Martino e ha chiesto una camera per trascorrervi la notte. Il portiere di notte ha preso tempo, visto che quell’uomo era fortemente alterato e i discorsi fatti non erano lineari. Al cliente è stato domandato allora se avesse la disponibilità per pagare la camera. «Certo che posso pagare», ha risposto seccato. E di tasca ha tolto alcuni preservativi, un paio di siringhe e un laccio emostatico. «Ecco, dammi la camera» ha rimarcato. Immaginabile lo stupore del portiere di notte dell’hotel che gli ha detto di non poterlo accontentare. Non poteva certo ricevere preservativi e siringhe a mo’ di compenso.
Al rifiuto, E.M. - i carabinieri non hanno diffuso le generalità trattandosi di un incensurato - ha dato in escandescenze e sono così dovuti intervenire i carabinieri per riportarlo a più miti consigli. Alla vista dei militari l’uomo però ha reagito con violenza ed è stato arrestato con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Ora è in carcere.  F.mo.

L’ADIGE
La proposta di Attilio Scienza in un incontro promosso dalla Confraternita
«Un osservatorio per il vino»

TRENTO - Terzo e conclusivo incontro promosso dalla Confraternita delle vite e del vino di Trento, sul tema: «Dove sta andando il vino trentino?». Nella sala della Camera di Commercio è intervenuto il professor Attilio Scienza, che ha dato un ulteriore contributo al dibattito dopo la sua prima conferenza del novembre scorso. Scienza ha invitato il mondo vitivinicolo del Trentino a porre attenzione alle nuove realtà, che rischiano di mettere in crisi il nostro settore vitivinicolo. È il momento di fare gioco di squadra, lavorare con tutti i soggetti impegnati nella filiera del vino. Un lavoro fatto da tecnici competenti sull´esempio di quello che stanno facendo in Francia. Sarebbe utile istituire anche in Trentino un «osservatorio», per monitorare tutto ciò che avviene in Italia, ma soprattutto all´estero, in modo da rispondere in tempo reale alla concorrenza che si fa sempre più agguerrita. Quello che manca al nostro mondo del vino è la conoscenza dei dati di quanto sta accadendo in termini di produzione e di tendenze nelle altre realtà produttive.
«È necessario - ha affermato Scienza - conoscere in tempo reale i volumi ed i prezzi, seguire i mercati, porre attenzione alla dinamica della domanda ed alle tendenze.
I mercati dell´Est per esempio dove la Francia sta da tempo lavorando per promuovere i suoi prodotti sono molto interessanti. È quindi fondamentale poter creare delle alleanze tra i vari soggetti che si occupano di vino. Occorre porre attenzione anche alle nuove tendenze ai nuovi gusti». Altro capitolo affrontato da Scienza riguarda l´evoluzione delle leggi e delle norme, che in Europa sono assai restrittive. Un tema caro ad Attilio Scienza è poi quello dell´aumento della produzione per ettaro, ma su tale argomento i produttori nella successiva discussione si sono dichiarati contrari, perché la caratteristica delle nostre produzioni è la qualità, produrre più uva per ettaro porterebbe ad una diminuzione della stessa. La produzione nella realtà del Trentino è molto frammentata con piccole aziende ed i costi di produzione sono elevatissimi. Per ogni ettaro coltivato a vite in Trentino occorrono anche 400 o più ore di lavoro anno. Il costo di un´azienda australiana si aggira sulle 50 ore ettaro. In questo ambito non si potrà fare molto, ma mettendo assieme tutte le parti e creando una alleanza forte tra i vari soggetti si può far fronte alla nuova e sempre più agguerrita concorrenza.  U.M.

