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TRASPORTO MERCI 07/12/2005

L’insicurezza come strumento di concorrenza

da Uomini e Trasporti - Dicembre 2005

L’insicurezza come strumento di concorrenza
di Filippo Nardo

Per l’autotrasporto la sicurezza è un’opportunità per rettificare quell’immagine distorta che lo ritrae come la causa principale dell’incidentalità stradale. È importante però che tale sfida venga condivisa: se sul mercato si muovono operatori che “risparmiano” sulla sicurezza e altri che ci investono, si crea una vera e propria concorrenza sleale. Come evitarla? Possibili risposte sono state fornite da un workshop organizzato dal Gruppo Federtrasporti lo scorso 5 novembre. È stata anche l’occasione per chiarire i meccanismi con cui opera il cosiddetto “principio della corresponsabilità”.

 

SIl 7,01% degli incidenti stradali del 2004, stando ai risultati di un’inchiesta promossa da Asaps e Sicurstrada, ha visto coinvolti veicoli industriali, in termini assoluti 30.008 su un totale di 427.752. Si tratta di un calo dell’1,75% rispetto all’anno precedente, quando gli incidenti erano stati 30.542, vale a dire il 7,12%. La flessione è molto più consistente, pari al 14,05%, se si considerano gli incidenti mortali, risultati 355 rispetto ai 413 del 2003. Una tendenza in diminuzione, seppure più contenuta, si registra pure rispetto ai feriti, risultati 11.162, pari al 3,52%, con un calo del 2,26%.
Non deve stupire, allora, se anche gli incidenti sul lavoro definiti dall’Inail siano in calo, visto che si è passati dai 18.754 del 2002 ai 17.342 del 2004 (dati riferiti soltanto al trasporto merci).
Sono solo alcuni dei dati emersi dal workshop “Sicurezza, legalità e formazione nel trasporto merci su strada”, organizzato dal Gruppo Federtrasporti lo scorso 5 novembre all’interno dello Smavi di Rimini, per fare un punto sui diversi modi con cui si incrociano l’autotrasporto e la sicurezza stradale. Una prima modalità di incontro riguarda l’immagine stessa del trasporto merci su strada, genericamente ritenuto un settore ad elevata incidentalità e quindi tendenzialmente insicuro. Se ai fattori emozionali si sostituiscono i numeri ci si accorge invece che, pur essendo i veicoli da trasporto oltre il 12% del parco veicolare complessivo e pur coprendo mediamente percorrenze 10 volte superiori a quelle di una vettura, la percentuale di incidenti che li vedono coinvolti sono molto più contenuti.
Questo significa due cose. Innanzi tutto che all’interno del comparto esiste un tessuto imprenditoriale che ha sposato le tematiche legate alla sicurezza, investendo sia in formazione mirata degli autisti, sia sulla dotazione tecnologica dei veicoli, oggi sempre più sofisticata ed efficiente.
D’altro canto – e questa è la seconda riflessione – è sempre più evidente che accanto a questa nicchia virtuosa di operatori sono proliferati anche quelli che guardano alla sicurezza con totale disinteresse, finendo per generare un doppio danno: un danno di immagine a un settore che faticosamente cerca di riconquistare una considerazione positiva da parte dell’opinione pubblica; un danno economico, perché chi non opera in sicurezza, chi risparmia sulla sicurezza, riesce poi a offrire servizi a tariffe più basse rispetto a chi invece ha investito in tal senso. Da questo punto di vista, cioè, il mercato è caratterizzato da una vera e propria concorrenza sleale degli autotrasportatori insicuri a danno di quelli sicuri.
Il Gruppo Federtrasporti, da anni attivo nel diffondere tra i propri associati una formazione alla sicurezza rivolta  sia agli operatori della strada (attraverso corsi di guida sicura e incontri in aula mirati su tematiche specifiche quali gli effetti di sostanze psico-attive, l’alcool, il rischio sonno e stanchezza, la salute) sia a quelli attivi nei magazzini e nelle altre strutture logistiche, denuncia questo stato di fatto. Al tempo stesso però auspica che, anche sulla base delle novità normative che stanno rivoluzionando il settore, si provveda a costruire un sistema di regole eque e soprattutto realmente applicate attraverso specifici e puntuali controlli.
