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Rassegna alcol e guida del 9 maggio 2011

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta
 

 

LA CASTA DEL VINO
In Italia le vendite del vino sono calate del 70 per cento negli ultimi 40 anni. Gli Italiani ci hanno guadagnato in qualità e durata della vita, in salute e in sicurezza, anche se molto resta da fare. Alcuni ci hanno perso in soldi: viticoltori, aziende vinicole piccole e grandi, distributori, venditori, gestori di locali e discoteche. Per questo è in atto una sistematica controffensiva di promozione al bere da parte di una casta potentissima, protetta da politici e alleata a divulgatori (pseudo)scientifici. Queste 111 notizie svelano le strategie di inganno utilizzate dalla casta del vino e delle altre bevande alcoliche in azioni tanto disperate quanto prive di scrupoli. Pur di tornare a vendere come un tempo coinvolgono mamme in gestazione, neonati, bambini dell’asilo e anziani, utilizzando personaggi dello spettacolo, anchormen, esperti, governatori, ministri o ex-ministri sponsorizzati, ultraottantenni Presidenti della Repubblica e persino il Buon Gesù.
Dopo il successo editoriale di "Vino e bufale", Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada rincarano la dose e affondano il colpo, con il loro nuovo libro "La casta del vino - 111 informazioni utili per non farsi imbottigliare", edito da Stampa Alternativa, Nuovi Equilibri.
"La casta del vino" uscirà nelle librerie dopo l’estate, ma per chi proprio non ce la fa ad aspettare fino a settembre, è già possibile richiederlo direttamente agli autori.
Il gruppo facebook è https://www.facebook.com/home.php?ref=logo#!/home.php?sk=group_223117037702262&ap=1


ECODELMOLISE

Convegno Droga e Alcol
ISERNIA - Si terrà martedì, 10 maggio, alle ore 9.30, il convegno dal titolo “Droga e Alcol”, promosso dalla Fondazione Neuromed, rivolto agli studenti delle scuole medie superiori di Isernia.
Il convegno si inserisce nell’ambito della campagna di prevenzione e informazione sui danni causati dall’uso e dalla dipendenza da sostanze come alcol e droga, il cui consumo rappresenta un enorme problema socioeconomico che coinvolge le famiglie, le scuole, le comunità, le università, il sistema sanitario nazionale, il sistema giudiziario, le forze di pubblica sicurezza e il governo.
Le persone che fanno abuso di alcol, infatti, hanno una probabilità maggiore di diventare tossicodipendenti e le persone che fanno abuso di sostanze stupefacenti hanno una probabilità maggiore di diventare alcolisti. I soggetti con problemi legati all’abuso di tali sostanze hanno, inoltre, una percentuale maggiore di sviluppare malattie psichiatriche come disturbi della personalità, aggressività e disturbi del tono dell’umore (ansia, depressione e suicidio).
Il convegno si pone l’obiettivo di entrare nel merito di questi temi attraverso le testimonianze di esperti, che si rivolgeranno al pubblico maggiormente a rischio: quello giovanile. Vi prenderanno parte il dott. Luigi Mazzuto, Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Isernia, il Prefetto Marcello Palmieri, Presidente della Fondazione Neuromed, il dott. Michele Iorio, Presidente della Regione Molise, il dott. Antonio Montaquila, dirigente scolastico provinciale di Isernia. La relazione principale, a cura del Prof. Ferdinando Nicoletti, Responsabile Laboratorio di Neurofarmacologia dell’IRCCS Neuromed e Ordinario di Farmacologia dell’Università La Sapienza di Roma, verrà introdotta dal dott. Maurizio Taglialatela, Ordinario di Farmacologia e Preside della Facoltà di Scienze del Benessere dell’Università degli Studi del Molise

L’ARENA

Accolta l’idea del Tribunale
Lavoro sociale per chi ha alzato troppo il gomito
Approvato il bilancio consuntivo e rispettato il Patto di stabilità
COLOGNOLA. Nel corso dell’ultimo Consiglio comunale di Colognola, che domenica andrà alla urne per rinnovarlo, è stato approvato il rendiconto dell’esercizio finanziario 2010 dalla maggioranza mentre l’unico consigliere di minoranza presente, Marisa Zigiotto Petterlini, ha preferito astenersi. Il sindaco Alberto Martelletto ha annunciato che «il bilancio si è chiuso con un avanzo di circa 730 mila euro e con un tasso di indebitamento basso che si aggira sul 3 per cento; le previsioni sono state rispettate e in corso d’anno sono state apportate solo tre variazioni. Rispettato pure il Patto di stabilità e tutti i parametri statali», ha fatto sapere, «inclusa la spesa per il personale, gestita in modo oculato e ricorrendo anche ai lavori socialmente utili».
Al proposito il primo cittadino ha spiegato che il Comune è tra i primi ad aver di recente accolto la proposta del Tribunale che permette ai guidatori, sorpresi al volante con un tasso di alcool superiore ai limiti, di scontare la multa o la confisca dell’auto svolgendo lavori socialmente utili.
Martelletto ha, inoltre, riferito che «circa 250 mila euro dell’avanzo di amministrazione saranno impiegati per estinguere alcuni mutui perché nei prossimi anni ci sarà una decurtazione dei trasferimenti da parte dello Stato e, così facendo, possiamo elevare la futura capacità di spesa del Comune. Estinguendo questi mutui poi», ha aggiunto, «già da quest’anno il risparmio si aggira sugli 84 mila euro annui».
Il Consiglio ha poi approvato il Piano di azione per l’energia sostenibile, nell’ambito degli impegni presi nel Patto dei sindaci, che, già alcuni mesi fa, aveva visto il Comune di Colognola adottarlo per primo a livello regionale. «Crediamo molto negli investimenti ambientali che puntano sull’energia pulita, ricorrendo a impianti fotovoltaici e all’utilizzo di energia termici», ha commentato Martelletto, «e che, tra l’altro, ci permettono di attingere a fondi europei».
Sempre nell’ambito del Piano d’azione e allo scopo di «ottenere maggiori efficienza e risparmio energetico», nel corso della seduta è stata, infatti, approvata la richiesta di finanziamento «Elena»: «Colognola è uno dei primi comuni ad accedere a questa misura che è un po’ complessa, anche perché fino a oggi non è stato facile attingere direttamente a fondi europei».M.R.

