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Rassegna stampa alcol e guida del 3 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL TEMPO
PESCARA Prende a pugni la madre e la minaccia di morte

PESCARA — In preda all’alcool, ha afferrato l’anziana madre alla gola, l’ha sbattuta contro il muro del tinello e le ha sferrato un pugno al volto, minacciandola di morte con un paio di forbici. L’uomo è stato arrestato.

ACCECATO dai fumi dell’alcol sfogava continuamente la sua rabbia sui familiari. L’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato la scorsa notte. Si è conclusa con l’arresto di un uomo di 43 anni, l’odissea vissuta da una famiglia di Lettomanoppello. In manette con l’accusa di minaccia e lesioni a pubblico ufficiale e maltrattamenti in famiglia, è finito C.D.A., operaio e già noto alle forze dell’ordine per reati vari. Erano appena suonate le 3.30 quando l’arrestato è tornato a casa: ancora sotto l’effetto del troppo alcol ingerito, ha iniziato a sfogare la sua ira contro i parenti. Un fratello è riuscito infine a chiamare i carabinieri della locale Stazione i quali, giunti immediatamente sul posto, hanno fatto appena in tempo a bloccarlo mentre strattonava la madre. L’uomo, per nulla contento della presenza dei militari in casa sua, ha preso prima ad ingiuriarli, poi è passato ai fatti, colpendo uno di loro. Dopo una breve colluttazione i carabinieri hanno avuto la meglio e sono riusciti ad ammanettare il quarantatreenne e a portarlo in caserma. Non era la prima volta che i familiari assistevano ad un compartamento simile da parte del loro congiunto. A.P.

CLICMEDICINA.IT
L’alcolismo resta ancora un tabu’ per i medici e i farmacisti francesi
I ’professionisti della salute’ non sanno parlare ai pazienti di prevenzione dell’abuso di bevande alcoliche. Lo rivelano i dati del ’Barometro della sanita’’, l’indagine realizzata in Francia dall’Istituto nazionale di prevenzione ed educazione per la salute (Inpes) su duemila medici di famiglia e mille farmacisti.
Sugli altri fronti della prevenzione la ricerca ’promuove’ i camici bianchi, sempre piu’ capaci di migliorarsi nel sostenere i pazienti in comportamenti responsabili. Su molti fronti sono piu’ disponibili che in passato a informare, ascoltare ed educare, come nel caso della contraccezione e dei problemi legati alla sessualita’. Secondo il 98% del campione, per esempio, la prevenzione dell’Aids e di altre infezioni a trasmissione sessuale ’’e’ parte integrante dei compiti professionali’’, mentre un terzo del campione ritiene utile informare gli assistiti sull’efficacia dell’uso del preservativo. Ma se parlare di sesso non e’ piu’ un problema per oltre il 90% di medici e farmacisti, l’alcolismo, seconda causa di morte in Francia, resta un tema ’proibito’ per oltre la meta’ del campione (*). (Amr/Adnkronos Salute)
 
(*) Nota: in Italia non stiamo messi meglio della Francia, anche per una scandalosa pressoché assoluta mancanza di preparazione specifica nel corso della formazione didattica di questi professionisti della salute.
Bisogno poi anche vedere quanto bevono queste persone: è stato dimostrato che esiste una relazione (inversa) tra il bere del medico e la sua capacità di riconoscere i problemi alcolcorrelati negli altri.
IL GAZZETTINO (Padova)
Sarà un giovane paraplegico il testimonial delle iniziative per ricordare la tragedia dei ragazzi morti in macchina
«Non dimentichiamo quei tre morti»
Provocazione dal preside del Barbarigo che propone un punto di degustazione del latte.
La spensieratezza della giovinezza, un incidente stradale, una carrozzella. Sarà Oscar, un giovane trevigiano diventato paraplegico a seguito di uno schianto, il testimonial di "Voglio una VITA responsABILE", l’iniziativa promossa dall’Assessorato comunale alle Politiche giovanili e scolastiche in collaborazione con la Consulta degli studenti e gli istituti superiori della città, per monitorare i numerosi segnali di malessere che provengono dai ragazzi e riflettere insieme su alcune possibili soluzioni. «L’obiettivo è insistere sul senso di responsabilità, che ciascuno di noi ha nei confronti della propria vita e di quella degli altri. Non vogliano dare nè giudizi nè chiavi di lettura di quello che è successo - sottolinea l’assessore Claudio Piron - ma neppure lasciare cadere nel vuoto simili tragedie». Novemila morti ogni anno in Italia, 300mila feriti, oltre 20mila disabili gravi, 18mila incidenti nel Veneto nel 2004 con 686 morti e 25.330 feriti. Padova è la seconda provincia della regione per numero di sinistri: 3813 lo scorso anno mentre nei primi tre mesi del 2005, stando ai soli dati forniti dalla Polizia Municipale, gli incidenti sono stati 422 (329 con feriti, 3 mortali). E tra le infrazioni rilevate la parte del leone l’ha fatta l’alcol (27 casi contro i 2 di guida sotto assunzione di droghe). "Voglio una VITA responsABILE" si sviluppa in tre appuntamenti: il 5 maggio, ad un mese esatto dalla tragedia, giornata di riflessione negli istituti superiori (ogni classe avrà a disposizione materiale fornito dall’assessorato); il 15 maggio giornata dell’arte al Parco Brentelle, con la partecipazione del giovane Oscar e stands informativi sulle stragi del sabato sera mentre lo stesso giorno ogni singolo istituto proporrà incontri di analisi e approfondimento. Intanto l’istituto Dante dove studiava Alessandro Faltinelli (rimasto ferito e ora in ripresa tanto che, pur rimanendo in rianimazione all’Ospedale di Padova, dimostra di capire e interagire con gli amici) ha preso accordi con Franco Marcomini dell’Unità di Alcologia del Dipartimento per le dipendenze (che rileva la cifra record di 90 procedure per il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza avviate nei primi due mesi dell’anno). Provocatoriamente, Don Giancarlo Battistuzzi, preside del Barbarigo, per disincentivare l’abitudine a bere alcolici lancia l’idea di un "punto di degustazione del latte", come avviene da tempo negli Usa.
