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Editoriali 30/05/2012

Emilia Romagna
Il secondo colpo ci ha messo veramente in ginocchio
Vittime e crolli. Vanno giù anche il Commissariato e il Distaccamento Polizia Stradale di Mirandola
Le pacche sulle spalle non bastano più
Ora serve il braccio forte dello Stato e della solidarietà civile

La fuga dalla scossa - Foto AP

(ASAPS) A distanza di 10 giorni dellla prima botta fortissima del 20 maggio scorso poco dopo le 4 di notte e alla serie infinita di altre scosse, ecco che, mentre nell'area colpita ci si stava lentamente rialzando, è arrivata una seconda scossa magnitudo 5,8, seguita da un serpente di altre scosse, alcune ancora superiori a 5 gradi Richter che hanno semisdistrutto Cavezzo, Mirandola, Medolla, S.Felice sul Panaro.
Ora le vittime sono già decine: 18 per questa seconda scossa, 7 nella prima. Molte fra gli operai italiani e stranieri che erano timidamente tornati al lavoro nei capannoni della operosssima Emilia fra Modena e Ferrara. Fra le vittime  anche donne e un sacerdote.
Ecco,  questo colpo ha messo in ginocchio tutta l'area che è il cuore della produttività nel nostro paese e migliaia  di persone sono fuori dalle loro case sotto le tendopoli che vengono allestite per questa  ulteriore dramamtica situazione.
Confidiamo che chi deve capire capisca che ora la situazione è veramente precipitata e le pacche sulle spalle non bastano più. Ora serve il braccio forte dello Stato e della solidarietà civile per fare rialzare la popolazione, per metterla in protezione totale e per poi far ripartire la produzione di questo cuore pulsante  dell'economia del Paese.
Le vittime sono fortunatamente meno rispetto a quelle dell'Aquila, ma il danno all'economia è esorbitante. Il sisma insieme a chiese e ospedali ha lesionato in modo irreversibile anche il Commissariato e il Distaccamento Polizia Stradale di Mirandola.
Ora facciamo ognuno  la nostra parte per far risollevare questa industriosa  terra. L'ASAPS ci sarà.
 


Giordano Biserni
Presidente ASAPS

 


 

Mercoledì, 30 Maggio 2012
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