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Rassegna stampa alcol e guida del 26 aprile 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GIORNALE DI VICENZA
MAXI-TAMPONAMENTO
Ubriaco abbandona l’auto sulla A 22
Fabiana Marcolini
Poteva finire in tragedia. Il bilancio è stato invece di due feriti, un maxi-tamponamento con molte auto ammaccate, lunghe code.
Sulla A22, direzione Brennero, vicino a Brentino Belluno, un ubriaco ha abbandonato l’auto al centro della carreggiata.
All’uomo era già stata ritirata la patente
Aveva bevuto, in realtà non avrebbe potuto nemmeno salire su un’auto per parcheggiarla in garage perchè la patente, a causa di quell’abitudine, gli era stata sospesa a tempo indeterminato. Eppure ieri notte ha preso la macchina facendo in modo che il padre non se ne accorgesse, e si è allontanato da casa. Lui, Marcello A., 40 anni tra una decina di giorni, abita a San Martino Buon Albergo, e si è diretto verso nord per imboccare la A22 in direzione del Brennero. Chissà quante volte ha rischiato di andare a sbattere lungo il tragitto sta di fatto però che alle 5, all’altezza del comune di Brentino Belluno, la Lancia K coupe rossa fiammante è finita contro il guard rail centrale. Mettendosi di traverso. E lui, che non si era fatto male, è sceso dall’auto danneggiata e si è allontanato a piedi, lasciando la macchina in mezzo alla carreggiata.
Un comportamento che la legge non punisce severamente (è prevista una sanzione amministrativa) che comunque, oltre ad essere pericolosissimo, è segno di totale mancanza di educazione stradale oltre che di inesistente senso civico. E infatti contro la macchina del signor Marcello, ferma in mezzo alla strada senza una luce e tantomeno il triangolo catarinfrangente, ci sono finiti in quattro. In rapida successione perchè gli automobilisti l’hanno vista all’ultimo momento, non sono riusciti a frenare a causa della pioggia e uno dopo l’altro si sono accartocciati contro la Lancia. Il primo è stato un autocarro Mercedes condotto da un cittadino tedesco, quindi è stata la volta di una Lancia Lybra condotta da un veneziano di 60 anni. La terza auto finita contro le altre è stata una Peugeot condotta da un uomo di 34 anni di Trento e infine una Fiat Multipla, alla cui guida si trovava un trentino di 55 anni. Quest’ultimo e il passeggero che viaggiava sulla Peugeot hanno riportato lesioni, fortunatamente non gravi, ma sono stati accompagnati in ospedale a Caprino per controlli.
Poteva accadere un disastro, il tamponamento avrebbe potuto causare diverse vittime: a quell’ora stava piovendo copiosamente, solo la fortuna e l’intervento immediato delle pattuglie della Polstrada di Verona Sud hanno evitato che il numero delle auto coinvolte salisse e il bilancio si aggravasse.
Lui, il signor Marcello, dopo aver lasciato la Lancia in mezzo alla carreggiata si è allontanato a piedi. Lo ha rintracciato una pattuglia dei carabinieri di Caprino fuori dall’autostrada: il tasso di alcol era abbastanza alto (1,74 grammi/litro) così è stato denunciato per guida senza patente (visto che gli era sospesa a tempo indeterminato rischia anche l’arresto) e in stato di ebbrezza oltre che per ingombro della carreggiata (per cui il codice della strada all’articolo 161 prevede una sanzione amministrativa). Poi è stato riaccompagnato a casa e affidato al padre. (*)
Non è stato comunque un caso isolato: il timore di essere trovato in stato di ebbrezza al volante la sera del 22 ha fatto adottare la stessa «tecnica di abbandono» anche a un cittadino straniero, Hassan C. di 35 anni e residente nel Trevigiano. Era andato a sbattere sulla A4, all’altezza di Sona, contro il new jersey, la macchina era rimasta sulla corsia di sorpasso e lui se ne era andato a piedi. E’ stata una pattuglia della polizia stradale di Verona sud, che stava percorrendo la Serenissima, a intervenire ed evitare che l’auto danneggiata potesse causare problemi alla viabilità. Lui, Hassan, è stato fermato e al controllo è risultato positivo all’alcotest: anche a lui la patente era stata sospesa a tempo indeterminato per guida in stato di ebbrezza. (f.m.)
 
(*) Nota: qualche Santo protettore degli automobilisti è intervenuto ad evitare la possibile strage.
Ora intervenga qualche umano: episodi di simile gravità richiedono provvedimenti esemplari.
IL MESSAGGERO (Ancona)
NOTTE AGITATA ALLE GRAZIE
Urla e lamette contro moglie e agenti
Rumeno dà in escandescenze dopo la gita al mare, lui in galera e lei all’ospedale
di MARINA VERDENELLI
Picchia la moglie minacciandola con delle lamette da barba e all’arrivo della polizia se la prende anche con gli agenti in divisa. Scene di ordinaria follia quelle andate in onda domenica notte in via delle Grazie, al civico n°49, a due passi dalla pasticceria Dum. Intorno alla mezzanotte un rumeno di 37 anni, Simion Novacovic, ha dato in escandescenza inveendo prima a parole contro la giovane moglie di 33 anni, Antonella Brodan, rumena, per poi passare alle mani. Urla e insulti gridati a squarcia gola che hanno svegliato l’intero vicinato e i figli della coppia terrorizzati di quando stava accadendo sotto i loro occhi.
