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Rassegna stampa alcol e guida del 1 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GAZZETTINO (Treviso)
Treviso applausi al ragazzo ... (*)
Applausi al ragazzo con il tasso alcolico più alto, comprovato dal test dell’etilometro, cori da stadio al grido di «Se facciamo un incidente muore solo il conducente».  Tutto vero, tutto documentato dalle telecamere della Rai in quello che, nato come un servizio sulle lodevoli iniziative degli alcoltest e delle citycar per accompagnare a casa chi ha alzato troppo il gomito, rischia di trasformarsi in un nuovo boomerang per l’immagine della città.
Nella notte tra venerdì e sabato, una troupe della tv di Stato, accompagnata da Mirella Tuzzato di Trevisoviva, ha realizzato un reportage in centro per registrare quello che si sta facendo per sensibilizzare i giovani alla guida sicura e all’assunzione moderata di alcolici. Il Gazzettino ha seguito questo viaggio nelle ore piccole trevigiane, assistendo ad alcune scene di incredibile cattivo gusto da parte di ragazzi ben più che alticci. Fortunatamente è stato dato ampio spazio anche ai commenti dei gestori dei locali, che hanno evidenziato l’importanza delle iniziative adottate, sottolineando come il ricorso alla citycar stai prendendo piede sempre più anche se un elemento fondamentale per sentirsi alla moda resta quello di mostrarsi alla guida di auto belle o potenti.
Intanto la polizia municipale continua i "pattuglioni" serali finalizzati in particolare a punire la guida in stato di ebbrezza. L’altra notte, alla rotonda dell’ospedale, sono state ritirate nove patenti. Dal primo giugno, in anticipo di due settimane rispetto al solito, ripartiranno i pattuglioni notturni, con durata protratta ben oltre le due di notte.
LA PROVINCIA DI SONDRIO
Accompagnati dagli applausi dei genitori, gli alunni della scuola primaria hanno mostrato i prodotti da loro realizzati e le ricerche effettuate. A Poggiridenti i bambini riscoprono il tesoro delle tradizioni locali.
Prodotti tipici ma anche etichette dei vini: gli studenti hanno realizzato anche una mostra-assaggio (*)
POGGIRIDENTI(d.lu.) La Valtellina di un tempo, quella in cui l’agricoltura rappresentava la prima e unica fonte di sopravvivenza, non ha più segreti per gli alunni della scuola primaria di Poggiridenti. I bambini, grazie a due progetti svolti durante l’anno scolastico - “Dalla terra alla tavola” e “Gli insediamenti umani sul territorio locale tra ieri e oggi” - hanno recuperato un tesoro prezioso: quello delle tradizioni locali, del lavorare la vigna, del raccolto nei campi, della vita secondi i cicli della natura, rispettandola. Cosa che è stata ampiamente dimostrata venerdì sera con una rappresentazione teatrale, con una mostra-assaggio di prodotti tipici confezionati con le proprie mani e con una ricerca storico-geografica-etnografica minuziosamente illustrata su cartelloni. Ma non solo, perché i bambini sono anche gli autori delle etichette che ora campeggiano su alcune bottiglie di vino della casa vinicola Nobili - azienda che ha illustrato alla scolaresca tutto il percorso “Dalla terra alla tavola” - e su tutti i prodotti tipici messi in mostra. Vale a dire il “panun valtellinese”, la “cupeta”, il miele, le confetture di frutta, i vasetti di sottaceti. Prelibatezze scaturite da laboratori di cucina cui i bambini hanno partecipato con enorme entusiasmo. Grande la soddisfazione degli alunni, altrettanta quella delle insegnanti che hanno seguito passo passo le cinque classi in questo percorso. Un lavoro multidisciplinare che si è sviluppato in più fasi, che si è svolto ora nel vigneto, ora sul territorio. Come è accaduto settimana scorsa quando i piccoli hanno preparato con le loro manine il pane di segale cotto nell’antico forno a legna che si trova in contrada Zocca. Primo tappa della serata di venerdì che ha suscitato scroscianti applausi di mamme e papà, una rappresentazione sulle abitudini di vita del passato e del presente che si è tenuta nella palestra. Dopodiché ci si è spostati nelle sale della scuola per assaggiare e per ammirare il lavoro svolto. «I bambini hanno partecipato entusiasti con massimo impegno e collaborazione cimentandosi in ogni attività», hanno confermato le insegnanti. Un progetto che comunque non si è esaurito con la serata di venerdì. Infatti si proseguirà fino al termine dell’anno scolastico. Il 13 maggio, ad esempio, la scolaresca andrà in Franciacorta in gita.
