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Rassegna stampa alcol e guida del 22 novembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL MESSAGGERO (Abruzzo)
INCIDENTE MORTALE
Aveva già la patente sospesa.
  

È indagato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza, il polacco di 34 anni, accusato di aver provocato domenica pomeriggio l’incidente stradale a Pagliare di Sassa che è costato la vita ad Anna Grazia Di Pietro di 35 anni, impiegata gli uffici dell’Inps.
Secondo indiscrezioni l’uomo, in Italia da qualche mese ed impiegato in una ditta di costruzioni della città, viaggiava con la patente sospesa e con l’automobile ricevuta in prestito dal suo datore di lavoro. Su questo aspetto proseguono le indagini della polizia stradale. Intanto ieri pomeriggio è stata eseguita la ricognizione cadaverica della donna che lascia un figlio di 10 anni. I funerali si terranno con molta probabilità nella giornata di domani. (*)
 
(*) Nota: segue una breve sintesi dei primi articoli della rassegna di oggi.
Mentre vino, birra e le altre bevande alcoliche continuano a creare orfani, i parlamentari italiani ed europei affrontano a modo loro la questione vino.
Intanto aumentano i finanziamenti per la promozione del vino e della birra.
I pediatri sono preoccupati.

WINENEWS.IT
DA OGGI SENATORI E DEPUTATI A ROMA A SCUOLA DI VINO
IL CORSO E’ ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIER DI ROMA.

Senatori e Deputati a scuola … di vino: parte questa mattina, 22 novembre, il corso sul vino organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier di Roma per Senatori e Deputati della Repubblica. L’importante centro romano di cultura del vino, metterà a loro disposizione tutta la professionalità e la solida competenza acquisita in oltre trent’anni di attività. I Parlamentari e i componenti del Governo facenti parte dell’ “Associazione Luigi Veronelli per la tutela e la promozione del vino”, nata per promuovere la conoscenza del patrimonio ampelografico del nostro Paese e la valorizzazione della tradizione enologica italiana, avranno così l’esclusiva opportunità di approfondire la conoscenza del complesso mondo che si prefiggono di tutelare e promuovere (*).
 
(*) Nota: i parlamentari facenti parte di questa Associazione per la tutela e la promozione del vino sono ben 96.

WINENEWS.IT
IL NOBILE DI MONTEPULCIANO PROTAGONISTA PER TRE GIORNI (DAL 29 NOVEMBRE AL 1 DICEMBRE) AL PARLAMENTO EUROPEO CON “VINO E/É CULTURA”.

Il Nobile di Montepulciano sarà protagonista della scena internazionale al Parlamento Europeo. Quando e come? Con l’evento “Vino e/é Cultura - Montepulciano Terra di Toscana”, dal 29 novembre al 1 dicembre a Bruxelles.
Il Nobile, in passato un territorio di produzione rimasto un po’ nella penombra, sta guadagnandosi sempre più visibilità grazie al lavoro del Consorzio del vino di Montepulciano, impegnato in una dinamica campagna di promozione, e a quello di aziende ormai solidamente ancorate alla ribalta del mondo del vino mondiale (da Poliziano a Poderi Boscarelli, dalla Fattoria del Cerro alla Tenuta Valdipiatta, da La Braccesca di Antinori a Romeo …). Ne è una testimonianza concreta l’evento, fortemente voluto dal Consorzio del Vino Nobile, organizzato al Parlamento Europeo di Bruxelles, “dove presenteremo, in una delle città-simbolo dell’Europa Unita, il nostro “microcosmo”, illustrando - sottolinea il Presidente del Consorzio Massimo Romeo - la qualità dei vini di Montepulciano ed esaltando il nostro profondo rispetto per il valore-territorio, proprio dal “cuore” del nostro continente, la sede del Parlamento Europeo. Una occasione di promozione ancora più incisiva per i nostri prodotti che sono il risultato di un invidiabile equilibrio ambientale”.
Tra i principali motivi della trasferta in Belgio, quello di evidenziare l’impegno che il Consorzio del Vino di Montepulciano sta profondendo nella tutela della menzione tradizionale (Vino Nobile), a rischio di imitazione nel mondo e che ha costretto molti Consorzi italiani di tutela (primo fra tutti quello del Brunello di Montalcino), a investire ingenti risorse economiche e organizzative per registrare il proprio marchio nei vari paesi. Oltre ad un’esposizione di opere e immagini del territorio di Montepulciano, nel programma della visita al Parlamento Europeo, saranno di scena una fitta serie di incontri destinati ad una platea di oltre 700 deputati europei, giornalisti e operatori, con l’obiettivo di far conoscere non solo la città poliziana ma anche il suo più importante prodotto, il Nobile appunto.

