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Rassegna stampa alcol e guida del 15 giugno 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL SECOLO XIX
Autisti, interviene il governo
MEZZI PUBBLICI NELLA BUFERA
Dopo l’incidente al Righi il ministero dei Trasporti ha deciso di colmare una lacuna della legge
Decreti per consentire i controlli su droga e alcol.

Il ministero dei Trasporti sta elaborando i decreti attuativi che permetteranno alle aziende di controllare propri dipendenti che fanno uso di droghe, in modo da evitare che possano danneggiare altre persone. A 15 anni dalla data in cui è entrata in vigore la legge sugli stupefacenti, dunque, un ministero si accorge che mancano gli strumenti legislativi che permettano di controllare i lavoratori dediti a sostanze stupefacenti creando una potenziale situazione di pericolo.
A mettere il ministero di fronte al clamoroso vuoto nornativo è stata la mega-inchiesta della procura di Genova innescata dall’incidente in cui un autobus era uscito di strada perchè guidato da una autista che si trovava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il sostituto procuratore aggiunto Franco Cozzi, resosi conto che non è mai stato emanato il decreto attuativo di due articoli di legge che riguardano i lavoratori tossicodipendenti, aveva chiesto chiarimenti a Roma. Nei giorni scorsi il ministero dei Trasporti gli ha risposto annunciando che i decreti attuativi sono in fase di elaborazione.
L’inchiesta sull’incidente avvenuto a Genova nell’ambito della quale sono già state indagate tre persone ai vertici dell’Amt e altre tre sono state denunciate dalla polizia, ha generato un caso nazionale. Ha coinvolto un ministero che ora provvederà, come informano da Roma, a colmare un vuoto legislativo che sino ad ora non era mai stato evidenziato, nonostante, come si è detto, la legge sugli stupefacenti sia entrata in vigore nel 1990. È evidente che i decreti in corso di elaborazione, una volta definiti, dovranno essere presi in considerazione da tutte le aziende italiane che svolgono un servizio in cui gli utenti possono essere considerati a rischio. Tra queste, ovviamente, quelle che lavorano nel trasporto pubblico, autobus, ma anche aerei, treni sino all’autotrasporto. I decreti, oltre a permettere controlli ai dipendenti che usano stupefacenti, riguarderebbero anche quelli che assumono sostanze alcoliche: (*) controlli, che senza l’attuazione di tali decreti non possono essere effettuati sui dipendenti perchè questi ultimi sono protetti dalla legge sulla privacy.
Intanto l’inchiesta genovese va avanti ed è probabile che il prossimo passo sia quello di indagare altre tre persone oltre ai tre dirigenti ai vertici dell’Amt: Massimo Cecchini, il direttore generale Stefano Pesci e l’ex responsabile della rete Oliviero Dall’Asen. Proprio durante i loro interrogatori, sarebbero emerse possibili responsabilità di altre persone: probabilmente si tratta di chi gestiva la rimessa dove prestava servizio Federica Moro, la ventinovenne che la sera del 3 maggio finì sul bordo di una scarpata mentre si trovava alla guida del "64" e risultò positiva ai test tossicologici, e almeno un ispettore che valutò la sua idoneità dopo un lungo periodo di malattia.
I nomi dei dipendenti sono stati segnalati alla Procura: diventerebbero così sei gli uomini di Amt coinvolti sino ad ora nell’inchiesta.
L’incidente avvenuto i primi di maggio al Righi ha dunque innescato un’inchiesta molto sfaccettata che in qualche maniera ha coinvolto, oltre ai dirigenti dell’Amt, anche il personale medico incaricato di eseguire i controlli sul personale, e anche, come si è visto, il governo, per completare una normativa che per tanti anni, inspiegabilmente, è rimasta inapplicata, non fornendo alle aziende uno strumento essenziale per valutare lo stato psicofisico dei dipendenti.
Elisabetta Vassallo.

L’ARENA
LEGNAGO. Arrestata a Vangadizza dopo aver ferito in modo grave il convivente
La lite finisce a coltellate
«Lui mi ha picchiata e solo allora io l’ho colpito»
di Daniela Andreis.
Legnago. Una lite drammatica. I fumi dell’alcool che annebbiano la ragione. In questo scenario spunta un coltello e lei colpisce il convivente al fianco sinistro. Ieri notte è finita in carcere, arrestata dai carabinieri di Legnago con l’accusa di lesioni gravissime, la quarantacinquenne Cinzia Spazian. Quando i militari sono arrivati a Vangadizza, in via Filippo Lippi 2, dove la coppia convive da gennaio di quest’anno, la donna non ha fatto alcun tentativo di cambiare, raccontando, quello che era evidente: «L’ho accoltellato», ha detto ai carabinieri del Radiomobile, «mi ha picchiata ed io l’ho colpito». Poi, siccome non si reggeva in piedi perché aveva bevuto moltissimo, si è stesa a letto.