(*) Nota: non vi sembra che vi sia una continuità tra questi applausi?
Questi alunni tra pochi anni entreranno nella classe di età (15- 29 anni) nella quale secondo l’OMS la prima causa di morte è l’alcol. Speriamo che in quella scuola, a parlare di vino, non entrino solo dei produttori. Il danno di queste iniziative è più grande di quando possa apparire. Quello che renderà questi ragazzi più o meno sensibili alle informazioni sui rischi del bere sarà soprattutto la loro capacità o meno di immaginare la loro vita senza alcol. Quando una cosa è considerata imprescindibile e culturalmente ineluttabile si è più disposti ad accettarne i rischi. Solo chi riesce a rappresentarsi una realtà senza alcol è libero di scegliere se bere o meno.
IL GAZZETTINO (Treviso)
Giovani orgogliosi di aver bevuto troppo
È lo sconcertante spettacolo dato da alcuni ragazzi alle telecamere della Rai in centro
Un ragazzo si avvicina all’etilometro ridendo. Gli amici lo incitano con cori da stadio: "Soffia-soffia-soffia!" urlano. Quando esce il valore di 1,29 grammi per litro (il limite è di 0,5) esplode un applauso e tra le risate tutti intonano un macabro coro: "Se facciamo un incidente, muore solo il conducente!". Una scena avvenuta sotto l’occhio della telecamera di una giornalista della Rai, venerdì notte a Treviso per registrare un servizio sugli etilometri nei locali e la citycar, iniziative di Trevisoviva realizzate in collaborazione con la Motorizzazione civile e la Provincia.
Il servizio ha raccolto commenti sull’iniziativa, la prima del genere in Italia, attraverso un tour di una decina di locali tra i 32 che hanno aderito al progetto, giunto al settimo mese di vita. Il panorama che ne esce non è certo confortante, dal punto di vista alcolico: ai ragazzi trevigiani piace bere, e se ne vantano. La maggioranza di quelli che fanno il test è abbondantemente sopra i limiti, e molti lo vedono come un gioco, una gara a chi fa il valore più alto. Se la fotografia che ne emerge non è certo positiva, va detto che è proprio per questa realtà che le iniziative di Trevisoviva sono state studiate. E i titolari degli esercizi che vi hanno aderito sono concordi nel decretarne il successo.
"Quando proponiamo l’etilometro i clienti accettano con complicità - spiega Andrea Vendramin del ristorante San Parisio - Tutti rimangono stupiti dai dati, più alti di quanto si aspettano. Dopo aver fatto una bella cena non si pensa che il tasso alcolico possa essere elevato, invece ci si deve ricredere". "Non si tratta di non bere, ma di bere usando la testa - fa eco Alessandro Massimini dell’enoteca Odeon la Colonna -. Chi non vede di buon occhio i test pensa che siano fatti dall’autorità". C’è anche chi contesta il limite, sostenendo che è troppo basso, come accade allo Shiraz: "I vigili non sono tolleranti, ritirano subito le patenti e i nostri clienti hanno paura. Ma bastano un paio di birre o di spritz per passare il limite, ed è difficile che rinuncino a guidare". Un concetto, quest’ultimo, ripreso da Piero Stradiotto dell’Interno7: "Ai trevigiani piace farsi vedere con la macchinona, e vivono come un umiliazione farsi portare a casa. Ma la citycar, che stentava all’inizio, sta prendendo piede, segno che un po’ alla volta qualcuno sta capendo il servizio. Anche l’utilizzo dell’etilometro sta migliorando; c’è chi lo usa per capire la propria tolleranza, e così non esagerare". "Basta un Campari Soda per arrivare a 0,2 grammi per litro - ha spiegato Stefano Bagarello, che gestisce il Sottoportico ai Buranelli -. Piuttosto che rischiare di perdere punti della patente usano l’etilometro. Sono molti quelli che ci hanno chiesto la citycar". "Direi che il 90 per cento di quelli che usano l’etilometro risulta oltre il limite. La macchina ha un discreto utilizzo, ma si potrebbe pensare ad una soluzione come quella adottata in Inghilterra: ragazzi con scooter pieghevoli che si possono mettere nel bagagliaio di un auto; accompagnano a casa chi è ubriaco e ritornano in scooter".