 
L’ADIGE
Il piano fino al 2010
Nuovi investimenti per 50 milioni di euro.

TRENTO - «Abbiamo presentato un piano quinquennale di investimenti di 50 milioni di euro da qui al 2010. Siamo in attesa della valutazione da parte della Provincia». Di fronte al trend sfavorevole del mercato - anche se gli ultimi mesi segnalano una inversione di tendenza, in particolare negli Usa - Cavit rilancia e punta, nelle parole del nuovo vicepresidente Angelo Parolari, ad «aggredire i mercati con la qualità del prodotto e tecnologie all´avanguardia». Obiettivo: 100 milioni di bottiglie, ovvero 1 milione di ettolitri prodotti nel 2010.
Tra gli investimenti, portata a regime la nuova cantina a controllo computerizzato della capacità di 90 mila ettolitri, è ora la volta del recupero delle superfici della cantina storica. Quando saranno completati questi lavori, nel giro di due-tre anni, Cavit lascerà la vecchia cantina di Mezzocorona, presa in affitto due anni fa dai «competitori» del gruppo Mezzacorona.
Tra gli investimenti previsti dal piano c´è poi il nuovo magazzino di stoccaggio da 10 mila pezzi, sempre a Ravina. Ma ci sono soprattutto tecnologie nuove, necessarie per affrontare la sfida competitiva sui mercati internazionali. «Su diversi vini occorre raggiungere una massa critica di produzione per puntare ai mercati maggiori» spiega il direttore Giacinto Giacomini. «In Germania, ad esempio, dove producono 10 milioni di ettolitri di vino ma ne consumano il doppio».
«Negli Stati Uniti, dove gli emigrati italiani hanno portato con la cucina anche i vini italiani, abbiamo già ottime performance del Pinot nero ma anche delle varietà trentine come il Lagrein e il Teroldego». Sul prodotto di punta, il Pinot grigio, si è sentito invece non solo l´effetto dell´euro forte ma anche la concorrenza dei nuovi produttori: Australia, Nuova Zelanda, Cile, Sudafrica, la stessa California, dove pure Cavit ha in corso l´accordo con l´azienda dei Fratelli Gallo. Anche il Canada è un mercato interessante. «Sono solo 25 milioni di abitanti ma consumano pro capite tre volte gli statunitensi» precisa Giacomini. Ancora difficile invece il mercato cinese, dove Cavit ha fatto un´esperienza di cinque anni senza successo. «È una cultura diversa».
Obiettivo del programma di investimenti è quindi l´espansione della produzione delle varietà più richieste: il raggiungimento entro cinque anni della quota di 100 milioni di bottiglie prodotte, il 30% in più del numero attuale, che corrispondono a circa 1 milione di ettolitri rispetto ai 644 mila attualmente conferiti alla Cavit, di cui 552 mila dai soci e, in particolare, 480 mila di prodotto trentino.
Una crescita di queste dimensioni potrebbe però comportare, per i limiti stessi del territorio, l´aumento dei conferimenti da fuori regione. Attualmente la produzione in capo a Cavit comprende per il 55% i vini doc trentini, per il 40% i vini igt, indicazione geografica tipica, delle Venezie e per il 5% i vini da tavola. «In realtà l´incremento di produzione si avrà in Trentino più che fuori» afferma il vicepresidente Parolari. «Puntiamo a riconvertire i vigneti locali verso le qualità di maggior successo». Con il progetto «Il Maso», invece, si punta ad incrementare la produzione di vini di qualità. «L´obiettivo è destinare il 10% della superficie dei nostri associati, 700 ettari su 7.000, a vigneti con particolari parametri di qualità».

IL RESTO DEL CARLINO
L’Assessore Mura
’Chi vende alcol dovrà chiudere entro le 20’
La Mura non ripresenterà l’ordinanza antialcol che scade a fine mese:’Non serve. Il piano commerciale ci permette d’intervenire su orari e partura dei locali’ .