IL GIORNALW DI VICENZA

Ubriaco in automobile investe 2 giovani in bici
L’incidente l’altra sera in via Valsugana, l’autista era positivo I due ragazzi sono ricoverati in prognosi riservata
THIENE 09/05/2011 - Sono ricoverati nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Schio, con prognosi riservata, i due giovanissimi thienesi coinvolti l’altra sera in un grave incidente stradale in via Valsugana, a Thiene. I due ragazzi sono stati travolti da un’auto mentre si trovavano in sella a un’unica bicicletta. Illeso il conducente della vettura, un 23enne di Villaverla, al quale però è stata ritirata la patente poiché risultato positivo all’alcoltest. Il controllo per verificare un eventuale stato di ebrezza è stato effettuato anche sul ragazzo che conduceva la bici, ma si è ancora in attesa del risultato. Rimane tutta da chiarire la dinamica del grave scontro. Le forze dell’ordine sono ancora al lavoro per ricostruire con esattezza l’episodio ed individuare eventuali responsabilità.
Il sinistro si è verificato attorno alle 23.45 di sabato. Edoardo Ghirardello, 18 anni, stava trasportando sulla propria bicicletta Carmelina Secara, 15 anni, entrambi di Thiene. Al momento di immettersi in via Valsugana, uscendo dalla laterale via San Giovanni Bosco, i due sono stati travolti da un’Audi A3 condotta da D.P., 23 anni, di Villaverla, che stava procedendo in direzione "Ponte di Ferro". Lo scontro è stato violento. La bici è finita contro la parte anteriore destra dell’auto, mentre i due ragazzi sono andati a sbattere contro il parabrezza. In pochi attimi in strada si sono riversati numerosi residenti della zona, allarmati dalla violenta botta. Immediata la chiamata dei soccorsi. Pochi minuti dopo sono giunte così un’ambulanza del Suem, due squadre del Consorzio di polizia locale Nordest Vicentino e una pattuglia dei carabinieri di Thiene. Le condizioni dei ragazzi sono apparse subito molto serie, tanto da essere trasportati d’urgenza al De Lellis di Schio, dove sono stati ricoverati nel reparto di terapia intensiva. Il ragazzo è stato sottoposto all’alcoltest, che ha dato risultato positivo. Elemento sufficiente per far scattare il provvedimento di ritiro della patente. Si è ancora in attesa invece del risultato dei controlli effettuati su Ghirardello. Gli uomini del comandante Giovanni Scarpellini sono ora alle prese con la ricostruzione dei fatti.
Alessia Zorzan

BOLOGNA2000

Bologna: ubriaco e senza patente causa incidente con auto rubata: arrestato
09 mag 11 - Ubriaco e senza patente a bordo di un’auto rubata ha causato un incidente e ha aggredito i carabinieri del Radiomobile della Compagnia di San Lazzaro intervenuti per i rilievi del caso. Inevitabili le manette scattate all’alba di ieri ai polsi di 24enne moldavo, già noto alle forze dell’ordine. Deve rispondere di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione e possesso ingiustificato di grimaldelli.
L’uomo era alla guida di una Peugeot 206 quando è rimasto coinvolto in un incidente stradale a Pianoro, sull’Appennino bolognese. Alla richiesta dei documenti ha cominciato ad inveire contro i carabinieri e a colpirli con pugni e gomitate ingaggiando di fatto una colluttazione.
Dopo averlo bloccato i militari hanno poi scoperto che l’autovettura che guidava era rubata e che all’interno c’erano numerosi arnesi da scasso, una torcia e dei guanti in lattice. L’uomo era anche sprovvisto della patente di guida.