IL GAZZETTINO (Treviso)
Tornano in scena i pattuglioni. Ritirate nove patenti
Lo scorso anno, in una sola notte, furono ritirate ben 47 patenti, e tutte per l’identico illecito amministrativo che il codice della strada racchiude in tre cifre, uno-otto-sei, oramai arcinote a chi è deputato a controllare la viabilità: perché l’articolo 186 è quello che punisce la guida in stato di ebbrezza. Accadde una notte di mezza estate più o meno in prossimità della rotatoria dell’ospedale, in tangenziale, dove a vigilare vi era uno dei pattuglioni serali della Polizia municipale. Pattuglioni che, anche la prossima estate, torneranno a presidiare la città ed impedire che la vita notturna possa sfociare in eccessi di varia natura, come spesso accade se si alza oltremodo il gomito. L’altro ieri, il comandante Danilo Salmaso ha indetto una riunione tecnica per illustrare le linee guida del servizio notturno che, rispetto al 2004, quest’anno verrà anticipato di due settimane, iniziando il 1. giugno anziché il 15, per concludersi sempre a metà settembre. La fascia oraria interessata sarà quella di sempre: dalle 22 di sera alle 4 dell’alba, ogni giovedì, venerdì, sabato e forse anche la domenica notte; sei i vigili che verranno impiegati nei pattuglioni, distribuiti tra due moto e due auto, con la novità, rispetto alla precedente esperienza, che dovrà essere operativo anche un ufficiale di polizia giudiziaria, con lo stesso comandante Salmaso a far parte della "squadra", per non creare squilibri nell’organizzazione del lavoro. In effetti, i pattuglioni dovranno tener conto con le esigenze del quotidiano, come sottolineato dai sindacati.
I pattuglioni serali, invece, continuano a presidiare la città, come fin qui sempre fatto dall’autunno scorso, fino alle 2 di notte. Ieri, il servizio - dislocato all’altezza del Ponte de fero, lungo il Put, e organizzato con telelaser ed etilometro - ha inchiodato nove automobilisti, ritirandone le patenti di guida: sette avevano superato il limite di velocità (punta massima: 91 km/h), uno non aveva al seguito documenti, mentre il nono era una giovane donna di nazionalità eritrea che, reduce da una cena con un’amica, non si era ravveduta dei bicchieri di troppo che aveva bevuto, segnando un più 0.37 al limite dello 0,50 fissato per legge.
L’UNIONE SARDA
Asilo di via Veneto «Il centro alcolisti anonimi non crea alcun problema»
Nessun problema circa la presenza del centro ascolto degli alcolisti anonimi nello stesso edificio in cui è ospitato l’asilo nido di via Veneto. Grazia Mereu, presidente della coop Primi passi che gestisce la struttura, prende nettamente le distanze da quanto affermato da alcuni genitori all’indomani del raid vandalico messo a segno nella scuola, che pur non mettendo in relazione l’azione dei teppisti con la presenza nell’edificio del Cat avevano espresso dubbi circa la scelta del Comune. «Per quanto ci riguarda - sottolinea - noi della cooperativa non abbiamo nulla ma proprio nulla in contrario al fatto che nell’edificio sia ospitato anche il Centro d’ascolto, abbiamo sempre lavorato gli uni accanto agli altri senza problemi». Sulla questione interviene anche l’assessore comunale ai servizi sociali Graziano Pintori. «Il club alcolisti in trattamento - spiega l’amministratore - è frequentato da persone che hanno avuto questo tipo di problema ma che lo vogliono risolvere volontariamente. La loro presenza in quella struttura è da considerarsi dunque come qualsiasi altro servizio offerto dall’amministrazione». Poi prosegue: «La mattina ci sono i volontari che fanno servizio di ascolto mentre il club si riunisce la sera, quando cioè l’asilo è già chiuso. Anche gli ingressi sono indipendenti per cui ritengo che i due servizi possano coesistere (*) come d’altronde è successo sinora, senza rischi né problemi».