Federica Cappellato.
ASAPS.IT
I RISCHI DELL’ALCOL ANALIZZATI IN UN’INCHIESTA DI "FOCUS”
di Maria Teresa Zonca
Alcol, droga europea. E ancora: alcol, causa di 30-50 mila morti ogni anno in Italia. E poi: il pericolo invisibile. A parlare in questi termini è un’inchiesta, particolarmente approfondita, uscita sul numero di aprile 2005 di Focus. Secondo quanto sostiene l’indagine, sono almeno tre milioni gli italiani che non sanno controllarsi con l’alcol, e se una volta si beveva soltanto durante i pasti, oggi non è più così. Nell’occhio del ciclone, le mode: dall’happy hour (altro non è che il momento dell’aperitivo) al “binge”, vera e propria abbuffata di alcol, che consiste in bere in poco tempo una quantità di alcolici tale da mandare in tilt il cervello. I divieti? Non funzionano. Le campagne educative? Secondo uno studio della rivista medica The Lancet “non influenzano il modo di bere dei giovani”.
Emanuele Scafato, direttore del Centro per la ricerca sull’alcol dell’Organizzazione mondiale della Sanità a Roma, intervistato da Margherita Fronte, spiega che “l’insidia peggiore è che chi beve troppo non se ne accorge, e percepisce il suo modo di bere come moderato”. Da qui, la sensazione di essere perfettamente in grado di guidare, anche quando il campo visivo è ridotto, l’udito funziona peggio e i riflessi sono appannati.
Il consiglio dell’esperto? Contare i bicchieri: per una donna è consigliabile non berne più di due di vino per rientrare nei limiti legali oltre i quali non è consentito guidare, mentre per un uomo è bene non superare i tre bicchieri. Sono, tuttavia, consigli generici: contano molto l’età, il peso, la reazione personale all’alcol, insomma ci sono delle variabili.
E’ in ogni caso sbagliato pensare che una sbronza di superalcolici sia diversa da quella di vino: ciò che conta è la quantità di alcol assunta dall’organismo. Secondo la ricerca medica pubblicata su Focus, non ci sono esami particolari per capire quando si rischia di superare il confine tra bevitore occasionale e bevitore cronico.
Per curare gli abusi, sono consigliate terapie con vitamina B, ma per gli alcolisti veri e propri servono cure specifiche per contrastare lo squilibrio elettrolitico. Associare l’alcol ad altre droghe, come gli allucinogeni ad esempio, può addirittura essere letale. Dipendenza come per il fumo? Si, ma con la differenza che dal fumo ci si disintossica in dieci anni, mentre i danni dell’alcol sono irreversibili.
Tornando ai pericoli per la guida, Focus pubblica una tabella precisa sui rischi che si corrono con l’aumentare del livello di alcol nel sangue.
Cerchiamo di riassumerla. Con 0,2 grammi per litro di sangue, diminuisce la percezione del pericolo e si registra la tendenza a guidare in modo meno prudente. A 0,4 si rischiano manovre più brusche, mentre a 0,5 grammi per litro il campo visivo è ristretto ai lati e la percezione degli stimoli sonori e luminosi è ridotta del 30-40 per cento.
Gradualmente, la situazione peggiora: a 0,9 grammi di alcol possono provocare la difficoltà a percepire la presenza contemporanea di più oggetti.
L’ubriachezza vera e propria si ha con una concentrazione di 1 grammo di alcol per ogni litro di sangue: si barcolla, non si riesce a capire bene cosa accade intorno, l’euforia può spingere a comportamenti avventati e inconsueti e, per la guida, è difficile capire la posizione dell’auto rispetto alla carreggiata, mentre le luci degli altri veicoli possono causare un momentaneo accecamento. Il rischio elevato di addormentarsi al volante è tra un grammo e un grammo e mezzo di alcol per litro di sangue: la lucidità è completamente persa e si è in piena confusione mentale.
IL TERRITORIO.INFO
NON VUOLE BERE, LO FANNO VOLARE PER 10 METRI.
In via Colonne l’altra notte due rumeni, che dividevano l’ appartamento con un connazionale, di fronte al rifiuto di quest’ultimo di prendere una birra si sono ubriacati e l’hanno scaraventato dalla finestra (*). Arrestati dai carabinieri dopo una fuga rocambolesca. Grave il ferito
Si rifiuta di bere in compagnia e viene aggredito e gettato dalla finestra: tragedia sfiorata la notte del primo maggio.
E’ accaduto nel centro storico della città ai danni di un 38enne rumeno. Un gruppo di giovani rumeni stavano passando una serata in allegria con qualche bottiglia di birra quando, forse un bicchiere di troppo, ha portato due di loro a pestare a sangue un loro connazionale. Dopo l’aggressione i due hanno preso l’amico e lo hanno gettato dalla finestra della sua camera da letto, al secondo piano dell’immobile, alto circa sette metri in via Colonne. Il motivo della lite degenerata violentemente sembrerebbe risalire al fatto che l’uomo si sarebbe rifiutato di bere con loro.
I due dopo aver compiuto l’insano gesto e accortisi dell’arrivo dei militari della locale Stazione, si sono dati alla fuga per i tetti del  centro storico, inseguiti dai carabinieri. I militari hanno dovuto, nel buio della notte, far uso di tutte le loro abilità per riuscire ad arrampicarsi sui tetti delle case del centro storico e passare da una tettoia all’altra senza mai perdere le tracce dei due malviventi.