Intanto il ferito, D.A., 43 anni, si era rifugiato in bagno dove si teneva premuto il fianco destro, dolorante e sanguinante. Un’ambulanza è arrivata per prestargli soccorso: l’uomo è stato portato all’ospedale. La ferita da arma da taglio, che inizialmente sembrava abbastanza superficiale, ha dato problemi dopo qualche ora. L’uomo si è aggravato - probabilmente ha avuto un’emorragia interna - ed è stato perciò operato d’urgenza e quindi trasferito nel reparto di Rianimazione. Ieri mattina le sue condizioni erano in deciso miglioramento.
Non si sa per quale motivo i due abbiano cominciato a litigare. La coppia però conduceva una convivenza molto turbolenta, fatta di frequenti esplosioni di ira. Di botte. Lei aveva deciso di trasferirsi nella casa in affitto di lui - originario di Torretta - ma spesso se ne andava. Poi ritornava e ricominciavano a litigare. Ieri notte i due si sarebbero bevuti, a quanto risulta, due bottiglie da due litri ciascuna di vino: i vuoti erano ancora appoggiati sul tavolo della cucina quando i carabinieri sono piombati in via Lippi. E la solita lite ha avuto un risvolto drammatico che poteva, tra l’altro, aveva conseguenze ben più serie. Al culmine del litigio Spazian ha estratto da un cassetto della cucina un coltello ben affilato, con una lama di cinque-sei centimetri e ha sferrato un fendente al fianco del convivente.
Ora la donna dovrà rispondere al magistrato dell’accusa di lesioni gravissime, oltretutto compiute volontariamente e usando un coltello. Tutto questo a seguito del peggioramento delle condizioni di D.A.: prima che si aggravasse, infatti, non era scattato l’arresto. Alle 4 di ieri mattina però, non appena i carabinieri hanno saputo dall’ospedale che era stato necessario operare il quarantatreenne, la donna è stata portata in carcere.
Sia lui (che fino a poco tempo fa ha lavorato come manovale edile) che lei hanno precedenti con la giustizia.
IL GAZZETTINO
Schianto mortale, due anni all’investitore Condannato il polesano, alticcio alla guida, che provocò la morte di 2 persone: è recidivo. Patente sospesa.
(a.g.) Il massimo della pena prevista: due anni e 5 mesi di reclusione, 14 giorni di arresto, 600 euro di ammenda e la sospensione per 15 mesi della patente. La condanna per duplice omicidio colposo è stata emessa ieri dal giudice Rita Bortolotti, al termine del processo celebrato con rito abbreviato a carico di Stefano Romanin, polesano 29enne di Adria.
La sera dell´8 marzo dell´anno scorso Stefano Romanin era alla guida della sua Peugeot 206, stava percorrendo via Bembo. Ad un certo punto la sua auto sbandò, invase l´altra corsia e centrò frontalmente la Renault 19 guidata da Riccardo Sattin, 70 anni, che assieme alla cognata Lina Bacchin, 69 anni, stava tornando da una festa. I due cognati morirono sul colpo. Stefano Romanin invece uscì dal mezzo quasi illeso.
A fare luce sulle cause dell´incidente è bastato il test alcolometrico: al momento dello schianto nel sangue del giovane di Adria c´erano 1,03 milligrammi di alcool per litro di sangue. Più del doppio del limite fissato dalla legge. In più gli agenti della polizia municipale hanno trovato in auto una siringa da insulina, un laccio emostatico e due flaconi di liquido. La perizia disposta dal titolare dell´inchiesta, il sostituto procuratore Roberto D´Angelo, stabilì che non vi fu praticamente segno di frenata da parte dei due veicoli.
Il giovane ha giustificato l´accaduto in aula imputando la sbandata dell´auto a una distrazione, causata da una sigaretta non spenta caduta in auto. Ma al di là della fatalità c´è un precedente che pesa come un macigno sulla coscienza di Stefano Romanin. Sei anni prima altre due persone morirono a causa sua. Era il 13 dicembre del 1997. L´impatto avvenne lungo la Provinciale 46 in provincia di Rovigo, strada che collega Taglio di Po con Corbola. Secondo la ricostruzione dell´epoca, la Lancia Dedra guidata da Romanin invase la corsia opposta, forse durante un sorpasso, schiantandosi frontalmente con una Tipo, al volante della quale c´era Gian Mario Trombini, 43 anni, che morì sul colpo. Al suo fianco la moglie, Sandra Luana Mancin, 42, anche lei morta all´istante. Si salvò invece la figlia 18enne, Roberta. Romanin se la cavò con una prognosi di venticinque giorni e per quel duplice omicidio colposo due anni dopo patteggiò una condanna a qualche mese di reclusione. Anche quella volta gli venne sospesa la patente. Dopo qualche tempo però il giovane ritornò a guidare. Quella sera di marzo la storia si ripetè identica, con altre due vittime. In occasione dei funerali dei coniugi Sattin, familiari ed amici chiesero che il responsabile di 4 omicidi colposi non potesse più guidare. Ma la condanna a due anni cinque mesi di reclusione emessa dal giudice Bortolotti è il massimo che la legge italiana permette alla discrezionalità di chi amministra la legge. Così al più tardi nel mese di ottobre dell´anno prossimo Stefano Romanin potrà tornare al volante di un´auto. La normativa vigente stabilisce che non si possa revocare a vita la patente a una persona in sede di giudizio penale, nemmeno a chi in dieci anni di guida ha già quattro morti sulla coscienza.