(*) Nota: capita spesso che i CAT vengano confusi con i gruppi degli AA. Ci vorrebbe maggior visibilità per il volontariato, ma anche un po’ più di precisione da parte dei giornalisti non guasterebbe.
IL GAZZETTINO (Udine)
UDINE - Oltre 5mila ragazzi hanno ...
UDINE - Oltre 5mila ragazzi hanno affollato ieri piazza I maggio per la giornata dello studente, organizzata dalla Consulta studentesca e dal Comune. La stima è di Dino Del Ponte, coordinatore della Consulta, che nota con soddisfazione: «Il consumo di alcolici da parte dei ragazzi è nettamente diminuito e non ci sono stati episodi di ubriachezza. Un segno che dimostra la maturità raggiunta dagli studenti».
Una ventina gli stand delle scuole allestiti nella piazza, che ha ospitato una partita di calcio fra gli studenti e un gruppo di disabili, le performance dei dj e l’attesissima finale di Pagella rock, che ha visto sul palco le giovani band dei Bubblefish, dei Ditraverso, dei Masso de Rei e degli Overtures.
IL CORRIERE DI COMO
Al volante ubriachi, ritirate 9 patenti
Raffica di patenti ritirate nella notte tra venerdì e ieri dagli agenti della polizia stradale di Como nel corso di una delle molteplici operazioni di controllo. E anche questa volta sono emersi i soliti problemi, cioè i tanti ragazzi che bevono troppo prima di mettersi alla guida delle loro auto. Nove le patenti ritirate dagli uomini della Polstrada tra la statale Varesina (a Villa Guardia) e la provinciale Lomazzo-Bizzarone, ad Appiano Gentile.
Tutti ragazzi di età compresa tra i 25 ed i 30 anni, comaschi, quelli ’appiedati’ dagli agenti. A tutti il documento di guida è stato ritirato per eccesso di alcol nel sangue. Nel complesso, durante la notte, gli uomini della Polstrada hanno controllato 80 auto. Sono state ritirate anche due carte di circolazione per mancata revisione.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
A Motta carambola fra furgone e 2 auto.
(O.M.) Le 7.30 di ieri mattina era trascorse da pochi minuti. Un’Audi stava percorrendo la strada regionale 10 "Padana inferiore". In località Motta, fra Este e Monselice, il conducente dell’auto diretto a Monselice è sbandato in curva. La vettura ha invaso la corsia opposta mentre sopraggiungeva un Fiat Ducato. Nonostante il tentativo di frenata da parte dell’autista del furgone l’impatto è stato inevitabile. Sui due mezzi è piombata pochi istanti dopo una Volvo V 70 che non ha potuto evitare l’ostacolo. Il conducente è stato sottoposto a test dell’etilometro ed è risultato positivo. Sulla strada si è formato un lungo serpentone di vetture. È intervenuta una pattuglia della radiomobile dei carabinieri di Este per i rilievi. I carabinieri hanno chiesto il sostegno della polizia locale di Monselice per regolare il traffico. I mezzi sono stati rimossi nel giro di un’ora, lievi ferite per le tre persone coinvolte.
IL GAZZETTINO (Treviso)
SULLE ORME DI MARCO POLO. Bosio e il rosatese Geremia hanno superato Samarcanda
Beppe esploratore e medico
S’inventa una cura per i severi poliziotti turcomanni: "No vodka"
Non è poi così lontana Samarcanda. Lo cantava Roberto Vecchioni e lo può confermare Beppe Bosio: l’esploratore bassanese, che ha abbondantemente superato i 40 giorni e i 10.000 chilometri di viaggio sulle strade battute da Marco Polo più di 700 anni fa, ha infatti già oltrepassato l’antica capitale del regno di Tamerlano.