Il rocambolesco inseguimento è terminato un tetto  in via Laurienti, con l’arresto del primo rumeno di 23 anni, mentre l’altro è stato fermato dietro la canna fumaria di un altro tetto in via Colonne, si tratta di un 32enne. Entrambi sono stati arrestati per tentato omicidio e condotti presso la Casa Circondariale di Latina.  La  vittima dell’aggressione, di 38 anni, è stata soccorsa e ricoverata presso il nosocomio di Latina, con prognosi di 30 giorni relative a varie fratture agli arti inferiori e setto nasale. La terribile caduta, fortunatamente, non ha leso parti vitali.
Una nottata tormentata per i carabinieri della locale Stazione che si sono dovuti improvvisare anche provetti acrobati per riuscire a fermare gli autori della terribile aggressione.
Fortunatamente l’operazione è riuscita con successo arrivando anche, in tempi brevi, ad assicurare alla giustizia i due clandestini che hanno tentato di uccidere un loro connazionale.
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(*) Nota: auguriamoci che adesso non escano articoli di giornale o servizi televisivi a spiegare che bere birra può essere utile per la prevenzione dei traumi da caduta.
IL SECOLO XIX
Ubriaca, contromano e senza patente investe pedone e scappa: denunciata
SAMPIERDARENA La donna, individuata dalla polizia, ha 40 anni
Contromano, in una zona riservata al traffico degli autobus e dei pedoni, senza patente, ubriaca. Più di così non poteva fare la protagonista della manovra compiuta in auto l’altra sera in piazza Montano a Sampierdarena. È una donna di quarant’anni residente a ponente. Ha investito un passeggero appena sceso dal bus ed è scappata, senza soccorrerlo, con il parabrezza scheggiato, il paraurti danneggiato. Alcuni automobilisti si sono messi all’inseguimento mentre con un cellulare avvisavano la centrale operativa della polizia. Alla fine una volante del commissariato di Cornigliano l’ha raggiunta e bloccata: per lei, C. R., 40 anni, sono scattate le denunce di lesioni, omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e senza patente.
Il ferito, travolto nell’area Amt della piazza centrale di Sampierdarena, è stato soccorso da un’automedica e accompagnato all’ospedale San Martino. Le sue condizioni, apparse subito piuttosto preoccupanti, sono migliorate nelle ore successive e i medici lo hanno definito fuori pericolo. Le conseguenze dell’incidente sarebbero potute essere molto più gravi.
È successo nella notte in piazza Montano. La ricostruzione dello schianto è in corso di accertamento da parte della polizia municipale e del commissariato di Cornigliano. L’automobile proveniente da ponente verso levante, in base ai primi rilievi, avrebbe invaso l’area che si trova al centro della piazza travolgendo uno dei passeggeri appena scesi da un autobus. Lo schianto è stato impressionante. I primi a soccorrere il ferito sono stati altri passeggeri che hanno chiamato il 118 e fatto dirottare sul posto un’ambulanza e un’automedica. Nel frattempo altri automobilisti, individuata l’"auto pirata" si mettevano all’inseguimento, chiamando in contemporanea il 113. A risolvere la situazione ci hanno pensato gli agenti di una volante del commissariato di Cornigliano, bloccando la fuggitiva.
ANSA
SALUTE: 75% ITALIANI STA BENE MA CRESCONO CATTIVI STILI VITA
(ANSA) - ROMA, 3 MAG - Gli italiani si sentono in buona salute, ma continuano ad essere minacciati dai cattivi stili di vita dei quali, molto spesso, non sono ancora consapevoli: cosi’, se da un lato affermano di fumare meno, dall’altro non prestano troppa attenzione all’alimentazione. La conseguenza e’ che sovrappeso, obesita’ e colesterolo alto continuano a rappresentare fattori di rischio molto diffusi. Questa la fotografia che emerge dal Rapporto 2005 ’L’Italia dice 33’, presentato oggi dalla Federazione associazioni dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi). Ma a preoccupare gli specialisti sono anche altri due dati: l’aumento dei ricoveri tra gli anziani per malattie croniche e il crescente disagio registrato tra i giovani. Il fatto, ha sottolineato il presidente Fadoi Ido Iori, ’’e’ che vediamo sempre piu’ giovani in corsia, e non solo per colpa della velocita’ in automobile. Un uso sempre piu’ smodato di alcol e fumo e una dieta scriteriata - ha avvertito - rappresentano infatti i loro ’killer’ principali’’. Ma qual e’, piu’ in generale, lo stato di salute degli italiani? Il Rapporto rivela, su dati Istat e Osservasalute, che il 74,7% afferma di sentirsi bene e in forma, sia pure con qualche differenza territoriale (di piu’ in Campania, Trentino Alto Adige e Molise, di meno in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Calabria). Quanto alla classifica delle malattie croniche che piu’ ci tormentano, in testa figurano artrosi, artrite e ipertensione (specie fra le donne). In crescita sono poi le allergie, mentre e’ in leggero calo il diabete. Risultano invece stazionarie, sottolineano gli internisti, le malattie del cuore. Un dato consolante, rilevano gli esperti, e’ che si fuma leggermente di meno (i piu’ incalliti risultano i laziali mentre i piu’ virtuosi i calabresi). Ma gli stili di vita, avvertono, restano il tallone d’Achille degli italiani, a partire dalla tavola: si mangia sempre di piu’ sul lavoro, con poca attenzione verso una alimentazione sana ed equilibrata. Un ultimo dato: sulla base dell’aspettativa di vita, l’uomo dovrebbe scegliere di nascere nelle Marche e le donne in Trentino. Ultima classificata, quanto a vita attesa, e’ invece la Campania per entrambi i sessi.