IL MESSAGGERO
Alla guida ubriaco con la figlia in auto.
Ubriaco, è tornato a casa, ha maltrattato la moglie e, accecato dall’ira, ha “rapito” la figlia piccola. I carabinieri, dopo l’allarme lanciato dai familiari, l’hanno intercettato a bordo della sua auto mentre guidava follemente verso Ostia. E gli hanno ritirato la patente per evidente stato d’ebbrezza.
E’ successo ad Acilia. Era l’ora di cena quando l’uomo, un operaio di 32 anni, è rientrato in preda ai fumi dell’alcol. Alla prima osservazione della moglie, stanca di una situazione che si ripete con troppa frequenza, l’ubriaco ha iniziato a spintonare la donna in presenza dei tre figli. Una reazione violenta divenuta ancora più allarmante quando l’uomo, inaspettatamente, ha preso in braccio la figlia più piccola, di appena sette anni, e se l’è portata via pronunciando frasi minacciose.
Sconvolta dall’idea di possibili drammatici sviluppi, la moglie ha dato l’allarme al 112 ed i carabinieri hanno fatto scattare la caccia all’uomo. Che dopo un quarto d’ora è stato intercettato a bordo della sua Lancia in via dei Romagnoli, vicino a Cineland. La bambina è stata presa in consegna e restituita alla mamma mentre il conducente è stato fermato e sottoposto all’esame dell’etilometro. Guidava con i livelli di alcol superiori di tre volte ai limiti consentiti. Gli è stata ritirata la patente.
IL GIORNALE DI BRESCIA
LA TESTIMONIANZA
La mia vita da alcolista e la possibilità di uscirne.
Mi chiamo Maria e sono un’alcolista, nei miei anni d’attività ho distrutto quasi tutto, famiglia compresa, bugie su bugie hanno scandito la mia vita. Mio marito il mattino mi raccomandava: «Ti prego non bere». Ma purtroppo il mio nemico ALCOL era più forte di me, e richiedeva che io prima di andare al lavoro dovessi passare dal bar per farmene almeno un goccetto, era come dovessi timbrare un cartellino. Sul lavoro poi me ne portavo una bottiglia, e non vi dico le fatiche fatte per nasconderlo, per non farmi vedere. Anche al bar bevevo in fretta e cercavo di nascondermi dietro la porta per il timore che qualcuno potesse vedermi. Ero sempre più barcollante e la mente ormai fusa, non mi ricordavo più niente e stavo sempre più male. Finalmente una bava di speranza, una piccola luce. Durante un ennesimo ricovero ospedaliero, grazie a mio marito che tramite un sacerdote ha conosciuto Alcolisti Anonimi, è venuto in ospedale e candidamente mi ha detto: «Dai forza abbiamo trovato chi ci può aiutare». La sera dopo, due amici di Alcolisti Anonimi sono venuti a trovarmi in ospedale, mi hanno parlato del loro problema e di come ora che avevano smesso di bere stavano bene, mi hanno fatto capire che l’alcolismo è una malattia, che non era l’ultimo ma il primo bicchiere che mi faceva male e che avrei potuto provare a non bere per 24 ORE alla volta ed a frequentare un gruppo. Sono passati da quel giorno 23 mesi e da allora l’alcol è uscito dalla mia mente o meglio ancora dalla mia vita, mi piace dire mi addormento alcolista sobria e mi risveglio alcolista in recupero. Ho imparato ad assaporare le piccole cose della vita, sentire e godere del canto degli uccellini, affrontare la giornata con il sorriso sulle labbra e cercare di risolvere i vari problemi uno per volta. Avevo perso il lavoro e pensavo proprio che non ne avrei più trovato. Chi è disposto a dare lavoro ad un’ubriacona? Invece con la sobrietà molte cose sono cambiate, ho trovato un lavoro che mi dà molte soddisfazioni, e in poco tempo mi hanno affidato un incarico di responsabilità. Tutto questo lo devo ad Alcolisti Anonimi, mi impegno nel gruppo ma riuscirò a dare ciò che il gruppo ha dato a me. Frequentiamo il gruppo «S. ANDREA» di Concesio, io Alcolisti Anonimi e mio marito AL-ANON (associazione famigliari e amici di alcolisti), insieme anche se uno in una stanza e uno nell’altra, cerchiamo di mettere in pratica il programma dei «DODICI PASSI» e sperimentiamo finalmente la possibilità di poter condurre una vita felice e serena pur nelle difficoltà quotidiane. Telefonate senza timore ad Alcolisti Anonimi od a AL-ANON i numeri li trovate sulla rubrica del nostro giornale e anche voi sperimenterete la gioia del vivere e non subire la vita. Serene e gioiose 24 ore. LETTERA FIRMATA.