A nulla sono valsi i tentativi del cognato, Ovidio Brodan, 30 anni, rumeno anche lui, che aveva ospitato moglie e marito da alcune settimane all’interno dell’abitazione delle Grazie, di far ragionare Novacovic che voleva buttare dalle scale la compagna. Immediata la chiamata al 113 da parte di Brodan per chiedere l’intervento della Polizia. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato il 37enne fuori di sé. Alla vista delle forze dell’ordine Novacovic ha nascosto in bocca le lamette da barba utilizzate per minacciare la moglie inveendo anche contro gli agenti. Grazie alla collaborazione di Brodan, che ha avvisato gli agenti delle lamette messe in bocca dal cognato, la polizia è riuscita a prendere il controllo della situazione senza che nessuno si facesse seriamente male. Il 37enne è stato arrestato e condotto nel carcere di Montacuto per aggressione, maltrattamento e resistenza a pubblico ufficiale. Ferita lievemente la moglie che ha riscontrato solo alcuni lividi alle braccia.
Prima della lite furibonda l’intero nucleo familiare del civico n°49 aveva trascorso una giornata al mare, in assoluta tranquillità. Tornati a casa Novacovic è uscito di nuovo dicendo di andare a comperare il pane. Non vedendolo per cena la moglie lo ha chiamato al cellulare. A mezzanotte il rientro a casa, sembrerebbe dopo aver alzato un po’ il gomito. In preda ai fumi dell’alcool l’uomo avrebbe perso il controllo iniziando ad inveire sulla moglie.
IL GAZZETTINO
Montecarlo
Dopo aver rischiato la vita il principe Ernst confessa: «Colpa dell’alcol, non riesco a rinunciare alle bevute»
Il principe Erns August di Hannover (51 anni), il marito della principessa Carolina di Monaco che di recente è rimasto a lungo in gravi condizioni in ospedale a causa di una pancreatite acuta, ha riconosciuto il suo debole per l’alcol ammettendo di «non sapere dire di no» al suo richiamo.
«Il mio problema è che io non posso dire di no», ha ammesso Ernst August in dichiarazioni riportate dal quotidiano tedesco Bild. «Quando qualcuno mi telefona e mi propone di andare a fare delle sonore bevute, io vado - ha aggiunto - ma ora devo imparare a farmi trovare di meno, in modo che non mi chiameranno più, e io non sarò più tentato». Ernst August di Hannover era stato ricoverato il 5 aprile scorso per una pancreatite acuta, e poco dopo era stato messo in rianimazione. Aveva lasciato la clinica Princesse Grace di Monaco il 19 aprile. Attualmente sta seguendo una cura di riabilitazione in un centro specializzato di Schruns, in Austria. Secondo i medici alla base dei suoi problemi sarebbe stato proprio l’abuso di alcol.
Il marito di Carolina ha ammesso di aver avuto paura di morire, anche se - ha sottolineato - non aveva proprio voglia di andare all’altro mondo. «Mia figlia ha ancora solo cinque anni», ha detto.
«Per 35 anni il mio stile di vità è stato più che difficile», ha ancora detto Ernst August secondo il quale «tutto ciò ora cambierà».«D’ora in poi andrò avanti per piccoli passi».
«Con il principe - ha detto Christian Schenk, il suo medico curante - abbiamo parlato a lungo di queste cose. Ci conosciamo ormai da anni. Gli ho detto che può contare su di noi e che può rimanere in cura presso la nostra clinica per tutto il tempo che vuole».
IL MESSAGGERO
Guidonia
Moto contro auto: grave un romeno
L’uomo, senza casco, era ubriaco e ha perso il controllo del mezzo
di KAREN LEONARDI
E’ in gravissime condizioni, e in prognosi riservata, il romeno che l’altro ieri sera, a bordo di una moto, è finito contro un’auto, a Guidonia Montecelio.
Julica Avram, 35 anni, senza fissa dimora, è stato trasportato d’urgenza al reparto rianimazione dell’ospedale "San Giovanni Evangelista" di Tivoli: ha riportato la rottura di un femore, trauma cranico, ferite su tutto il corpo e lesioni al volto, i medici non hanno ancora sciolto la prognosi.
All’origine dell’incidente, l’eccessivo alcool assunto qualche ora prima dall’uomo che, improvvisamente, ha perso il controllo della sua moto, un Boster Yamaha 50. Illesa, invece, la coppia di fidanzati che viaggiava in senso contrario, su una Ford Mondeo, contro cui si è schiantato il mezzo guidato dall’extracomunitario. I due, residenti all’Albuccione, hanno riportato soltanto qualche lieve contusione ma molta paura.
L’incidente è avvenuto domenica, poco dopo le 22, in via Gualandi, la strada che collega via Roma alla via Tiburtina. Sul posto sono arrivati, per i rilievi del caso, i carabinieri della compagnia di Tivoli che, dopo aver constatato le condizioni del Avram, hanno subito chiamato un’ambulanza del 118 per il trasporto al nosocomio tiburtino. Secondo la ricostruzione effettuata dai militari della stazione di Tivoli Terme, l’uomo, che viaggiava in direzione della via Tiburtina, annebbiato dai fumi dell’alcool, avrebbe improvvisamente sbandato all’altezza del distretto sanitario dell’Asl Rmg. L’impatto con l’auto che proveniva in senso contrario è stato molto violento: Avram, che tra l’altro non indossava il casco, ha fatto un volo di una cinquantina di metri.
IL SECOLO XIX
«Troppo lieve la pena di Soraci»
TRAGEDIA DI VIA GRAMSCI Contestato alla Corte Costituzionale il divieto di appellare una sentenza con rito abbreviato
Investì e uccise donna incinta. Il pm fa ricorso alla Consulta
Troppo pochi due anni di reclusione. Inaccettabile la sospensione condizionale della pena. Illegittimo sotto il profilo costituzionale che la pubblica accusa non possa fare ricorso in appello contro una sentenza di primo grado emessa con rito abbreviato. Non è solo una questione tecnico giuridica quella che anima il ricorso alla Corte costituzionale firmato dal sostituto procuratore Federico Panichi, sul caso di Massimo Soraci, il piccolo imprenditore di 35 anni, condannato per aver travolto e ucciso, al volante di un fuoristrada, una donna di 28 anni, Arianna Ciccolella, al quinto mese di gravidanza. Era il 19 settembre 2003.