IL GAZZETTINO (Rovigo)
Rosolina
MINI-HOOLIGANS, MISCHIA NOTTURNA AL BAR.
(C.B.) Una sconfitta difficile da digerire. Niente di meglio allora, per farla andare giù, di annegare l’amarezza del posto non certo "di rango" in classifica finale con una bella bevuta collettiva e qualche sonoro schiamazzo notturno tra i tavolini dei bar. Con tanto di "gran finale" tra gazzelle dei carabinieri e pantere della polizia, i cui equipaggi sono intervenuti a redarguire i bollenti spiriti dei baldi ragazzotti d’Oltremanica.
Sì, perchè a rendere incandescente il centralino del 113, intorno all’una di ieri notte, sono stati i ragazzotti inglesi del Sussex, impegnati nei giorni scorsi nella trentunesima edizione del torneo "Aldo Milani". Eliminati dai gironi del torneo con un sonoro 10-0 rimediato dalla squadra dello Junior Rovigo, gli "under 17" del Sussex, ospitati in un hotel di Rosapineta, hanno pensato bene di "rincuorarsi" attaccandosi al collo di qualche bottiglia di birra e dando sfogo in piena notte, con impeccabile stilebritish, alle proprie ugole, colpendo a calci seggiole e tavolini di un paio di bar e sparpagliando qua e là gli incolpevoli carrelli di un supermercato.
La scorribanda, ovviamente, ha avuto fine all’arrivo delle forze dell’ordine. Che dopo avere riportato la ventina di ragazzi inglesi alla calma si sono fatti indicare il responsabile dell’organizzazione, un rodigino. Al quale i titolari degli esercizi coinvolti nel "turbine" dell’esuberanza dei giovani rugbisti hanno presentato un conto di 350 euro. Gli stessi ragazzi, infilate le mani in tasca, hanno provveduto a risarcire il danno. Assicurandosi cosi il rientro nel Regno Unito ed evitando di incorrere in una poco edificante segnalazione alla procura del Tribunale di minori.
CORRIERE ROMAGNA (Cesena)
Azioni anti-alcol al via nel quartiere Cesuola.
CESENA - Prende il via la campagna promossa dal Quartiere Cesuola per mettere in guardia i giovani dai pericoli legati all’abuso di alcolici. Ma anche per sollecitare le istituzioni pubbliche locali a fare la loro parte, in modo da contrastare, anche con provvedimenti impopolari, la “cultura dello sballo”.“Noi e l’alcool: parliamone” è il titolo scelto per i primi due incontri dell’iniziativa rivolti ad adolescenti, genitori ed educatori. In cabina di regia, accanto alla responsabile circoscrizionale Tiziana Lugaresi, ci sono l’Ausl e l’Acat di Cesena. Gli effetti degli alcolici sulla salute e le molle psicologiche che portano tanti giovani ad assumerne in grosse quantità per cercare piacere saranno gli argomenti al centro del primo appuntamento, in programma questa sera, e di quello che si terrà martedì della prossima settimana. Inizieranno alle ore 20.30, nella sede del Quartiere in via Giovannini, a Ponte Abbadesse. Presenterà la serata l’assessore alle Politiche giovanili del Comune, Maria Grazia Zittignani. Qualificati i relatori: per l’Ausl di Cesena interverranno i dottori Monica Bianchi, Roberta Carrozzo, Enrico Farabegoli, Cristina Montanari e Simone Preti. Per l’Acat, associazione impegnata da anni ad aiutare chi vuole liberarsi dalla schiavitù di Bacco, ci sarà Vittorio Fantini. Sarà infine presente, come rappresentante della polizia municipale, Alessandro Scarpellini. Tiziana Lugaresi spiega lo spirito della campagna di prevenzione. “Non vogliamo fare discorsi moralistici o paternalistici, ma è dovere di tutti guardare con attenzione dentro certi problemi che affiorano nel mondo della notte. L’amministrazione comunale di Cesena, negli ultimi anni, ha sostenuto lo sviluppo quantitativo del divertimento fino a tarda ora, ma non si è curata della qualità di quanto veniva proposto. Serve una svolta e ci sembra di avere trovato nella nuova giunta, e in particolare nell’assessore Fausto Aguzzoni, un’incoraggiante sensibilità su questo versante. Sarebbe importante arrivare a stendere una ‘Carta di qualità‘ del servizio offerto nei locali notturni, prestando maggiore attenzione anche alla formazione di chi lavora dietro i banconi del bar. Poi anche il Comune potrebbe pensare ad interventi diretti. Potrebbe per esempio proporre iniziative per i giovani “alcol free”. E sul piano normativo potrebbe regolamentare l’orario di chiusura degli esercizi o almeno vietare dopo una certa ora la vendita di alcolici. Intanto, facciamo rispettare le regole che esistono già, come il divieto di somministrare alcol ai minori”. Quel che è certo, secondo Tiziana Lugaresi, è che non si può mettere la testa sotto la sabbia. Anche perché - fa notare - un determinato modo di divertirsi, oltre ad essere nocivo per se stessi, causa problemi di convivenza con gli altri. “Basta guardare a quello che accade intorno al Verdi - afferma la responsabile della commissione del Cesuola - Bottiglie di alcol rotte sparse ovunque e i segni del vomito di chi ha alzato troppo il gomito sono ormai all’ordine del giorno. Tanto che è stato necessario chiedere ad Hera servizi di pulizia aggiuntivi”.
CORRIERE ROMAGNA (Rimini)
Pirata ubriaco inseguito e bloccato da una Volante.