Mutano rapidamente i fondali dell’avventura: dai boschi della Georgia alle dune sabbiose dell’Uzbekistan agli scoscesi pendii del Tagikistan, attraverso le pianure coperte di neve dell’Armenia, il Mar Caspio, varcato a bordo di un traghetto azero, e le piantagioni di cotone del Turkmenistan, sono già sei gli stati dell’ex-Urss toccati dalla spedizione dell’Elp, il coordinamento vicentino degli Enti locali per la pace che patrocina l’impresa di Bosio. Cambiano anche i suoi compagni di viaggio: dopo il ritorno in Italia di Giovanni Mengotti (aggregato al gruppo dalla partenza fino a Baku, in Azerbaigian), a Beppe e agli udinesi Giuseppe Stella e Daniela Del Fabro si è unito proprio a Samarcanda il rosatese Redento Geremia.
Alla curiosità e alla simpatia con cui la gente accoglie ovunque i due insoliti camper-fuoristrada della missione (in un villaggio uzbeko, si è mobilitato mezzo paese per aiutare l’equipaggio a riparare una gomma forata), fanno da contraltare i ripetuti intoppi dovuti alle ottuse burocrazie locali. Forte delle astuzie apprese in decenni di escursioni all’estero, Bosio ne inventa ogni volta una di nuova per cavarsi dagli impicci. Come quando, ad un posto di blocco sul tragitto per Ashgabat, in Turkmenistan, l’hanno pizzicato mentre violava il perentorio divieto di scattare foto. «Ne è nata una lunga discussione col poliziotto di servizio, che pretendeva che gli consegnassi la macchina fotografica. Così, senza che se ne accorgesse, ho furtivamente sostituito l’apparecchio e gli ho dato il rullino che si trovava nell’altra macchina: un rullino nuovo, non impressionato».
Tutta da raccontare anche la "sceneggiata" imbastita a Dashoguz, sempre in Turkmenistan. «Al mio rientro in albergo - narra Bosio nel suo godibilissimo diario su Internet, settimanalmente aggiornato all’indirizzowww.viedelmondo.org - mi ferma una pattuglia della Polizia. Mi chiedono il passaporto e mi fanno capire che devo pagare una multa per non essermi arrestato allo stop del passaggio a livello che avevo attraversato. Sono convinto che la causa principale della fermata sia l’interesse per lo strano mezzo che guido. Fingo di non capire, perché parlano solo russo e turkmeno. È la soluzione migliore: fingere di non capire e non avere fretta. Quando intuisco che stanno per cedere, spiego a quello che sembra il capo che rivoglio il mio passaporto. Me lo rende in cambio della patente italiana e, non so perché, mi domanda se sono un medico. È la mia occasione: oramai sento che è nelle mie mani. Gli faccio intendere che curo tutto, dalla testa ai piedi. Il mio paziente, perché oramai tale è divenuto, posa allora lo sfollagente sul cofano dell’auto e solleva il giubbetto della divisa per indicarmi che avverte dolore al fegato. Lo faccio appoggiare e schiaccio con forza nella zona che mi ha indicato. Vedo una smorfia di dolore sul suo viso e improvviso una diagnosi: «No vodka! No vodka!», gli ordino. E gli prescrivo di bere molta acqua. Grandi saluti e raccomandazioni, poi finalmente parto. Passa circa un’ora: non ho percorso nemmeno un chilometro che mi trovo inseguito dai poliziotti, che si sbracciano per farmi fermare. Cosa mai sarà successo? Forse la terapia ha già iniziato a fare effetto? Forse ho peggiorato il malanno? Nulla di tutto questo: per farsi visitare, il malcapitato paziente aveva posato il suo sfollagente sulla Toyota e, quand’ero ripartito, nessuno l’aveva più notato. Chissà dov’è finito. Uno dei militari, girando attorno alla macchina, si accorge che è rotolato giù dal cofano e si è incastrato nel paraurti. Nell’ilarità generale, ancora abbracci e saluti. Mi scusino gli amici medici ed i compagni della Croce Rossa di Bassano se, con patente e tessera della Cri, ho millantato una professione che non è mia. Ma non penso che la mia terapia abbia arrecato danni al povero poliziotto...». (*)
(*) Nota: ci sentiamo di rassicurare l’improvvisato medico sulla bontà delle sue indicazioni terapeutiche. Il fatto di venire da lontano spesso aggiunge prestigio e carisma ai terapeuti. Se è così il poliziotto turkmeno non berrà più per un pezzo.