L’esperienza dei Centri di Revisione Mobile offrono un esempio in tal senso, ma le cose da fare, in termini quantitativi e qualitativi, sono ancora tante. Alcune, come l’istituzione di un comparto di polizia specifico, dotato delle conoscenze tecniche per effettuare puntuali controlli, sono al centro del dibattito politico. Per individuarne altre è necessario una valutazione attenta del fenomeno. È necessario considerare come il 23,38% delle contravvenzioni comminate ai veicoli pesanti nel 2004 (in tutto sono state 529.792, pari al 23,22% delle contravvenzioni) è relativa alla mancanza di documenti di circolazione.
Il 13,4% delle violazioni poi riguardano la violazione del limite di velocità, forse proprio a causa dell’eccessivo stress cui è sottoposto il settore dalle richieste delle committenza.
Proprio su questo punto sarà importante verificare l’impatto che avrà la nuova normativa relativa all’introduzione della cosiddetta corresponsabilità, accanto al vettore, anche del committente, del caricatore e in alcuni casi del proprietario delle merci. La loro chiamata in causa, infatti, dovrebbe scattare esattamente di fronte a ipotesi di questo tipo, quando cioè il trasportatore finisce per non rispettare le normative sull’orario di lavoro sui tempi di sosta e di riposo o quelle sul sovraccarico, perché pressato dalla committenza.
“Questo tipo di previsione – ha chiarito Stefano Zunarelli, presidente della Fondazione Istituto Trasporti e Logistica dell’Università di Bologna – deve essere letta come il doppio tentativo di fornire un sostegno alle imprese corrette e di limitare al tempo stesso i comportamenti messi in atto da quelle imprese neocomunitarie o dalle microaziende nazionali che fanno dell’elusione delle normative sulla sicurezza uno strumento di concorrenzialità”. Gli scopi della normativa, quindi, sono diversi: “per un verso si mira a mettere in condizione le imprese corrette di poter rimanere sul mercato; per un altro si cerca di favorire un processo di integrazione e cooperazione tra imprese produttive e imprese fornitrici di servizi di trasporto, affinché le seconde riescano a soddisfare meglio le esigenze delle prime”.
Chiaro, come in tutti i casi in cui si scrive un testo di legge, si contemperano esigenze contrapposte di più parti e quindi si stabilisce una sorta di compromesso. In questo caso, il legislatore, tirato per la giacca da chi pretendeva un’estensione generalizzata della corresponsabilità e chi invece la voleva confinare soltanto in una dimensione soggettiva, ha creato una presunzione di responsabilità: il committente cioè si presume responsabile fino a prova contraria. Tutto sta vedere a chi spetta l’onere della prova. Il committente, infatti, viene gravato in tal senso se non conclude un contratto scritto. In caso contrario, proprio il ricorso a tale forma, potrà agevolarlo dall’esonerarsi da responsabilità. Se per esempio sul contratto sono riportate delle tempistiche di consegna delle merce assolutamente accettabili in relazione alla tratta di strada da coprire, il committente non ha nulla da temere.
Laddove invece non esista un contratto scritto – cosa quanto mai probabile in rapporti occasionali – la prova va a carico del committente, il quale deve produrre una documentazione che dimostri la compatibilità tra le procedure di trasporto indicate al vettore e le norme del codice della strada. Se così non faccia o se una tale documentazione sia inesistente o non sufficiente, a quel punto – ma solo a quel punto – diventa responsabile insieme al trasportatore.
Due considerazioni appaiono evidenti:
la prima – confermata peraltro dallo stesso Zunarelli – riguarda ancora una volta le finalità specifiche della normativa, che “raggiungerà il suo scopo laddove indurrà la stragrande maggioranza degli operatori a ricorrere ai contratti scritti, in modo da avere così un supporto documentale che consenta controlli più efficaci”; la seconda riguarda invece il contenuto specifico della documentazione che solleva il committente da responsabilità, visto che le indicazioni fornite dai decreti attuativi non sono al riguardo propriamente puntuali. Le indicazioni contenute nei commi 4 e 5 dell’art. 7 (a maggior ragione se raccordare con il comma 2 dell’art. 8) paiono troppo generiche; meglio sarebbe stato stabilire uno specifico nesso di causalità tra l’ipotesi sanzionatoria e la documentazione, tra l’infrazione cioè contestata al vettore e i documenti che il committente deve produrre in quel caso specifico (e non in generale) per essere esonerato da responsabilità
.

