Giovedì 02 Maggio 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna alcol e guida del 31 agosto 2010

A cura di Alessandro Sbarbada, Guido della Giacoma e Roberto Argenta

WINENEWS.IT 

VINO & WEB: NASCE IL BLOG DI “VINO E GIOVANI”, LA CAMPAGNA DI EDUCAZIONE PER I GIOVANI DI ENOTECA ITALIANA E MINISTERO DELL’AGRICOLTURA. CARLESI (ENOTECA ITALIANA): “SPAZIO DI CONFRONTO PER AVVICINARSI AI RAGAZZI”. E C’E’ ANCHE LA PAGINA SU FACEBOOK  (*)

Condividere argomenti ed affrontare tematiche, scambiare pensieri ed opinioni su uno dei prodotti simbolo del made in Italy, sensibilizzando i più giovani alla conoscenza del vino ed orientandoli ad un consumo moderato e consapevole: nasce il blog di “Vino e Giovani”, la campagna di educazione alimentare e comunicazione ad hoc per le nuove generazioni di Enoteca Italiana e Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, in partnership con il progetto europeo “WineInModeration. Art de vivre” (info: www.vinoegiovani.it/blog ), curato da Rosalba Botta, “uno spazio di confronto, divulgazione e dibattito - spiega il direttore generale di Enoteca Italiana Fabio Carlesi - sui temi legati al rapporto tra le nuove generazioni e il vino”. E, “per avvicinarsi ai più giovani - prosegue Carlesi - abbiamo creato anche una pagina su Facebook, il social network più frequentato, che in pochi giorni è stata accolta da oltre 1.000 fan”.

“Attraverso la tecnologia web 2.0 - sottolinea Carlesi - si può dialogare nel pieno rispetto degli altri e, visto che la connessione digitale sta cambiando i comportamenti, il modo di relazionarsi e il modo di consumare, noi non potevamo certo mancare”. E proprio il web è uno strumento di comunicazione decisivo per il progetto “Vino e Giovani”, grazie al suo website, dove, tra tante informazioni e curiosità per avvicinarsi al mondo del vino in modo divertente ed educativo, è possibile scaricare “Vino, identità e relazioni sociali. Etnografia del consumo del vino negli spazi pubblici”, il nuovo capitolo de “I Fogli di Bacco”, la collana di Enoteca Italiana che raccoglie le indagini sociologiche e statistiche dedicate al rapporto tra le nuove generazioni ed il vino, nei suoi diversi aspetti, realizzate dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Siena con il coordinamento del professor Omar Calabrese. 

 

(*) Nota: già in passato era stato aperto un blog sul sito “Vino e Giovani”. Gran parte di messaggi erano di protesta… e l’hanno chiuso.

La pagina che è stata creata su facebook mi pare poco democratica: mi sono iscritto e ho denunciato il fallimento dell’iniziativa “Vino e giovani” all’Università di Trento: hanno cancellato il mio messaggio.

 

APPELLO

Invito tutti i lettori di questa rassegna stampa a partecipare a entrambe le iniziative, iscrivendosi al blog e alla pagina di facebook, esprimendo liberamente la propria opinione su questo progetto che investe denaro pubblico per avvicinare i giovani alla bevanda alcolica più consumata in Italia, laddove l’alcol è la prima causa di mortalità giovanile, e chiama il progetto “Arte di Vivere”. http://www.vinoegiovani.it/blog/


LA PROVINCIA DI COMO

il caso 

Feste alcoliche con minorenni, è allarme 

Festino a Rebbio, ribattezzato «Sbocco party». Paura per una ragazzina che sparisce una notte intera

None

Troppo sbronza per tornare a casa, la ragazzina minorenne trova rifugio da un’amica, ma senza dire nulla ai genitori. Risultato: mamma e papà si preoccupano, ne denunciano la scomparsa e la polizia alza il velo su un festino tra ragazzini a base di alcolici in un giardino pubblico della città, a Rebbio. Premessa d’obbligo: a dispetto dell’intervento delle forze dell’ordine nessuno dei protagonisti (quasi tutti minorenni) del party alcolico ha commesso alcun reato, ma l’episodio è ugualmente un campanello d’allarme di una moda neppure così poco diffusa.

Il tam tam per l’appuntamento a base di brindisi rigorosamente alcolici era scattato attraverso facebook, il social network diventato un irrinunciabile punto di riferimento per i giovani. Il nome del festino, organizzato per la serata di martedì, è già tutto un programma: lo "sbocco party", dove per "sbocco" si intende la prima persona presente di un verbo gergale che può essere tradotto con "bere al punto di star male". Molto male, considerando quanto accaduto nella notte tra martedì e mercoledì.