LE SCIENZE
Alcool e nuovi neuroni
L’effetto atarattico delle bevande alcoliche favorirebbe la formazione di cellule cerebrali.
Un moderato consumo di alcool per un periodo di tempo relativamente lungo può favorire la formazioni di nuove cellule nervose nel cervello adulto. I nuovi neuroni potrebbero rivelarsi importanti nello sviluppo della dipendenza da alcool e altri effetti a lungo termine sul cervello. Lo studio, effettuato sui topi da ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma, in Svezia, è stato pubblicato sulla rivista "International Journal of Neuropsychopharmacology".
I risultati mostrano che bere alcool in quantità moderate (corrispondenti a normali situazioni sociali negli esseri umani) favorisce la formazione di nuove cellule nel cervello di topi adulti. Le cellule sopravvivono e si sviluppano in neuroni in maniera normale. Non è stato possibile, tuttavia, dimostrare un aumento di atrofia neuronale.
Al giorno d’oggi, è generalmente accettato che nel cervello adulto si formino continuamente nuove cellule nervose. Una possibile spiegazione per il fenomeno è l’ipotesi che questi nuovi neuroni possano essere importanti per la memoria e l’apprendimento. il numero di nuove cellule formate è governato da un ampio numero di fattori, come lo stress, la depressione, l’attività fisica e l’uso di antidepressivi. È dunque possibile che sia l’effetto atarattico del moderato consumo di alcool a portare alla formazione di nuovi neuroni, in maniera simile all’azione dei farmaci antidepressivi. I ricercatori intendono ora proseguire i propri studi per comprendere meglio il ruolo delle nuove cellule nell’attività cerebrale.
E. Aberg, C. Hofstetter, L. Olson, S. Brené, "Moderate ethanol consumption increases hippocampal cell proliferation and neurogenesis in the adult mouse". Int J Neuropsychopharm Online (21 maggio 2005)..
BOLLETINO UNIVERSITA’ E RICERCA
Universita’ dell’Insubria
Cannabis: dai pericoli alle potenzialità terapeutiche
I principi attivi della cannabis o loro derivati sintetici potrebbero aprire nuovi orizzonti di cura sia nel trattamento di malattie neurodegenerative quali l’Alzhaimer, il Parkinson, l’Hungtinton, la sclerosi multipla che nella terapia dei tumori, dell’obesità della dipendenza a nicotina ed alcool. Ne discutono i ricercatori europei a Busto Arsizio durante la Seconda Giornata Europea sui Cannabinoidi organizzata dal Centro di Neuroscienze dell’Università dell’Insubria. Nei suoi laboratori sono attive ricerche sui meccanismi delle tossicodipendenze.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Lo Stato non ficchi il naso nella nostra vita privata
Caro direttore, immagino che sia stata una sconfitta per lei la sostituzione del ministro della Salute, Sirchia, con l’ex governatore del Lazio, Storace, il quale appena insediato ha detto: basta con la tirannide dei divieti, basta con lo Stato che dice ai cittadini come si devono comportare, a cominciare dal fumo e dalla crociata contro i fumatori. E infatti Storace ha subito aggiunto che non cambierà la legge che proibisce la sigaretta in pubblico, ma creerà più spazi destinati ai maltrattati fumatori. Ora noi sappiamo che in Puglia c’è una legge che ha addirittura anticipato quella nazionale, e che nonostante le previsioni sulla nostra indisciplina, funziona abbastanza bene. Ma sono rimaste addirittura mitiche le battaglie di Sirchia contro le merendine ai bambini, o l’ultima contro l’alcol ai minorenni. A parte il fumo, verso il quale non è mai stato tenero, lei davvero ritiene, direttore, che lo Stato debba entrare nelle nostre case a dirci cosa fare e non fare? Antonella Bellomo Bari