BRESCIA OGGI
ESINE. Decolla una campagna sanitaria pilota dedicata a un territorio ad alto rischio
Patologie epatiche, un piano Asl
Presto una campagna di prevenzione di cirrosi e tumori al fegato.
La prevenzione è innanzitutto un «dovere» delle istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica, e in fondo costituisce anche uno strumento di risparmio, di contenimento della spesa ospedaliera. E ora, dopo i monitoraggi avviati sul territorio per contrastare il melanoma, il tumore dell’utero e le neoplasie della mammella, l’Asl di Valcamonica e Sebino sta mettendo in cantiere un progetto pilota importante; il primo in Lombardia e forse anche a livelo nazionale. Un intervento che risulta particolarmente importante collocato come è in un territorio particolarmente colpito da patologie epatiche.
Stiamo parlando di un progetto per la prevenzione e il controllo della cirrosi epatica e del tumore del fegato che verrà attuato nel territorio montano dell’Asl. La campagna è stato presentato ieri, a Breno, dal direttore generale dell’azienda, Angelo Foschini, alla presenza della direttrice sanitaria Romana Coccaglio, del direttore del dipartimento di Cure primarie Ivana Lascioli, del primario dell’ospedale di Esine Giuseppe Garatti e di Bruno Paris, responsabile dei servizi di Patologia e Medicina dello stesso ospedale di Valcamonica.
Foschini ha esordito togliendosi il classico sassolino dalla scarpa, e rispondendo alle critiche rivolte all’ente proprio elencando le numerose inziative varate dall’Asl nel campo della prevenzione sanitaria.
«Le patologie del fegato sono un importante realtà nel nostro territorio - hanno poi ricordato i tecnici presenti - che registra la più alta mortalità per cirrosi epatica e per tumore al fegato in Lombardia. Quali sono le cause? Le infezioni da virus dell’epatite B e C e un consumo elevato di alcolici, pari a una media di quattro bicchieri di vino al giorno. Mentre l’infezione da epatite B va diminuendo grazie all’introduzione della vaccinazione da più di 10 anni, è invece in continua crescita il numero di soggetti con una malattia del fegato causata dal virus dell’epatite C».
Una risposta immediata, ha proseguito Foschini, è «rappresentata dall’individuazione dei portatori senza nessun sintomo mediante semplici esami del sangue».
Alla luce di questa realtà, si diceva, l’Asl ha ritenuto necessario realizzare un progetto mirato, per attuare il quale l’aministrazione sanitaria della Regione Lombardia ha erogato un contributo di 200 mila euro. Il programma in questione sarà realizzato con la collaborazione di operatori sanitari di diversi settori e, particolare importante, col contributo diretto dell’Università degli studi di Brescia.
L’ambito di intervento è rappresentato dalla popolazione residente ricompresa nella decisamente ampia fascia d’età tra i 24 e i 69 anni. Si stima che in Valcamonica vivano almeno 6500 persone con fattori di rischio per epatopatie; e come dicevamo, in testa a questi fattori troviamo soprattutto l’eccessivo consumo di alcol.
Ruggero Marani.

ROMAGNAOGGI.IT
FERRARA - Il mercoledì sera in piazza con Bob. Estesa ai ritrovi notturni in centro storico la campagna per il guidatore di turno
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FERRARA - A partire da questa sera ci sarà anche Bob, il guidatore di turno, fra i tanti ragazzi che ogni mercoledì affollano piazza della Cattedrale fino a tarda ora. La campagna di prevenzione degli incidenti stradali, avviata nelle discoteche ferraresi nell’aprile scorso, approda infatti in centro storico per esortare i giovani a divertirsi senza correre pericoli. L’invito è quello ad adottare l’abitudine di scegliere, all’interno del gruppo di amici, un guidatore che resterà sobrio durante la serata per poi riaccompagnare a casa i compagni in tutta sicurezza.
L’iniziativa è promossa da Comune e azienda Usl, attraverso Promeco e gli Operatori di strada, con la collaborazione delle Farmacie Comunali e delle Acli e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.
A sollecitare i ragazzi del mercoledì sera a non permettere all’alcol di rovinare il divertimento ci sarà un maxischermo, allestito sotto al volto del Cavallo, che proietterà a ripetizione il logo e i contenuti della campagna sul guidatore di turno. Gli Operatori di strada saranno poi impegnati nella distribuzione di gadget e inviteranno i giovani a provare il tasso alcolico prima di rimettersi alla guida, fornendo informazioni sui pericoli dell’alcol. Verranno inoltre proiettate le immagini della campagna "Non gettare la vita in un bicchiere", promossa dalle Farmacie Comunali, partner di queste serate. L’appuntamento si ripeterà tutti i mercoledì sera a partire dalle 21,30 fino alla fine di luglio.