I ragazzini protagonisti del movimentato episodio, età compresa tra i 15 e i 18 anni, prima sono passati da un supermercato alle porte della città a fare scorta di birra e di alcolici e, successivamente, si sono messi a bere e a chiacchierare per ore. Una giovane, neppure diciottenne, passata la mezzanotte ha iniziato a sentirsi male e a tramutare in realtà lo slogan scelto per l’appuntamento nei giardinetti. Così male da non avere il coraggio, gli amici, di riportarla a casa. Un’altra partecipante allo "sbocco party" ha così pensato bene di darle rifugio nella propria stanza da letto, all’insaputa dei genitori. I quali, non vedendo la figlia rientrare neppure quando ormai iniziava ad albeggiare, hanno chiamato - comprensibilmente preoccupati - il 113 per chiedere aiuto. L’allarme scomparsa è fortunatamente rientrato in breve tempo, ma dalla segnalazione è scaturita una vera e propria processione di ragazzini negli uffici della questura per spiegare i contorni, comunque resi fumosi a causa dell’abuso di alcol nella memoria dei diretti interessati, del festino. Gli agenti hanno anche fatto un sopralluogo dove si è svolto l’improvvisato party, ma i partecipanti prima di lasciare il parco pubblico hanno ripulito, facendo sparire tutte le bottiglie svuotate.

Risultato: ramanzina ai minorenni, gran mal di testa da dopo sbornia, ma soprattutto la preoccupazione per un fenomeno che - complice la facile pubblicità via internet - sembra non essere neppure troppo isolato.

P. Mor.


LA PROVINCIA DI COMO

Il retroscena

Tutti su Facebook, l’ultima arena degli alcolisti

Ci sono le foto, i nomi e i cognomi. Nessuno si nasconde. Sono ragazzini e ragazzine giovani, belli, puliti, spesso minorenni. Eppure ognuno di loro si vanta sulle bacheche dei vari gruppi «ubriachi» su Facebook. Ci sono migliaia di fan. Ognuno ha la sua storia fatta di birra, cocktail e liquori. Ognuno si diverte a raccontare «di aver sboccato abbracciando la tazza del water o nel letto o nelle scarpe o dove capitava». Si vantano della pipì fatta ovunque, dei tagli rimediati con i cocci di bottiglie senza neanche accorgersi, delle strada persa o delle notti addormentati sul ciglio della strada. Ci sono ubriachi a scuola e ubriachi sorpresi dai genitori. Ci sono anche video di ragazzini che iniziano a bere di pomeriggio, durante grigliate in giardino, solo per riprendere gli stadi della sbronza. Bere per star male. Una filosofia che accomuna 36mila fan di «ubriachi», i 112mila o i 114mila o 102mila di altri gruppi di Fb. E guai a contraddirli. Ti insultano. Perchè per loro ubriachi vuol dire essere felici. E se il prezzo è rovinarsi la salute, gli altri non si devono impicciare.


LA PROVINCIA DI COMO

i dati

Uno studente su dieci beve già alle elementari

Mai piaga fu più annunciata di quella dell’alcolismo giovanile. Risale, infatti, al 2006 un’indagine tra gli studenti condotta dall’Asl di Como. Emersero dati allarmanti: un alunno su dieci delle superiori comasche dichiarò di aver bevuto alcolici per la prima volta sotto i dieci anni; il 43,5% di aver fatto uso di alcol per la prima volta tra i 13 e i 14; il 37,8% di aver bevuto cinque o più bevande alcoliche diverse nel giro di due ore almeno una volta al mese. (*) Dall’anno scolastico successivo - il 2007/2008 - sono state messe in campo iniziative di formazione degli insegnanti e di prevenzione del fenomeno. La maggior parte legate ai progetti sull’educazione stradale: dalle statistiche nazionali, infatti, risulta che ben il 50% dei giovani e giovanissimi morti in incidenti abbiano pagato un consumo eccessivo di alcol o di droghe.

 

(*) Nota: se uno studio simile fosse stato effettuato trent’anni fa probabilmente sarebbe emerso che il 100% dei bambini sotto i dieci anni aveva già assunto vino, birra o alcolici per la prima volta, e questo non avrebbe scatenato nessun allarme sociale, nessuno avrebbe scritto di “piaga annunciata dell’alcolismo giovanile”.