Cara Antonella, il problema non è se lo Stato debba intervenire nella nostra vita privata o no: certo non potrà venire a dirci di non metterci le dita nel naso. Ma di sicuro lo Stato ha diritto perlomeno di evitare che i nostri comportamenti si traducano in costi a suo carico (cioè a carico di tutti noi). Esempio il fumo: che sia responsabile di una grave malattia, è scontato. Che questa malattia costi al servizio sanitario nazionale, è altrettanto scontato. E che il fumo di chi fuma danneggi anche chi non fuma, è ugualmente scontato. Come difendere chi non vuole sorbirsi le sigarette altrui, vogliamo lasciare tutto alla guerra fra chi vuole la finestra aperta e chi no? Storace, come lei ha ricordato, ha fatto suo il grido della celebre giornalista Barbara Spinelli: basta con la tirannide della salute insediata nella nostra società, una tirannide che ha invaso le famiglie e i rapporti con gli altri, gli spazi pubblici e quasi per intero le vite private, ha trasformato l’umanità in un gregge di malati e malaticci potenziali. Basta col cittadino infantilizzato e lo Stato che deve educare e persuadere. Che le reazioni a questo proclama siano state quasi tutte negative, non me lo sono inventato io. E lo stesso Antonio Vanzo della Lega Nord, cioè un suo alleato di governo, lo ha invitato senza mezzi termini a non dire castronerie. Altri hanno parlato di populismo. E quasi tutti hanno ricordato che ormai la medicina punta soprattutto sulla prevenzione, è sicuro Storace di voler dire davvero «preferisco impegnarmi più sulla malattia che sugli stili di vita»? Che ai genitori baresi vada bene che i loro bambini si rimpinzino di merendine facendone i più obesi d’Italia, si accomodino pure, ancorché l’obesità sia il primo passo verso il diabete già a 18-20 anni con tutte le conseguenze. Che a Storace vada bene che ciascuno si spinelli quanto vuole, sarebbe già più singolare. E che non abbia nulla da dire verso ragazzini di undici anni che si avviano all’alcol, sarebbe addirittura inaudito. Ma qui, diciamo, siamo sempre nel comportamento individuale che non farebbe male agli altri, benché sia stata proprio una nota marca di birra a pubblicare sui giornali una pagina pubblicitaria nella quale dice: «Quando bevi i tuoi tempi di reazione si allungano. Prima di guidare, pensaci». Ma altro discorso è il fumo, il fumo fino a prova contraria affumica anche gli altri non interessati, se io voglio fumare mi faccio la sigaretta mia non la tua. Vogliamo considerarlo «stile di vita» o violenza? Il problema non è, quindi, la libertà individuale, ma il rispetto degli altri. E del resto, non possiamo soggiacere alla martellante persuasione di chi ci vuole tutti in linea e azzimati, senza renderci conto della stessa martellante persuasione di chi ci vuole imbottire di schifezze dalla mattina alla sera, di chi ci mostra casualmente nei film (ma guarda) l’attore famoso che sta sempre con la sigaretta in bocca o tracanna come una spugna. Per non parlare, come denunciato da Sirchia, delle università finanziate dalle multinazionali e che scodellano severi studi in base ai quali il fumo non fa male, la tale acqua minerale è purissima, avere un po’ di pancia allunga la vita. Non è ancora proibito ammazzarsi, se uno vuol farlo. Ma è un po’ più seccante doverlo tenere in rianimazione per mesi a spese di tutti i contribuenti o pagargli il funerale di prima classe. Ovvio che stia esagerando, Antonella, ma non dovrebbe esagerare nemmeno chi vede tirannidi della salute senza sospettare che la vera tirannide è utilizzare posti di responsabilità per diffondere parole in libertà. Contare fino a dieci prima di parlare, prego.
CORRIERE ADRIATICO
Olandese di 25 anni, era in città da un mese. Fatale un mix di alcool e medicine.