IL MESSAGGERO (Viterbo)
Festivalbar
Centro blindato e strade chiuse: tre vie d’accesso allo spettacolo .
Altri mille biglietti venduti ieri (siamo a oltre 3000), palco (30 metri x 15) a piazza del Comune in pieno allestimento, stessa cosa per il maxi schermo a piazza del Sacrario. Fervono i preparativi per le due tappe viterbesi, sabato e domenica prossima, del Festivalbar.
La sicurezza. «Sono attese quindicimila persone», dicono all’unisono Comune e Provincia. E questa piccola invasione di giovani da tutto il centro Italia un po’ preoccupa. Per questo l’assessore allo Sviluppo Economico Fosca Tasciotti ha deciso: «Stop alla vendita di alcolici e bevande in vetro da mezzanotte di venerdì sera a mezzanotte di domenica. In tutto il centro storico». Venerdì si riunirà la commissione di vigilanza per capire il numero di forze dell’ordine che verranno da utilizzare nel week-end.(*)
Viabilità. Da venerdì alle 13 piazza del Comune sarà chiusa al traffico. Via Ascenzi, invece, sarà interdetta a veicoli e ai pedoni dalle 13 di sabato fino a domenica.
Come muoversi. Gli ingressi per lo spettacolo saranno tre: da via Roma, via San Lorenzo e via Cavour (che dovrebbe essere transennata all’altezza del teatro San Leonardo, anche se dalla Provincia propongono che il botteghino venga piazzato addirittura a piazza Fontana Grande).
Cantanti. Saranno in tutto trentadue, sedici per serata. Oltre quelli già annunciati sui manifesti ci saranno altre sorprese: sabato Beck, domenica Gianni Morandi. E spunta Jamiroquai.
Curiosità. Ancora da decifrare il luogo dove si terrà la conferenza stampa con il patron Salvetti e i due presentatori, Vanessa Incontrada e Fabio De Luigi. C’è chi dice nella sede della Regione, chi della Provincia. Ma dall’organizzazione alzano le spalle: «Non abbiamo avuto nessuna richiesta di conferenza stampa».
S.Can.
CORRIERE ROMAGNA
Vigili “armati” di etilometro.
GAMBETTOLA - E così è arrivato anche l’etilometro. Attrezzatura tecnologica all’avanguardia per la Polizia Municipale di Gambettola, che si impegna da alcuni anni a contribuire alla sicurezza stradale. Dopo l’attrezzatura per il controllo del cronotachigrafo, il defibrillatore per emergenze infarto, il narcotest, è arrivo l’etilometro.“L’attrezzatura - dice il comandante della Polizia municipale, Maurizio Marchi - ci è stata fornita gratuitamente dalla motorizzazione civile di Venezia, forse l’unica in Italia che ha investito una forte somma per acquistare attrezzature da dare in uso gratuito a chi ne faccia richiesta. Ora sarà possibile - continua - dare un contributo alla sicurezza per combattere la piaga della guida in stato di ebbrezza”. (*) L’amministrazione comunale di Gambettola, dopo altre iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema, contribuisce così ad un’azione dissuasiva. D’altronde, i dati sono allarmanti: il 33 per cento degli incidenti stradali sarebbero dovuti all’alcol e il rischio aumenterebbe in relazione alla quantità di sostanza assunta. Gli esperti spiegano che con un’alcolemia di 0.5 g/l (attuale limite oltre il quale si è considerati in stato di ebbrezza alcolica) il rischio di incorrere in un incidente è pari a due volte in più rispetto ad un soggetto sobrio. Con 0.5g/l, i tempi di reazione raddoppiano da 0.75 secondi a 1.5 secondi (quindi aumentano i tempi di frenata e lo spazio di frenata), le luci dei freni delle altre auto possono venire notati qualche secondo dopo e si riduce la capacità di vedere lateralmente, per cui i segnali stradali si possono vedere con difficoltà. Con 0.8g/l, le persone non sono più in grado di guidare, ma non se ne rendono conto. C’è un’iniziale euforia e una diminuzione della capacità di giudizio. Il consumo di bevande alcoliche provoca in chi si mette alla guida problemi visivi, problemi di attenzione e concentrazione, riduzione della capacità di giudizio e aumento dei tempi di reazione: dati concreti, che non possono più essere ignorati.
IL GAZZETTINO (Pordenone)
BARCIS
Ragazzino in coma etilico: i carabinieri di Montereale chiudono le indagini sulle responsabilità
Alcolici al minore, barista denunciato.
Barista di Barcis denunciato in stato di libertà con l’ipotesi d’accusa di somministrazione di bevande alcoliche a minorenni. È l’esito di una complessa e articolata indagini che ha impegnato per quasi due mesi gli investigatori dei carabinieri di Montereale Valcellina, coordinati dal comandante maresciallo Lorenzo Marzullo. Ad essere stato segnalato alla giustizia è R.R., 42 anni, titolare di uno degli esercizi pubblici più conosciuti di Barcis.