Non so come sia stato effettuato questo studio del 2006, ma sono convinto che ancora oggi la prima assunzione di bevande alcoliche sotto i dieci anni riguardi una percentuale di bambini di gran lunga superiore al dieci per cento. E nella quasi totalità dei casi il primo oste è il papà.

Perché il problema, prima che dei giovani, è degli adulti.


LA PROVINCIA DI COMO

Il vicesindaco

«Fenomeno dilagante, bisogna intervenire»

Ezia Molinari: «I ragazzi non sono felici, hanno tante cose ma un vuoto di valori»

«Un vuoto, di valori e significati che i ragazzi si trascinano fin da quando sono bambini. Bisogna stare attenti a questo, a insegnargli che non si cerca nelle cose il significato della vita, e che bisogna imparare a convivere con le proprie solitudini. E bisogna anche insegnargli che l’importante è competere, non vincere. Altrimenti si sentiranno sempre falliti e penseranno che la vita non ha significato e cercheranno il senso nelle cose e non trovandolo, cercheranno di fuggire sballando. I ragazzi non sono capaci di star da soli con le loro solitudini, e tutto nasce da qui». Ezia Molinari è assessore ai Servizi sociali. Dice che «per fortuna, questi casi, dei ragazzi che si danno appuntamento per cercare di sballarsi con l’alcol, non sono ancora arrivati ai servizi sociali. Da noi arrivano solo le situazioni irrecuperabili. Ma si sa che c’è questo fenomeno e sta dilagando e bisogna intervenire prima che questi casi arrivino da noi». (*)

Secondo la Molinari servirebbe una materia in più, educazione alla vita. Ma secondo lei non dovrebbe essere una materia in più, «bisognerebbe che gli insegnanti guardassero all’alunno come persona e non solo come studente che deve avere un profitto. E quindi accorgersi, per esempio, se ha la birra sotto al banco». Secondo il vice sindaco «il problema dei minorenni che si stordiscono bevendo è ormai conclamato e va aggredito con una prevenzione seria. Anche perché si abbassa sempre di più l’età dei ragazzini che cerca rifugio nell’alcol». «Loro non si rendono conto di quali possano essere le conseguenze. Pensano: mi sballo al sabato tanto cosa vuoi che mi succeda. Ma se non si interviene subito possono andare incontro a gravi danni per la salute. Oltretutto stiamo parlando di un fenomeno trasversale che non fa differenze tra ragazze o ragazzi tra ricchi o poveri». La Molinari dice che è secondo lei è un problema di vuoti della società. «Per capire come mai bevono i ragazzini bisogna andare indietro e scoprire com’erano da bambini. (**) I bambini non sono felici. E i genitori cercano di farli star bene dando loro tante cose. Ma quando hai tante cose, senza desiderarne neanche una, non ti senti appagato. Bisogna riempirli in altro modo questi bambini, di valori, di significati, di senso delle cose. E questo è un obiettivo che dobbiamo darci tutti».

Anna Savini

 

(*) Nota: servirebbe una nota lunga una pagina, non condivido nulla di quello che dice l’assessore -vicesindaco.

Mi fermo a due semplici considerazioni:

1) se il problema c’è, ma non è ancora arrivato ai servizi sociali, questa non è una “fortuna”, ma una difficoltà da parte dei servizi sociali

2) non esistono “situazioni irrecuperabili”, ma casomai situazioni che il servizio non riesce a recuperare.

 

(**) Nota: già perché bevono i giovani?

Vi ripropongo a questo proposito un mio vecchio raccontino, lo trovate in fondo a questa rassegna.


LA PROVINCIA DI SONDRIO

delebio

Festa del Luppolo, ma sembra l’Oktoberfest

Un vero successo: duemila persone hanno preso parte alle due serate organizzate in Bassa Valle