INCIDENTI AD AUTOCARRI DI TUTTE LE CATEGORIE ANNI 2004 - 2003

 

 

Veicoli coinvolti

% sul totale

Differ.

%

Morti

%.sul totale

Differ.

%

Feriti

%.sul totale

Differ.

%

2003

30.452

7,12

 

413

6,86

 

11.420

3,58

 

2004

30.008

7,01

-1,75

355

6,31

-14,05

11.162

3,52

-2,26

                 Elaborazione Il Centauro/Asaps – Sicurstrada su dati Istat.©

 

 

LA CLASSIFICA DELLE PRIME 10 CONTRAVVENZIONI CONTESTATE AGLI AUTOCARRI

 

Art.CdS

Descrizione della violazione

Numero complessivo

Percentuale

180-181

Possesso dei documenti di circolazione

 123.903

23,38

142

Superamento dei limiti di velocità

71.002

13,40

72-79

Mancanza o inefficienza dei dispositivi di frena-tura, illuminazione, segnalazione acustica e si-lenziatori

51.867

9,79

167

Trasporto di cose e superamento dei limiti di peso del veicolo

46.635

8,80

Art.19
L.727/78

Irregolarità nella compilazione del foglio di registrazione del cronotachigrafo

26.742

5,04

80-176 c.18

Revisione dei veicoli

18.827

3,55

172

Uso delle cinture di sicurezza

17.294

3,26

178

Rispetto dei tempi di guida e di riposo  dei conducenti dei veicoli pesanti

15.589

2,94

175-176

Circolazione e comportamento sulle autostrade e strade extraurbane principali

14.765

2,78

152-153

Uso dei dispositivi di segnalazione visiva e di illuminazione

11.418

2,15

Totali

 

529.792

100*

 

                       Elaborazione Il Centauro-Asaps su dati Istat ©

 

Nota: La differenza ad arrivare a 100% é data dalle altre infrazioni.

 

Chi sono e come operano


ACCADEMIA FEDERTRASPORTI, è la branch del Gruppo che si pone come obiettivo la crescita formativa degli addetti ai lavori, in particolare delle cooperative socie.
Non si tratta di un ente formativo puro ma di uno strumento di crescita della cultura manageriale, giuridica e della sicurezza.
Differenti sono i pubblici ai quali Accademia si rivolge con percorsi formativi per manager e quadri direttivi (focus sulle tendenze economiche in relazione al settore trasporti e logistica, aggiornamenti su Basilea2), responsabili della qualità e sicurezza (workshop sicurezza, nuove procedure Adr), addetti al magazzino (sicurezza e prenzione), conducenti di veicoli industriali (progetti “Strada Facendo” e “Sicurezza alla guida”).
Quest’anno Accademia si è concentrata sulla sicurezza dell’autotrasporatore dedicandogli una serie di giornate formative “in door”, presso le strutture associate, dove sono stati affrontati temi legati alla salute (alimentazione, tempi di riposo, utilizzo di farmaci, ergonomia, riflessi, ritmo sonno-veglia) e alle normative (CdS, cronotachigrafo, sovraccarico, disposizioni e direttive Ue, autisti stranieri e patente internazionale, controlli e revisioni).
A queste sono seguite giornate “out door”, ovvero in autodromo, dove gli autisti hanno seguito un intenso programma di guida sicura su veicoli industriali (posizione di guida, frenata d’emergenza, frenata su fondo bagnato e in discesa, prevenzione al ribaltamento) al fine di fornire loro le conoscenze per reagire nel modo corretto a situazioni potenzialmente pericolose.
L’obiettivo ambizioso che Accademia si pone è di formare la totalità dei conducenti che operano in Federtrasporti sensibilizzandoli verso la cultura della sicurezza ed è proprio in questo senso che si rivolge anche il progetto “Formare i Formatori”, nato in collaborazione con i responsabili della qualità e sicurezza delle strutture associate.
ITL, Istituto sui Trasporti e la Logistica,è una fondazione a partecipazione pubblico–privata che persegue finalità di sviluppo e promozione del sistema logistico e trasportistico in Emilia Romagna attraverso attività di ricerca, consulenza e formazione. Le sue finalità sono:
lo studio dei fenomeni e delle problematiche relative al trasporto e alla logistica delle merci; la formazione degli operatori che intervengono a tutti i livelli nel sistema trasporti e logistica; lo sviluppo delle tecniche e degli strumenti per la pianificazione regionale dei trasporti.
 
L’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza, all’interno dell’Assessorato mobilità e trasporti della Regione Emilia Romagna, idea, progetta e produce programmi e sussidi didattici coinvolgendo più soggetti (istituzionali e privati) impegnati sui problemi della sicurezza stradale. Attraverso una politica di “accordi e intese” ha attivato un sistema a rete di collegamento tra i vari soggetti individuando così nei vari settori i referenti dell’educazione alla sicurezza stradale e gli obiettivi prioritari verso cui indirizzare i programmi di lavoro.
 
L’ASAPS, Associazione Sostenitori e Amici Polizia Stradale, conta oltre 25mila soci tra personale in servizio e professionisti interessati al mondo della circolazione e della sicurezza stradale. Gli scopi principali sono: una maggiore sicurezza stradale nel Paese; una migliore professionalità degli operatori di Polizia Stradale; la riscoperta di valori quali la solidarietà e l’aiuto verso gli utenti della strada in difficoltà; la difesa dell’immagine dell’Istituzione.
L’Asaps produce testi professionali, (documenti di circolazione, controllo degli stranieri, trasporto di animali vivi, schede lavoro sui telai di veicoli, calendario annuale delle revisioni, dei divieti di circolazione, delle merci pericolose…).



di Filippo Nardo

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Mercoledì, 07 Dicembre 2005
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