ASAPS

Positivo all’alcol test, ma l’ebbrezza è causata da un farmaco contro l’asma
Le nostre perplessità. Ma il codice parla comunque genericamente di ebbrezza da bevande alcoliche…
Como, 9 maggio 2011 – Positivo all’alcol test, ma a causa di uno sciroppo contro l’asma, regolarmente prescritto dal medico. E’ questa la motivazione che ha portato il giudice monocratico di Como ad assolvere un giovane 24enne dall’accusa di guida in stato di ebbrezza. Il ragazzo era stato fermato dai Carabinieri mentre percorreva via Muggiò a fari spenti. Sottoposto alla prova con l’etilometro è risultato essere in forte stato di ebbrezza. Uno stato, però, causato non esclusivamente da quello che il ragazzo aveva bevuto durante la serata. In aula, infatti, l’avvocato dell’automobilista ha spiegato che il suo assistito, quella sera, non aveva assunto una dose eccessiva di bevande alcoliche come ipotizzato dai Militari. O, meglio, una birra e una bevanda energetica le aveva bevute, ma aveva anche più volte assunto uno sciroppo che il suo medico gli aveva prescritto per combattere l’asma, patologia di cui il giovane soffre in particolare nei locali chiusi e affollati. In quello sciroppo è contenuto come eccipiente anche l’alcol. Ed è per questo motivo che l’etilometro ha dato esito positivo, segnalando, alla prima rilevazione, un valore di 1,65 grammi al litro (il limite è di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue) e di 1,86 al test eseguito pochi minuti dopo. Il ragazzo aveva assunto il medicinale sia prima di andare in una pizzeria, temendo che fosse affollata, sia quando è rientrato a casa per cambiarsi e poi recarsi in discoteca, sia altre tre volte nello stesso locale notturno e questo ha contribuito a far salire il tasso di alcol nel suo sangue. Il giudice ha assolto il conducente, ritenendo che non fosse possibile dimostrare con certezza che avesse un tasso alcolico superiore a 0,8 grammi, segnalando comunque la sua posizione al Prefetto perché aveva in ogni caso superato la soglia minima di 0,5 grammi, fatto che prevede la sospensione della patente. Quello che lascia un po’ perplessi è la leggerezza con cui il giovane ha “sorseggiato” il medicinale nell’arco della serata, assumendolo per ben cinque volte nel giro di alcune ore.
Già in passato un automobilista a Milano, positivo all’alcol test, era stato assolto perché riuscì a dimostrare che l’ebbrezza era causata da un farmaco contro l’asma.
Ci permettiamo di osservare che in effetti il CdS parla però genericamente di stato di ebbrezza dovuto all’uso di bevande alcoliche, senza specificare quali. Quindi dovrebbe essere l’assuntore a farsi carico delle conseguenze stando comunque lontano dalla guida dopo aver assunto sciroppi alcolici. Quello che rileva a nostro parere è il fatto che comunque il conducente stia guidando in stato di ebbrezza per l’uso di bevande alcoliche. Il fatto che la bevanda alcolica fosse poi un medicinale non è che ci tranquillizza più di tanto. 

IL TEMPO

Violentata e picchiata da un romeno
Stuprata in un ex supermarket Arrestato l’amico del fidanzato
Una ragazza di 23 anni romana è stata picchiata selvaggiamente e stuprata da un romeno di 38 anni, nullafacente, senza fissa dimora.
Morlupo, 09/05/2011 - La violenza sessuale è avvenuta sabato notte a Morlupo, paese a sud della provincia di Roma, a ridosso del confine con il viterbese, in un ex supermercato da tempo trasformato in rifugio per clandestini, balordi e disperati. L’uomo, amico e connazionale del fidanzato della giovane, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Bracciano e della stazione di Castelnuovo di Porto. Nelle stesse ore, i medici dell’ospedale Sant’Andrea accertavano che la giovane aveva effettivamente subito lo stupro e che il romeno aveva infierito su di lei, provocandole tumefazioni ed ecchimosi, per impedirle di sottrarsi alla violenza. Per raggiungere Morlupo da Roma, la ragazza e il fidanzato avevano utilizzato il treno regionale che percorre tutta la Flaminia e che passa dalla stazione di Tor di Quinto, luogo in cui la sera del 30 ottobre 2007 fu violentata e picchiata a morte Giovanna Reggiani, l’impiegata del ministero della Difesa che rientrava a casa dopo una giornata di lavoro. L’ambiente in cui viveva il suo assassino, condannato all’ergastolo, è simile a quello in cui è avvenuto lo stupro della ragazza: locali pieni di sporcizia, violenza, povertà estrema, nei quali l’alcol serve a scaldarsi e a stordirsi. Proprio in un posto del genere vive il fidanzato della giovane violentata l’altra notte che da tempo era in Italia, ma senza un lavoro fisso. Di tanto in tanto trova un’occupazione come manovale in qualche cantiere edile o come bracciante in campagna. La vittima, incensurata, è disoccupata e vive con i genitori. Spesso si allontana da casa per alcuni giorni. Un’abitudine che si è intensificata da quanto frequenta il nuovo ragazzo e che non preoccupava più il padre e la madre. Venerdì avevano deciso di trascorrere la notte insieme, nell’ex cash and carry di Morlupo. Lì hanno incontrato l’amico di lui che, come ha poi raccontato la giovane, ha fatto ubriacare il suo compagno per poi abusare di lei. Durante la notte la ragazza è poi riuscita a fuggire e a sporgere denuncia ai carabinieri che, nel giro di poche ore, hanno individuato e arrestato l’uomo. Lei, dopo essere stata visitata e medicata è tornata a casa dai genitori. Il presunto stupratore è stato rinchiuso nel carcere di Rebibbia, dove nei prossimi giorni sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia.

CORRIERE ADRIATICO

Si arrampica sullo storico leone e stacca la zampa, indagano i carabinieri. Lamentele per gli schiamazzi
Giovane ubriaco danneggia il monumento
Jesi - Si è arrampicato sul monumento che in piazza Indipendenza ricorda il caduti della prima guerra mondiale e probabilmente è rimasto appeso alla zampa del leone che poi si è staccata. Il giovane, sicuramente fuori di testa per aver bevuto qualche bicchiere di troppo, non si è fatto male, mentre il monumento è ovviamente rimasto danneggiato. L’episodio si è verificato verso le 2,30 della notte tra sabato e ieri.
Sono in corso le indagini dei carabinieri che stanno raccogliendo elementi per identificare l’autore del gesto, mentre le parti staccate del manufatto sono state restituite all’amministrazione comunale che ora dovrà incaricare un restauratore per intervenire. Già nel corso della notte più di un giovane aveva pensato di salire fin su il leone, per poi abbracciarlo, mettendo a rischio la propria incolumità. Quanto basta per compromettere la resistenza della zampa del monumento che si trova proprio di fronte alla sede del municipio. La notte dei festeggiamenti, conclusasi quasi all’alba, ha riservato il solito bilancio tra vasi rotti e aiuole distrutte. Raffica di telefonate alle forze dell’ordine da parte dei residenti che non riuscivano a dormire per gli schiamazzi. E dire che gli organizzatori delle taverne avevano rispettato appieno l’ordinanza che fissava a mezzanotte l’orario di chiusura. (*)

(*) Nota: sarebbe interessante fare un bilancio, meramente economico, sulla base degli introiti derivanti dal consumo di alcolici e i danni causati dai bevitori in una sera di festa. Giusto per ragionare sulla tesi, da molti sostenuta, che vede nel consumo di alcolici un elemento trainante della nostra economia.