DELEBIO(m.c.p.) La Festa del Luppolo fa centro e porta a Delebio, nelle due serate previste in programma, qualcosa come 2 mila persone. «Siamo in linea con i numeri della scorsa edizione» dice il presidente della proloco di Delebio Nicola Ioli, che per l’appuntamento di fine agosto, il più importante della stagione estiva, ha messo in moto un’efficace macchina organizzativa, supportata da una cinquantina di volontari. Tutti impegnati in cucina, a spillare birra nei due punti di distribuzione allestiti nel pratone della Gera, trasformato per due sere, nel centro dei divertimenti della Bassa Valtellina, non soltanto per giovani e ragazzi. A Delebio anche tante famiglie, soprattutto del posto e dei paesi limitrofi, attirate dalla musica dal vivo, dai “calci in culo” (un divertimento per tutte le età), la giostra, il tiro a segno e la musica dal vivo. Venerdì è stata la serata del rock e del blues con i “Fuori tempo” e Alessio Lorenzi. Sabato sera dopo i Damm, band locale molto amata dal pubblico valtellinese sono tornati i Super Up con le loro fantastiche cover in salsa rock, con grande coinvolgimento dei giovani che hanno affollato l’area antistante il palco. Nel pomeriggio sono state addirittura 18 le squadre che si sono sfidate nel torneo di calcetto. La vera protagonista però, e non poteva essere altrimenti, è stata la birra e tra le novità la scelta di servire la Paulaner München, quella dell’Oktoberfest, arrivata nei fustoni direttamente dalla Baviera. Circa 2 mila duecento litri di bionda andata via a fiumi durante le due serate, anche se fortunatamente non si sono verificati eccessi o abusi grazie anche al servizio di sorveglianza (garantito dai carabinieri della Compagnia di Chiavenna) e la navetta - il Beersbus - che ha trasportato decine di ragazzi a Delebio sia dall’Alto Lago che dalla Valtellina. «Ogni anno il servizio va migliorando - ancora il presidente Ioli - siamo molto soddisfatti e convinti della bontà dell’iniziativa che ci permette di stare più tranquilli sul lato della sicurezza». E in quest’ottica è stata programmata anche l’assistenza dell’équipe della cooperativa lotta contro l’emarginazione, a cui l’Asl di Sondrio ha affidato la gestione del progetto di prevenzione finalizzato alla guida sicura e ai rischi connessi alla guida in stato di alterazione da sostanze legali ed illegali. «Diversi giovani si sono rivolti a noi questa sera - dice un’operatrice - è importante informare correttamente i ragazzi sui rischi connessi all’abuso di alcol, sia fisici che psichici, la maggior parte delle persone che vengono qui sono fruitori saltuari di sostanze alcoliche, specialmente il fine settimana, ma non mancano casi, anche se più rari di dipendenza, allora cerchiamo di rinviare il soggetto ad altri servizi dell’Asl come il Sert».


CORRIERE DEL VENETO (Treviso)

Il parroco: «Quei veleni ci uccideranno»

Pesticidi sul Prosecco, anatema dal pulpito. «Basta tacere, troppi hanno chiuso gli occhi. E la bocca»

VIDOR — «Basta uccidere con i veleni del Prosecco». Dopo il sindaco Albino Cordiali, questa volta a schierarsi dalla parte della gente che teme conseguenze per la propria salute, a causa dei trattamenti sui vigneti della Pedemontana, è il parroco di Vidor e Colbertaldo, monsignor Antonio Moretto. Domenica l’omelia del sacerdote ha scosso i parrocchiani, tant’è che alcuni produttori di vino sarebbero usciti indignati dalla chiesa, mentre altri hanno addirittura deciso di firmare la petizione anti-veleni. Scusandosi perché non pensavano di danneggiare i loro compaesani.

«Il quinto comandamento dice: non uccidere»: ha tuonato monsignor Moretto, che all’indomani del sermone ha confermato le sue dichiarazioni rincarando la dose. «Sono stato missionario in Paraguai e Bolivia, ho conosciuto dittature terribili e anche il campo di concentramento, non ho paura di dire la verità. Troppo spesso devo consolare famiglie dove muoiono di cancro adulti o bambini. Non è più accettabile».

Il religioso è un fiume in piena e parla con grande trasporto del disagio della sua comunità: «Non siamo padroni della terra ma custodi e dobbiamo consegnarla integra alle generazioni future, perché è un dono di Dio. Viviamo in una zona bellissima ma deturpata dove la gente non è cattiva ma disinformata. Così con i profitti di chi produce il Prosecco aumenta anche il male, il cancro: non si può continuare così, bisogna passare al biologico. Dobbiamo essere più umili e accontentarsi». (*)

Il coraggioso sacerdote, che gode di grande stima ed affetto in paese, puntualizza che «il vino viene usato anche per l’eucaristia e non dovrebbe rovinare la salute». «Finora molti hanno chiuso entrambi gli occhi, compresi i preti. Perché sia le autorità civili sia la Chiesa talvolta sono troppo vicine al potere economico. Ma Cristo è nato in mezzo agli animali e non in un palazzo. Così c’è chi predica il Vangelo sulle nuvole e non sulla terra. Ma il silenzio è connivenza». Domenica, dopo le parole di monsignor Moretto, prima nella chiesa di Vidor e poi a Colbertaldo sono state raccolte centinaia di firme destinate alle Usl 7 e 8 e all’Arpav.