Bologna, 21 novembre 2005 - I comitati hanno appena bocciato il suo piano di Piazza Verdi. «Ma non sanno ancora cosa c’è dentro. Le anticipazioni sui giornali non spiegano certo le azioni che abbiamo in mente. Mi pare che così siano loro, i cittadini, a chiudere il dialogo».
Silvana Mura, assessore al Commercio, la sera della prima al Comunale è stata molto evocata, assieme al sindaco, negli slogan dei residenti. Una protesta più rabbiosa dell’anno scorso. A fine mese scade la sua ordinanza antialcol. Conferma che non la ripeterà? «Non serve. Il piano commerciale ci permette di intervenire su orari e apertura dei locali. Tra le mie proposte, c’è il contenimento dell’offerta non qualificata».
Che vuol dire? «Penso ai negozi non abilitati alla somministrazione di alimenti e bevande».Quelli di pakistani e bangladesi, per capirsi. «Se vogliono vendere alcolici, nel centro storico, proporrò una chiusura anticipata alle 20. Altrimenti possono restare aperti finché vogliono». Insomma più severa di prima. «Ma l’ordinanza è tutta un’altra cosa. Vieta la vendita di alcolici da asporto dopo le 21».
Qualcuno potrebbe avanzare una facile obiezione: si dimostra forte con i deboli. «No, cerchiamo al contrario di qualificare l’offerta commerciale. L’abuso di alcolici è un problema, causa di comportamenti scorretti, come il consumo di stupefacenti. Gli stessi negozianti stranieri, quando li ho incontrati, hanno lamentato che alcuni non stavano alle regole e che per questo gli altri subivano danni e aggressioni».
L’accuseranno di ‘sbornia legalitaria’. «Provengo dall’Italia dei valori, per noi la legalità è un principio di fondo». I commercianti di via Petroni non la prenderanno bene, questa storia dell’orario. «Li vedrò a giorni. Il 5 dicembre illustrerò il pvc di Piazza Verdi a San Vitale. Tutte le proposte, naturalmente, saranno condivise con i Quartieri».
Tornando ai negozietti di frutta. «Alcuni di loro, da tempo, vogliono specializzarsi in altri articoli. Penso a mini-market aperti fino a tarda notte, secondo gli orari dei pubblici esercizi. Qualificare l’offerta può dare tante possibilità di lavoro».
Parliamo di risorse. «La legge 41, ad esempio, aiuta con finanziamenti pubblici gli imprenditori che vogliano migliorare l’attività o aprirne una nuova». Se i negozi dei bangladesi chiuderanno alle 20 ci guadagneranno pub e osterie. «Loro sono attrezzati per vendere alcolici. Hanno i bagni»(*).
Il suo piano prevede anche interventi per la sicurezza e l’ordine pubblico. Intanto, però, le telecamere in zona sono sempre fuori uso. Mentre i comitati lamentano: dove sono i vigili urbani? «Se dicono così non rispettano il lavoro della polizia municipale. Poi sono d’accordo con i cittadini: i problemi in questa zona sono talmente tanti che sicuramente quello che si fa non basta. Chiaro, ci vorrebbero molti più controlli. La proposta di vietare la vendita di alcolici dopo le 20 aiuterà anche i vigili perché consentirà un lavoro più mirato».
Di Rita Bartolomei
 
(*) Nota: come noto, uno dei più gravi problemi alcolcorrelati è che chi beve poi deve fare la pipì.

CORRIERE ROMAGNA (Ravenna)
Il vino delle colline faentine aiuta a mantenersi in salute.