È una battaglia giudiziaria che riguarda tante esistenze segnate per sempre da quella tragedia: la vita dei parenti e soprattutto del marito della vittima, Gianluca Sanna, tecnico dell’Ansaldo, privato dell’amore di sua moglie e della speranza di un figlio; e la vita dello stesso Massimo Soraci, che difficilmente dimenticherà quella notte, la fuga dopo l’incidente, i giorni passati in carcere con le accuse di omicidio colposo, aborto colposo e omissione di soccorso, per essere scappato alla guida della sua Subaru Impreza, sotto l’effetto di un cocktail di farmaci e alcol.
Il processo con rito abbreviato si è celebrato alla fine dello scorso anno e il giudice ha inflitto a Soraci, che era entrato e uscito dal carcere due volte durante le indagini, una condanna a due anni, sospesa per effetto del riconoscimento delle attenuanti generiche e della condizionale, essendo l’imputato incensurato. «Sono un uomo distrutto», ha sempre ripetuto l’imprenditore, difeso dagli avvocati Camillo Ciurlo e Emanuele Lamberti, negando di aver mai assunto alcol e farmaci, se non quelli per una cura dimagrante: «Quella sera presi solo una birra».
Contro l’impossibilità del pm di ricorrere in Appello, il sostituto procuratore Panichi ha chiesto che la Corte costituzionale decida sullo stesso articolo del codice di procedura penale che lo vieta (il numero 443, comma 3).
«La norma - secondo il pm - è in contrasto con gli articoli 111 e 112 della costituzione italiana che riguardano il principio di parità delle parti processuali e l’esercizio dell’azione penale». In particolare solo l’imputato avrebbe avuto la possibilità di appellare la sentenza di condanna e al pm sarebbe negata la facoltà di proseguire l’azione penale che non si limita solo alla fase precedente il rinvio a giudizio.
Nel caso di Massimo Soraci il pm contesta il riconoscimento delle attenuanti e la sospensione condizionale della pena: «Non sono state considerate le modalità del fatto e la reiterazione della condotta illecita, finalizzata a procurarsi l’impunità del delitto di omicidio colposo già commesso. Soraci non si è consegnato spontaneamente ai carabinieri ma è stato arrestato dopo essere fuggito». E contesta lo stesso ammontare degli anni di reclusione ai quali l’imputato è stato condannato dal giudice: doveva essere «più sostanzioso l’aumento di pena per la continuazione del reato».
 
VARESE LAGHI
Luino Due incontri al Verbania mettono a nudo i problemi della dipendenza da alcol con un occhio alle nuove generazioni
Due incontri, il 28 aprile alle 17,30 e il 6 maggio alle 21 a Palazzo Verbania, per parlare di alcolismo e famiglia, lavoro, società e…figli. Questo il tema al centro di due dibattiti organizzati dal Club degli alcolisti in trattamento di Luino, gruppo operativo sul territorio dal 1990 e guidato dal conduttore storico Furio Ferri. «La dipendenza da alcol è uno dei problemi sociali più diffusi ed è anche uno dei meno affrontati pubblicamente – afferma Ferri – per questo abbiamo deciso di portarlo all’attenzione del pubblico luinese con questi due incontri informativi». Un problema che colpisce tutte le fasce d’età anche se in modo diverso e se per gli adulti si parla di alcolismo cronico, dovuto ad una vita da bevitore, per i giovani, che secondo una recente ricerca alzano il gomito sempre più presto, si tratta di alcolismo acuto «da sballo». «C’è una grande difficoltà in molte famiglie – spiega il conduttore Cat – ad affrontare l’alcolismo di un figlio, a volte i genitori non ci vogliono credere e non ne parlano». Eppure c’è, silenzioso tra le pieghe della famiglia che tiene tutto dentro e che non fa uscire nulla dalle pareti domestiche fino a quando il problema non esce allo scoperto. «Spesso è capitato che familiari di ragazzi anche molto giovani siano venuti da noi a chiedere qualche consiglio ma il metodo sistemico del Cat non funziona con i giovani che si sbronzano una o due volte a settimana, come con i bevitori cronici che lo fanno da decenni. Con i «cronici» raggiungiamo il 70% di riuscita del progetto ricostruendo insieme alla famiglia il tessuto affettivo e sociale». Discorso ben diverso per i giovani che, secondo il Cat, utilizzano sempre meno la famiglia come punto di riferimento e sempre di più il gruppo nel quale trovano protezione e giustificazione nei loro comportamenti sbagliati. «Oltre al calo di importanza della famiglia – conclude Ferri – va rilevato che un giovane alcolista, oggi, viene indirizzato prima al Sert e poi in un centro dove si curano dipendenze di ben altro tipo riproponendo uno schema sbagliato come quello che portava gli alcolisti nei manicomi negli anni ’70 peggiorandone la situazione». Se si vuole affrontare il problema alcol tra i giovani, dunque, vanno create strutture apposite, secondo Furio Ferri, per affrontare il problema con un approccio sistemico come quello del Cat ma che faccia leva sulle tematiche giuste (*). Sono più di 2700 i gruppi Cat diffusi in Italia e ce ne sono quattro in provincia di Varese. Da molti anni collaborano con i Sert e i buoni risultati di questa terapia basata su regole abbastanza dure, niente anonimato e incontri con i familiari a frequenza settimanale hanno consolidato la fama del Club alcolisti in trattamento come ottima via d’uscita dalla dipendenza dall’alcol.
 
(*) Nota: si tratta di un parere rispettabilissimo, ma solo di un parere personale, che non ha niente a che vedere con l’approccio dei Club. Il problema è complesso e nessuno ha bacchette magiche.
Quella delle “strutture apposite” per i giovani è un’idea personale di Furio Ferri.