Intanto la protesta si allarga e anche a Valdobbiadene un gruppo di cittadini si è attivato seguendo le orme dei vidoresi, mentre il 16 settembre - alla sala Dina Orsi di Conegliano - si terrà un incontro pubblico con oncologi ed esperti, organizzato in collaborazione con il Wwf.

 

(*) Nota: se si intende prevenire il cancro va bene passare alla coltivazione biologica dell’uva, ma sarebbe MOLTO più importante mangiarla come frutta, ed evitare di farla fermentare in vino. In un bicchiere di vino la quota di pesticida cancerogeno è pressoché trascurabile rispetto alla quota di cancerogeno alcol etilico. Si veda a questo proposito il successivo articolo in rassegna.


CORRIERE.IT – FORUM NUTRIZIONE

http://forum.corriere.it/nutrizione/30-08-2010/dubbi-1603348.html

Scrive Ruggero

dubbi

egregio dott. in un recente post di cinzia afferma che 600 grammi di cocomero netti è troppo. Ma la frutta consigliata non si aggira intorno ai 600 grammi. Cinzia sarà allora censurabile sulla non variabilità ma non certo sulla quantità.

In un altro recente post dice che le bruciature della pizza cotta al forno a legna sono cancerogene ma dipende dalla quantità e della volte che la si mangia poi afferma che anche la frutta contiene sostanze cancerogene ma di continuare a mangiarla.

Le domando perchè su un bicchiere di vino ogni tanto assuma una posizione quasi talebana.

la ringrazio per le sue risposte che posso garantire hanno migliorato la qualità della mia vita?

ruggero

Risposta di Andrea Ghiselli

Be’ la frutta consigliata si aggira sui 450 grammi, ma se sono 600 non si offende nessuno. E’ che se si comincia dalla colazione a mangiare 600 grammi di frutta e poi come spuntino altri 600 come dice di fare Cinzia si arriva a 1200...e sono un po’ troppi. E magari a pranzo e a cena c’è altra frutta che non ha specificato. Insomma...si fa presto ad aumentare il carico di zucchero giornaliero.

Per il vino è lo stesso degli altri alimenti, solo che il cancerogeno del vino è presente al 10%, cioè circa 12,5 grammi per ogni bicchiere. Ora se il bicchiere ogni tanto è ogni mese forse... ma tutti i giorni e magari 3 volte al giorno fanno parecchi grammi al giorno. Delle altre sostanze si parla di microgrammi, cioè quantità estremamente inferiori.


LA STAMPA

Asti

Ordinanza del sindaco. La questura: “evitare il rischio incidenti”

Alcolici vietati allo stadio per le partite dell’Asti calcio

Gli ultras dei galletti esempio di tifo corretto hanno adottato lo slogan “Barbera e bagna cauda”

Nella partitissima del “calcio d’agosto” tra la rivelazione Asti (neo promosso in D) e il Torino, lo slogan più “gettonato “ tra gli ultras dei  galletti è stato quello che inneggiava al binomio enogastronomico “doc” tipico, locale, Barbera-bagna cauda. Il tutto condito da brindisi rigorosamente “vinosi”. Una serata di festa che ha prodotto allegria e zero tensioni sugli spalti.

Ma ora arriva un’ordinanza che dispone, a partire da domenica (quando l’Asti debutterà in campionato ospitando al “Bosia”, dalle 15 il forte Santhià) fino all’8 maggio, l’ultima giornata del torneo, “la sospensione della mescita e della vendita di bevande in bottiglie e contenitori di vetro (bicchieri, lattine) nelle due ore antecedenti l’incontro e nell’ora successiva per tutti  gli esercizi commerciali (compreso l’interno dello stadio) e artigianali su area privata, pubblica, e in forma itinerante all’interno dello stadio e nella zona delimitata dalla seguenti vie: Monsignor Marello, Strada Fortino, Valence, Tasso, Boccaccia, corso Dante, Conte Verde”.

Stabilisce inoltre “il divieto di vendita e somministrazione dio bevande alcoliche e superalcoliche con gradazione superiore a tre gradi, con effetto da due ore  prima dell’inizio della partita”. Questo in accoglimento a una richiesta partita dal Questore Angelo Sanna, sulla base di una disposizione emanata dal ministero dell’Interno per evitare “il rischio di scontri tra tifoserie all’interno o nelle vicinanze degli stadi”.