RIMINI - Omissione di soccorso, fuga, guida in stato di ebbrezza. Sono le accuse piovute sabato scorso sul capo di un tunisino 37enne, in possesso di regolare permesso di soggiorno, residente a Rimini, bloccato da un equipaggio del 113 pochi minuti dopo aver investito un ciclista ed essersi dato alla fuga. L’incidente è avvenuto poco prima delle 19 in via Toscanelli a Viserba, e “sfortuna” ha voluto che subito dopo stesse sopraggiungendo una Volante della Questura. Fermato da alcuni testimoni, l’equipaggio si è messo alla caccia del pirata che è stato bloccato a qualche chilometro di distanza. La Polstrada ha quindi provveduto a sottoporre il conducente all’etilometro, “scoprendo” che era alla guida alticcio. Contemporaneamente il ciclista, un riminese di 52 anni. era accompagnato in ospedale dove, dopo le medicazioni, veniva dimesso con una prognosi di cinque giorni.Altri tre automobilisti che avevano alzato troppo il gomito, sono stati denunciati alla procura della Repubblica, dopo il test positivo - i valori andavano dall’1,11 all’1,71 per cento - dai carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Rimini nel corso di specifici controlli attuati nella notte tra sabato e domenica scorsa..
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Ritorna la bella stagione e con essa le proteste dei residenti del centro storico. Spesso gli ingressi delle abitazioni sono ostruiti dalle auto in sosta
Chiusi fuori di casa dal popolo della notte
Sporcizia e bottiglie dappertutto. Le vie ridotte a bagni pubblici. Chiesti più controlli.
Sporcizia, vie e portoni scambiati per bagni pubblici, ingressi delle abitazioni ostruiti dalle auto parcheggiate in maniera selvaggia. Ritorna la bella stagione e, con essa, le proteste nel centro storico. E a finire sotto accusa è nuovamente la cosiddetta «movida». «Come può il centro storico di Lecce, definito il "salotto della città" - sottolinea un residente, Daniele Castoro - presentarsi la domenica mattina in maniera così indecorosa agli occhi dei cittadini e, in particolare, dei turisti che nel visitare il teatro romano e la zona nei pressi dei pub di via Federico D’Aragona restano sconcertati dallo stato di pulizia nel quale si trovano quelle stradine?». Residenti, dunque, di nuovo sul piede di guerra. «Spesso, nei fine settimana - aggiunge Castoro - mi reco a dormire a casa dei miei nonni, in una delle vie adiacenti a piazzetta Santa Chiara; e ogni sabato notte tornando a casa, o la domenica mattina al mio risveglio, trovo sotto il nostro portone, come anche sotto il portone dei vicini di casa, vomito, urina, bicchieri di birra (spesso poggiati o addirittura rovesciati sul tetto delle auto) e bottiglie di ogni genere di alcolici. Penso che in molti abbiano scambiato queste vie interne per una toilette all’aperto, che non credo rappresenti la giusta alernativa al vero bagno pubblico, il quale, per chi non lo sapesse, è situato in piazza Sant’Oronzo, e viene chiuso al calare del crepuscolo». Ma non basta. C’è anche il grave problema delle auto e degli scooter parcheggiati in maniera selvaggia. «Se decido di rientrare un po’ più tardi - continua Castoro - devo chiedere il permesso per entrare nella via di casa a coloro i quali, inosservanti del divieto vigente dalle 23, che proibisce l’entrata nel centro storico ai mezzi non autorizzati, vengono a parcheggiare a fianco della chiesa di Santa Chiara, non curandosi assolutamente di posizionare le auto e gli scooter in maniera tale da consentire il transito ai residenti. Non è una novità il fatto che si sia costretti ad aspettare anche un’ora, a causa del mancato intervento dei vigili urbani, per poter accedere nella via di casa, perchè qualcuno ha pensato bene di andare a bere una birra da qualche parte dopo aver lasciato la propria auto in mezzo a via del Tufo. Naturalmente il più delle volte, invece di rientrare in auto, sono costretto a lasciarla nei pressi del cinema Massimo». E il rientro in casa diventa una vera e propria odissea. «Dopo aver fatto vari slalom - aggiunge - fra ogni sorta di lerciume, finalmente riesco a coricarmi e, nel momento in cui le palpebre stanno per chiudersi e sto per addormentarmi, c’è sistematicamente qualcuno che inizia a litigare animosamente o a cantare a squarciagola. Sono diversi anni che gli abitanti di questa zona hanno chiesto un intervento concreto da parte dell’Amministrazione (sia di centrosinistra che di centrodestra) e delle forze del’ordine, ed è sempre stato detto loro che si sarebbe provveduto quanto prima a migliorare la situazione. A quanto pare non è così se, sabato sera, per l’ennesima volta, nel rientrare a casa, ho trovato i gradini del portone ricoperti di vomito ed urina». Castoro poi ricorda che sabato 2 aprile, la sera prima dell’apertura dei seggi elettorali, i marciapiedi dinanzi alle scuole erano ricoperti dai volantini. Le strade erano ridotte in uno stato pietoso. «Con mio grande stupore - conclude - la mattina seguente, i marciapiedi davanti all’entrata dei seggi, seppur in modo approssimativo, erano stati ripuliti. Mi chiedo come mai il miracolo degli operatori ecologici che lavorano di domenica mattina avviene solo in campagna elettorale. E non sarebbe il caso, infine, che le forze dell’ordine effettuino maggiori controlli in queste strade più nascoste durante tutta la settimana e in particolare nel week-end?».
IL MESSAGGERO
Il delitto del pianista
Si esaminano le tracce nel computer.