BRISIGHELLA - I vini della collina Brisighellese: una vera e propria manna per la salute e per il buon vivere. È infatti scientificamente provato che il vino rosso, assunto in dosi moderate (due o tre bicchieri al giorno) può prevenire l’insorgenza di malattie cardiocircolatorie come l’infarto, l’aterosclerosi, l’ischemia. Ciò è dovuto alla presenza, nel vino rosso, di notevoli quantità di biofenoli, sostanze antiossidanti in grado di contrastare gli effetti nocivi dell’aumento nell’organismo dei radicali liberi che sono concause delle suddette malattie (*). I risultati di una recente ricerca su alcuni vini rossi commercializzati dalla Cab “Terra di Brisighella”, hanno mostrato che le proprietà salutistiche di questi vini di “nicchia” (attività antiossidante, contenuto totale di biofenoli) sono significativamente superiori alla media di 10 vini rossi selezionati da altre Regioni italiane e a quella di 34 vini rossi di qualità prodotti nel Sud della Francia. Quindi si può ben dire che bevendo un buon bicchiere di rosso di Brisighella assaporiamo da una parte gli aromi e i sapori della Romagna e dall’altra diano un contributo alla salute di cuore e arterie. La ricerca (opera di R. Cervellati e A. Malavolta, Facoltà di Farmacia, Università di Bologna) è stata pubblicata sul fascicolo di ottobre della rivista Natural 1, mensile di informazione scientifica, di fitoterapia, alimentazione naturale e cosmetica.Un ulteriore punto in favoe del savoire faire locale e dell’alta qualità dei prodoti della Terra faentina.Durante la manifestazione di domenica 27 novembre, a Rinaldo Cervellati, il Comune di Brisighella donerà una testimonianza di stima ed un piccolo riconoscimento per il lavoro importante realizzato.
Riccardo Isola
 
(*) Nota: “è stato scientificamente provato” che i biofenoli, prima che nel vino, stanno nell’uva, ma, chissà come mai, l’articolo non dice di mangiare l’uva.
“E’ stato scientificamente provato” che questi antiossidanti sono presenti nel vino in concentrazioni migliaia di volte inferiori rispetto all’alcol.
“E’ stato scientificamente provato” che l’alcol è una sostanza tossica per l’organismo umano, in grado, tra le altre cose, di aumentare il rischio di contrarre diversi tipi di tumore e di altre patologie importanti già alle quantità suggerite in questo articolo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente dichiarato che la pubblicità data al concetto di un bere moderato utile per la salute umana risponde, più che a una rigorosa ricerca scientifica, ad interessi commerciali.

IL SECOLO XIX
Il racconto «Mi hanno colpito al viso ma il bersaglio non ero io».

Janeth ha 37 anni e tre figli: la più grande ha 14 anni, il più piccolo appena 8 mesi. Domenica mattina erano tutti sull’autobus della linea 1. C’era lei, il marito Douglas e anche il figlio di mezzo, D.J., 10 anni, un ragazzino sveglio, che parla italiano meglio dello spagnolo e che non si vergogna a mostrare la sua ferita di guerra, un profondo taglio sulla guancia destra. «Me lo ha fatto una pietra - dice indicando la mandibola ancora arrossata dal disinfettante - me l’hanno tirata quei ragazzi, quelli che erano in strada, ma non volevano colpire me, erano arrabbiati con gli altri, gli albanesi che erano sul bus».
Frelli è ancora spaventata a morte per quello che ha vissuto domenica mattina: i due figli grandi in balia di una violenza incontrollabile e lei, poco più avanti, accucciata tra i sedili a coprire con il proprio corpo il bambino più piccolo: «Siamo partiti da Palmaro di buon mattino. Dovevamo andare a Milano ad un incontro evangelico della nostra religione, noi siamo evangelici. I ragazzi albanesi sono saliti sul bus poco più avanti, ad un’altra fermata di Pra’. Erano rumorosi, sembravano ubriachi, ma niente di più». Il viaggio inizialmente è tranquillo, la famiglia ecuadoriana vestita a festa siede accanto agli altri passeggeri, una quindicina in tutto. «Davanti alla Coop a Sestri c’era quell’altro gruppo di ragazzi. Ho sentito che si insultavano in italiano, poi è accaduto il finimondo».
La sassaiola colpisce D.J.; il bambino si accascia e si mette a piangere. Il padre Douglas cerca di proteggerlo in qualche modo. «C’era gente in strada che non faceva ripartire l’autobus, altra gente che non faceva chiudere le porte. L’autista urlava, noi urlavamo. Un inferno. E nessuno che ci aiutava con il bambino ferito, sdraiato sul fondo del bus, in mezzo ai cocci di bottiglie e tra le pietre che quei disgraziati continuavano a lanciare».
Frelli non se la sente di archiviare l’episodio. Ha avuto paura e vuole che qualcuno paghi. Sul tavolo della cucina, nell’appartamento di via Murcarolo di Pra’, è pronta la denuncia contro ignoti che D.J. l’ha aiutata a scrivere in italiano. È contro ignoti «perché - aggiunge Frelli - chissà se li troveranno mai quei delinquenti, ma se identificheranno voglio che paghino per i rischi che hanno fatto correre alla mia famiglia».
Lancia un appello Frelli, che per lavoro è costretta a viaggiare sui mezzi pubblici di notte e al mattino presto: «I rischi arrivano sempre quando sui bus salgono gli ubriachi. Ci dovrebbe essere più controllo e impedire che chi non è in sé stia insieme agli altri viaggiatori». Al.Cost.