IL GIORNALE DI VICENZA
Valdastico. Incidente senza gravi conseguenze
Carambola in statale coinvolte quattro auto

(e. m.) Spettacolare incidente lungo la statale semideserta del sabato mattina. Ieri verso le 7,30, all’altezza del ponte di Pedescala a Valdastico, quattro macchine sono infatti rimaste coinvolte in un incredibile scontro, con ripetute carambole, che fortunatamente non ha però procurato conseguenze fisiche a nessuno degli occupanti delle auto. Le cause del sinistro sono ora al vaglio dei carabinieri di Schio, intervenuti sul posto con una pattuglia del nucleo radiomobile. L’alto tasso alcolico è invece il responsabile accertato di due cadute dalla moto verificatesi nella serata e nella nottata di venerdì, rispettivamente lungo la Maranese e in via Maraschin. Nel primo caso coinvolto uno scledense, S. T. del ’61, che è scivolato dal suo ciclomotore sull’asfalto procurandosi un trauma cranico giudicato guaribile in pochi giorni: livello di alcol pari a 3,2 e relativa denuncia. Denuncia con ritiro di patente anche per il trentatreenne turritano R. G. -per lui tasso alcolico di 2,1- "raccolto" alle due di notte da una pattuglia della Polizia municipale dopo essere caduto dalla moto a pochi passi dalla caserma dei carabinieri.

IL TEMPO
Anziani soli e con problemi.

di GIGLIOLA BALDASSARRE FRANCAVILLA — Anziani che vivono da soli, in sovrappeso, depressi e consumatori abituali di alcool: è questa la fotografia che emerge dai dati preliminari presentati ieri al Museo Michetti nell’ambito del 1° convegno regionale "La dimensione socio-sanitaria in Abruzzo”, organizzato dalla Scuola abruzzese di medicina generale (Sang) in sinergia con la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg). Il rilevamento triennale è stato possibile grazie alla collaborazione dei medici di famiglia abruzzesi. Sono 50.000 le schede esaminate e suddivise per sesso e fascia d’età (dai 65 ai 90 anni e oltre). Il primo dato riguarda proprio le abitudini alimentari: oltre 1/3 delle persone considerate risultano in soprappeso, ma non obese. Come dire, si mangia tanto e male, ma non tantissimo e malissimo. L’11% degli anziani vivono soli, con prevalenza femminile; il 5% non ha contatti con i famigliari. Gli ultranovantenni che mantengono una propria residenza sono circa 1000. Un dato preoccupante è riconducibile all’aumento dei casi di depressione e ansia; per non parlare del dato emergente relativo all’aumento del fenomeno dell’alcolismo: in proporzione più maschi che femmine. Le malattie prevalenti sono l’ipertensione, il diabete e le patologie osteoarticolari. Il 5% degli anziani è affetto da neoplasie. "La popolazione considerata - spiega il dott. Fausto Stante che si è occupato dell’elaborazione dei dati – è per numerosità sufficientemente ampia e proviene da un universo di medici grande ed eterogeneo. Si è cercato di fornire una macro-piattaforma epidemiologica formativa e di pianificazione”. "I risultati ottenuti – sottolinea il dr. Luciano Orsini, presidente della Sang e assessore alla sanità del Comune di Francavilla al Mare – saranno comunicati alla Regione che potrà utilizzarli per predisporre, attraverso i Distretti sanitari, dei servizi ad hoc”. "E’ molto importante – prosegue l’assessore agli affari sociali del Comune Anna Maria Chiementa – occuparsi degli anziani che in Abruzzo sono il 10% in più rispetto alle altre regioni”.

