
In
relazione ai risultati dell’analisi statistica qui riportata,
abbiamo voluto intervistare Franco Taggi, direttore del reparto
"Ambiente e Traumi" dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il dott. Taggi è stato uno dei primi ricercatori ad occuparsi
in Italia del problema "Alcol e Guida", è stato
esperto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità su
questo problema ed ha contribuito a livello tecnico alla preparazione
degli articoli di legge sul limite legale e sugli strumenti e le
procedure per la rilevazione su strada dell’alcolemia dei conducenti.
Dott. Taggi, cosa pensa in merito all’analisi statistica
che il Centauro ha svolto sui dati dei controlli delle alcolemie
dei conducenti, presentati dalla Polizia Stradale?
La trovo molto interessante, anche se credo che i risultati vadano
interpretati ulteriormente.
Cosa intende dire con questo?
Intendo dire che i dati delle forze di polizia riflettono in parte
lo stato reale delle cose, in quanto non si tratta di controlli
casuali, bensì di controlli mirati. In altre parole, le forze
dell’ordine. non espletano i controlli per conoscere in maniera
"neutralmente statistica" quanti guidano sotto l’influenza
dell’alcol e quanto sia consistente tale influenza. Il loro
compito è ancora più importante, ed è quello
di garantire a tutti una maggiore sicurezza, cercando di individuare
con efficacia coloro che stanno guidando in stato di ebbrezza e
mettendoli in condizioni di non nuocere. E’ chiaro, quindi,
che nel valutare la proporzione di positivi tra i conducenti controllati
è necessario tenere conto anche di questo: un controllo mirato
aumenta la probabilità che il soggetto non sia sobrio e che
il suo tasso alcolemico sia superiore al limite di legge.
Detto ciò, tuttavia, non posso non condividere la preoccupazione
che un esame più approfondito dei dati in questione ha suscitato,
in particolare per la quota rilevata di alcolemie di livello davvero
eccessivo. Cercherò di spiegarmi meglio.
Gli studi epidemiologici svolti sul fenomeno "Alcol & Guida"
hanno dimostrato in tutto il mondo che il rischio di provocare un
incidente grave o mortale aumenta molto rapidamente all’aumentare
dell’alcolemia del conducente.
Fatto pari a uno il rischio che corre un conducente sobrio (che
ha quindi alcolemia pari a zero), a livelli intorno ad 1 g/l il
rischio cresce di 10-15 volte e a 1.5 g/l di oltre trenta volte!
Non parliamo poi di alcolemie ancor più elevate, dove il
rischio si incrementa ancor più velocemente.
Diciamo che se l’alcolemia è molto elevata, non è
strano che un conducente provochi un incidente grave: è strano
che non lo provochi. Tutto questo è dovuto al rapido scadimento
della performance di guida con l’aumentare dell’alcolemia
del conducente. Per dirla
in termini semplici, ma molto chiari, più alcol c’è
nel sangue, più alcol va al cervello; e più alcol
arriva al cervello, più il cervello si "impalla".
E siccome la guida di un veicolo è complessa e chiede al
conducente molte prestazioni rapide, il cui regista è il
cervello stesso, le conclusioni sono ovvie.
Come abbiamo ricordato durante le "Giornate della Sicurezza
Stradale" gli effetti che si osservano negli studi e in prove
su simulatore sono in sintesi i seguenti:
•alcolemia= 0.5 g/l à il 25-30% dei soggetti è
incapace di guidare correttamente.
•alcolemia= 0.8 g/l à diminuisce la capacità
di adattamento all’oscurità.
•alcolemia= 1.0 g/l à ulteriore peggioramento dei tempi
di reazione e del rendimento nella guida. Lo stato del soggetto
è diagnosticabile anche dal profano.
•alcolemia= 1.5 g/l à ubriachezza evidente, incapacità
di valutare le distanze, gravi disturbi dell’equilibrio, eccitazione
e comportamento rumoroso.
Dagli studi svolti a livello campionario in diversi Paesi, generalmente
dalle 22.00 alle 4 del mattino, la proporzione di conducenti con
alcolemie superiori a 1 g/l è intorno al 5%.
Ora, se noi confrontiamo i risultati di alcuni di questi studi con
i dati in questione (considerando ai fini di un confronto più
diretto solo quelli della fascia 0.00 – 4.00) abbiamo:
Si
osservi come la percentuale dei soggetti con alcolemie uguali o
maggiori a 1 g/l in Italia sia più elevata di quella dei
Paesi considerati.
Questo lo si può vedere meglio percentualizzando il tutto
ai soli conducenti risultati positivi al controllo:
Questa
maggiore presenza in Italia di soggetti con alcolemie molto elevate
è certamente da addebitarsi in parte al fatto che si tratta
di controlli mirati: ma questo significa anche – ed è
bene sottolinearlo - che la Polizia Stradale e le forze dell’ordine
in genere, svolgono con competenza il loro lavoro e individuano
con efficacia i conducenti più ad alto rischio.