IL MATTINO

Movida violenta a Salerno e Camerota.
È stata anche una nottata di botte quella tra sabato e domenica. Una nottata di violenze, senza alcuna esclusione. Nel primo caso due fratelli minorenni sono stati pestati a sangue fuori ad un noto locale della zona San Leonardo. Nel secondo due fidanzati trentenni sono stati picchiati da un gruppo di ragazzi del luogo. In entrambi i casi gli aggressori sono riusciti a fuggire prima dell’arrivo dei carabinieri, facendo perdere le proprie tracce. Le vittime, in entrambi i casi, sono salernitane. Sembrerebbe che all’origine della discussione ci sarebbero degli apprezzamenti fatti nei confronti di delle donne. Nel caso della rissa esplosa davanti alla discoteca del capoluogo, secondo quanto raccontato dai due fratelli, di 16 e 17 anni che sono poi ricorsi alle cure in ospedale, tutto sarebbe nato già all’interno del locale per alcuni sguardi lanciati a una ragazza che faceva parte di un gruppo. Una volta usciti, intorno alle 5 del mattino, sarebbero stati accerchiati e picchiati da quattro o cinque ragazzi che li hanno presi a schiaffi e pugni. Ricorsi alle cure mediche, ne avranno entrambi per sette giorni. Anche se i due minorenni sono comunque riusciti anche loro a difendersi e dare botte. Tutto è accaduto in pochi minuti. Quando alcuni clienti del locale hanno avvisato i carabinieri, il gruppo si era già dissolto. I ragazzini, invece, ancora a terra doloranti, sono stati accompagnati in ospedale per essere refertati. Identica situazione, ma diversa la location, a Camerota. Tutto è accaduto davanti ad una bar a Marina. Un gruppetto di ragazzi del posto avrebbero lanciato sguardi e fatto apprezzamenti su due giovani donne. La cosa non è stata di gradimento per i loro fidanzati che, nel tentativo di far rispettare le loro compagne, le hanno prese dal gruppetto di giovani del posto. Quando sono giunti sul posto i carabinieri gli aggressori avevano fatto perdere le proprie tracce. Nello stesso momento, però, un altro gruppo di giovani presenti sul posto, alla vista delle divise ha iniziato a cantare l’inno di Mameli. E sarà stato forse l’abuso di alcol all’origine anche di un’altro diverbio tra quattro ragazzi e una ragazza calabresi che erano andati a Marina di Camerota per trascorrere il week end. Avrebbero iniziato a litigare per futili motivi. Ma, in questo caso, la cosa si è risolta nel giro di pochi istanti all’arrivo dei militari dell’Arma. All’incirca verso le quattro del mattino.

CORRIERE ADRIATICO

L’elevato tasso alcolemico alla base della collutazione che si è accesa al Verde Menta
Rissa nella notte, denunciato un quarantenne
Senigallia - Rissa al Verde Menta sabato notte e denunciato un quarantenne ubriaco. Notte di controlli per le forze dell’ordine, intervenute soprattutto sul lungomare, teatro di una notte brava rovinata come sempre dall’alcol. Troppi bicchieri sarebbero la causa della rissa che si scatenata verso le 3 davanti al Verde Menta sul lungomare Alighieri, nel cuore della movida senigalliese. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, una volante del commissariato e due pattuglie della polizia municipale. Ad arrivare alle mani sono stati alcuni ragazzi, alticci, dopo aver litigato tra loro per motivi rimasti ancora ignoti. Il gruppetto si è infatti dileguato prima dell’arrivo delle forze dell’ ordine. Appena avvistate da lontano le macchine con i lampeggianti accesi, se la sono data a gambe. Militari, poliziotti e vigili hanno comunque ascoltato i ragazzi presenti, che hanno assistito alla scena. Secondo le testimonianze raccolte si sarebbe trattato di alcuni albanesi. Nel corso della colluttazione sono volate delle seggiole ma nessuno tra i presenti è rimasto ferito. Diverse telefonate sono arrivate quasi contemporaneamente ai centralini di polizia municipale, carabinieri e commissariato, arrivati sul posto. La paura scaturita tra i presenti, subito allontanati per mettersi al riparo dal lancio delle seggiole, ha portato più di una persona a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine prima che la situazione degenerasse. Il peggio è stato scongiurato perché qualche contusione devono averla riportata solo i protagonisti della rissa. Durante la nottata le pattuglie della polizia municipale, guidate dal comandante Brunaccioni, hanno fermato verso le 4 un’automobile sul lungomare che procedeva in maniera irregolare, zig- zagando. Il conducente, un quarantenne di Senigallia, è risultato positivo all’alcoltest. E’ stato denunciato per guida in stato d’ ebbrezza e gli è stata ritirata la patente. Sempre i vigili urbani hanno controllato gli orari di cessazione della musica sul lungomare e nel centro storico, dove tutto è risultato regolare.