IL GAZZETTINO (Venezia)
VENEZIA: noi non vogliamo una città dormitorio
Leggo nella rubrica "Lettere e opinioni" la lettera del sig. Ernesto Pancin "segretario Aepe Venezia" il quale si rammarica del gesto eclatante messo in atto da un esercente veneziano, come ampiamente riportato dal vostro giornale. Poi prosegue con l’invito al Comune «ad una riflessione più serena sull’argomento e soprattutto a porsi il problema che questa città non può essere un dormitorio e basta». Io pongo personalmente all’opinione, il fatto quasi purtroppo dimenticato, che c’è stato un morto, sì signore, una vita spezzata, nell’ultimo giorno di carnevale, nella zona di San Pantalon a pochi passi da S. Margherita. E bene specificato negli articoli del Gazzettino come si sono svolti i fatti, storie di emaginazione, ed alcool, venduto e consumato in quantità industriali, venduto da tutti gli esercenti che hanno le attività nella zona e se ben si vuole ricordare, anche da - autorizzate "dal Comune" - baracche per la mescita di alcolici e superalcolici. Quindi sig. Pancin, diamo un peso ai fatti accaduti, non si vuole criminalizzare tutti gli esercenti onesti di Venezia, non si vuole come dice lei una città dormitorio e basta. Ma prendiamo atto che purtroppo è successo quello, che prima o dopo doveva succedere! Un pestaggio, una violenta aggressione che ha causato dopo qualche giorno, la morte di un uomo! Questo deve far riflettere i lettori, non si vuole accostare la morte di un uomo, con il lavoro onesto di tanti, tantissimi esercenti più che onesti, iscritti alla sua categoria, ma si sà, nei grandi numeri c’è sempre un qualcuno che non si comporta come dovrebbe. Voglio far capire ai lettori, che la situazione è questa, ma purtroppo, forse, non basterà neanche la morte di un uomo, sig. Pancin: sono questi i fatti che mi hanno molto colpito. Luigi Nicoletti.
LA SICILIA (Caltanissetta)
SANTA CATERINA
Disagio, pure le Istituzioni possono fare prevenzione
Santa Caterina.  Le istituzioni si avvicinano ai giovani. Questo il senso dell’incontro che il vice presidente del consiglio comunale Paolo Di Francisca ha promosso, coinvolgendo una quarantina di ragazzi e giovani, che si sono ritrovati nella sede del «Movimento civico caterinese», la lista civica che sostiene il sindaco Antonio Fiaccato.
«Essendo un giovane di 27 anni - dice il vice presidente Di Francisca - mi sono trovato in sintonia con la gioventù caterinese, recependo il disagio che essa vive. Infatti, nel corso dell’incontro, che è nato spontaneamente senza una matrice politica, è apparso chiaro che sono i due i problemi che affliggono i giovani del paese: la droga e l’alcol i cui effetti deleteri, purtroppo, si mostrano quotidianamente e pertanto si devono realizzare progetti di prevenzione. Ritengo che le istituzioni, in primis il Comune, hanno il dovere, in questo caso, di intervenire. Per il momento rileviamo il disagio esistente tra i giovani; discutere con loro ci ha fatto capire quando sia preoccupante a Santa Caterina il fenomeno del consumo di droga e alcol, che trae origine dall’insoddisfazione dei giovani, spesso senza un lavoro. Ed è partendo da queste problematiche che è stato toccato un altro tema, quello dello sviluppo economico. Bisogna che sia radicato nei giovani la mentalità dell’aggregazione. Il fatto di isolarsi non favorisce certo la creazione di imprese, di consorzi e cooperative edili, che possono contribuire a risollevare l’economia del paese. E non è casuale che molte gare d’appalto indette dal Comune vanno aggiudicate a ditte di fuori perchè quelle locali non hanno i requisiti per potervi partecipare».
Al termine dell’incontro è arrivato pure il sindaco Fiaccato, che ha portato i saluti della Giunta e di tutto il consiglio comunale.  Nuccio La Mattina.
IL GAZZETTINO (Treviso)
CASO HEINEKEN