Con l’occasione va chiarito che, secondo l’approccio ecologico-sociale, i Club degli Alcolisti in trattamento non si riconoscono come “gruppi”, non fanno “terapia”, non parlano di “alcolismo cronico” né di “bevitori cronici”, hanno conduttori che sono i componenti del Club che esercitano questo ruolo a rotazione (il servitore insegnante al Club non è conduttore).
Lo stesso concetto di “dipendenza” era messo seriamente in discussione da Vladimir Hudolin.
Ma questo sarebbe un discorso troppo lungo.
LA PROVINCIA DI CREMONA
Russia, alcol e disoccupazione Vita breve per gli uomini
Mosca — La Russia post comunista perde «uomini allo stesso ritmo dell’Urss durante la seconda guerra mondiale», avverte Anatoli Vishnevski, demografo. Un milione di uomini in età da lavoro languisce in carcere, un altro milione è drogato, gli alcolizzati cronici sono almeno quattro milioni e 5 milioni i disoccupati. Non a caso speranza di vita dei maschi russi — ne ha parlato ieri il presidente Vladimir Putin durante il suo discorso annuale — è di appena 59 anni (ben 16 anni in meno rispetto all’Occidente) mentre quella femminile è di 73.
CORRIERE ROMAGNA (Ravenna)
Ubriaco al volante reagisce ai poliziotti
ravenna - Ubriaco, si era messo al volante della sua auto. La sua andatura zigzagante, fatta di improvvise accelerate e brusche frenate in rapida successione, ha insospettito due poliziotti che lo hanno fermato, nel corso della notte tra sabato e domenica, lungo via Romea Sud. Sottoposto al test dell’etilometro il giovane - un ravennate di diciotto anni, appena patentato - è risultato abbondantemente oltre il limite fissato dal codice della strada. Oltre che per guida in stato di ebbrezza, il ragazzo è ora indagato anche per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti per aver assestato alcuni calci all’auto della Polizia ed aver dato in escandescenze nei confronti degli agenti in divisa.
IL MESSAGGERO (Latina)
VIA EZIO
Baracca in fiamme: clandestini in fuga
Una vampata improvvisa, poi le urla e il fuggi-fuggi. Scene da un incendio a Latina, momenti di panico in una baracca in legno, plastica e lamiera che sorge alle spalle della Procura della Repubblica, in via Ezio.
Accade la notte scorsa poco dopo le 24 e l’accorrere dei vigili del fuoco e di una ”volante” della polizia serve solo a provocare la fuga on the road di una mezza dozzina di immigrati clandestini che nella casupola abusiva si stavano riposando.
Colpa di una stufetta approssimata e, forse, di qualche bottiglia di vodka di troppo per annullare la realtà che circonda questi disperati che preferiscono alloggiare come clochard pur avendo spesso un lavoro nell’edilizia o nell’agricoltura. L’obiettivo è mandare quanti più euro possibile alle loro famiglie rimaste in Romania e Ukraina. Nessuno si è ustionato nel rogo, nessuno è rimasto ferito scappando nell’oscurità rischiarata a malapena dai bagliori delle fiamme. L’intervento della squadra dei vigili del fuoco è valso a scongiurare il peggio. Ma l’episodio ha riaperto un caso che si ripresenta ciclicamente: quello degli slums che circondano il capoluogo pontino e che si annidano dietro palazzi o lungo canali. E non va dimenticato l’omicidio a cielo aperto vittima un immigrato indiano scoperto il 9 febbraio scorso a poche decine di metri dalla stazione delle autolinee del Cotral: un crudele assassinio, messo in atto strangolando la vittima nell’erba. A due passi da giacigli di fortuna. Al. Ce.
ROCKOL.IT
Brian Harvey (ex East 17) tenta il suicidio
Brian Harvey, ex componente degli East 17, tra i precursori delle odierne boyband, ha tentato il suicidio. Il quotidiano londinese "Evening Standard" di oggi riporta che il cantante, trent’anni, ha ingerito alcuni sonniferi e poi si è scolato dieci lattine di birra. In stato di evidente alterazione, Harvey ha iniziato a telefonare ad alcuni suoi amici, i quali hanno chiamato un’ambulanza che lo ha trasportato presso l’ospedale Whipps Cross. Il cantante, espulso dagli East 17 nel 1997 dopo aver manifestato la sua simpatia per l’ecstasy, ultimamente era apparso depresso. Secondo alcune fonti, Brian era molto dispiaciuto per l’improvvisa morte di sua nonna; inoltre il suo rapporto con la fidanzata Emma non stava attraversando un buon momento. Il cantante sarebbe ora fuori pericolo. Nel giugno 2003 gli ex "rivali" dei Take That tentarono un goffo ritorno; i rimasugli del gruppo, riassemblati proprio da Harvey, provarono a tornare sulle scene. Concerti falliti per mancanza di pubblico pagante..
PUBBLICITAITALIA.IT
Nastro Azzurro e Valentino Rossi tornano in tv con Euro Rscg
La birra Nastro Azzurro torna in tv dal 24 aprile con un nuovo spot firmato Euro Rscg e ideato da Giordano Curreri (art) e Marco Geranzani (copy), sotto la direzione creativa di Roberto Greco e Giovanni Porro. Testimonial della campagna è ancora il motociclista Valentino Rossi
Nel nuovo spot Mike, un ragazzo afro-americano che fa il tassista a New York e guida una Fiat 500, viene intervistato in un locale della città mentre, insieme ad alcuni amici, beve una Nastro Azzurro. Fra un sorso di birra e l’altro, Mike racconta la sua storia: la 500 gli ha dato l’ispirazione per fare il suo lavoro in modo diverso, fornendo ai suoi clienti, tra i quali Valentino Rossi, un servizio taxi dotato di ogni comfort, come il frigo bar pieno di Nastro Azzurro. Il claim recita ’c’è più gusto a essere italiani’.
Lo spot, declinato nelle versioni da 15 e 30 secondi, è stato girato a New York e post prodotto a Milano da You Are. Il regista è Paolo Monico per la casa di produzione Mercurio. Il direttore della fotografia è Andres Sanchez.