Computer, telefonini, tabulati: i carabinieri stanno passando al setaccio le ”tracce” lasciate da Paolo Grossi, 45 anni, ucciso a Campo de’ Fiori e ritrovato cadavere la settimana scorsa (ieri si sono svolti i suoi funerali). L’uomo, impegnato anche come volontario negli Alcolisti anonimi, curava anche tre siti, dedicati al mondo dell’esoterismo. Gli investigatori stanno rileggendo i suoi testi, per comprendere se vi siano tracce utili a individuare il colpevole. «Ma - dice un investigatore - la soluzione del giallo potrebbe essere più banale di ciò che si pensa». Come una tentata rapina o un semplice litigio degenerato.
IL TEMPO
Campo de’ Fiori, Paolo Grossi aveva 45 anni e faceva volontariato. Accoltellato al fianco
Assassinato l’amico degli ex alcolisti.
di ALFREDO VACCARELLA L’HANNO trovato ieri all’ora di pranzo vigili del fuoco e carabinieri. Qualche vicino dell’elegante palazzina di via del Pellegrino, a due passi da Campo de’ Fiori, da giorni sentiva l’odore acre, pungente che solo la morte porta con sè. Dietro la porta del monolocale al secondo piano, il corpo di Paolo Grossi, 45 anni da compiere il 6 giugno, era steso in terra su un fianco, in avanzato stato di decomposizione. Sul cranio un evidente segno di un colpo fortissimo, forse vibrato con una statuetta di legno di un Budda lì vicino; soprattutto nel fianco, ancora conficcato, un lungo coltello da cucina. Omicidio dunque, al momento un giallo che forse a breve potrebbe già essere risolto dai carabinieri del Nucleo Operativo di via In Selci e dai colleghi della Compagnia Roma Centro. Un delitto d’impeto, a giudicare dal quadro dell’appartamento, completamente sotto sopra come dopo una colluttazione, e da una testimonianza chiave di un vicino di casa: sabato mattina qualcuno ha sentito una discussione, poi degenerata in violenta lite, particolarmente lunga. Quindi il silenzio. A sabato dunque risalirebbe il delitto, circostanza compatibile con quanto affermato dal medico legale accorso sul posto su richiesta del pm Amalia Coccomello. Ma perché uccidere un uomo come Grossi? Tutti lo ricordano come una brava persona, certo non ricco al punto da suscitare istinti predatori, fidanzato con una donna dalla quale si era lasciato da tempo, soprattutto volontario in un’associazione senza scopo di lucro che si occupa di aiutare ex alcolisti e tossicodipendenti. Ecco, proprio su quest’ultimo aspetto si appuntano le indagini dei militari del colonnello Giovanni Arcangioli e del maggiore Giancarlo Pintore, che ieri pomeriggio e fino alla sera hanno sentito diverse persone per fare luce sulla personalità della vittima. Non si esclude cioè che l’assassino possa essere una delle persone che magari Grossi aveva aiutato, che conosceva, della quale si fidava al punto da aprirgli casa sua. Dei segni di effrazione sulla porta, impolverati, vecchi, fanno pensare che l’omicida sia entrato bussando. Poi la discussione, poi la coltellata e infine quella statuetta di legno in testa per finire la vittima già in terra. Dentro l’appartamento luci accese e scuri socchiusi, una sola tazzina di caffè, come se l’assassino avesse fatto visita al volontario appunto di mattina, quando questi era appena sveglio. Pianista dilettante, Grossi avrebbe suonato fino al venerdì sera, circostanza che avvalora l’ipotesi del delitto di sabato. Quanto al movente, resta un rebus, ogni ipotesi è aperta. Il cadavere vestito e i trascorsi della vittima allontanano la pista, balenata all’inizio, dell’omicidio gay. No, rapina piuttosto, o più esattamente questione d’interesse. L’inchiesta sta cercando di far luce su alcune attività economiche dell’ucciso, che aveva ceduto l’edicola della madre ormai morta e diviso il grande appartamento di via del Pellegrino lasciando a sè solo una stanza per affittare il resto. Si cercano alcuni assegni che sarebbero scomparsi. E si cerca il portafogli, che non sarebbe nell’appartamento. Parlare di rapina in senso proprio non pare corretto. C’è qualcosa di diverso dietro, appunto sembra un delitto d’impeto, come se Grossi avesse ricevuto qualcuno con quale c’era una qualche consuetudine. L’assassino gli aveva chiesto un prestito? E Grossi aveva accettato tirando fuori dal portafogli troppo poco? Dagli interrogatori in corso e dall’autopsia, forse dal cellulare e dal pc della vittima arriverà qualche risposta.
IL TEMPO
SANTA MARINELLA Picchia la moglie e si barrica in casa Donna salvata dalla Municipale.
SANTA MARINELLA – Momenti di terrore ieri mattina per un pluripregiudicato polacco, che intorno alle 11, è entrato in un appartamento della via Aurelia, ed ha iniziato a picchiare la moglie per motivi sconosciuti. L’uomo, K.A. residente a Ladispoli e ben conosciuto dalle forze dell’ordine, avendo vari precedenti penali, nella mattinata si è trasferito da Ladispoli arrivando nella nostra città verso le 10,30 poco dopo è entrato nella casa della moglie per parlare con lei. Ad un certo punto però la donna è uscita dal portone piangente chiedendo aiuto. Sul posto si sono portati subito due operatori della Polizia Municipale, un’ambulanza della Misericordia e un medico. Il polacco infatti era in preda ai fumi dell’alcool e dava in escandescenze. Il dottore, dopo vari tentativi, è riuscito ad entrare nell’appartamento e a tranquillizzare lo straniero. Poi ha cercato di convincerlo a farsi recoverare all’ospedale ricevendo però un netto rifiuto. La moglie invece è stata medicata dai volontari della Misericordia ed è potuta tornare nella sua casa. Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri. Gia. Bal.