PEDAVENA - (r.g.) «La strada da percorrere è già indicata unanimemente. Ed è quella finalizzata alla vendita del sito a un produttore di birra. Pur apprezzando ogni contributo volto a risolvere la questione dello stabilimento Heineken di Pedavena, è questa la via da seguire». Il presidente della Provincia Sergio Reolon commenta così il progetto lanciato dal consigliere provinciale Costantini di dar vita a una cordata tra gestori di locali e titolari di negozi. Questa, una volta acquistata la fabbrica, utilizzerebbe nei propri esercizi commerciali la birra prodotta a Pedavena. «Ritengo - ha sottolineato il presidente Reolon - che non vadano messe in pista idee alternative a quella che ormai è stata definita come la principale da perseguire unitariamente. Per evitare il rischio che ciò, in un contesto ben delineato, crei confusione. Lavoriamo quindi compatti per cercare di portare a casa il risultato che ci siamo prefissati e che tutte le realtà coinvolte nella questione, come emerso alla recente conferenza organizzata a Pedavena dal Lions Club, hanno fatto proprio». Sempre attivi, i siti internet promossi dai lavoratori (www.birreriapedavena.info) e dal Comitato Birreria Pedavena (http://web.tiscali.it/comitatobirrpedavena/).
CORRIERE ADRIATICO
Le iniziative per combattere l’alcolismo
Arriva un numero verde
MONTE URANO - Un numero verde e un punto di accoglienza e di ascolto per le famiglie e soggetti con problemi di alcol correlati. E’ la proposta avanzata dall’Arcat (associazione regionale del club degli alcolisti in trattamento) al comune di Fermo e che dovrebbe realizzarsi in prospettiva della nuova provincia. A collaborare al progetto saranno i 4 Cat già presenti nel territorio provinciale: Fermo, Porto San Giorgio, Marina di Altidona e Monte Urano. La proposta, che ha avuto un assenso di massima da parte delle autorità fermane, è stata illustrata da Luigina Zazio nel corso dell’incontro informativo “Le nuove dipendenze” organizzato dal comune di Monte Urano e dall’associazione “L’Alveare” e svoltosi venerdì scorso nella sala riunioni del palazzo comunale, inaspettatamente gremita per un tema simile.
IL MESSAGGERO (Pesaro)
Ubriaco al bar tira fuori taglierino e coltello
FANO Momenti di terrore nel cuore della notte fra venerdì e sabato, alle 4, all’esterno di un bar del centro di Fano, "Il passatempo", davanti ai giardini di piazza Amiani, quando un algerino di 35 anni, residente a Fano e disoccupato, ha minacciato un avventore di 45 anni con un coltello a serramanico e un taglierino. All’origine del fatto un alterco scatenato da banali motivi che però, per il giovane, in evidente stato di ebbrezza, sono stati più che sufficienti a fargli perdere la testa e tirare fuori dalle tasche le due armi. L’algerino si è diretto verso uno degli avventori del locale, un tecnico di laboratorio urbinate che, alla vista delle lame, ha saputo mantenere la freddezza evitando di scatenare ulteriori pericolose reazioni da parte dell’aggressore. Il titolare del bar, considerata la situazione, ha avvertito i carabinieri di Fano che, alcuni minuti dopo, hanno bloccato l’algerino denunciandolo a piede libero per minacce, possesso e uso illegale di armi. Una lunga notte di lavoro per gli uomini dell’arma che già dalla tarda serata erano stati impegnati in altri due interventi (due automobilisti denunciati per guida in stato di ubriachezza, un albanese di 30 anni in via Pisacane e un idraulico fanese di 19 anni a Fenile) «Ho visto subito che la situazione rischiava di degenerare - ha detto il titolare del bar - e ho chiamato le forze dell’ordine per evitare pericoli sia alla clientela che a me stesso, oltre che danni al locale».  M.G.
L’ADIGE
Brillo al mattino, esce di strada
Un ventiquattrenne residente in Valsugana è uscito di strada ieri mattina verso le 9.40 mentre con la propria vettura, una Renault Clio, stava percorrendo la bretella che congiunge via Conci e via Galassa a Villazzano. Allertati da un passante, gli agenti dell´infortunistica della polizia municipale si sono precipitati sul posto per i rilievi, trovando il giovane illeso ma un po´ alticcio. È stato sottoposto ad esami per verificare il tasso di alcol presente nel corpo.
 