L MESSAGGERO (Marche)
Il 25 Aprile Contestazione sul San Marco Proteste a San Benedetto e Roccafluvione
Sacrario, “schiaffo” al sindaco
Un gruppo di persone issa cartelli e volta le spalle a Celani
di LINO MANNI
Anche quest’anno, durante la celebrazione del 25 Aprile a colle San Marco, davanti al Sacrario, il sindaco Piero Celani ha subito la contestazione di un gruppo di persone che lo accusano di “oscurare” la motivazione, ovvero l’attività partigiana, per la quale la città di Ascoli è stata insignita della medaglia d’oro al valori militare. Quando Celani ha cominciato a parlare si sono alzati numerosi cartelli con la scritta “Per attività partigiana” e un folto gruppo di persone gli ha voltato le spalle. Celani ha ribadito che il 25 aprile è un giorno di libertà, di festa nazionale, di riflessione sui valori che uniscono. «Siamo saliti tutti insieme ha detto perchè è un giorno di festa». Le spalle al sindaco Celani sono state duramente condannate dall’Anpi che tramite il presidente provinciale Tito Alessandrini ha ricordato l’eroico sacrificio dei partigiani e di tutti coloro che per la Patria e la libertà hanno dato la vita. L’Anpi ha chiesto anche l’installazione di un Cippo della Resistenza alle Casermette per ricordare uomini, ideali e luoghi della storia. Al risentimento dell’Anpi ha risposto il Comitato 3 Ottobre: «Non abbiamo voltato le spalle ai partigiani ma al sindaco perchè non ammette la motivazione della medaglia d’oro di cui il Comune è insignito». Il pianoro San Marco ha fatto ieri il pieno. Tanti soprattutto i giovani che, in concomitanza del Festival della musica rock, vi hanno trascorso la notte tra musica assordante e...qualche bicchiere di birra di troppo. Ma è andato tutto bene. Nel pianoro una distesa di tende, colorate e di varie dimensioni. La celebrazione del 60° anniversario della Liberazione, iniziata in città, è stata come sempre molto sentita. A San Marco il prologo è stato con le note di “Bella Ciao”. Sistetico l’intervento del presidente della Provincia Massimo Rossi che si è presentato con una copia della Costituzione in mano. «Ho pensato di portare la Costituzione ha detto pensando a coloro che hanno dato la vita per questa società. Ci hanno lasciato qualcosa di importante. Principi il cui significato non dobbiamo mai perdere altrimenti perderemo il significato del 25 aprile. Difendere la nostra Costituzione significa difesa di questi principi». La cerimonia è terminata intorno a mezzogiorno. Nel frattempo il pianoro si è popolato ancora di più. Una signora colta da malore è stata trasportata dall’ambulanza a disposizione sul pianoro all’ospedale. Un ragazzo è stato medicato alla mano per un taglio. Altra contestazione a Roccafluvione dove il sindaco Giuseppe Mariani ha rifiutato la concessione della sala consiliare a “La Grande Famiglia”, associazione di giovani affiliata all’Arci che si è costituita da poco. Il motivo del rifiuto? «La sala è concessa solo per motivi istituzionali», ha detto il primo cittadino. Come se la festa della Liberazione non fosse un fatto istituzionale. Mariani ha però offerto un contributo di 100 euro all’associazione affinché si trovasse un’altra sala. Contributo rifiutato e immediata e affollata protesta i n piazza con la partecipazione del presidente della Provincia Rossi, che ha patrocinato la manifestazione, e Alessandrini dell’Anpi.
LA SICILIA (Trapani)
operazione dei carabinieri
Controlli e posti di blocco davanti ai pub e alle discoteche
Sono una mezza dozzina di giovani marsalesi che sabato notte sono incappati nei controlli con l’etilometro. E che per questo motivo dovranno dire «arrivederci» alla loro patente di guida.
Ad effettuare i controlli, con diversi posti di blocco sulle principali vie d’uscita dalla città sono stati i carabinieri della locale Compagnia, che hanno operato in collaborazione con i colleghi delle stazioni periferiche di San Filippo, Ciavolo e Petrosino.
Scopo dei controlli era proprio quello di prevenire le cosiddette «stragi del sabato sera». Incidenti stradali quasi sempre provocati dallo stato di ebbrezza da alcool di chi è alla guida dell’auto. Giovani e spericolati autisti che talvolta sono anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Droga e alcool, dunque, per un mix devastante che porta a premere sull’acceleratore senza rendersi conto dei pericoli cui si va incontro. Ed è stato proprio nel tentativo di abbassare il livello di rischio, togliendo la patente a quanti non si rendono conto che in tal modo mettono a repentaglio la propria e le altrui vite, che i carabinieri, anche sulla spinta delle preoccupazioni espresse da parecchi genitori, hanno deciso quest’ultimo giro di vite. I posti di blocco sono stati, perciò, effettuati sia nei pressi dei principali locali notturni e discoteche della città e lungo le principali arterie. Sia quelle in direzione di Mazara del Vallo, che di Trapani.
Il timore che proprio il sabato notte in parecchi si mettono alla guida con un notevole tasso di alcool nel sangue ha trovato conferma nell’esito dei controlli. Del resto, anche le numerose bottiglie di birra sparse per terra nei luoghi solitamente frequentati dai giovani costituiscono una inequivocabile conferma a tali timori.
Per i sei guidatori contravvenzionati è, intanto, già scattata la segnalazione alla Prefettura per la sospensione della patente di guida.  A.P..
