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Roma - In Italia nel 2010 incidenti stradali in calo, finalmente si scende sotto quota 4.000 vittime, ma il nostro Paese non raggiunge l’obiettivo l’UE

Nel 2001 l’Unione Europea proponeva il dimezzamento dei morti sulle strade entro il 2010
L’Italia si ferma al -44% e si piazza al 13esimo posto tra i 27 Stati europei
Secondo i dati ACI-ISTAT nel 2010 si sono registrati 207mila sinistri stradali (-3,9%, rispetto al 2009), con 3.998 morti (-5,6%) e 296mila feriti (-3,7%)

Foto Blaco - Archivio Asaps

(ASAPS), 22 giugno 2011- Cala l’incidentalità sulle strade italiane ma il nostro Paese non raggiunge l’obiettivo UE del dimezzamento della mortalità stradale entro il 2010, e si ferma al 44%. Secondo i dati Aci-Istat, elaborati sulla base dei verbali delle Forze dell’Ordine, lo scorso anno si sono verificati lungo la rete stradale italiana 207mila sinistri (-3,9%, rispetto al 2009) che hanno provocato 3mila e 998 morti (-5,6%) e 296mila feriti (-3,7%). Si tratta di un calo significativo che tuttavia non consente all’Italia di superare il 13esimo posto tra i 27 Paesi dell’Unione, con una riduzione di poco superiore alla media europea (43%). Segno meno anche per quello che riguarda l’indice di mortalità, rappresentato dal rapporto tra numero di morti e quello degli incidenti moltiplicato per 100, che scende dello 0,1 fissandosi all’1,9 nel 2010 rispetto al 2,0 dell’anno precedente. Ci piace evidenziare che per la prima volta in Italia si scende sotto quota 4.000 vittime mortali.

Nel decennio 2001-2010 sulle strade del Vecchio Continente si sono registrati 102mila morti in meno, rispetto a quelli che si sarebbero conteggiati nel caso in cui i valori del 2001 si fossero mantenuti costanti, con un risparmio dei costi sociali di 176 miliardi di euro.

Tra gli otto Paesi che hanno raggiunto l’obiettivo europeo ci sono la Lettonia e l’Estonia (-61%), la Lituania (-58%), la Spagna (-55%), il Lussemburgo (-54%), la Francia (-51%), la Slovenia e la Svezia (-50%) mentre il Portogallo si colloca quasi in dirittura d’arrivo (-49.4%). Oltre al nostro Paese, registrano una diminuzione dell’incidentalità superiore alla media europea, anche l’Irlanda (-48%), la Germania (-48%), il Regno Unito (-46%) e la Slovacchia (-44%).

Il risultato italiano è stato comunque commentato positivamente dal presidente dell’ACI, Enrico Gelpi, che ha sottolineato come in quest’ultimo decennio in Italia, siano state salvate 14mila e 600 vite a fronte di un risparmio di quasi 25 miliardi di euro in costi sociali. Al raggiungimento di un risultato, in ogni caso importante, ha contribuito l’impegno delle Istituzioni, quello delle Forze dell’Ordine e di tutta la filiera della sicurezza stradale che trova nel conducente la sua componente più essenziale.

Nel 2001, anno in cui fu promossa l’iniziativa, l’idea di ridurre del 50% i morti sulle strade sembrava pura utopia. I dati di oggi dimostrano invece che l’obiettivo è doveroso e raggiungibile. Per questo motivo occorre non abbassare la guardia aumentando gli investimenti nella formazione degli utenti della strada nell’innovazione infrastrutturale e nel prezioso lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati sull’incidentalità. Proprio l’anticipazione delle statistiche del 2010, a pochi mesi di distanza dalla chiusura della rilevazione, rappresenta secondo Enrico Giovannini, presidente Istat, un primo concreto risultato dello sforzo per fornire informazioni di qualità sempre più tempestive a supporto dei decisori pubblici e della collettività. Di questa anticipazione di dati ci compiacciamo con l’Istat. Con l’auspicio che anche i dati definitivi siano anticipati rispetto al solito mese di novembre. Per questo motivo e nell’ottica di miglioramento delle informazioni e delle statistiche sulla sinistrosità, l’Istat ha stipulato lo scorso marzo un Protocollo di intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa, le Regioni e Province autonome, l’Unione delle Province e l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia per rafforzare la collaborazione interistituzionale al fine di fornire un quadro conoscitivo aggiornato e completo. Ci pare che la battaglia dell’Asaps per avere a disposizione in tempi brevi dati certi e credibili stia imboccando la strada giusta. (ASAPS)

© asaps.it
Sabato, 25 Giugno 2011
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