L’inchiesta scattò il 15 marzo del 2005 quando ai carabinieri di Montereale arrivò una singolare e grave segnalazione dai responsabili dell’ospedale di Maniago. In un reparto era stato ricoverato un tredicenne che presentava un forte intossicazione, tanto che era stato ricoverato in terapia intensiva in stato di coma. Nella sostanza si trattava di un caso di coma etilico, con "vittima" un minorenne di Barcis. I medici si prodigarono nelle cure e, dopo qualche ora, il ragazzino iniziò a rispondere alle cure e a superare il momento più critico. Due giorni più tardi venne dimesso.
A quel punto il maresciallo Marzullo ha iniziato ad ascoltare, quali persone informate sui fatti, numerosi residenti a Barcis. Nei giorni e nelle settimane successive a fatto più volte visita ai bar del paese della Valcellina, individuandone i frequentatori abituali. È stato a quel punto che i carabinieri hanno capito che il minorenne non si era procurato autonomamente le bevande alcoliche, ma le aveva acquistate in un locale pubblico. Gli indizi raccolti non sembravano però sufficienti per risolvere definitivamente il giallo: chi e perché aveva fatto bere quel ragazzino fino a farlo finire in coma etilico? Le risposte sono arrivate negli scorsi giorni e hanno inchiodato alle proprie responsabilità il barista R.R., di 42 anni. L’uomo, nonostante i precisi divieti della legge, aveva ripetutamente servito bevande alcoliche al ragazzo, che era poi crollato a terra perdendo conoscenza.
BRESCIA OGGI
Continua la protesta degli abitanti e il presidente leghista della Sesta scrive al Comune
Parco Gallo, battaglia sugli schiamazzi
Fabio Rolfi: «Per ora nessun provvedimento. È tempo d’intervenire».
Una lettera all’amministrazione comunale, firmata Fabio Rolfi, contro gli schiamazzi al parco Gallo. Continua la battaglia del presidente della sesta circoscrizione e dei cittadini dal quartiere Corsica - Nisida - Caleppe contro gli schiamazzi notturni che, soprattutto nel corso del fine settimana, coinvolgono cittadini immigrati.
La zona sembra essere - secondo Rolfi - il ritrovo domenicale di gruppi di persone che fanno uso eccessivo di bevande alcoliche creando notevoli turbamenti all’ordine pubblico: «schiamazzi, risse, litigi e sporcizia sono all’ordine del giorno - sottolinea il presidente della sesta cicoscrizione - e i disagi per i residenti sono notevoli».
La protesta degli abitanti del quartiere dura ormai da qualche mese: «nonostante le nostre segnalazioni - continua Rolfi - i provvedimenti presi dal comune sono risultati vani».
Agli abitanti di via Caleppe si sono uniti anche i genitori degli alunni della scuola materna «Don Bosco» e della media «Bettinzoli», preoccupati per l’eccesiva sporcizia e per i comportamenti indecorosi che necessiterebbero una maggiore presenza delle forze dell’ordine: «sarebbe auspicabile - si legge nella lettera - l’istituzione di un servizio di pattugliamento costante e l’emissione da parte del sindaco di un’ordinanza, peraltro già adottata da altri comuni come quello di Palazzolo, con riferimento alla legge 30/2001 che vieta la pubblicità diretta o indiretta di bevande alcoliche nei luoghi frequentati dai minori».
Secondo Rolfi, il consumo di alcolici (forma di pubblicità indiretta) rientrerebbe nei parametri della legge 30 e quindi sarebbe applicabile alla situazione del Parco Gallo: «il Comune deve svegliarsi - commenta - non vogliamo che i residenti vengano allontanati dai loro luoghi di svago e ritrovo creando una situazione simile al parco di via dei Mille. Questa non è una lotta allo straniero - conclude - ben vengano gli extracomunitari se rispettano le regole del vivere comune».
Francesco Apostoli.
IL MESSAGGERO (Frosinone)
Rissa in centro: cinque arresti .