CLARENCE NEWS
PEDIATRIA: SIP - TV CATTIVA MAESTRA PER TEENAGER, AUMENTANO VIDEODIPENDENTI.

Roma, 22 nov. (Adnkronos Salute) - ’Tv cattiva maestra’, a tavola e non solo. Il messaggio di Popper sopravvive al trascorrere dei decenni e all’avvento di nuovi media. E a trascorrere ore intere davanti alla ’scatola magica’ sono i teenager italiani: a guardarla più di tre ore al giorno e’ il 31% degli adolescenti del Belpaese, mentre nel 2000 era ’solo’ il 15% e l’anno scorso il 26,8%. Diminuisce, invece, il numero di chi la guarda meno di un’ora al dì: 12,9% contro il 25% del 2000. A ’scattare’ la foto del rapporto tra teenager e tv è la Società italiana di Pediatria (Sip) che domani, a Pavia, presenterà i risultati della ’Indagine 2005 sulle abitudini e i comportamenti degli adolescenti’, condotta su un campione di 1.260 studenti delle scuole medie inferiori tra gli 11 e i 14 anni. Dallo studio, oltre all’inarrestabile trend di crescita del consumo di tv, emerge anche l’aumento delle cattive abitudini connesse al piccolo schermo. E più aumentano le ore trascorse in compagnia della tv - assicurano gli esperti - più cresce il condizionamento negativo della ’scatola magica’ su abitudini e comportamenti. I ragazzi e le ragazze che guardano più televisione mangiano peggio rispetto ai loro coetanei meno esposti al video e, in particolare, consumano molte più sostanze alcoliche, fumano di più e mangiano molti più snack e fuoripasto, che sono, insieme alla sedentarietà, tra le cause principali di sovrappeso e obesità infantile. Non solo. Il piccolo schermo fa danni anche sui comportamenti sociali degli adolescenti. ’’L’abuso si traduce in minor fiducia negli adulti - spiega Giuseppe Saggese, presidente della Sip - e nel sopravvalutare, per essere apprezzati all’interno del gruppo, il possesso di status symbol’’. Ecco perché gli adolescenti videodipendenti desiderano molto più dei coetanei meno esposti al video prodotti visti nella pubblicità televisiva (30,2% contro il 12%). ’’L’abuso di televisione - sottolinea Maurizio Tucci, responsabile della Comunicazione della Società italiana di pediatria, che ha curato l’indagine - è dannoso per la salute psicofisica di un bambino non solo per il condizionamento che può derivare dall’inondazione di messaggi pubblicitari di ’modelli’ che la televisione veicola, ma anche perché, indipendentemente dalla qualità dei programmi visionati, degrada in modo sensibile la qualità di vita: meno attività fisica, meno socializzazione con gli amici, meno stimoli culturali e, spesso, anche meno tempo trascorso con i genitori’’. Ma i teenager alla tv sembrano non saper affatto rinunciare. Ad averla nella propria camera è il 67% (nel 1997 era il 44%), a guardarla durante i pasti è il 75,3% (nel 1997 era il 68,7%) e a letto prima di addormentarsi il 51,5% (nel 1997 il 45,1%). Inoltre, a guardarla la sera dopo cena è l’84,3%, più di quanti la vedono nel pomeriggio (70%), quando i programmi sono in fascia protetta. (Ile/Adnkronos Salute).

IL SECOLO XIX
Neopatentato si "beve" 56 punti
POLSTRADA IN AZIONE Un giovane imperiese di appena diciotto anni ne ha fatte di tutti i colori a bordo della sua auto
Al volante da neppure un mese ha collezionato in 20 minuti un record di infrazioni.