IL GAZZETTINO (Treviso)
SAN PIETRO Il noto allenatore Stallone deluso dopo la partecipazione al reality show "Cambio Moglie" protesta: «Hanno esagerato con gli stereotipi del Nord Est»
Scoppia la polemica con la Tv: «Dipinti come degli ubriacon
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Un altro "Cambio moglie"? Mai più, almeno per Settimio ("Timmy") Stallone, il noto allenatore di calcio residente a Rua di San Pietro di Feletto che, insieme alla consorte Fioretta, ha partecipato al reality show di Foxlife. "Un misto tra una fiction e Blob", dicono i coniugi, delusi dal montaggio della puntata che sta andando in onda sul satellite in varie repliche a partire da giovedì scorso. La coppia è una delle venti selezionate dalla produzione del programma.«Ci sembrava un’idea divertente - racconta la donna - certo non immaginavamo che sarebbe stata così dura, in particolare per me che sono finita in una famiglia piena di problemi».
A Roma, nell’appartamento dell’operatore ecologico Antonio Gerlando e delle figlie Arianna e Sharon, mentre la signora Carla si trasferiva a casa Stallone (prima domanda alla scoperta della sua destinazione: "San Pietro di Feletto: e dove sta?"). Per cinque giorni l’atleta Fioretta, docente di sostegno alle scuole medie ed insegnante di arti marziali ed aerobica, si è così ritrovata a cucinare il radicchio di Treviso per tentare di migliorare l’alimentazione sregolata delle due ragazze. Nel frattempo lo sportivo Timmy, professore di educazione fisica a Possagno e tecnico degli Allievi dell’Opitergina, portava la sua ospite a cena alla "Terrazza Martini" di Rolle, e le faceva trovare il Gazzettino sul tavolo della colazione. Salvo poi sentirla pronunciare, nella sintesi televisiva che ha indugiato non poco su bicchieri e damigiane, commenti del tipo: "Non sono abituata a questa vita da beoni".«Abbiamo protestato con la redazione - afferma l’ex mister della Marenese - perché ci sembra che abbiano esagerato con gli stereotipi del Nordest. Hanno dipinto noi trevigiani come degli ubriaconi, è seccante per uno come me che lavora coi ragazzi nella prevenzione all’alcolismo».   Angela Pederiva.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Casier
Ubriaco finisce fuori strada con l’auto e si giustifica accusando i tifosi
«Sono fuggito a bordo della mia auto perché alcuni tifosi del Treviso mi lanciavano contro tavoli e sedie. Solo per questa ragione ho perso il controllo della vettura, finendo contro un muretto». E’ la giustificazione che un 25enne trevigiano, M.M., ha fornito agli agenti della polizia stradale intervenuti per un incidente, in piazza Marconi a Dosson di Casier. La sua Golf, nella notte tra domenica e lunedì, era finita prima contro un muretto di cemento e poi contro la recinzione di una palazzina situata al numero civico 20. La vettura ha portato via sette metri di recinzione. Il 25enne ha raccontato agli agenti di essere fuggito, insieme all’amico che si trovava in auto con lui, da un ristorante poco distante. Era stato costretto ad allontanarsi perché alcuni tifosi del Treviso calcio lo avrebbero aggredito, lanciandogli contro tavoli e sedie. I poliziotti hanno subito fatto scattare una verifica. Sono andati a parlare con il proprietario del ristorante, scoprendo che non era successo nulla di quanto il giovane aveva raccontato. Vista la situazione l’automobilista è stato sottoposto al test con l’etilometro ed è risultato positivo, aveva nel sangue un tasso di alcol tre volte superiore a quanto previsto dalla legge (*). Il 25enne è stato denunciato in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza. Gli è stata anche ritirata la patente di guida.
 
(*) Nota: il controllo con etilometro andrebbe fatto in ogni caso di incidente stradale, e non solo quando chi guida appare farneticante.
WINENEWS.IT
ALLE AMERICANE PIACE BIANCO E ALLE ITALIANE ROSSO: DALLA CALIFORNIA UN VINO TUTTO AL FEMMINILE
Un vino di donne per le donne. E’ questa l’ultima trovata commerciale di un gruppo multinazionale californiano, il secondo produttore a livello mondiale, che vuol puntare tutto sul mercato al femminile. Un target particolare, che si sta facendo largo in questo universo fino a poco tempo fa prettamente maschile. Le signore di oggi, con i loro gusti e le loro esigenze, sono in grado di orientare la domanda, determinando numeri e qualità dei consumi. Ma questa volta si è voluto pensare ad un prodotto tagliato su misura proprio per loro, tarato sulle loro esigenze. E, se si è mosso un colosso d’oltreoceano come la Beringer Blass Wine Estates, il gioco evidentemente vale la candela. La leggerezza è la carta vincente di questo vino bianco, che non poteva altro che essere frutto di un’elaborazione di “vinattiere”. Chi meglio di loro, del resto, sa rispondere a quello che cercano le donne da una bottiglia? A darne notizia è Vitisphere, secondo cui la commercializzazione attraverso una delle più grandi reti di distribuzione inizierà dagli Stati Uniti ad un prezzo unitario di 10 dollari a bottiglia. Il nome è già tutto un programma, “White Lie Early Season Chardonnay”. Cinque termini che sicuramente faranno leva sulla sensibilità femminile. Un vino light, visto che è povero di calorie, con una quantità inferiore sia di zucchero che di alcol rispetto alla media di quanto offre oggi il mercato. I numeri, per quanto riguarda la produzione, sono di tutto rispetto: il primo millesimato sarà di 100.000 bottiglie. “Early season”, vale a dire vendemmia anticipata, riassume il modo di vinificazione: viene utilizzata infatti un’uva povera di zuccheri. Secondo la Beringer la percentuale di alcol contenuto è del 9,8%, che corrisponde ad una quantità media di 97 calorie invece di 125.