Immigrati clandestini. Vite smarrire, tra miseria e disperazione. L’alcol spesso è l’unico palliativo per offuscare la mente e dimenticare le sofferenze. Spesso ne abusano. Diventano violenti e irascibili. Urlano, infastidiscono i passanti, spesso provocano risse. Ieri notte l’ennesimo episodio. Ancora una volta il teatro di una lite furibonda è piazza Santa Maria Goretti, da tempo luogo di ritrovo e di bivacco di immigrati. I protagonisti sono una decina di extracomunitari appartenenti a nazionalità differenti, rumeni e indiani, che, in preda ai fumi dell’alcol, hanno perso la ragione dando in escandescenza. E’ nata prima una discussione, si sono insultati e beffeggiati. L’alterco pero è presto degenerato trasformandosi in una furibonda rissa. Le grida hanno svegliato gli abitanti del quartiere Nicolosi che hanno chiamato immediatamente la sala operativa del 112. A sirene spiegate due gazzelle dei carabinieri si sono recate sul posto. Alla vista delle luci blu c’e stato un fuggi fuggi generale per evitare la cattura. Cinque di loro però non sono riusciti a dileguarsi. Impauriti hanno deciso di scagliarsi in branco contro gli uomini in divisa. Ne è nata una violenta colluttazione. Calci, pugni nel tentativo di annientare i militari, due di loro hanno riportato alcune lesioni per le quali è stato necessario l’intervento dei sanitari del “Goretti”. I carabinieri sono riusciti a bloccarli e ad ammanettarli. Per loro si sono aperte le porte del carcere di via Aspromonte. A finire dietro le sbarre, con l’accusa di rissa aggravata e resistenza al pubblico ufficiale, tre indiani (E.C, R.R. e E.M di 49 e 51 anni) e due rumeni (M.M e D.D. di 34 e 33 anni).
V.Don.
EMILIANET
Rubiera. Carabinieri denunciano ubriaco alla guida della sua auto
Un 27enne di Scandiano è stato sorpreso mentre guidava in stato di ebbrezza .
RUBIERA (Re, 14 giu. 2005) - Prosegue senza soste l’attività di prevenzione stradale effettuata anche dai Carabinieri della Compagnia di Reggio Emilia: ancora una volta vengono scoperti e denunciati conducenti che irresponsabilmente si mettono alla guida di auto in condizioni psico-fisiche alterate dall’abuso di bevande alcoliche.
Proprio per questo motivo non si abbassa il livello di guardia dei militari reggiani: all’inizio della settimana la pattuglia del Capitano Germano Passafiume era all’erta su quello che è senza dubbio uno dei principali "nemici" dei guidatori, ossia l’alcol, un elemento troppo spesso alla base degli incidenti stradali.
I Carabinieri della Stazione di Rubiera durante un controllo della circolazione stradale fermavano un’autovettura condotta dal 27enne F.B. residente a Scandiano (Re): i controlli effettuati dalle forze dell’ordine hanno evidenziato che il giovane si era messo alla guida della sua auto nonostante avesse fatto uso smodato di bevande alcoliche.
A questo punto gli operanti provvedevano all’immediato ritiro e alla successiva sospensione della patente a cura della Prefettura di Reggio Emilia e informavano il trasgressore della decurtazione dei 10 punti; inoltre comminavano a suo carico la denuncia in stato di libertà per il reato di guida in stato d’ebbrezza inoltrata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia.
IL MATTINO
Identikit dell’alcolista in aumento i ricoveri delle donne trentenni .
Donna, coniugata, trentenne e napoletana. Questo è il ritratto dell’alcolista campano che viene fuori dopo venticinque anni di attività dell’Anonima alcolisti con il servizio di tossicologia di urgenza della Seconda Università, unico reparto della regione dove si effettuano i ricoveri per gli alcolisti. Una storia di collaborazione che sarà ripercorsa domani, dalle 9, nella sala conferenze della Facoltà di medicina e chirurgia in via Costantinopoli nel convegno: «Alcolismo: malattia o disagio?». Da gennaio 1980 a dicembre del Duemila la tossicologia del Secondo Ateneo ha infatti registrato 4745 ricoveri finalizzati alla ricerca e alla clinica. «Negli ultimi dieci anni il profilo dell’alcolista è notevolmente cambiato - spiega la professoressa Caterina Aurilio, primario del servizio di tossicologia. Fino al ’94 gli uomini alcolisti erano molto più numerosi delle donne. Oggi, invece, si assiste a una crescita del numero delle donne davvero sorprendente. Anche per quel che riguarda l’età dagli anni’80 al ’99 l’età prevalente dell’alcolista era tra i 57 e i 60 anni: ora la maggioranza dei nostri pazienti sono trentenni». «Ma dal ’95 - aggiunge la professoressa Aurilio - sono notevolmente diminuite le ricadute. Questo è avvenuto grazie all’integrazione che si è avuta tra l’aspetto psicologico, quello sociale e medico».
LA GAZZETTA DI PARMA
Nunc est bibendum » : quando il vino unisce esperti e scienziati.
Nei giorni scorsi, a Calicella di Pilastro, si è tenuto l’intrattenimento conviviale « Nunc est bibendum » . Una sessantina di partecipanti, equamente divisi tra esperti conoscitori di vini e fisici, chimici e medici si sono ritrovati per disquisire di vini e metodi chimici per la moderna vinificazione, ma anche per parlare del vino nell’arte, nella letteratura e nella tradizione, per ragionare su come questa presenza si rispecchi nella vita e nel corpo di chi ama assaporare il principale frutto della vite. L’evento è stato introdotto da Marcello Ceci che, presentando motivazioni e finalità della giornata organizzata da Ariola e Casale del Groppone, ha evidenziato la necessità di trattare i prodotti tipici del comprensorio di Parma in modo specifico, con una particolare attenzione, per valorizzarne qualità e tradizione, anche promuovendo momenti e approcci diversi a quelli tradizionalmente in uso.