Giovane barbone trovato morto all’alba
ANCONA - E’ morto nella notte, su quel cartone che da un mese a questa parte gli faceva da letto cioè da quando, da Cesena, era arrivato in Ancona. Patrick Remco, 25enne olandese, in molti se lo ricorderanno per quel suo girare in centro e chiedere qualche euro insieme al suo cane, un meticcio. Remco è morto la scorsa notte. Ad accorgersi del suo corpo steso a terra e coperto con un plaid, in quel rifugio ricavato sotto il porticato dell’Inail regionale lungo via Piave, è stato intorno alle 7.30 un impiegato dell’istituto che si stava recando al lavoro. Remco era molto giovane, con i capelli rasta, arruffati. Sul posto, dopo l’allarme lanciato dall’impiegato, sono accorsi i carabinieri del nucleo operativo Radiomobile insieme ai colleghi della stazione di Ancona centro e ad un’ambulanza della Croce Gialla. Per Remco però non si è potuto fare altro che constatare l’avvenuto decesso. La morte è sopraggiunta all’improvviso a causa del pesante mix di medicinali e alcolici. Medicine che Remco portava sempre con sé e che assumeva regolarmente in quanto prescrittegli dai sanitari. Tranquillanti, per la precisione, che il giovane con il suo bere continuo ha trasformato in pillole della morte. Ieri mattina, accanto al suo corpo, c’erano infatti alcune bottiglie vuote. A vegliare sul giovane, immobile, il cane che è stato poi trasportato al canile comunale e visitato dal veterinario della Asl. Sul luogo, successivamente è giunto anche il pm Irene Bilotta. Infine, il corpo è stato ricomposto all’interno di una bara. Su di lui, oggi verrà effettuata l’autopsia. Patrick Remco è stato identificato grazie al passaporto ritrovatogli addosso. Era partito dall’Olanda, la sua terra d’origine, diverso tempo fa. Per un periodo era stato a Cesena e, da circa un mese, si era trasferito nella nostra città. Sotto al porticato dell’Inail si era creato un angolino dove aveva lasciato un gran cartone e una coperta. Durante il giorno andava per le vie del centro a chiedere qualche soldo.
ASAPS
Pesaro: giovane insegnante si presenta ubriaco a scuola. Denunciato dalla Polizia Municipale.
(ASAPS) PESARO – Con l’educazione stradale, la notizia, ha poca attinenza, ma con quella civica, ovviamente, siamo nel giusto a volerla diffondere. A Pesaro, un giovane supplente di 35 anni – del posto – si è presentato a scuola totalmente ubriaco. Appena entrato in aula, una classe elementare, tutti sono ammutoliti: dai giovanissimi alunni, ai custodi fino alla segreteria ed alla direzione didattica. Proprio la direttrice, ha giustamente ritenuto di non poter tollerare l’atteggiamento del neanche troppo giovane maestro, richiedendo l’intervento della Polizia Municipale della città. Gli agenti, usi a far soffiare nell’etilometro gli ubriachi al volante, non hanno potuto far altro che constatare lo stati ebbrezza dell’uomo. Invitato a tornarsene a casa, ora toccherà al giudice valutare penalmente la sua condotta, sulla scorta della notizia di reato comunque redatta dagli agenti pesaresi. Noi, dal canto nostro, ci auguriamo che il signor maestro, in aula, non ci metta più piede.
ROCKOL.IT
Tina Turner fotografata ubriaca
Tina Turner è stata fotografata in stato di evidente ubriachezza. Il servizio è stato pubblicato, su una intera pagina, sul britannico "Sunday Mirror". Lo scatto principale mostra la cantante che fissa, con lo sguardo piuttosto allucinato, la bottiglia di vino che si è appena scolata. Nelle altre tre foto, Tina prosciuga l’ultimo goccio mentre attorno a lei vi sono quattro bicchieri vuoti. Secondo il domenicale del "Mirror", la Turner, che solitamente beve in maniera moderata, si è fatta prendere la mano durante una cena presso un ristorante di Nizza. Un amico della cantante, interpellato dal foglio londinese, ha detto: "E’ una signora ed una grande professionista, sarà certamente mortificata dal fatto che tutti la vedranno in questo stato. Mortificata ed imbarazzata". La Turner ha recentemente recitato, in un nuovo film, nella parte di una dea indiana. La cantante, vero nome Annie Mae Bullock, è nata il 26 novembre 1938 a Brownsville, Tennesse, ma è cresciuta a Nutbush, città resa peraltro nota dalla canzone "Nutbush city limits" di fine ’73.



Lunedì, 02 Maggio 2005
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