Ma allora, non dobbiamo preoccuparci?
Tutt’altro. Se andiamo a fare i conti, tra le 0.00 e le 6.00
la percentuale di coloro che presentavano alcolemie superiori a
1.5 g/l risulta pari al 5.3%. E questo corrisponde circa ad un conducente
su 18! Ora, anche se mirati, i controlli della Stradale, risentono
sostanzialmente della situazione presente sulle strade in quelle
fascie orarie. Il che, in parole povere, vuol dire che quando
viaggiamo di notte e incrociamo 20 auto, una di queste è
guidata da una persona completamente ubricaca. E venti macchine
si fa presto ad incontrarle sul proprio tragitto. Non è una
situazione certo rassicurante.
Che ne pensa dell’aumento delle positività con l’età?
Era un fatto da attendersi, un fatto che mostra ancora una volta
che il problema della guida in stato di ebbrezza riguarda tutti,
giovani e meno giovani, e cresce col crescere dell’età.
D’altra parte viviamo in un Paese che conta circa un milione
di alcolisti e 3-4 milioni di bevitori eccessivi.
E chi beve, non beve perché poi deve guidare: beve perché
beve, perché bere gli piace, perché è arrivato
al punto che se non beve si sente male; e poi, magari, si trova
anche a guidare. Se questo è vero (ed è vero) allora
risulta anche chiaro che per chi beve in modo problematico non esiste
solo il rischio del week-end: tutti i giorni sono uguali, perché
si beve, in modo sbagliato, tutti i giorni. E tutti i giorni si
guida. Questo è un fatto importante: la lotta al fenomeno
"Alcol & Guida" parte dalla lotta all’Alcol.
E i controlli delle alcolemie dei conducenti rappresentano, in questa
visione globale, un momento essenziale nella lotta all’alcol
in quanto permettono di identificare facilmente bevitori eccessivi
o alcolisti che, in altro modo, resterebbero sconosciuti. Con una
intelligente applicazione di quanto previsto nell’art. 186
del Nuovo Codice della Strada (in particolare il comma 9 relativo
a conducenti con alcolemia superiore a 1.5 g/l), facendo leva sul
fatto che ad ognuno interessa fortemente riottenere la patente di
guida, credo che molti alcolisti o bevitori eccessivi potrebbero
concretamente essere aiutati a risolvere i loro problemi, problemi
che sono poi dell’intera società dati gli effetti devastanti
dell’alcol sui diversi aspetti della vita sociale (lavoro,
famiglia, amici, violenza, guida, ecc.).
Per fortuna nei giovani il fenomeno è più limitato.
I giovani presentano apparentemente una situazione meno preoccupante
dei meno giovani: in realtà, vanno considerati tre aspetti:
- il primo è che per diventare bevitori eccessivi o alcolisti,
ci vuole del tempo: la gran parte dei giovani a rischio non ha ancora
maturato questo tempo, e beve ancora in modo limitato;
- il secondo è che i giovani hanno in più un
loro specifico problema, dato dalla guida sotto l’influenza
di sostanze psicotrope (che spesso, molto spesso, associano all’alcol);
- il terzo è che a parità di alcolemia, il rischio
di provocare un incidente grave o mortale aumenta rapidamente al
diminuire dell’età del conducente.
Tanto per dare un’idea di questo, con un’alcolemia di
1 g/l, un giovane di 20 anni ha un rischio doppio di un uomo di
50 anni. In questo senso, una particolare attenzione verso i giovani
non deve sembrare persecutoria: è opportuna, sensata e necessaria,
basata su dati di fatto, non su opinioni.
In conclusione, che indicazioni possiamo trarre da tutto questo?
Diverse. Ne segnalo solo alcune che mi sembrano di particolare importanza.
Il problema "Alcol & Guida" in Italia è un
problema aperto, da contrastare sempre più con decisione,
inquadrandolo nelle azioni di contrasto all’uso problematico
di alcol. Le forze di polizia dovrebbero essere incoraggiate e opportunamente
sostenute – con fondi e personale – per l’effettuazione
dei controlli (e questo anche in relazione al problema "Sostanze
& Guida"). I conducenti che presentano alcolemie molto
elevate (superiori a 1.5 g/l) dovrebbero riottenere la patente soltanto
dopo aver effettivamente risolto i loro rapporti problematici con
l’alcol (fatto che può essere obiettivamente accertato,
dopo opportuno percorso, da un medico alcologo, o medico esperto
di dipendenze).
Per comprendere poi meglio la situazione ed il suo evolversi, dovrebbero
essere anche promossi un certo numero di controlli casuali, opportunamente
ripartiti nelle diverse regioni del Paese, onde quantificare in
termini statistici corretti il fenomeno.
|