Ben vengano le novità americane, ma l’Italia anche qui, non ha nulla da imparare. Con una differenza, che le nostre connazionali, rispetto alle americane preferiscono il rosso al bianco, prediligendo quindi un sapore più deciso. Recentemente ha infatti debuttato il primo vino tutto al femminile creato da Botter, la casa vinicola di Fossalta di Piave in provincia di Venezia. Un prodotto che si ispira ai loro gusti essendo stato creato sulla base di un sondaggio su un campione rigorosamente rosa, incentrato sul rapporto tra le donne e il vino. Niente è lasciato la caso, dal profumo, all’intensità degli aromi, al design di etichetta e bottiglia. Si tratta di un rosso intenso e corposo, pronto a sfatare i falsi miti del bere femminile. Le 1.000 donne che hanno risposto al questionario, in questo senso non hanno avuto dubbi. Quanto agli stili di vita, oltre il 50% lo beve al ristorante e il 65% preferisce un rosso ad un vino bianco, meglio in bottiglia che sfuso. La maggior parte delle donne, sempre secondo il sondaggio, sceglie le bottiglie tra gli scaffali del supermercato, alcune preferiscono l’enoteca, altre lo acquistano direttamente dal produttore. Una cosa vale per tutte: il vino deve essere buono e di qualità e mai scelto a caso.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
GINOSA Interessante dibattito del Centro Polivalente
L’osteoporosi è in agguato ma la malattia si può curare
GINOSA A cura del locale «Centro Sanitario Polivante», è stato allestito nel salone del Laboratorio di Analisi un incontro-dibattito sul tema: «Osteoporosi: la ladra silente tra mito e realtà». I lavori sono stati aperti dal Direttore Sanitario del Centro, dr. Vincenzo Genchi, radiologo, con «una premessa di indirizzo programmatico e sanitario» con cui, nel definirre l’osteoporosi una malattia silenziosa che esplode con la comparsa delle fratture, malattia destinata ad espandersi, ha posto in rilievo l’importanza di una serie di aggiornamenti scientifici e la necessità di una riforma sanitaria che non potrà avere successo se non parte e non potenzia la medicina del territorio. Si è poi soffermato sulla figura del medico di base che deve poter operare in piena efficienza, in tempi brevi e al quale «bisognerà mettergli a disposizione tutto quello che gli serve per operare in proprio nel proprio ambulatorio». Il dr. Genchi ha concluso sottolineando l’importanza e la valenza del dibattito nella medicina del territorio, ribadendo le competenze e i comportamenti del medico di base. Il primo dei relatori è stato il dr. Carlo Bonali, reaumatologo, il quale, dopo aver premesso che l’argomento è alquanto complesso, ha precisato che vi è stata una rivisitazione completa della malattia sia nella forma primaria che secondaria. Ha quindi precisato che l’osteoporosi è una malattia che colpisce principalmente le donne e che progredisce con l’avanzare dell’età, sale cioè drasticamente. Con l’ausilio di diapositive, ha quindi illustrato i costi della malattia, cosa si intende per osteoporosi, la definizione attuale dell’osteporosi stessa, i fattori di rischio, le varie tecniche di misurazione della massa ossea nonchè l’importante ruolo della radiologia. E stato poi la volta dell’altro relatore, il dr. Carlo Campobasso, ginecologo, che dopo aver descritto i diversi tipi della menopausa nella donna, ha precisato che questo problema è direttamente connesso a quello dell’osteoporosi e che le donne in menopausa sono le più colpite a causa della ridotta produzione di estrogeni, collegata anche al processo di invecchiamento. Nel riferirsi, poi, alle terapie sostitutive, ha parlato, scendendo nei minimi particolari scientifici, di farmaci naturali e di sintesi e in particolare di terapie ormonali, richiamando l’attenzione dei colleghi su eventuali sinergie, sugli effetti collaterali, sulle controindicazioni, sulle speciali precauzioni d’uso, dando, infine, le diverse indicazioni terapeutiche. Dal dibattito è anche emerso che concause per l’insorgere e il progredire dell’osteoporosi, sono anche il fumo, l’alcool e la mancanza di attività fisica, mentre per rallentare il suo espandersi giovano il calcio e la vitamina D. Il salone del «Laboratorio di Analisi Ginosino» era gremito di medici che hanno prestato la loro massima attenzione, dando poi vita ad un interessante dibattitto scientifico. Salvatore Petrosino.
CORRIERE DI COMO
ZONA CASERME
Botte a un ragazzo da quattro ubriachi
Aggredito a calci e pugni per un banalissimo malinteso. È accaduto a Como nella zona delle Caserme, nella notte tra sabato e domenica. Protagonista, suo malgrado, un giovane comasco che, assieme alla fidanzata, ha avuto l’unica colpa di incappare in un gruppetto di facinorosi ubriachi.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della squadra volante della Questura cittadina, i due ventenni aggrediti sabato sera avevano deciso di bere una birra in un bar della zona. Dopo essere usciti dal locale, nel tragitto per andare a recuperare l’auto parcheggiata poco distante, il fattaccio. Tutto nato da un banalissimo malinteso: uno sguardo interpretato male o, forse, una spinta del tutto casuale. Ma, come spesso accade, il malinteso è degenerato. E un gruppetto di tre o quattro ubriachi ha iniziato a picchiare con calci e pugni il malcapitato giovane. Incuranti delle urla della fidanzata della vittima.
Alcuni passanti, vedendo la scena, hanno subito chiamato la centrale operativa del 113.
L’arrivo della polizia è stato immediato, ma nonostante questo gli aggressori erano già scomparsi nel nulla.
Ora toccherà al ragazzo malmenato decidere se presentare querela per lo sconcertante episodio di violenza avvenuto sabato notte nel capoluogo lariano.
CORRIERE DI COMO
Picchiati e rapinati da due banditi
LAMBRUGO
Aggrediti e malmenati a sangue. E poi rapinati. Ma gli investigatori sembrano non credere al pestaggio a scopo di rapina. È avvolto nel mistero un inquietante episodio avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Lambrugo, ai margini della statale Vallassina.
Dove, in un appartamento, il 30enne padrone di casa e un 42enne suo amico residente nella Brianza milanese sono stati malmenati da due malviventi, che poi sono fuggiti portando via un portafoglio con contanti per circa 200 euro.