Un provvedimento ineccepibile sul piano formale, ma che stride un po’ con una realtà come quella astigiana, dove non si ricordano incidenti sugli spalti e dove la presenza di un nutrito gruppo di ultras ha contribuito a dare colore e calore al tifo. Finora sempre nel pieno rispetto delle regole e con quei brindisi al Barbera, che hanno sancito non solo idealmente l’abbinamento tra calcio e territorio. Ma da domenica anche il vino sarà ufficialmente “fuori legge” in tribuna.


LEGGO (Padova)

Birra in mano? Multa. Spritz consumato fuori dal bar?...

di Andrea Pistore

Birra in mano? Multa. Spritz consumato fuori dal bar? Sanzione. Nella città delle ordinanze che fanno discutere, a breve ne verrà emanata un’altra che desterà scalpore. Il Comune di Padova sta lavorando al provvedimento che entro pochi mesi impedirà il consumo di bevande alcoliche in strada o all’esterno dell’area dei plateatici dei bar. La zona del coprifuoco etilico sarà quella compresa tra la stazione ferroviaria, piazza De Gasperi e piazza Mazzini. Per combattere l’ubriachezza molesta si tenterà quindi la via della sanzione pecuniaria. Ancora in discussione l’entità della contravvenzione per chi verrà pescato a consumare birra, vino o super alcolici a cielo aperto. Le indiscrezioni emerse da palazzo Moroni parlano di una multa che si dovrebbe aggirare tra i 50 e i 70 euro.

Tanti gli interrogativi che pone la questione. Il primo riguarda i bar. Questi potranno sì vendere bevande alcoliche all’interno del proprio esercizio, ma gli avventori dovranno consumarle entro l’area del plateatico. Per altro non è chiaro se sarà il barista a vegliare sulle bevute altrui.

Altri dubbi riguardano poi le zone di confine. Per capirci, se un giovane starà sorseggiando una birra in via Dante o lungo corso del Popolo dovrà finirla entro il limite territoriale di tolleranza alcolica? Altro interrogativo: sull’ipotetica linea di confine tra il lecito e l’illecito verranno piazzati dei cartelli che avvisino i cittadini sul divieto di bere? Ultima domanda. Se l’anziano di turno vorrà mangiarsi un gelato ai gusti Malaga (che contiene al suo interno una piccola dose di rum) o Limoncello, rischia la sanzione?


L’ARENA di Verona

Ancora in calo di consumi interni, ma riparte l’export

Calano i consumi interni, ma l’export si riprende con vendite all’estero in ripresa nel 2009 «con un incremento del 6,2% nella quantità, ma con decremento del 6,1% degli introiti» dice il direttore generale dell’Associazione enologi entotecnici italiani, Giuseppe Martelli.

Secondo Assoenologi i consumi interni di vino nel 2009 si sono attestati sui 43 litri pro-capite, contro i 45 del 2007. La tendenza è verso un ulteriore decremento, tanto che nel 2015 l’Associazione stima che il livello di consumo interno scenderà sotto la soglia dei 40 litri pro-capite con un calo di circa il 70% rispetto agli anni Settanta quando in Italia si consumavano poco meno di 120 litri a persona. In pratica dai due bicchieri pro-capite bevuti negli anni Settanta, siamo passati a solo mezzo bicchiere. (*)

Il mercato interno cala ma tornano a salire le esportazioni. «Da qui l’importanza di guardare sempre di più all’estero», dice Martelli, «dove il vino italiano piace e le nostre bottiglie sia pure, tra alti e bassi, tengono sugli scaffali. Già oggi oltre il 30% della produzione viene esportata e non è da escludere che entro il 2015 supereremo il 40% in quantità. Il 2009 si è chiuso con un incremento delle vendite all’estero del 6,1% in quantità, ma con un decremento del 6,5% in valore. In pratica abbiamo esportato di più ma incassato di meno, ossia i nostri produttori hanno abbassato i prezzi pur di non perdere i mercati».

«Fortunatamente», conclude, «gli sforzi profusi sembra vengano ripagati. Infatti i primi cinque mesi (gennaio/maggio) del 2010 fanno registrare un incremento delle nostre vendite all’estero del 5% in volume e del 7,8% in valore rispetto allo stesso periodo dello scorso, il che significa che i vini italiani , sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare».

 

(*) Nota: questa è una notizia estremamente importante e positiva per la salute e il benessere degli italiani, perché a minori consumi di vino corrispondono minori sofferenze vinocorrelate.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità spiega chiaramente come per diminuire i problemi l’unica strategia sicuramente efficace è diminuire i consumi.