CORRIERE ADRIATICO

Seb Rossi ubriaco finisce in manette
Cesena - L’ex portiere del Milan Sebastiano Rossi è stato arrestato per aver preso a pugni un maresciallo dei carabinieri in borghese in un bar del centro della città. Secondo la ricostruzione Rossi, 47 anni, stava fumando un sigaro. Quando la barista - poco prima di mezzanotte - gli ha chiesto di uscire dal locale, lui si è rifiutato. Il militare, anche lui seduto ad un tavolo, è allora intervenuto per calmarlo, identificandosi. Prima c’è stato un diverbio, poi l’ex calciatore, quasi certamente sotto gli effetti dell’alcol secondo i militari, lo ha aggredito colpendolo con un pugno alla bocca.

BOLOGNA2000

Guida in stato di ebbrezza: 39 denunce nel week end in Emilia Romagna
09 mag 11 - Continua l’attività di controllo e contrasto al fenomeno della guida in stato di ebbrezza da parte dei Carabinieri. Nel solo fine settimana sono state 39 le persone denunciate a piede libero dall’Arma in Emilia Romagna. Tra questi, un giovane moldavo privo di patente, che dopo aver causato un incidente a Pianoro (BO), è stato arrestato per aver cercato di sottrarsi in modo violento al controllo ai militari intervenuti. I carabinieri, insospettiti, hanno perquisito l’auto trovando refurtiva e attrezzi atti allo scasso. Tre gli incidenti stradali causati dai denunciati, 33 le patenti ritirate e 10 i veicoli sottoposti a sequestro per la successiva confisca.

AGI

TUMORI: IN META’ CASI QUELLO AL SENO SI PREVIENE CON STILE VITA
Londra, 9 mag. - Metà dei casi di tumore al seno potrebbe essere evitata con un corretto stile di vita. Lo afferma una ricerca presentata dalla ong britannica World Cancer Research Fund, secondo cui nel solo Regno Unito ogni anno sono 20mila le donne che non si ammalerebbero evitando il fumo, il troppo alcol e facendo più esercizio fisico.
Alla base della ricerca, svolta elaborando le cifre del sistema nazionale, gli esperti hanno stabilito che il 42 per cento dei casi di tumore al seno e’ prevenibile, e hanno elaborato un decalogo contro il cancro che va dal limitare il consumo di grassi, cibi salati e zuccheri, al preferire una dieta bilanciata all’uso di integratori vitaminici, fino al ridurre il consumo di alcol a un bicchiere al dì e alla pratica regolare dell’attività fisica. "I nostri dati dicono che c’è ancora molto lavoro da fare per far crescere la consapevolezza del rischio di tumore nelle donne", ha spiegato al Daily Telegraph Rachel Thompson, uno degli autori, "ed è preoccupante che migliaia di casi possano essere prevenuti. (*)
Anche se ovviamente avere uno stile di vita sano non protegge al 100 per cento dal cancro, è possibile ridurre di molto il rischio".

(*) Nota: per qualsiasi altra sostanza anche il semplice sospetto che sia cancerosa e sufficiente a sconsigliarne totalmente l’uso, per gli alcolici invece neanche ricerche che attribuiscono una sicura pericolosità per consumi moderati inducono a sconsigliarne il consumo. Si fa un gran parlare di scientificità: in realtà i risultati della ricerca scientifica variano secondo lo sguardo di chi li osserva. Nel caso degli alcolici, se vengono considerati alla stregua del sale, dello zucchero e dei grassi, si da semplicemente per scontato che non si possono eliminare del tutto. E questo vanifica i risultati di qualsivoglia ricerca.