IL TEMPO
Michael Jackson non è colpevole
di CRISTIANO DEL RICCIO WASHINGTON .
L’odissea giudiziaria per Michael Jackson è finita. Il cantante è stato assolto ieri da tutte le accuse. La giuria del tribunale di Santa Maria ha trovato il cantante non colpevole non solo delle accuse di molestie sessuali ma anche di tutte le altre accuse minori. I dodici giurati, dopo 32 ore e mezzo di camera di consiglio, hanno ritenuto infondati tutti i dieci capi di accusa contro Michael Jackson. La lettura del verdetto si è svolta in un’aula di tribunale dove non erano ammesse le telecamere. Ma un collegamento audio in diretta ha portato la notizia della assoluzione all’esterno: un boato da stadio dei sostenitori assiepati davanti al tribunale ha accolto la lettura. Oltre ad essere assolto dalle accuse più gravi, molestie sessuali, il cantante è stato riconosciuto non colpevole di tutte le altre, come i tentativi di fare bere sostanze alcoliche ad un minorenne o un complotto (insieme ad altri) per sequestrare il minorenne. Il verdetto della giuria segna un trionfo per il team legale del cantante che ha impostato tutta la difesa sulla tesi che Jackson era vittima di una famiglia di estorsori. All’uscita dal tribunale il cantante, pallidissimo, ha salutato con la mano i sostenitori festanti ma non ha fatto alcuna dichiarazione. Il verdetto è stato letto nell’aula del tribunale di Santa Maria in un silenzio assoluto. Michael Jackson era accompagnato dai genitori, Joe e Katherine, e da numerosi fratelli, compresi Janet, LaToya e Jermaine. Il verdetto è stato raggiunto dopo quattro mesi di processo e l’ascolto di 141 testimoni da parte dei dodici giurati. L’annuncio della decisione della giuria non è stato accompagnato da alcun suono in aula. Il cantante è rimasto impassibile. Alla fine della lettura del verdetto l’avvocato Thomas Mesereau ha abbracciato la star del pop. All’uscita dal tribunale Michael Jackson, accompagnato dai familiari, è tornato alla vettura nera con la quale era arrivato mentre esplodeva sempre più rumorosa la gioia dei suoi sostenitori, che hanno stappato bottiglie di spumante ed hanno soffiato nelle trombette colorate, creando una atmosfera da carnevale, tra urla di gioia ed abbracci. Il corteo di vetture nere è tornato subito verso Neverland Ranch, il luogo dove Michael Jackson divideva la sua camera da letto con i minorenni (facendo scattare le accuse che hanno portato al processo) e dove il cantante aveva atteso nervosamente negli ultimi giorni la decisione della giuria. «Non ho mai polemizzato con un verdetto della giuria» ha detto il procuratore Thomas Sneddon, paladino dell’accusa. Sneddon ha precisato inoltre di non avere critiche da rivolgere neanche al giudice Rodney Melville. Gli è stato chiesto se era a conoscenza delle voci che circolavano durante il processo secondo cui uno dei giurati aveva firmato un accordo con una casa editrice per scrivere un libro sulla sua esperienza. «Sì, lo sapevo e sì, la vicenda è stata risolta», ha risposto il procuratore.
WINENEWS
LA FIERA DI BORDEAUX E’ ALLE PORTE, MA NEL CELEBRE TERRITORIO DEL VINO FRANCESE TIRA VENTO DI CRISI.
Tira vento di crisi dalle parti di Bordeaux: mentre il Vinexpo 2005, la fiera internazionale del vino, è ormai alle porte (in programma dal 19 al 23 giugno), nel più esteso e celebre territorio del vino made in France tutti i protagonisti del settore, dagli oltre 10.000 produttori fino ai grandi Chateaux, sono alle prese con una difficilissima congiuntura economica. Nell’ultimo anno infatti le vendite sono drasticamente diminuite del 12% in volume e del 22% in valore, mentre la concorrenza dei Paesi emergenti si fa sempre più agguerrita a livello internazionale. Così i cugini d’Oltralpe stanno studiando i sistemi per uscire dalla crisi.
“La rivalorizzazione della nozione di Vins de Bordeaux - spiega Christian Delpeuch, presidente del Comitato interprofessionale dei Vini del Bordeaux - mira a rafforzare il valore aggiunto dell’offerta. E’ importante che l’imbottigliamento venga effettuato nella stessa regione di produzione”.
La strategia per il futuro si basa su due concetti in fase di sviluppo: i “clubs Bordeaux”, formati da operatori appoggiati da una rete commerciale, e i “trade shows”, destinati a missioni di commercio e di degustazione. In arrivo anche l’Ecole du Vin, che nascerà in trenta grandi città per formare i nuovi quadri dirigenti.



Giovedì, 16 Giugno 2005
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