A. A. patente cercasi per diciottenne di Imperia. Appena presa l’ha già persa. O meglio: gli è stata sequestrata dagli agenti della polizia stradale. Ma c’è di più. In una notte ha bruciato qualcosa come 28 punti ed essendo fresco di patente i punti decurtati sono stati raddoppiati totalizzando il record di 56. A. A., (sono proprio le iniziali dell’automobilista ndr), ha totalizzato una serie di infrazioni in meno di venti minuti battendo così tutti i record della categoria dei "neopatentati".
Questa è la sua storia. Ha preso la patente il 28 ottobre scorso. Superato brillantemente l’esame di teoria e di pratica, il diciottenne imperiese non vedeva l’ora di guidare la sua Fiat Punto. Tutto è andato bene per almeno 20 giorni, sino a quando l’altra notte, A. A., di ritorno dal Dianese, dopo aver trascorso una serata con amici, ha avuto la sfortuna di imbattersi in una pattuglia della polizia stradale di Imperia che stava effettuando alcuni controlli sulla velocità (*) in piazza Ulisse Calvi. Il diciottenne, che aveva alzato un po’ troppo il gomito, ha visto in lontananza un agente con la paletta in mano che gli intimava l’alt. Anziché fermarsi ha deciso di spingere sul pedale dell’acceleratore e di sfidarli in un inseguimento mozzafiato per le vie del centro cittadino. Superata piazza Dante ha imboccato via Alfieri quindi la superstrada del lungomare Amerigo Vespucci. La fuga del neopatentato si è conclusa, dopo venti minuti, all’altezza del passaggio a livello della stazione di Porto Maurizio. Gli agenti in servizio ci hanno messo davvero poco per capire che A. A. guidava l’auto ubriaco. Il ragazzo non ha cercato scuse. Ha consegnato la patente che per un pezzo non rivedrà più.
A quel punto gli agenti hanno preso la calcolatrice ed hanno fatto i conti: per la guida in stato di ebbrezza gli sono stati decurtati 10 punti, per la velocità (più volte ha violato il codice della strada durante il folle inseguimento in centro) ha totalizzato altri 15 punti. E per finire, non essendosi fermato all’alt della polizia, gli sono stati decurtati altri 3 punti per un totale di 28 punti che però devono essere moltiplicati per due visto che A. A. è fresco di patente.
Dulcis in fundo, gli agenti hanno poi scoperto che il diciottenne non è nuovo a situazioni del genere. Nel luglio scorso, quando guidava ancora la moto, era stato fermato sempre dalla Stradale al Prino. Anche quella sera era ubriaco e non aveva la patente. Aveva rimediato una denuncia alla Procura della Repubblica.
Giò Barbera.

IL GIORNALE DI VICENZA
Posti di blocco e controlli a tappeto
Patenti ritirate con l’etilometro.

(d. m.) A causa dell’intensificarsi dei casi di disturbo della quiete pubblica segnalati a Rosà nell’ultimo periodo, la locale stazione dei carabinieri e il Norm di Bassano hanno avviato una serie di controlli della circolazione stradale nelle immediate vicinanze di due locali pubblici frequentati soprattutto da giovani.
Presente sul territorio con sette pattuglie e una quindicina di uomini, durante il week end l’Arma di via Emiliani ha istituito diversi posti di blocco, sottoponendo gli automobilisti anche all’alcoltest.
Il bilancio parla di ben 34 automobili fermate e 37 persone controllate. Tra queste, tre avevano un’alcolemia superiore ai limiti imposti dalla legge, ragion per cui sono state denunciate all’autorità giudiziaria. Si tratta di un marosticense di 39 anni, S.E., che ha oltrepassato il limite di quattro volte, e di un trentatreenne di Castelfranco, C.G., trovato con il doppio dell’alcol nel sangue rispetto al consentito.
Il più grave, però, è risultato essere un giovane di 19 anni di Fontaniva, B.M., che nonostante avesse il tasso di poco superiore al limite, essendo un neopatentato si è visto revocare la patente.
Dopo questo primo fine settimana, i carabinieri intendono ripetere i controlli a raffica con l’etilometro anche prossimamente. L’intenzione è quella di prevenire il rischio di incidenti stradali legato alle guide in stato di ebbrezza e garantire un maggior rispetto della quiete pubblica.



Mercoledì, 23 Novembre 2005
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