WINENEWS

Porto cervo - 09 Maggio 2011
IL VINO DEL FUTURO TRA SALUTE, ISLAM, NUOVE FILOSOFIE PRODUTTIVE, UNA CRITICA E UNA COMUNICAZIONE PIÙ VICINE AL GRANDE PUBBLICO: ECCO LE PROSSIME SFIDE DELL’ITALIA ENOICA ... STANDO ALMENO AL CONVEGNO DEL “PORTO CERVO WINE FESTIVAL” (6-8 MAGGIO)
Salutismo, proibizionismo e Islam: ecco, secondo Giovanni Negri, produttore in Piemonte ma anche giornalista e scrittore, alcuni degli aspetti cruciali con cui dovrà fare i conti il vino di domaniSalutismo, proibizionismo e Islam: ecco, secondo Giovanni Negri, produttore in Piemonte ma anche giornalista e scrittore, alcuni temi cruciali con cui dovrà fare i conti il vino di domani. “C’è il rischio che il vino, per l’affermarsi di un pensiero unico dominante tra salutismo e proibizionismo alcolico - dice a www.winenews.tv - diventi simulacro negativo di tutti i mali (fisici e sociali) dell’abuso di alcol. Colpendo, di fatto, tutti quelli che bevono il loro bicchiere a pasto, mentre i ragazzini in discoteca si sfasciano con qualunque cosa”.
Il bicchiere di vino, da positivo portatore di gusto e di valori buoni, può diventare nell’opinione comune, “negativo” come la sigaretta. “Passasse un pensiero unico dominante, non ci sarebbe da stupirsi se il vino diventa dealcolizzato e il Barolo un rosé”.
Ma c’è un’opportunità “inesplorata”, il mondo dell’Islam: “se da un lato crescono fondamentalismi e precetti integralisti, dall’altro alcune cose, come il divieto di bere alcol, sono ormai come il “niente sesso fino al matrimonio” per i cattolici, rispettate da un’esigua minoranza. Ecco perché bisogna guardare all’Islam non solo come potenziale mercato, ma, forse, in futuro, anche come produttore. Nell’antichità da tanti dei territori oggi islamici si è diffusa la coltura della vite”.
Argomenti di scena al “Porto Cervo Wine Festival”, dove, con Antonio Paolini (guida dei “Vini Buoni d’Italia”, Touring Club) e Bruno Gambacorta (Tg2 - Eat Parade), si è discusso del “vino nel 2020”. Si chiede meno alcol e più natura. Ma la produzione “bio” non è possibile ovunque con la stessa qualità, ha spiegato Michele Bernetti (Umani Ronchi, una delle cantine più importanti dell’Italia del vino), che produce “tradizionalmente” nelle Marche, e nel segno del bio in Abruzzo “perché lì è possibile, e abbatte anche i costi, anche se aumenta il rischio di annate meno buone. Il vantaggio sul mercato? Solo su alcuni più sensibili ai temi dell’ecologia”.
Stesso discorso per la solforosa “che per certi vini di pronta beva si può ridurre o eliminare, per altri no” per l’enologo Roberto Cipresso. “Più che una soluzione, non esportabile agli altri vini, e comunque fragile e responsabilizzante per la filiera che distribuisce e vende il prodotto - spiega Cipresso - è un messaggio. Uno di quelli che danno al vino la suggestione, di cui vive e vivrà. Specie il nostro, se vuole arrivare in salute al 2020. Quando faremo i conti con consumatori che daranno per scontate molte cose, dalla parola “qualità”, ritenuta un primo gradino, allo sforzo di eco-compatibilità. Noi abbiamo storia e argomenti, perfino un’uva di Venezia ritrovata, il cui vino va bevuto guardando o sognando tramonti su San Marco. Ultimo suggerimento, tornare agli “incroci sessuali”, da seme per la vite, cui una vita da talea senza sesso toglie vigore e salute”.
Ma di cambiamenti deve farne anche la critica enologica, come ha spiegato Giancarlo Gariglio, curatore di Slow Wine, la guida senza punteggi di Slow Food. “Il vino del 2020 - spiega - sarà più buono perché è migliorato il campo, la vite. Ma incombe un rischio, il crollo pilotato dal mercato della bottiglia “qualsiasi”, del prezzo/valore delle uve, che potrebbe affossare proprio gli esiti di questo Rinascimento italiano, rendendo utopia tutto ciò di cui si parla”. E le guide, secondo Gariglio, devono andare oltre la fase, che pur è stata importante, della “dipendenza” dai punteggi di Robert Parker o altri grandi guru, cambiare metro di giudizio. Perché non esiste “un” vino, ma “i” vini del 2020, tanti quanti sono e saranno i segmenti del mercato vinicolo. Non solo i Paesi e gli appassionati di lunga data, ma anche i più o meno nuovi luoghi di produzione e di consumo “ con cui va giocata una parte della partita dell’export, un po’ in gara e un po’ seducendoli. Ma parlando inglese, e non pretendendo di insegnargli tutto perché “noi siamo l’Italia”.
E anche la comunicazione deve staccarsi dai linguaggi criptici, come ha spiegato Alessandro Regoli, direttore e fondatore di WineNews. “Va recuperato il ruolo del vino come compagno della tavola. Anche in tivù, basta bicchieri che girano in primo piano. Più storie, più racconti. Più vita. E una critica italiana che sappia accreditarsi all’estero dove oggi conta poco, o nulla”.

