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Incidenti 2009 - Il calo delle vittime a quota 4.237 è la conferma di un trend veramente positivo -10,3% sul 2008 e -40,3% dal 2000
Diminuiti anche i feriti -1,1% e il numero complessivo dei sinistri – 1,6%

Negli ultimi 60 anni il conto è stato di circa 400.000 morti e 14 milioni di feriti sulle strade. Ora la tendenza cambia. Minimo storico delle vittime dagli anni ’60
E’ però sparito dal report il conteggio dell’ebbrezza da alcol e stupefacenti

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Foto Blaco – archivio Asaps

Dalla lettura dei dati degli incidenti stradali, dei feriti e delle vittime del 2009 resi noti il 17 novembre da Istat – Aci , ci verrebbe quasi da esultare! Il calo dei sinistri sul 2009 è solo dell’1,6%, ma i morti diminuiscono di un bel 10,3% e i feriti segnano un -1,1%.

Un fatto è indiscutibile nella seconda parte del primo decennio del nuovo millennio, 2005-2009 si è ingranata la marcia veramente giusta sul versante della sicurezza stradale.

I morti sono diminuiti da 5.818 nel 2005 a 4.237 nel 2009 (ma sono ancora 12 morti al giorno), - 27 %, un ottimo risultato, quasi esaltante, soprattutto se si considera che se ci fosse stata una contrazione simile anche nei primi 5 anni 2000-2004, forse avremmo potuto centrare il risultato assegnato dall’UE – 50% entro il 2010, risultato che ora avvicineremo di molto, siamo già a -40,3%. Ottimi i dati autostradali col Tutor – 22,6% le vittime nel solo 2009.

Insomma possiamo dire che grazie ad alcune severe modifiche legislative (legge 160 del 2007 e legge 125 del 2008) e grazie anche al forte incremento dei controlli antialcol decuplicati dal 2006 al 2009, passati da poco più di 200.000 a 1.800.000 circa i risultati si sono visti. Peccato che i dati sull’ebbrezza siano spariti dal report Aci-Istat perché sottostimati e discrepanti rispetto ai dati degli Organismi internazionali. Va bene, ma ora cosa si farà per renderli attendibili?

Il cambio del sistema generale di contrasto all’alcol insieme alle varie campagne come “Brindo con prudenza” ha fatto la differenza. Ora vedremo che spinta arriverà dalla recente riforma del CdS con la legge n.120 del 29 luglio scorso, anche se sappiamo che il 2010 non è partito in modo esaltante.

Insomma se teniamo conto di alcuni dati della storia infortunistica del nostro Paese dobbiamo cominciare a sentirci soddisfatti. Certo preoccupano alcune sacche della sinistrosità come quelle relative ai pedoni (667 vittime nel 2009) ancora in aumento e in particolare i motociclisti e ciclomotoristi (1.249 vittime), finalmente un andamento lento in calo.

Però facciamo un po’ di calcoli. Negli ultimi 60 anni dal 1950 al 2010, gli anni dell’esplosione della motorizzazione quando si è cominciato a tenere la conta delle vittime, sulle strade del nostro Paese hanno perso la vita circa 400.000 persone, alla media di 6.500 l’anno.

Si pensi che secondo alcune recenti dichiarazioni dei vertici della Protezione Civile dall’inizio del ‘900 i morti nei terremoti nel nostro Paese sono stati circa 120.000.

Negli anni ’50 il numero delle vittime della strada era inferiore a 5.500, poi sempre in crescita nei decenni successivi col record di 12.000 nel 1972 e la media di oltre 8.000 negli anni ’80, che è rimasta fra i 6/7.000 morti l’anno fino a meta di questo decennio, poi è iniziato il calo più deciso. Negli stessi ultimi 60 anni circa 14 milioni di italiani hanno riportato ferite, alla media di circa 230.000 l’anno.

Ecco perché le cifre dell’incidentalità stradale del 2009, pur sempre drammatiche, ci fanno essere un po’ più ottimisti, se non altro segnano il record storico minimo almeno degli ultimi 50 anni.

Per chi si occupa di sicurezza stradale da quasi 20 anni come l’Asaps – lasciatecelo dire – la soddisfazione è grande.

Forlì, lì 17.11.2010

Giordano Biserni
Presidente Asaps


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© asaps.it
Lunedì, 29 Novembre 2010
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