WINENEWS
GLI SCIENZIATI AUSTRALIANI STANNO STUDIANDO UN LIEVITO PER FARE IL VINO CON MENO ALCOOL E PIU’ SAPORE.
L’Australian Wine Research Institute (www.awri.com) sta studiando un lievito che, quando aggiunto al succo d’uva fermentato, riduce il contenuto di alcool nel vino di oltre il 4%. Fino ad oggi, gli enologi dovevano ricorrere al costoso metodo dell’osmosi inversa se volevano ridurre il contenuto di alcool, con il rischio però di danneggiare il sapore del vino. Il direttore dell’istituto australiano, Sakkie Pretorius, ha affermato invece che aggiungendo il lievito sperimentale non si hanno effetti negativi sul sapore del vino. “Nel peggiore dei casi il gusto resta normale. Il sapore non diminuisce il sapore, semmai viene esaltato”. Ma come funziona questo lievito? Invece che in alcool, converte alcuni degli zuccheri in glicerolo e acido gluconico, che sono normalmente presenti nel vino. Secondo il professor Pretorius il vino con meno alcool sarà disponibile sul mercato - dopo le sperimentazioni - nel giro di qualche anno. Esperimenti in questo senso, mai approdati a nulla, ci sono stati anche in Italia.
IL GIORNALE DI VICENZA
Ubriaco al volante
Sbanda, invade la corsia e centra un’auto.
(d. m.) Al volante con un tasso alcolico di quattro volte superiore al consentito, ha provocato un frontale che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi. L’incidente è avvenuto sabato sera lungo la strada che collega Romano con Mussolente. G.R., 40 anni, di Bassano, era diretto in terra misquilese a bordo della sua Alfa Romeo 164, quando ha sbandato nell’affrontare una curva destrorsa. La sua auto è finita nella corsia opposta e ha centrato una Polo guidata da G.T., 27 anni, di Bassano, che aveva a bordo altri tre giovani: M.I., 30 anni, E.I., 26 anni, e E.M., 23 anni. La stessa Polo è poi carambolata invadendo a sua volta la corsia opposta. Fortunatamente in quel frangente non è sopraggiunto nessun altro mezzo.
Sul posto sono giunti i carabinieri di Romano per i rilievi e per regolare il traffico. I militari hanno fatto intervenire anche una pattuglia della polizia locale attrezzata di etilometro: G.R. era ubriaco fradicio, ragion per cui gli è stata ritirata la patente, ed è stato denunciato. I giovani, soccorsi da un’ambulanza, hanno riportato ferite guaribili in pochi giorni.
IL RESTO DEL CARLINO
POLEMICA DI FI E AN
Alcol permesso durante la festa del 1° Maggio.
BOLOGNA, 2 MAGGIO - "Oltre al danno, la beffa". Cioe’, oltre all’ordinanza che vieta la vendita di alcolici da asporto tra le nove di sera e le sei del mattino, anche l’affronto di vedere altri commercianti, magari ambulanti, vendere liberamente birra e vino oltre l’orario di stop in occasioni particolari come la festa del 1^ maggio.
Questa la situazione dei gestori di locali e dei commercianti del centro storico di Bologna secondo l’opposizione di centrodestra a Palazzo d’Accursio. In Consiglio comunale, An e FI citano una serie di episodi: ultimo in ordine di tempo, la festa in piazza Maggiore del primo maggio di ieri sera, con alcolici venduti liberamente. Ma Enzo Raisi, capogruppo di An, presenta una interpellanza al sindaco per una "festa" venerdi’ sera a porta Ravegnana, e Lorenzo Tomassini (FI) riferisce di circostanze analoghe in zona Pratello. E poi, denunciano, ci sono state le serate della scorsa settimana in piazza Verdi.
"Il Primo maggio nella nostra citta’ e’ la festa dell’ebbrezza alcolica- premette il forzista nella sua domanda d’attualita’ all’assessore al Commercio, Silvana Mura- le chiedo se esiste ancora la sua ordinanza o se e’ stata solo sospesa perche’ in piazza c’erano gli amici per la festa comandata". L’assessore spiega: "All’interno delle manifestazioni regolarmente autorizzate la vendita non costituisce asporto e quindi non viola l’ordinanza". "Se cosi’ fosse e’ comunque una beffa- replica il finiano Patrizio Gattuso- l’ordinanza va rivista perche’ non si possono avere due pesi e due misure". "Una risposta a dir poco offensiva- va giu’ duro Galeazzo Bignami, anche lui di An- Mura dimostra che non sa leggere la sua ordinanza, a meno che a scriverla non sia stato qualcun altro.
CORRIERE ADRIATICO
Ubriaco al Viale, insulti nel bar e sul bus.
ANCONA -Con la mente probabilmente annebbiata dall’alcool ha urlato parole in libertà, e per niente carine, a chi gli è capitato a tiro prima al bar e poi sull’autobus. Successivamente è stato bloccato dalla polizia allertata dagli uomini dell’istituto di vigilanza “Sureté Srl”. Attimi di tensione ieri pomeriggio al Viale per la presenza di un uomo che in preda a un evidente stato di ebbrezza ha causato qualche disagio. L’allarme alla centrale operativa della “Sureté” è suonato attorno alle 16 e 15. Qualcuno era entrato allo “Stadio Bar” provocando non poco fastidio agli avventori. E’ partita la richiesta di intervento della titolare. Gli uomini dell’istituto di vigilanza hanno segnalato l’episodio al 113 e ha inviato una pattuglia sul posto. All’arrivo al Viale però, non hanno trovato più nessuno. L’uomo era infatti nel frattempo salito sull’autobus, forse per cercare una via di fuga. Anche a bordo del mezzo di trasporto pubblico ha continuato a biascicare ad alta voce parolacce e offese. Il conducente ha provato a chiamare i soccorsi col telefonino, ma è stato preceduto dalla pattuglia della “Sureté” che gli ha fatto intuire di fermare il bus per far scendere il passeggero indesiderato. Una volta fatti tutti gli scalini è stato accolto anche dagli agenti di una Volante della polizia. Per fortuna tutto si è risolto solo in un po’ di trambusto e urla senza senso. Il protagonista del pomeriggio al Viale è stato identificato. Viene da fuori e rischia una denuncia.