La relazione - Winenews, un vino più “comunicativo”
Trovare nuovi linguaggi e nuovi modi di consumo per tornare protagonista della quotidianità del consumatore comune, e continuare a crescere in qualità e in fascino per accontentare sempre di più gli appassionati più esperti e preparati. Utilizzando tutti i canali comunicativi possibili, internet in primis. Ecco la sfida di oggi e di domani del vino italiano, e non solo, in un mercato sempre più grande e complesso.
Una sfida che non deve rinnegare il recente passato, in cui il vino, con un grande lavoro di comunicazione e di educazione del consumatore è stato elevato da semplice alimento a prodotto più “nobile”, ma che ora rischia di essere un freno. E una sfida che non può non passare anche e soprattutto da internet, che ormai conta 2 miliardi di utenti nel mondo, 420 milioni in Cina, 240 milioni negli Stati Uniti e 30 milioni in Italia (dati: www.internetworldstats.com), e dove i social network (Facebook ha superato i 500 milioni di utenti, Twitter sfiora i 200 milioni), e la connessione in mobilità la fanno da padrone: l’utilizzo della rete da dispositivi come cellulari, smartphone e simili, entro il 2013, in Europa, secondo le previsioni di Forrester Research, dovrebbe triplicare, superando i 125 milioni di utenti, il 38% dei possessori di un telefonino.
Un accesso a servizi e informazioni, dunque, sempre a portata di mano dell’utente, e che per il vino rappresenta un potenziale enorme, anche considerato che i costi per agire bene sulla rete non sono proibitivi, e che le realtà vinicole italiani, nella stragrande maggioranza piccole cantine, non hanno la forza economica per investire sui mass-media tradizionali. Anche perché è soprattutto sul web che si informano e si intercettano i giovani e i giovanissimi di oggi, che saranno i consumatori di domani.
Ma se questo è il canale, o uno dei canali, che le cantine italiane stanno lentamente capendo di dover sfruttare meglio di quanto fatto fino ad oggi, poi c’è l’aspetto del contenuto. E una delle parole chiave di oggi e dell’immediato futuro potrebbe essere quella di “versatilità”, come lo è stata negli ultimi 20 anni “territorio”.
Il vino, in generale, per incarnare la “versatilità”, deve affrancarsi da quei riti e da quei linguaggi complessi e tecnicistici che sicuramente, in passato, ne hanno aiutato il cammino di evoluzione da mera bevanda a prodotto culturale, ma che ora, con una società e una socialità in continua metamorfosi, rischiano di fargli addirittura danno, contribuendo ad allontanarlo dalla quotidianità. Il che non vuol dire buttare via il bambino e l’acqua sporca, ma intercettare le nuove esigenze del consumatore, sia in Italia che all’estero. Quindi, bene che rimangano momenti in cui si fa cultura del vino, specializzazione, approfondimento, ma potrebbe essere un bene anche se il vino, anche quello di qualità, per esempio, inventasse o riscoprisse una diversa “ritualità” che guardi soprattutto a una maggiore semplicità di narrazione e consumo. Nei modi e nei luoghi.
Ancora, se il vino di qualità è diventato sinonimo di lusso, o meglio di piccolo lusso quotidiano che in tanti possono ancora permettersi, è il concetto stesso di lusso che sta cambiando: dal lusso del possesso a quello dell’esperienza. Anche la grande bottiglia non deve essere più un cimelio o un simulacro da tenere solo per un’occasione speciale che poi non arriva mai: è fatta per essere bevuta e condivisa con amici e persone care. Questo non vuol dire che non debbano più essere presi in considerazione dei vini “icona”, o dei vini “mito” che, però, sono molti meno di quello che si vorrebbe far credere. Ma solo ritornare a pensare, e a dire, che il vino è fatto in primo luogo per essere bevuto e goduto, poi per essere studiato, conosciuto e apprezzato più a fondo.
Insomma, bisogna ritrovare un approccio più “friendly” e accattivante, per conquistare anche solo a livello superficiale chi oggi al vino non è neanche interessato. Anche perché bisogna tenere conto che il vino italiano non ha concorrenti solo negli altri Paesi produttori, siano essi storici come la Francia, o del Nuovo Mondo. Il vino, soprattutto per il target dei giovani, deve fare i conti con tante bevande che di certo hanno meno storia, tradizione, qualità e via dicendo ma che, alla prova dei fatti, hanno un “appeal” più efficace. Se ai produttori spetta il compito di innovare il prodotto vino senza snaturarlo, a chi fa comunicazione, insieme a loro, tocca quello di trovare nuovi linguaggi, riscoprire categorie comunicative che riportino il vino ad essere un compagno quotidiano e sano nella vita di tutti i giorni.
Ben vengano grandi etichette e grandi millesimi nella mezza bottiglia, ben venga la diffusione del vino al bicchiere in ristoranti, osterie, enoteche e wine bar, che però va gestita in termini di qualità, ovvero offrendo una selezione di prodotti ragionata e non “la bottiglia avanzata”, anche perché la tecnologia lo permette, e penso alle macchine di wine dispenser e simili per la mescita che tutti conoscerete, e ricaricando il giusto. Ma, essere versatile, per il vino, vuol dire anche porre una rinnovata attenzione al consumo domestico, visto che quello “fuori casa”, sia per via dei controlli sulle strade che di una stretta economica che costringe i consumatori a ottimizzare le risorse, nel 2010 è sceso del 14%. Quindi, versatilità, non ce ne vogliano i titolari di ristoranti, enoteche e winebar, vuol dire cominciare a pensare a diversi canali di distribuzione anche per i vini di altissimo livello, ancora difficili da trovare, per esempio, nella gdo, che vende ormai il 65% del vino in Italia.
Versatilità, per il vino, può anche voler dire innovazione di prodotto: senza abbandonare o dimenticare la tradizione, che pur sarà sempre un riferimento importante per produrre e narrare il vino italiano, perché non aprire di più a sperimentazioni di coltivazione dell’uva, che possono diventare anche momenti di comunicazione rivolti ad un pubblico più ampio, e non solo agli appassionati di vino, sempre più sensibile a temi come la tecnologia applicata al rispetto delle ambiente; e così vale per le pratiche di cantina, per l’innovazione di prodotto, dal vino stesso ma anche nel packaging e nei materiali utilizzati per tappi e contenitori secondo quello che certamente vuole la cantina, ma anche secondo quello che chiedono i mercati d’Italia e del mondo.
Anche perché se i consumi interni, per esempio, come sostengono alcuni, sono scesi a 40 litri procapite, è forse il caso di riflettere se il calo sia tutto dovuto alla congiuntura economica, all’etilometro, al fatto che un pasto, quello di mezzogiorno, è praticamente saltato nella sua forma tradizionale, o se anche il prodotto vino, che nel complesso è certamente cresciuto in qualità, non sia andato in una direzione diversa da quella che avrebbero voluto i consumatori.
E in questo le bollicine forse posso essere d’esempio: unica tipologia che vede aumentare sensibilmente i consumi, sia interni che all’estero, con prodotti dai gusti sempre più identificabili ma eterogenei, hanno saputo aprirsi spazi di consumo nuovi, non più legati alla celebrazione o alle festività di fine anno, diventando sempre più protagoniste dell’aperitivo come del pasto completo, tanto nei locali che nel consumo domestico. Versatilità, ancora, può voler dire anche aprirsi a conoscere e comprendere il mondo, e non pretendere che il mondo debba per forza conoscere e comprendere noi: se nei mercati asiatici, per esempio, si capisce che i consumatori, abituati a certi tipi di cucina diversissimi dal nostro, ma non per questo meno “degni”, vogliono certi tipi di vino, magari più dolciastri, per esempio, non ostiniamoci a voler imporre per forza certi vini in Paesi in cui, magari, il consumatore nuovo, quella “middle class” emergente che promette grandi possibilità di sviluppo, non riesce a leggere neanche l’etichetta.
Insomma, versatilità per il vino di domani vuol dire riappropriarsi di alcune categorie del suo passato, ovvero la quotidianità, la semplicità di consumo e la complementarietà al cibo di ogni giorno, che in crescendo di valore e protagonismo ha forse un po’ smarrito, ma, senza rinunciare alle sue complessità di produzione e di narrazione rivolte a un pubblico non sempre preparatissimo e grandissimo, colga, con semplicità e disponibilità a capire quelle che sono le nuove opportunità offerte dai mercati del mondo, andando a sbarcare in quei luoghi di consumo che forse, fino ad oggi, ha guardato con una, forse inconsapevole, vena di snobbismo.

