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Editoriali 04/06/2012

L’ASAPS torna sui luoghi del terremoto per aiutare  le popolazioni emiliane colpite dal sisma
Cronaca da Novi di Modena, poche ore prima di un’altra forte scossa

Il fuoristrada dell'Asaps all'arrivo presso il COC (centro operativo comunale) di Novi di Modena e il campanile della chiesa di Novi, divenuto la foto simbolo del terremoto sul quotidiano Repubblica fotografato dal nostro Roberto Rocchi nella mattinata di domenica 3 giugno. E' poi crollato durante la scossa delle 21,22

 

 

(ASAPS) A meno di una settimana dall’ultima ricognizione effettuata dal consigliere nazionale dell’Asaps, Roberto Rocchi, nei luoghi colpiti dal recente sisma che ha interessato gran parte della bassa emiliana, il gruppo di protezione sociale della nostra associazione scende ufficialmente in campo e si affianca alle centinaia di volontari che prestano gratuitamente la loro opera per alleviare i disagi alle popolazioni rimaste senza casa.
Ad accompagnare il nostro consigliere nazionale è stato Andrea Bartoli responsabile operativo del gruppo di protezione sociale dell’Asaps che ha sede a Reggio Emilia e che vanta una solida esperienza nel settore del soccorso pubblico essendo già intervenuto in occasione dei sismi dell’Umbria, del Molise e dell’Abruzzo, oltre nella recente alluvione tosco-ligure.

 

Un'abitazione danneggiata nel centro di Rovereto sul Secchia
L'angolo della cucina dell'abitazione danneggiata



I due rappresentati dell’Asaps - su esplicito mandato dell’ufficio di presidenza - hanno preso contatti con l’amministrazione comunale di Novi di Modena, un comune compreso nella cosiddetta “fascia rossa” dell’epicentro sismico, che conta 12 mila anime e due piccole frazioni: Sant’Antonio in Mercadello e Rovereto sul Secchia. Benché il comune rappresenti un’entità minore, possiede un’estensione territoriale alquanto vasta oltre ad essere frammentata da diversi canali che attraversano le campagne fra cui il fiume Secchia.
In serata una forte scossa, magnitudo 5,1 ha avuto come epicentro proprio il comune di Novi causando altri gravissimi danni. Proprio nella giornata la delegazione ASAPS aveva fotografato la torre civica fortemente danneggiata che poi è caduta a seguito della forte scossa delle 21,20.

 

Il responsabile operativo del gruppo di protezione sociale dell'Asaps, Andrea Bartoli, accompagnato dai colleghi della questura di Modena nel sopralluogo lungo le vie di Novi di Modena
Un'abitazione (nuova) parizalmente crollata nel comune di Novi di Modena



Ad accogliere i rappresentati dell’Asaps nella mattinata di domenica era   stato il sindaco Luisa Turci, anch’essa rimasta senza tetto, che ha dovuto inizialmente far fronte alla situazione con le sole forze locali, mentre la macchina organizzativa della protezione civile era maggiormente protesa ad intervenire nei vicini centri di Mirandola, San Felice sul Panaro e Finale Emilia. Ecco perché l’Asaps, come ha fatto nel passato in simili occasioni, ha preferito dare sostegno a centri di minore importanza ma ugualmente e pienamente interessati da un dramma così grave come quello del terremoto emiliano.
Nei tre paesi modenesi, nonostante sui volti della popolazione campeggi la stanchezza e la disperazione per il continuo sciame sismico, la gente ha reagito fin dal primo istante concentrandosi in “tendopoli” di fortuna ma ben organizzate e privilegiando utilità comuni piuttosto che interessi personali.

 

Una parte di un edificio di costruzione recente completamente crollato
I muri di un'azienda di Novi di Modena gravemente danneggiata dal sisma


Lungo le vie del capoluogo di comune, infatti, sono state impiantate cucine da campo realizzate trasferendo quelle delle proprie case su strada ed analogamente è stato fatto con gli allacci di acqua e corrente elettrica per garantire il massimo dell’igiene (se così si può dire) a quante più persone. Numerosi cittadini si sono offerti con le proprie vetture di fare da spola tra i magazzini di smistamento della protezione civile ed i vari quartieri comunali fino a giungere alle zone più sperdute della campagna.

A Sant’Antonio è stato realizzato una sorta di “centro di accoglienza” esclusivamente mediante il lavoro dei privati cittadini, che sul campo da calcio comunale hanno montato numerose tende da campeggio, alcuni gazebo ed hanno realizzato persino una mensa pubblica.

A Rovereto sul Secchia - il centro maggiormente colpito e dove ha trovato la morte anche il sacerdote che si era recato in chiesa per mettere al salvo la statua della Madonna - i due responsabili dell’Asaps sono stati accolti con molto calore e si sono trattenuti a lungo con le decine di persone che stanno lavorando per liberare le loro case da macerie e detriti pur di ridare dignità alla propria esistenza.

 

 

Andrea Bartoli (a sx) e Roberto Rocchi (a dx) al momento del ritorno da Novi di Modena

 

Per lo stesso motivo, nei prossimi giorni, l’Asaps interpellerà di nuovo i rappresentanti dell’amministrazione comunale per valutare come procedere in maniera concreta agli aiuti, che si concentreranno sicuramente nell’acquisto di materiali ed accessori utili alla popolazione. Ecco perché fra poche ore l’Asaps attiverà un conto corrente bancario sul quale si potranno eseguire bonifici e versamenti per le popolazioni emiliane colpite dal terremoto ed in particolare per quelle del comune di Novi di Modena. (ASAPS)

 

 

 

 


 

Lunedì, 04 Giugno 2012
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