CORRIERE ADRIATICO
Paura nella notte in centro a Montelupone, coinvolte due persone di Potenza Picena
Batte la testa dopo una furiosa lite.
MONTELUPONE - Un litigio banale, forse legato più all’eccessiva presenza di alcol nel sangue che a un reale motivo. Fra persone intorno ai 40 anni, che si conoscono da tempo. Che ha rischiato di sfociare in tragedia. Ora uno di loro, residente a Potenza Picena, è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Chirurgia dell’ospedale di Recanati con un grave ematoma al cranio per il quale i medici hanno deciso, almeno fino al tardo pomeriggio di ieri, di non sciogliere la prognosi.
L’episodio si è verificato nella notte fra domenica e lunedì, intorno alle 2, in centro a Montelupone. Coinvolte tre persone, di cui una è però rimasta in auto. Il vero e proprio litigio ha riguardato gli altri due (anche l’altro è residente a Potenza Picena): parole, spintoni, schiaffi e chissà cos’altro. Fino a quando l’uomo caduto in terra, forse a causa di uno spintone, ha battuto con violenza il capo, anche se è rimasto parzialmente lucido. La scena apparsa ai soccorritori, attivati dal 118 partito da Recanati, era preoccupante: un uomo in auto, l’altro, frastornato, nei pressi della vettura e l’ultimo, quello ferito, seduto sullo scalino della chiesa che si trova nei pressi dell’arco che porta all’ingresso del centro storico di Montelupone, vicino a un giardinetto pubblico. A quanto pare il terzetto aveva abbondantemente alzato il gomito in occasione di una cena per il Primo Maggio. Poi, chissà perché, il violento litigio, fino all’infausto epilogo.
Per adesso i sanitari preferiscono non sbilanciarsi: a causa della violenza dell’urto, forse contro l’asfalto o il muro di una casa, l’uomo potrebbe aver riportato una frattura alla base cranica che ha provocato l’ematoma. Prima di poter intervenire occorre attendere lo sviluppo della situazione. E’ probabile che ora scatti anche un’inchiesta sulla vicenda, vista la segnalazione giunta dall’ospedale sul caso. Da verificare i motivi della lite, i rapporti fra le due persone maggiormente coinvolte e cosa abbiano fare durante le ore precedenti. Nella speranza che le condizioni del ferito migliorino in fretta.
IL MATTINO
Oxford, lancio dal ponte cinquanta ragazzi feriti.
Londra. Durante il tradizionale salto da un ponte di Oxford, in occasione del «May Day», circa 50 studenti sono rimasti feriti perchè l’acqua del fiume in cui sono caduti era troppo bassa, arrivando appena all’altezza delle ginocchia. Dieci dei 50 studenti hanno riportato fratture e lussazioni e sono stati portati all’ospedale. Ogni anno per il «May Day» dal ponte si gettano centinaia di persone in prevalenza studenti e molto spesso ubriachi. Nonostante le avvertenze delle autorità sul basso livello delle acque del fiume quest’anno gli studenti hanno ripetuto il rituale di lanciarsi dal ponte.
IL TEMPO
Rischia infarto, giovane salvata
Scaricata da taxi in condizioni penose viene soccorsa dai forestali.
LATINA — Ha rischiato la vita, la notte scorsa, una giovane al lido di Latina. Scaricata in tutta fretta da un taxi, in preda ai fumi dell’alcol, la ragazza stava restando vittima di un infarto. Un episodio dai contorni ancora indefiniti, ma per il quale si è rilevato provvidenziale l’intervento dei forestali, che hanno prestato i primi soccorsi alla 23enne, allertato il 118 e scortato l’ambulanza all’ospedale «Goretti». La notte scorsa, nei pressi di Foce Verde, da un taxi sono scese due giovani dell’Equador, residenti al lido di Latina. Una delle due amiche stava malissimo e, mentre il taxi ripartiva di gran carriera, si è accasciata a terra. L’amica ha cercato di massaggiarla e le ha gettato sul volto dell’acqua. Ma la 23enne non reagiva, completamente ubriaca e come in trance. Vittima di qualche strano cocktail? Forse. La scena, accaduta nei pressi di un noto ristorante, non è passata inosservata ed i passanti hanno chiesto aiuto al 1515 del Corpo forestale. Gli investigatori della stazione di Fogliano erano di pattuglia e si sono precipitati sul posto. Hanno prestato i primi soccorsi alla 23enne, che stava per restare vittima di un infarto, e chiamato il 118, scortando fin all’ospedale l’ambulanza. L’equadoregna ha avuto così salva la vita, ma l’episodio presenta delle zone d’ombra su cui i forestali stanno indagando. Le ragazze hanno riferito di un litigio con un giovane, dei primi malori accusati dalla 23enne dopo quella discussione e di essere state portate poi in taxi da Roma a Latina. Gli investigatori avrebbero più di qualche dubbio sull’accaduto e starebbero accertando in particolare quel che sta accadendo al lido. Cle.Pis.
IL MESSAGGERO (Latina)
Borgo San Michele/Il giovane guidava una potente Honda Cbr 900 quando si è trovato davanti un’auto che svoltava per entrare in casa
Terribile schianto sulla 156: muore in moto.
Mercoledì, 04 Maggio 2005
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