CORRIERE DELLA SERA
LIBRI CULT Football, alcol e autodistruzione negli «Appunti» di Frederick Exley, scritti negli anni ’60
Un tifoso alla deriva nel sogno americano
«Chiedo di essere giudicato come uno scrittore di fantasia», scriveva Frederick Exley all’inizio di A fan’s note , nel 1968, un attimo prima di cominciare a raccontare al lettore l’iperbolica e sconclusionata vita di «un romantico autodistruttivo», in quel magnifico memoir romanzato che è entrato nella storia della letteratura americana degli anni ’60 come un concentrato di contraddizioni: grande successo di critica, grande insuccesso di vendite, a tutt’oggi, tuttavia, costanti e ininterrotte. Insomma, un cult book e un long seller insieme. È forse perché raccontava la storia di un uomo capace di trovar sollievo alla malattia della vita solo ubriacandosi nei bar davanti a una partita di football americano, inesportabile come sport ma non come metafora - «È stato il mio destino, il mio fato, il mio fine essere un tifoso», si legge sulla tomba di Exley, accanto alle date 1929-1992 - che questo libro famoso di un autore dimenticato arriva solo adesso in Italia col titolo Appunti di un tifoso , nell’ammirevole traduzione di Maria Baiocchi, fedele alla ricchezza di una lingua che, inseguendo il filo dei pensieri dell’autore in tutte le loro diramazioni, rinuncia alla lucidità e alla stringatezza dell’inglese.
Ma chi era, Frederick Exley? Era un one book writer , dissero i critici americani: l’autore di un unico libro, anche se in trent’anni di alcolismo e vagabondaggio esistenziale ne scrisse tre, di cui gli ultimi rappresentano la pallida continuazione del primo. Oggi, col senno di poi, potremmo definirlo un grande fallito, a metà tra il machismo di Hemingway (una foto di poco prima di morire a 63 anni lo mostra barbuto, con una pancia fiera, una sigaretta all’angolo della bocca e una bottiglia di vodka in mano) e il romanticismo di Fitzgerald. Una miscela decisamente infausta, che porterà Frederick Earl Exley detto Ex, il protagonista di Appunti di un tifoso , a sfogare le proprie ambizioni frustrate nell’autodistruzione.
Ex, dunque: uno che è stato ma non è più. Il più crudele dei soprannomi Frederick Exley se lo affibbia da solo, mentre il suo personaggio si muove tra Chicago, New York e il Connecticut, incapace di adattarsi alla vita borghese, entrando e uscendo dagli ospedali psichiatrici, via via depresso, arrapato, impotente, sposato, divorziato, fragile, violento, sincero fino allo strazio e intelligente. Così va la storia di Ex: che giovanissimo arriva a New York, pensando di imporle la propria personalità e diventare uno scrittore famoso come Bellow o Vonnegut o Heller, e ne viene respinto. «Altri magari ereditano dal proprio padre un talento per i numeri, un vecchio orologio d’oro da taschino incrostato di verde, o un’espressione eternamente stupefatta» scrive Exley, il cui padre operaio era stato un buon giocatore di football e come tale un eroe di provincia. «Dal mio ho ereditato il bisogno di sentire sussurrare il mio nome in tono reverenziale».
Non accadrà. Ed Ex porrà rimedio alla cocente umiliazione di aver sperato troppo ubriacandosi di tifo per i Giants, perché la violenza del football americano rappresenta per lui «un’isola di franchezza in un mondo dominato dalla prudenza»; perché il campione dei Giants e suo compagno di università Frank Gifford diventa il suo alter ego; perché Gifford «potrebbe essere l’unica fama che potrò mai avere».
In ospedale psichiatrico, dove il vero Exley viene giudicato schizofrenico paranoico, Ex comincia a scrivere: «In me c’era sempre un Io distaccato e ironico che stava a guardare l’altro Io mentre metteva in scena il suo sogno pacchiano». L’istinto individualista e l’avversione al gregge dell’artista lo rendono incompatibile ai sogni di benessere dell’America di Lyndon Johnson. La sua diventa la deriva di un misfit , di uno spostato, americano nei sogni e antiamericano nei valori. Da quella terribile frizione è nato il grande libro di un perdente. Il libro: Frederick Exley, «Appunti di un tifoso», Alet, pagine 446, 21
LA STAMPA
Centra le auto ferme sulla strada I fumi dell’alcool lo avevano ottenebrato....
LA PROVINCIA PAVESE
con la patente a punti diminuiti gli infortuni più gravi sulle strade
IL MESSAGGERO VENETO
incidenti e patenti ritirate a causa dell’abuso di alcol
LA NAZIONE (Firenze)
Studente ubriaco si scatena Calci all’entrata della facoltà
LA NUOVA FERRARA
era ubriaco alla guida
ALTO ADIGE
alcolici ai mega party regole uguali per tutti
IL RESTO DEL CARLINO (Imola)
Ubriaco reagisce ai poliziotti
LA NAZIONE (Lucca)
Ferma la macchina sui binari: era ubriaco
LA GAZZETTA DI MANTOVA
ubriaco in motorino condannato
IL GAZZETTINO (Nordest)
Noto imprenditore vinicolo schiacciato da una botte



Lunedì, 28 Febbraio 2005
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