Flash - Winenews, il futuro del vino o il vino del futuro!
Il futuro del vino – 1
Il vino è prodotto culturale, storia, territorio, conoscenza. Ma i consumi, secondo molti calano, perché forse non è più protagonista della quotidianità della tavola, anche a causa dei mutati stili di vita che, di fatto, hanno visto saltare il classico pasto di mezzogiorno. Per riappropriarsi del ruolo che ha perso negli ultimi anni, il vino deve recuperare anche quella dimensione di piacere semplice, di convivialità, di compagnia del pasto e della chiacchiera quotidiana. Un percorso che deve ripartire dai giovani, perché non è vero, come si pensa, che a loro non interessa il vino, conoscerlo, apprezzarlo, cercare un consumo di qualità. Ma il vino deve imparare a parlare la loro lingua, perché solo puntando sui giovani il trend di consumo può tornare ad essere positivo in futuro.

Il futuro del vino – 2
Il vino deve puntare sull’educazione dei consumatori, partendo dai giovanissimi, anche perché solo così può rimarcare quel confine che lo divide dal resto dell’alcol, che si parli di alcol-pops o superalcolici, con cui ha poco da spartire, ma a causa del quale si trova vittima di una crociata proibizionista che, puntando giustamente a combattere un problema di abuso di alcol che comunque esiste, finisce per colpire chi cerca nel semplice bicchiere di buon vino il naturale e tradizionale complemento al pasto, concezione diametralmente opposta a quella del bere per sballo. Andando anche nei variegati luoghi di aggregazione giovanile, “spacciandolo”, in senso positivo, magari in abbinamento con altri prodotti di qualità del cibo italiano.

Il futuro del vino – 3
Il vino di domani, deve affrancarsi da quei riti e da quei linguaggi complessi e tecnicistici che sicuramente, in passato, ne hanno aiutato il cammino di evoluzione da mera bevanda a prodotto culturale, ma che ora, con una società e una socialità in continua metamorfosi, rischiano di fargli addirittura danno, contribuendo ad allontanarlo dalla vita di ogni giorno delle persone. Il che vuol dire intercettare le nuove esigenze del consumatore, sia in Italia che all’estero, e trovare linguaggi che non scadano nel banale, ma che siano più vicini all’uomo qualunque, e non accessibili solo agli esperti e agli appassionati, dove va bene “degustazione”, ma anche “bevuta”. Quindi, bene che rimangano momenti in cui si fa cultura del vino, specializzazione, approfondimento, anche perché una fetta dei consumatori è effettivamente interessata a saperne di più su quello che beve e su dove e da chi viene prodotto, e che rimanga la distinzione tra un vino grandissimo, magari da collezione e veramente da stappare in momenti unici e irripetibili anche con una certa ritualità, ed un vino comunque buono o ottimo ma a cui avere un approccio più “friendly”, da utilizzare in diverse occasioni, magari anche nella quotidianità di un pasto.

Il futuro del vino – 4
Il vino di domani deve guardare anche a nuove modalità di consumo. Ben vengano, allora, etichette di buona o anche ottima qualità nelle mezze bottiglie, che vanno incontro alle agli stili di vita (più attenti alla salute e alle calorie, per esempio), ai controlli sulle strade, ma anche al portafoglio; ben venga il “wine sharing”, ovvero la condivisione di bottiglie più o meno importanti tra tavoli diversi nei locali che alcuni stanno riscoprendo; ben venga la diffusione del vino al bicchiere, che però va gestita in termini di qualità, ovvero offrendo una selezione di prodotti ragionata e non “la bottiglia avanzata”, anche perché la tecnologia lo permette, vedi macchine Enomatic e simili per la mescita che tutti conoscerete, e ricaricando il giusto. Ben venga, ancora, l’offrire ai clienti di un ristorante la possibilità di portarsi le bottiglie da casa, magari facendo pagare qualcosa per il servizio, o l’opportunità di portarsi via la bottiglia non del tutto consumata.

Il futuro del vino – 5
Se il futuro del vino italiano passa anche, e soprattutto, dall’export, chi lo produce, lo vende e lo comunica, deve aprirsi a conoscere e comprendere il mondo, e non pretendere che il mondo debba per forza conoscere e comprendere noi: se nei mercati asiatici, per esempio, si capisce che i consumatori, abituati a certi tipi di cucina diversissimi dal nostro, ma non per questo meno “degni”, vogliono certi tipi di vino, magari più dolciastri, per esempio, non ostiniamoci a voler imporre per forza certi vini in Paesi in cui, magari, il consumatore nuovo, quella “middle class” emergente che promette grandi possibilità di sviluppo, non riesce a leggere neanche l’etichetta.

LA PROVINCIA PAVESE

Tre aggressioni, tutte a causa dell’alcol

 

 

Martedì, 10 Maggio 2011
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