Nonostante la nostra cultura profondamente alcolica, nonostante i fiumi di denaro pubblico investiti per promuoverlo, nonostante la manipolazione dell’informazione scientifica per sostenerne un utilizzo salutare, nonostante “Vino e Giovani”, le “Viniadi”, le “Città del Vino”…, il vino italiano, almeno sul mercato interno, si conferma un prodotto perdente.


 

IL MESSAGGERO (Abruzzo)

Stop al fotovoltaico, si estirpano i vigneti

«Stop a chi installa il fotovoltaico ed estirpa i vigneti». L’appello delle Città del Vino d’Abruzzo è per lavorare insieme affinché in futuro l’Unesco dichiari il territorio regionale patrimonio dell’umanità.

«Dobbiamo evitare che distese di pannelli fotovoltaici sostituiscano i vigneti nel paesaggio abruzzese e inaridiscano un’economia agricola di qualità, che rappresenta il vero investimento per il futuro di questa regione» dice, a nome del Coordinamento regionale delle Città del Vino d’Abruzzo, il vice presidente nazionale dell’associazione, Fabrizio Montepara. «Sull’esempio di quanto fatto in Veneto dai 15 Comuni del Consorzio di tutela del Prosecco Doc - afferma Montepara - dobbiamo lavorare affinché, in futuro, l’Abruzzo sia nelle condizioni di proporre all’Unesco di dichiarare patrimonio dell’umanità il nostro territorio e il nostro paesaggio, in particolare quello legato alla produzione del vino». Sempre più cittadini, a partire dagli stessi agricoltori, sono allettati dai facili guadagni legati alla «vendita» di energia tramite l’installazione sui terreni di pannelli fotovoltaici: per fare posto a questi impianti c’è chi sta estirpando interi vigneti.

«Sul lungo periodo - avverte Montepara - questa scelta si rivelerà un errore, perché impoverirà l’economia e rovinerà il paesaggio, danneggiando il turismo». (*) L’associazione Città del Vino chiede maggiore attenzione alla Regione e agli altri organi preposti al rilascio delle autorizzazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici, in modo da evitare una diffusione indiscriminata che contrasti con un’adeguata progettazione e organizzazione del territorio.

 

(*) Nota: se i consumi di vino pro capite in Italia sono calati in poco più di trent’anni da quasi 120 a poco più di 40 litri, con una tendenza in continuo calo, è evidente che è sciocco continuare ad investire economicamente su questo prodotto. A che serve produrre vino che rimarrà invenduto e ci costerà pure la spesa per doverlo distruggere?

Sostituire vigneti con pannelli fotovoltaici pare scelta molto più lungimirante.

 


LEGGO (Bari)

Ubriaco, semina il panico aggredendo tre persone….

Ubriaco, semina il panico aggredendo tre persone (un turista, un ristoratore ed un vigile urbano), ma poi finisce in carcere. È accaduto ad Alberobello, dove i carabinieri hanno arrestato un uomo di 47 anni, G.C. Il 47enne in stato di ebbrezza, aveva poco prima aggredito due persone, senza alcun motivo. In particolare l’esagitato aveva dapprima schiaffeggiato un turista che si trovava seduto ai tavolini all’esterno di un bar. Quindi, spostatosi nel vicino largo Trevisani, dopo aver scaraventato in aria alcune sedie, aveva aggredito il titolare di un ristorante nel frattempo intervenuto. A questo punto l’ubriaco, allontanato dal ristoratore, dopo aver preso a pugni i cofani di alcune auto in sosta, era entrato in un altro esercizio pubblico, danneggiando fioriere ed alcuni vasi. Il 47enne dopo aver aggredito con calci e pugni uno dei due vigili è stato definitivamente bloccato dai carabinieri. Condotto in caserma i militari lo hanno arrestato. Quanto alle vittime, soccorse al locale punto di primo intervento e presso l’ospedale di Putignano, se la caveranno in alcuni giorni a causa delle lievi lesioni riportate. (V.Dam./ass)

 


IL TEMPO (Abruzzo)

Gli nega da bere e investe con l’auto il buttafuori

Alcol e rabbia: un cocktail infernale che poteva trasformare una serata in tragedia