Secondo il racconto fatto agli agenti della squadra volante della Questura di Como, impegnati tutta la notte per tentare di ricostruire l’episodio, tutto sarebbe iniziato con un banale incontro al bar. Dove il 30enne ha incontrato l’amico (reduce, pare da un litigio con la moglie) e lo ha ospitato nel suo appartamento. Qui, attorno alla mezzanotte, si sarebbero presentati due uomini, sulla trentina e dall’accento meridionale. I due sarebbero stati ospitati anche loro nell’abitazione. Dopo un paio di bicchieri, però, la situazione sarebbe precipitata. I due avrebbero infatti cominciato a picchiare a sangue gli sventurati amici.
Il 30enne padrone di casa è stato pure colpito alla testa con una bottigliata: i medici del pronto soccorso del Fatebenefratelli di Erba gli hanno riscontrato una ferita guaribile in una ventina di giorni. Nel frattempo anche il 42enne milanese è stato pesantemente picchiato (una decina di giorni di prognosi) e minacciato.
Quest’ultimo, però, è riuscito ad approfittare di un attimo di distrazione degli aggressori ed è uscito in strada, da dove ha chiamato prima il 113 e quindi il 118.
Capita la malparata i due delinquenti hanno preso il portafogli e se ne sono andati, riuscendo a fuggire prima dell’arrivo della polizia. Gli agenti hanno steso sull’accaduto un accurato rapporto, che oggi viene inviato in Procura.
LA PROVINCIA DI LECCO
Scappa dopo l’incidente: aveva bevuto troppo
GIUSSANO (a.cr.) Dopo lo scontro si è dato alla fuga, ma è stato raggiunto dal conducente della vettura con la quale era entrato in collisione – alla rotatoria di via Viganò - al termine di un inseguimento di un chilometro. Alla fine sono intervenuti gli agenti della polizia locale, che l’hanno sottoposto al test alcolemico: 1,33 contro il limite di 0.50 previsto dalla legge. Nei guai è finito E.L., 65 anni, di Oggiono, al quale è stata immediatamente ritirata la patente. Nei suoi confronti è anche scattata la denuncia penale per guida in stato di ebbrezza.
CORRIERE ROMAGNA (Rimini)
Rissa in strada per il pallone
RIMINI - Una sfida calcistica improvvisata in piena notte per le vie di Miramare si è trasformata in zuffa. Il risultato? Italia-Serbia: 3-3. La questura ha infatti equamente diviso le sei denunce per rissa formalizzate nei confronti dei protagonisti della scazzottata avvenuta verso le tre in via Oliveti, nel tratto di strada davanti a un pub-ristorantino. All’uscita del locale è spuntata una palla, sbucata da chissà dove, e come accade in questi casi il riflesso condizionato di mettersi a palleggiare e tocchettare prevale su qualsiasi altra considerazione riguardo all’improbabilità del luogo e dell’orario. Così tre ragazzi italiani - un 27enne di Rimini, un barese di 22 anni e un casertano di 32 - hanno improvvisato una partitella. Alla congrega hanno cercato di aggregarsi anche alcuni studenti serbi in gita a Rimini, e sono state scintille. Un irridente “torello”, il giochino che consiste nel non far “vedere” palla agli avversari, e qualche parola di troppo hanno fatto scattare la reazione degli slavi, che si sono sentiti presi in giro. La loro reazione è stata da cartellino rosso. Ne è nata una colluttazione nel corso della quale gli italiani hanno subito ammaccature tali da condurli al pronto soccorso (prognosi comprese tra i 3 e i 5 giorni). Tra una prima segnalazione partita dal pub e il racconto dei “feriti” al pronto soccorso, gli agenti di una Volante si sono fatti un’idea dell’accaduto e sono andati a bussare all’hotel di Miramare dove alloggiano due scolaresche provenienti dall’ex Jugoslavia. Altro che prova televisiva! per individuare i tre diciottenni responsabili della zuffa è bastato consultarsi con i professori che, come guardalinee severi, li hanno immediatamente indicati ai poliziotti. Oggi, l’ultimo atto per la ricostruzione dell’episodio: la convocazione e l’interrogatorio in questura per tutti e sei i coinvolti. Hanno rischiato l’arresto: le manette non sono scattate solo per la mancata flagranza, cioè perchè non sono stati presi sul fatto. La giovane comitiva serba si era già fatta notare, prima della rissa, per le intemperamnze all’interno di una discoteca di Miramare, riservata a loro come previsto dal “pacchetto” turistico della gita scolastica. Il titolare, esasperato dagli atteggiamenti degli studenti slavi - carichi di alcol perchè facevano la spola tra il locale e l’antistante drink-market notturno - era stato costretto a chiudere i battenti. I tre adolescenti serbi, però, non ne avevano abbastanza e si sono ritrovati in strada per i tempi supplementari. andros.
NEWS2000
A Fossombrone, un ubriaco minaccia clienti di un bar
IL GIORNO (Varese)
Sempre più giovani si attaccano alla bottiglia
GIORNALE DI SICILIA
Guidavano l’auto in stato di ebbrezza Scattaritiro della patente per 6 giovani
LA NAZIONE (Viareggio)
Circondati da ubriachi pericolosi Uz pensa di chiudere
IL RESTO DEL CARLINO (Rovigo)
Ubriachi al volante, denunciati
IL TIRRENO
ubriaco cade e si ferisce alla testa
LA NUOVA FERRARA
giovani ubriachi, non è colpa né del carnevale, né del sindaco
una mostra per sconfiggere l’alcolismo ora gli studenti analizzano il fenomeno
IL MESSAGGERO VENETO
alcolismo: pellicola per informare
IL RESTO DEL CARLINO (Cesena)
Bottiglia e ribellione: le crisi dell’adolescenza 
CORRIERE ALTO ADIGE
Enoturismo e nuovi mercati per fermare la crisi del vino.
Mercoledì, 11 Gennaio 2006
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