Il buttafuori di un locale di Montesilvano è stato investito per aver impedito l’ingresso a un rom ubriaco. Identificato dai carabinieri, il responsabile sarà denunciato a piede libero. L’episodio si è verificato nella notte tra venerdì e sabato ma è stato reso noto dagli inquirenti solo ieri. Era tardi quando il nomade ha chiesto di entrare nel pub: il locale stava, infatti, chiudendo e lui aveva già bevuto troppo. Il buttafuori gli ha impedito di entrare. E allora la rabbia, con la complicità dell’alcol, ha armato il rom di follia: l’uomo è salito sull’auto dell’amica che era in sua compagnia, ha schiacciato l’acceleratore, puntando dritto contro l’addetto alla sicurezza. Lo ha investito, ferendolo alle gambe, quindi è finito contro la vetrata, mandandola in frantumi. Infine è scappato. Sul suo capo pende una denuncia per lesioni personali e danneggiamento. Gli uomini di capitano Marinelli preferiscono mantenere il massimo riserbo sull’identità del responsabile ma fanno sapere che si tratta di un giovane rom, residente nella provincia di Pescara. Il buttafuori ferito, invece, è stato accompagnato in ospedale ed è stato refertato con una prognosi di 15 giorni.

 


PAGINEMEDICHE.IT

Astemi muoiono prima di chi beve con moderazione

Chi non beve alcol vive meno a lungo di chi si concede - al massimo - tre bicchieri di vino al giorno, meglio se rosso. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista ’Alcoholism: Clinical and Experimental Research’ basato su un campione di 1.824 persone tra i 55 e i 65 anni seguito per oltre 20 anni.

Durante questo periodo il 69% degli astemi sono morti, contro il 60% di decessi registrati tra chi alzava molto il gomito e il 41% tra i bevitori moderati (da uno e tre bicchieri di vino al giorno).

Tra i benefici noti del consumo moderato di alcol c’e’ il miglioramento delle funzioni cardiache, della circolazione sanguigna e anche una migliore socializzazione. (*)

 

(*) Nota: per esserne certi bisognerebbe conoscere molto bene questo studio, ma da queste brevi note è possibile che rientri nella tipologia dell’astinente scassato. Si tratta di numerosi studi epidemiologici che, per mostrare come un consumo moderato di alcol possa essere utile per la salute, reclutano nella categoria “astemi” persone che non sono astemi da sempre, ma che hanno smesso di bere… per problemi di salute.

Naturalmente tra una persona già malata in partenza (magari proprio in conseguenza dell’alcol bevuto in precedenza) e una persona sana che beve un bicchiere di vino al giorno è probabile che abbia una maggiore aspettativa di vita il secondo.

Gli studi che considerano astemi veri di solito trovano che l’aspettativa di vita decresce con il crescere dei consumi alcolici (http://www.cesda.net/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1565 ).

 


IL MESSAGGERO (Abruzzo)

Allarme alcol tra i giovani: «Troppe notti bianche»

di WALTER BERGHELLA

LANCIANO - Alcol e giovani; «a Lanciano sono necessari spazi vitali e strutture alternative che portino i giovani ad allontanarsi dall’alcool limitando anche le troppe notti bianche». È quanto sostiene il dottor Danilo Montinaro, ex consigliere comunale, psichiatra del “Renzetti” e componente del direttivo nazionale di Psichiatria Democratica. Il problema alcolismo tra i ragazzi vede Lanciano in linea con gli allarmanti dati nazionali, confermati da una recente ricerca. Tant’è che nei giorni scorsi la Polizia Municipale ha effettuato specifici e massicci controlli notturni, non solo repressivi ma anche preventivi.

«A Lanciano - aggiunge Montinaro - è necessario incentivare manifestazioni culturali, sociali e luoghi ricreativi oltre che impegnarsi per una valida qualificazione territoriale lavorativa affinché i nostri giovani abbiamo la possibilità di mostrare le loro notevoli potenzialità. Portare Lanciano ad essere una città vivibile, aperta, nuova, integrata nel mondo del lavoro e società, capace di polarizzare la sua attenzione sui problemi giornalieri che compongono il vivere sociale; cosa che non vedo accadere, come per esempio con i gruppi appartamenti per disabili psichici dove il Comune, in qualità di Ente d’Ambito, dopo aver risposto all’invito della Regione di ultimare il progetto rischia di perdere l’ultima possibilità di mostrarsi sensibile su importanti temi civili».

Quanto ai dati sull’alcool il 60% dei giovani beve birra e il 40% vino. Aperitivi e digestivi sono assunti dal 34% e i superalcolici dal 21% dei ragazzi tra i 15 e 24 anni. Gli undicenni che consumano almeno una bevanda alcolica al giorno pone l’Abruzzo al 14° posto in Italia.

 

L’ADIGE

«Borse piene di alcolici fuori dal bar»

LA NAZIONE (Grosseto)

Alcol e litigi, rissa alla festa del paese

LA NAZIONE (Siena)

Mercoledì, 01 Settembre 2010

stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK