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Rassegna stampa Alcol e guida del 9 settembre 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

Nota: vi invito a leggere - a fine rassegna - un comunicato dell’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti, che replica all’amaro sfogo di un operatore della Polizia Municipale a proposito di ricorsi ai Giudici di Pace, che apriva la rassegna stampa di ieri, tratto da ASAPS.IT.
Questa rassegna, dedicata a vino, birra e altri alcolici, di fatto dedica sempre ampio spazio al problema della sicurezza stradale, a motivo dell’incidenza del bere sulla sinistrosità.
Per questo ospiteremo con piacere tutti coloro che vorranno intervenire costruttivamente in questa interessante discussione.
Numerose volte, in passato, abbiamo segnalato in queste pagine sentenze a nostro parere “inquietanti” di Giudici di Pace, decise secondo la logica di seguire il cuore e non il diritto.
Del tipo di annullare condanne per guida in stato di ebbrezza, perché il limite legale era stato superato, sì, ma… non poi di così tanto... suvvia.
Ringrazio Pier Luigi Ciolli, di cui conosco molto bene l’attenzione e l’impegno per la sicurezza stradale, per aver generosamente definito “autorevole” questo servizio, che curo insieme a Roberto Argenta.

Alessandro Sbarbada

L’ECO DI BERGAMO

La prova dell’alcol Sopra i limiti il 75%
Viaggio con l’etilometro tra locali e feste di paese Molti si mettono alla guida convinti di essere sobri

Quattrocento chilometri percorsi sulle principali strade della Bergamasca per rispondere ad una domanda: quanto beve la gente prima di mettersi alla guida? Con la dotazione dei test monouso d’alcolemia fornitici gratuitamente dalla società «Contralco» e l’etilometro digitale messoci a disposizione dal comando della Polizia locale di Ponte San Pietro, partiamo, per due venerdì sera consecutivi da Bergamo. Destinazione feste della birra, disco pub, bar. Al termine del nostro viaggio abbiamo verificato che il 75% di coloro che si sono sottoposti volontariamente al test dell’alcolemia sono risultati non idonei alla guida, superando il limite di 0,5 previsto per legge. Questi ultimi nella stragrande maggioranza dei casi hanno dichiarato che malgrado l’alterazione psicofisica si sarebbero messi al volante entro le due ore successive.
Sono le 22 del 31 agosto, puntiamo subito verso la Bassa: qui ci sono numerose feste paesane, compresa una maxi festa della birra. Il nostro sguardo viene subito catturato da centinaia di autovetture, moto e scooter parcheggiati ovunque; un tendone enorme che strabocca di gente, ed altrettanta in coda per entrarvi rievoca l’Oktober Fest di Monaco di Baviera. Chiediamo ai primi ragazzi che escono se vogliono sottoporsi al test: la risposta è buona, quasi tutti accettano ed apprezzano l’iniziativa. Riusciamo in un’ora e mezza a raccogliere una trentina di adesioni. Il primo dato che emerge, è che il 90% dei maschi dichiara di aver bevuto, percentuale che scende per le donne al 70%, compresi i ragazzi che hanno un’età compresa fra i 14 ed i 17 anni.
La sorpresa riguarda chi non gradisce l’iniziativa e declina il nostro invito: è il caso di Paolo, 43 anni, di Rivolta D’Adda, con due boccali da un litro ciascuno in una mano, nell’altra quella della figlia di sei anni, ci dice: «Io il test non lo faccio, è inutile, dipende dal fisico, dal metabolismo, vedete (alzando una gamba e stando in equilibrio) sono in perfetta forma. Il nostro organismo è abituato, è diverso per i ragazzini, a loro l’alcol prende di più». Chiediamo se sarà lui a guidare per il rientro: «Certo, che problemi ci sono?». Ci saluta dirigendosi verso la sua auto con moglie e figlia.
Paolo, 25 anni, camionista di professione, anche lui con un boccale da un litro in mano, ci rivela: «Io con un litro mi metto alla guida tranquillamente, pensate che ci sono dei miei colleghi che anche durante il giorno si bevono un litro e mezzo di vino e lo reggono tranquillamente. Io al lavoro però al massimo mi bevo un caffè corretto». Prova con l’alcol test: la linea dello 0,5 è superata.
La serata vola via rapida, e fra i ragazzi che chiedono di provare ci sono due amici di 15 e 17 anni con lo scooter: anche loro hanno superato il limite.
Ripartiamo, quindici chilometri verso un’altra festa, sempre nella Bassa: cambia il numero degli avventori ma i dati e le situazioni sono identiche.
Abbiamo fatto le due, torniamo a Bergamo. Facciamo un primo rapido calcolo: nei circa 150 chilometri percorsi nelle arterie più trafficate della pianura abbiamo incrociato solo sei auto tra carabinieri e polizia.
La seconda parte della nostra inchiesta inizia l’altra sera. Si parte dal nostro giornale sempre attorno alle 22, decidendo di ritornare nuovamente nella Bassa. La presenza di numerosi maxi pub, e disco bar ci permetterà di effettuare il maggior numero di test. All’orizzonte questa volta il parcheggio di un centro commerciale, una discoteca ed un disco bar. Decidiamo di cambiare un po’ la strategia: anziché chiedere di sottoporsi al test a coloro che escono, lo proponiamo agli avventori che raggiungono i locali. Parcheggiamo la nostra auto in posizione strategica, e nemmeno il tempo di mettere in funzione l’etilometro digitale: sentiamo un botto, l’auto si sposta di qualche centimetro. Un ragazzo facendo la retromarcia ci ha tamponati. Una rapida verifica dei danni e notiamo che il conducente del mezzo ci sembra eccessivamente «allegro». Si chiama Fabio, ha 25 anni, è alla guida di una Mercedes cabrio nuova di zecca con altri tre amici a bordo. «Vuoi fare l’alcol test?» gli chiediamo. Acconsente, dicendosi sicuro che con quello che ha bevuto lui è «a postissimo». Qualche minuto d’attesa per scoprire che la patente gli è già stata ritirata per guida in stato d’ebbrezza «ma ero solo a 0,8», ci dice. Attendiamo il verdetto dell’etilometro: 1,19. Gli chiediamo quale sarà il programma della serata: «Dobbiamo terminare di festeggiare il compleanno del mio amico, andiamo in un altro locale». E come se niente fosse si mette al volante del suo mezzo per proseguire la folle serata.
Ma le sorprese sono appena iniziate: un ventitreenne, Luca, appena arrivato con altri amici si sottopone al test: 3,61. Gli amici che lo accompagnano accumulano come dati 0,71, poi 0,60, ed ancora 0,50, 0,90 mentre colui che ci dice d’essere sobrio ha un tasso pari a 3,91 e si assume la responsabilità di riportare a casa l’amico.
È la volta di Valerio, 21 anni, scende da una Bmw, in compagnia di un altro amico. Sono reduci da una festa della birra, preceduta da un aperitivo alcolico. «Adesso? Una vodka prima di mangiarci una bella piadina fra un’oretta. Con un’altra birra naturalmente». Risultato del test: 1,19. Fra gli avventori anche due ragazze. Fatima ha 20 anni «È l’unica sera che ho per me, penso d’aver bevuto entro i limiti, quindi sono convinta d’essere a posto». Risultato del suo test: 0,71.
In tutta la serata facciamo una trentina di rilievi: solo due persone hanno un tasso pari a zero. Degli altri 28 molti, questa notte, saranno al volante di un’auto
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Giuseppe Lupi


IL GAZZETTINO

LA NUOVA LEGGE SUGLI ALCOLICI
Venezia
«Siamo contrari in assoluto a questa legge - premette Renato Giacchetto, presidente del Sindacato nazionale locali da ballo aderente alla Confcommercio e da una vita gestore di discoteche in Veneto - ma quel che più ci dispiace è che sembra vogliano farci passare per degli alieni mentre i gestori di locali sono anche loro padri, uomini, cittadini, madri di famiglia; non è che siamo esenti dalle problematiche della società, sappiano i nostri giovani che problemi hanno. Non possiamo essere discriminati come quelli che vogliono far ubriacare i ragazzi, anzi, proprio per questa doppia veste, abbiamo una visione del problema certamente più completa e meno ideologica toccandolo con mano tutte le sere».
Insomma, se come sindacalista pensa a risolvere i problemi della categoria, come uomo è profondamente deluso. Anzi offeso.
«Come Silb stiamo collaborando da anni con i Governi che si sono succeduti, ma non ci è mai capitata una cosa del genere. E proprio qui in Veneto, visto che io sono veneto. In Sicilia, in Piemonte, in Lombardia, in Emilia Romagna, Puglia e Lazio facciamo dei tavoli assieme ai politici, con le altre organizzazioni. Qui siamo stati consultati in un primo momento, dopo hanno deciso tutt’altro e l’abbiamo saputo dai giornali. Sono anni che collaboriamo con tutti e non so come faccia a dire certe cose, che faremo valutare dai nostri legali, quel signore che viene definito il "padre dei divieti".

Approvata all’unanimità, si è poi scoperto che molti hanno preso le distanze dalla legge il giorno dopo.
«La contrapposizione tra politici rischia di allontanare la soluzione del problema. Trovo singolare che l’assessore Gava, dopo aver dato un forte contributo all’elaborazione della legge, dica che Forza Italia e lui stesso sono convinti che con il proibizionismo non si risolva il problema e poi giustifica e demonizza tutti quelli che la pensano come lui. Che segnale diamo all’esterno? Di grande confusione».
Cosa non vi convince di questi divieti e imposizioni?
«O vivono in un altro pianeta o non capisco. È sbagliato associare gli effetti di una legge al calo del numero degli incidenti stradali dovuti alla guida in stato di ebbrezza perchè, se così non fosse, c’è il rischio di delegittimare l’intera categoria dei politici che cercano in questo modo di trovare la soluzione del problema, ma non usano gli strumenti giusti».
Quali potrebbero essere questi strumenti?
«Un mese fa abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con i ministri Amato e Melandri per un decalogo di comportamento che prevede anche il famoso "guidatore designato". Le leggi ci sono, non ne servono altre: il divieto di somministrazione di alcolici ai minori c’è già, mentre con questa legge si torna indietro perchè si finirà con l’incentivare la mobilità da una località all’altra che ultimamente era diminuita».
L’obbligo di aprire le discoteche alle 22 viene giustificato come un tentativo di riportare i giovani ai tempi di precedenti generazioni. Anche questo vi danneggia?
«Contro le mode non si va con le leggi: i locali già adesso aprono alle 22, ma la gente arriva all’1 e questo rappresenta un danno perchè stiamo lì ore a non far niente in attesa di lavorare».
State pensando di opporvi a questa legge con qualche ricorso?
«Sì, di sicuro. La categoria è molto choccata e non starà con le mani in mano: la prossima settimana ci troveremo e non possiamo stare ad aspettare il fallimento di una legge, che sarebbe una sconfitta per tutti. C’è il rischio di dovere chiudere gli ambienti perchè non è con il proibizionismo o spostando l’orario che si risolve il problema, quelli che vogliono bere bevono lo stesso».
Pensate più a un ricorso al Tar o all’Antitrust visto, per esempio, che i locali di confine potrebbero non essere più in regime di libera concorrenza con quelli di altre regioni?
«Non abbiamo ancora in mano il testo definitivo della legge e sarà compito dei nostri locali valutare il da farsi. Mi pare, però, che l’Antitrust abbia già dato indicazioni su dove stavano sbagliando e poi anche con le deroghe creeranno disparità di trattamento: se Jesolo avrà le risorse per fare i controlli notturni ed Eraclea no, finiranno per pagare i locali».
Per non parlare delle conseguenze sul turismo.

«Significa mandare via la gente: s’immagini via Bafile a Jesolo all’1 di notte quando non sarà più possibile bere una birra? Dovranno chiudere tutti».
Insomma, una grande delusione?
«Siamo rimasti davvero delusi, non è con il proibizionismo che si risolvono questi problemi. Non si può fare una legge del genere e dire "proviamo". Comunque, non staremo con le mani in mano: la prossima settimana faremo questo incontro a livello regionale con i gestori e salterà fuori qualche iniziativa importante perchè sono tutti arrabbiati». (*)
Giuseppe Tedesco
(*) Nota: chi segue da anni questa rassegna stampa ha capito come tutti i tentativi di fare leggi che regolamentassero il divertimento notturno o incidessero sui problemi alcol correlati sono sempre naufragati con l’attivarsi delle lobbies di chi produce e di chi vende bevande alcoliche.
Tutte le “collaborazioni”, i “protocolli d’intesa” di cui parla il Presidente Silb in questo articolo hanno portato a provvedimenti, a mio parere, inutili - come il famoso “codice etico di autoregolamentazione” - che non hanno intaccato i consumi alcolici, quindi gli incassi di questi locali.
Il fatto che oggi i gestori dei locali siano “tutti arrabbiati” significa che, per una volta, la politica si è trovata a privilegiare la sicurezza di tutti, a discapito del portafoglio di qualche categoria, significa che, forse, davvero questo provvedimento, se non riusciranno a bloccarlo, potrà finalmente cominciare ad incidere in maniera efficace su questa realtà. Che è drammatica (il primo articolo oggi in rassegna è molto significativo).
Il discorso è semplicissimo: per diminuire i problemi alcol correlati bisogna diminuire i consumi di alcol, e questo necessariamente fa perdere incassi a qualcuno: il resto sono chiacchiere.
E’ curioso come i discotecari, quando in questi ultimi anni si è affrontato questo tema, abbiano sempre sostenuto che i giovani nei locali notturni non bevono poi granché, perché i prezzi sono alti, perché bevono prima di arrivare….
Quando si propone loro di non vendere più alcol dopo una certa ora, gridano che li costringeranno a chiudere, che li vogliono mandare in rovina….
Ma se fosse vero quello che dicono, ovvero che vendono poco alcol, non dovrebbero avere poi tutta questa perdita economica! O no?


IL SECOLO XIX

Sacerdote e troupe tv aggrediti e picchiati
PADOVA. Un sacerdote e una troupe di Mtv sono stati aggrediti e minacciati l’altro giorno, poco dopo la mezzanotte, nella zona del "Naviglio", a Padova, un’area conosciuta per il consumo di alcolici. Il sacerdote è don Marco Pozza, noto nella città del Santo come «don spritz», per l’attenzione da lui rivolta alle problematiche giovanili, in trasmissioni televisive per l’emittente nazionale Canale Italia e sulla carta stampata. Della troupe televisiva faceva parte, tra gli altri, Pierfrancesco Diliberto, showman noto per la sua partecipazione al programma «Le iene» con lo pseudonimo di «Pif». Tra i presunti aggressori figurerebbe Adriano Solinas, portavoce dei quattordici baristi del "Naviglio". I bar del «Naviglio» erano stati al centro di una inchiesta giornalistica sulla somministrazione di alcol ai minori di 16 anni.


L’ECO DI BERGAMO

«Nei pub c’è chi fa a gara a chi ha bevuto di più»
«Ogni sei mesi siamo costretti a buttare le confezioni di birre analcoliche perché non le beve nessuno. I giovani non cercano semplicemente la birra, vogliono l’alcol»: Cristian, 32 anni, è il responsabile di un disco pub che nel fine settimana fa il pieno di clienti. «A mio parere la gente non ha la consapevolezza della quantità di bevande alcoliche massime che possono essere assunte per non uscire dal limite previsto dalla legge. Altra questione è quella legata all’alto numero di locali che frequentano in una serata i giovani. Si spostano anche in tre, quattro posti diversi, ed in ognuno di questi locali bevono. In particolare dopo l’una di notte arrivano i cosiddetti "reduci", che magari sono stati prima in alcune feste o pub dove hanno consumato birra». Le bevande più richieste? «Soprattutto da parte dei ragazzi c’è una tendenza a richiedere superalcolici, come vodka o negroni. Per quanto ci riguarda – spiega Cristian – quando vediamo che un nostro cliente è in uno stato di palese alterazione, non somministriamo sostanze alcoliche. Ma il problema è che lungo le strade si trovano anche dei venditori ambulanti che insieme ad un panino forniscono anche birre e alcolici». Cosa pensa invece il titolare del pub degli etilometri che vengono distribuiti nei locali pubblici? «A parere mio e di altri colleghi in alcuni casi i ragazzi usano l’etilometro che si trova nei locali come richiamo sul problema dell’alcol alla guida, per vedere chi riesce a reggere di più, ad andare oltre gli altri». (*) E sulla tematica dei controlli ? «Onestamente, io quando chiudo il locale mi dirigo verso casa attorno alle tre o quattro del mattino: devo dire che mi capita abbastanza raramente di vedere dei posti di blocco. Credo però che la loro presenza sul territorio non sia una questione di volontà ma di mancanza di uomini a disposizione».
(*) Nota: il mio parere, più volte ribadito in questa rassegna, è che l’etilometro che serve per la sicurezza stradale è quello che fa togliere la patente.
Spesso gli etilometri monouso sono un oggetto curioso con cui scherzare, spesso gli etilometri fissi nei locali sono uno stimolo a fare a gara a chi raggiunge il punteggio più alto. Alla faccia della salute e della sicurezza.
E’ solo un mio parere personale, che so non essere condiviso da molti addetti ai lavori.


IL SECOLO XIX

I produttori di vino si mobilitano per l’educazione al bere dopo il caso Gaja
ALBA. Il sasso nello stagno è stato lanciato e subito le acque si sono mosse. O, meglio, più che di acqua si sta parlando di vino, di chi lo produce, di chi da decenni fa di questo prodotto delle nostre vigne una ragione di vita, non solo sotto il profilo economico. Pochi giorni fa, alla vigilia di un convegno organizzato dall’Anca (Associazione Nazionale Contro l’Alcolismo) a Limone Piemonte, uno dei più noti produttori di vini italiani, Angelo Gaja, attraverso Il Secolo XIX ribadiva la necessità, da parte della sua categoria, dell’educazione al consumo soprattutto dei giovani. Considerato l’allarmante incremento degli incidenti stradali provocato da automobilisti ubriachi, Gaja aveva lanciato una serie di proposte, affermando tra l’altro che «anche i produttori possono fare molto per comunicare la cultura dell’educazione al bere».
Un argomento che fino a poco tempo fa era considerato tabù, visto che l’appello, lanciato già qualche mese fa era rimasto inascoltato, con la sola reazione di un altro grande produttore, Bruno Ceretto, il quale aveva bollato l’iniziativa più che altro come pubblicitaria. Il convegno di Limone Piemonte ha avuto però il pregio di scoprire le carte e rivelare che in realtà da tempo gli stessi produttori stanno prendendo coscienza di un problema che ormai lambisce tutte le famiglie, se si considera che l’alcolismo provoca ogni anno quarantamila morti. Tanto è vero che entro la fine del mese ci sarà ad Alba un vero e proprio confronto pubblico tra i produttori, durante il quale saranno proposte iniziative sull’educazione al consumo dei prodotti alcolici e in particolare del vino. Nel tentativo di far comprendere ai consumatori la diversità tra un consumo consapevole di vino durante il pasto e l’abuso di superalcolici. (*)
Promotrice dell’iniziativa, l’Enoteca Grinzane Cavour, una delle sigle di produzione più apprezzate dai consumatori, il cui presidente, senatore Tommaso Zanoletti, è anche il Presidente del Comitato nazionale delle denominazioni di origine controllata. Perchè sia maturato il tempo per parlare di questi argomenti lo spiega Giacomo Oddero, notissimo produttore a sua volta di Barolo e Barbaresco, che ha vissuto in prima persona la trasformazione delle Langhe: dalla fuga dalle campagne degli anni Cinquanta al rilancio degli ultimi decenni grazie a uno stuolo di piccoli imprenditori che sono rimasti legati alla loro terra, credendo in essa al punto da reinvestirvi ogni guadagno: «Sì, perché noi siamo solo imprenditori e non finanzieri - tiene orgogliosamente a precisare questo signore che, a dispetto di una lucidità e una grinta invidiabili, ha da tempo superato gli ottanta, - tanto che, contrariamente ad altri, siamo riusciti a creare un’industria che non ha demolito altri settori economici, ma si è integrata con essi». E aggiunge: «Da più di un anno stiamo discutendo su come affrontare il problema alcool, ma solo adesso, finalmente, siamo riusciti a organizzare un dibattito per fare il punto sulla situazione. Sono convinto che affrontare un problema sia il modo migliore per risolverlo, piuttosto che nasconderci che esista. Ed è giusto che i protettori della genuinità del vino siano stimolati a un discorso sulla prevenzione e i pericoli dell’alcol, senza che dietro ci sia un secondo fine, magari pubblicitario. Sì perché il vino che arriva dalle nostre vigne deve continuare ad essere considerato un elemento di vita e non una causa di malattia».

Marco Francalanci
(*) Nota: va sempre ricordato, in queste occasioni, il presupposto sbagliato di partenza.
In Italia il vino da solo è responsabile di più problemi alcol correlati rispetto a tutte le altre bevande alcoliche messe insieme. I superalcolici incidono sui problemi solo per un venti per cento circa.
Per fare prevenzione, i giovani non vanno educati a bere, ma a non bere.


IL GAZZETTINO (Belluno)

Appello alla Comunità Montana 
Contro l’abuso di alcol serve un regolamento 
«È un problema da affrontare»

Feltre
Un regolamento comunale e comunitario per controllare maggiormente il fenomeno dell’abuso di alcol, causa di terribili tragedie famigliari.
È questa la proposta che i consiglieri di minoranza in Comunità montana Feltrina Diego Pauletti e Vittorio Alberti hanno presentato al presidente Ennio Vigne e ai colleghi perché la inseriscano nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunitario.
«Con profonda soddisfazione approviamo e sosteniamo il decreto legge in materia di sicurezza stradale presentato dal ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi (partito dei Comunisti italiani) - si legge in una nota stampa - un decreto che inasprisce le sanzioni per le infrazioni più comuni e più pericolose, responsabili della maggior parte degli incidenti mortali, dal superamento dei limiti di velocità alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto degli stupefacenti. Più severe anche le sanzioni per l’uso dei telefonini durante la guida».
«Se in molti casi si è minimizzato il problema dell’abuso dell’alcol nella nostra provincia - spiegano i due consiglieri comunitari, rispettivamente minoranza di Seren del Grappa e Quero - oggi non è più possibile tacere ed ignorare questa grave situazione. Invitiamo quibdi il presidente Ennio Vigne (Comunità Montana Feltrina) a portare il problema nella conferenza dei sindaci dell’Ulss 2, ad informare tutti i consiglieri, a predisporre un regolamento comunale e a portare il problema all’attenzione del consiglio per aprire una discussione».
Lo stesso ordine del giorno è stato presentato da Diego Pauletti al presidente del consiglio del proprio comune, Seren del Grappa nella speranza venga recepito, fatto proprio e approvato indistintamente da maggioranza e opposizione.


IL GAZZETTINO (Padova)

Drink amaro sul Naviglio per "don spritz" 
Il prete e lo showman "Pif" aggrediti dal titolare del "Caffè Madrid" mentre girano un servizio

Gran brutta avventura, l’altra sera poco dopo la mezzanotte, sul Naviglio, per "don spritz, al secolo Marco Pozza, e Pierfrancesco Diliberto, in arte "Pif", trentacinquenne showman ex "iena". Stavano registrando un servizio sul boulevard dell’aperitivo per una nuova trasmissione di Mtv che andrà in onda ad ottobre con il titolo "Il testimone", quando si sono ritrovati a fare i conti con Alberto Solinas, titolare del "Caffè Madrid", sardo dal carattere acerbo, portavoce dei quattordici baristi del Lungo Piovego. Il pubblico esercente, evidentemente fuori dai gangheri, ha aggredito il giornalista afferrando la telecamera e strappando il microfono a don Pozza. Ne è nata una accesa discussione. Solinas pretendeva di sequestrare la telecamera perchè, a suo dire, nessuno aveva autorizzato lo showman ad effettuare riprese. Riuscito a sganciarsi dalla presa del commerciante, "Pif" ha ritenuto saggio allontanarsi a passo svelto, ma un energumeno lo ha inseguito e afferrato per il collo. E al grido "ti ammazzo, ti ammazzo", ha sbattuto la testa del giornalista contro il cofano di una macchina in sosta ai piedi del lungargine. Provvidenziale l’intervento della polizia, chiamata dal sacerdote.
«Ho avuto davvero paura. Volevamo solo fare un servizio sul modo di approcciare i giovani da parte di don spritz. Non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere», ha detto Pierfrancesco Diliberto. La vicenda è finita in Questura, dove il prete e l’ex "iena" sono stati a lungo sentiti in merito all’aggressione. Diliberto, che è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per un bel bernoccolo sulla fronte, si è riservato di sporgere querela per lesioni volontarie e danneggiamento. Scatta comunque la denuncia per violenza privata a carico del pubblico esercente, che ha ammesso di avere strappato e danneggiato la telecamera. Si è giustificato affermando di non avere riconosciuto nè don spritz nè il giornalista. Tuttavia ha negato di conoscere l’identità del "picchiatore".
«Da anni avvicino i giovani durante il rito serale dell’aperitivo - commenta don Pozza - non mi è mai capitata una cosa del genere. Credo che il Comune dovrebbe interrogarsi su quanto avviene sul Naviglio, uno spazio pubblico dove io sconsiglierei i genitori di mandare i propri figli». Sicuramente è il Questore che in queste ore sta riflettendo. Ci sono gli estremi per firmare un provvedimento di chiusura temporanea del "Caffè Madrid" per motivi di sicurezza e ordine pubblico. Rammentando, peraltro, che due settimane fa è stato arrestato un trafficante di droga croato, rincorso da un mandato di cattura internazionale, che Solinas ospitava a casa sua.
G.Colt.


IL GAZZETTINO (Rovigo)

SOTTOMARINA 
Ubriachi in sella allo scooter seminano il panico e investono un agente

Chioggia
In due su uno Scarabeo, completamente ubriachi intenti a zigzagare lungo via San Marco a Sottomarina.
La folle corsa di due chioggiotti di 17 e 19 anni è finita con l’arresto per il maggiorenne e con una multa per il ragazzo più giovane, fermati a fatica dalla polizia di Chioggia. I due, intorno all’una di notte hanno seminato il panico nel quartiere. Correvano sopra la pista ciclabile, lungo il marciapiede, contromano sulle carreggiate della strada rischiando più volte di finire addosso alle auto in transito. Notati da alcuni passanti sono stati invitati più volte a fermarsi ma i due continuavano a sfrecciare senza sosta, infischiandosene dei rimproveri e delle proteste.
Alla fine i residenti, esasperati, hanno chiesto l’intervento della polizia arrivata sul posto pochi minuti dopo con una volante. I due agenti hanno localizzato subito i due teppisti e hanno intimato loro l’alt con la paletta. Il motorino è però sfrecciato via senza fermarsi al posto di blocco. Pochi minuti dopo è ritornato puntando dritto verso i poliziotti. L’agente ancora una volta ha alzato la paletta per tentare di convincere il conducente a fermarsi ma questi lo ha colpito in pieno facendolo cadere rovinosamente a terra. L’urto molto violento, ha sbalzato dalla sella i due ragazzi che non sono più riusciti a scappare. Per terra è finita anche una bottiglia di amaro completamente vuota a dimostrazione che i due avevano bevuto parecchio prima di salire in sella allo scooter. I ragazzi sono stati caricati sulla volante e portati al commissariato di Chioggia mentre l’agente rimasto ferito si è recato al pronto soccorso per le cure del caso. A questo punto era quindi terminata la notte brava dei due giovani.
Sottoposto ad alcoltest il conducente 19enne, E.S. di Chioggia, è risultato avere un tasso alcolemico triplo rispetto al limite previsto dalla legge, inoltre guidava lo scooter senza patente e senza patentino per i ciclomotori. Nonostante tutto il giovane continuava ad inveire contro gli agenti finendo con l’essere arrestato per violenza, resistenza, lesioni personali a pubblico ufficiale e ubriachezza molesta.
Visto che E.S. aveva la fedina penale completamente pulita, il Pubblico ministero ha commutato l’arresto in denuncia lasciando il ragazzo libero di rientrare a casa. Per il suo compagno minorenne solo un’ammenda per ubriachezza molesta mentre l’agente ferito ha riportato traumi lievi giudicati fortunatamente guaribili in una ventina di giorni.

Marco Biolcati


IL GAZZETTINO (Padova)

Dopo le recenti polemiche che hanno ...
Dopo le recenti polemiche che hanno coinvolto il "naviglio" dello spritz versione 2007, ieri sera tra i gazebo dei bar del Piovego è tornato a comparire l’etilometro. L’iniziativa di portare l’alcol-test sulle rive della location del divertimento estivo per eccellenza dei giovani padovani è stata voluta e ribadita dal vice sindaco e assessore ai Servizi sociali, Claudio Sinigaglia.
«Con quelli di ieri sera, i controlli realizzati tra i ragazzi che frequentano i bar del Piovego - ricorda il vice sindaco - sono stati circa 1500, circa il 23 per cento di loro è stato trovato con i valori fuori norma, ovvero con un tasso alcolico nel sangue superiore al limite massimo dello 0,5 per cento fissato dalla legge».
E l’amministrazione di palazzo Moroni continua ad proseguire lungo la direttrice intrapresa in queste settimane.
«Resto sempre convinto della bontà della scelta - riprende Claudio Sinigaglia - di dotare le discoteche di etilometro e di camera di decompressione per i ragazzi che hanno bevuto. Questo non proseguire la linea politica della prevenzione, ma almeno intervenire sul post-consumo».


ALICE.IT

GB/ DONNE INCINTE, GOVERNO PAGA PER UNA DIETA SALUTARE
120 sterline da "investire" in frutta e verdura (The Observer)

Roma, 9 set. (Apcom) - Centoventi sterline per garantire la giusta dieta alle donne britanniche incinte. E’ il piano per una "salute nella gravidanza", che sarà presentato la prossima settimana dal segretario alla Salute Alan Johnson. L’obiettivo sarà quello di invogliare le donne a spendere il bonus in frutta fresca e verdura. Lo scrive oggi l’Observer.
L’assegno sarà garantito alle donne quando arriveranno al settimo mese di gravidanza. Oltre al denaro, le donne riceveranno consigli da personale specializzato su come mantenere una dieta bilanciata e smettere di fumare e bere. Le misure di sostegno entreranno in vigore nel 2009 e costeranno 70-80 milioni di sterline all’anno, secondo i calcoli del ministero del Tesoro. Nella speranza che non saranno spesi in alcool e sigarette.


IL GAZZETTINO (Udine)

Se oggi c’è il sole ...
diAndrea Valcic
Se oggi c’è il sole, ma minaccia pioggia per la prossima settimana, allora vuol dire che sta arrivando Friuli Doc. Le prime casette dell’artigianato sono già visibili in piazza Duomo, i manifesti affissi alle vetrine di bar e negozi.
La più grande manifestazione enogastronomica regionale
ha superato indenne le polemiche di inizio estate, quando l’incauto Toni Capuozzo in una intervista osò descriverla come la più consona agli udinesi, rispetto ad altre manifestazioni di più alto spessore culturale, leggi "Vicino e lontano" che a suo dire suonavano esotiche e lontane sul serio dal sentire cittadino.
«Un inno all’alcolismo e alla politica delmuset e brovada», così venne definito il suo intervento, incapace per alcuni di capire le trasformazioni avvenute dalla sua partenza da Udine. Povero Toni, altro che Adiòs, questo diventava un mandi negato. Che poi il tutto suona anche un po’ ridicolo, visto che proprio Capuozzo fa parte della giuria del premio Terzani; è fresco inoltre di una nomination in quella dell’Hemingway e, credo, non si neghi a qualsiasi partecipazione a manifestazioni culturali che si tengono in Friuli. Se non altro per rivedere i vecchi amici.
Bagatelle, se pensiamo alle lettere che puntualmente riceveremo in redazione per condannare i troppi ubriachi, i rumori, i parcheggi mancanti: Friuli Doc ovvero della saga delle mostruosità
.
Basta aggiungervi invece una erre. Da saga a sagra e il gioco è fatto. Sì, benché ogni amministrazione abbia assicurato che il contorno culturale sarebbe stato adeguato e consono, la manifestazione settembrina non è mai decollata, da questo punto di vista. Aveva avuto due padri nobili, il professor Alessandro Vigevani e Gianni Bravo che, rispettivamente con Continente e Made in avevano cercato di coniugare Friuli con storia e imprese, pensiero e cibo.
Forse un errore di valutazione da parte di tutti questo voler dividere, separare ciò che sembra popolare, da quanto invece vorrebbe risultare elitario.
Noi vogliamo bene a Friuli Doc così com’è, senza troppe aspettative o caricandolo di significati troppo alti per il compito che è chiamato a svolgere.
Se poi mangiare e bere bene, far conoscere i prodotti friulani ai tanti che giungeranno a Udine, senza grandi problemi di ordine pubblico, sia anche un fatto di cultura e di accoglienza, ci sembra fuori discussione. Come dire? Di Origine Controllata.


L’ARENA di Verona

VINO. Dal 23 settembre in prime time su Mediaset e per un mese 169 messaggi promozionali, per un milione di euro
Lo spot sul Soave divide
C’è chi teme l’effetto Tavernello e chi invece sogna risultati degni del Pinot Grigio

Il Soave abbinato nella mente dei consumatori al Tavernello, oppure il Soave che supera al ristorante il Pinot Grigio.
Sono questi, a seconda dei punti di vista, i timori e le speranze dei produttori di Soave, legati alla mega campagna pubblicitaria, da un milione di euro, voluta dal Consorzio e che andrà in onda per un mese sulle reti Mediaset in prime time a partire dal 23 settembre. Si tratta di 169 spot che puntano a sdoganare il più importante vino bianco d’Italia e a togliergli l’etichetta di vino da prezzo e dunque di modesta qualità.
Non tutti però la pensano come il presidente del Consorzio, Arturo Stocchetti, e il suo direttore, Aldo Lorenzoni, anzi c’è al contrario chi (in particolare tra i piccoli produttori che da anni lavorano per il raggiungimento della massima qualità in bottiglia) teme che una campagna pubblicitaria in televisione possa rivelarsi un boomerang, finendo appunto per equiparare il Soave al Tavernello (attualmente il vino che spopola su tutti i canali nazionali), in una operazione al ribasso.
Non dimentichiamo che “Pinot di Pinot Gancia” con lo slogan «Per molti ma non per tutti», terminato il tormentone sulle reti televisive scomparve dal mercato. Non sarà certo questo il pericolo per il Soave, ma il timore di un’operazione d’immagine mordi e fuggi è palpabile.
«È una campagna pubblicitaria confezionata ad hoc per le Cantine sociali e la grande distribuzione», taglia corto Stefano Inama, «un fuoco di paglia che fa vendere a qualcuno nell’immediato accendendo i riflettori sul Soave da prezzo che, fatalità, è quello che oggi fatica a vendere».
«La realtà è che ci sentiamo esclusi da questa operazione», gli fa eco Graziano Pra, «ritagliata su misura per i grandi gruppi, che monopolizzano il mercato. Dobbiamo prendere atto che all’interno del Consorzio ci sono due anime, con obiettivi di mercato ed esigenze di marketing diverse e inconciliabili. C’è un Soave che viaggia a due velocità, se non ce ne rendiamo conto si rischia lo strappo».
Sorpreso e amareggiato il direttore della Cantina Sociale di Soave, Bruno Trentini, alla guida di un autentico colosso vinicolo, che proprio negli ultimi tempi ha concluso una serie di importanti acquisizioni di cantine sociali: «Mi meraviglio di queste perplessità, perché quando con il Consorzio si iniziò a pensare a questa operazione promozionale, l’idea era rivolta al Soave nel suo insieme, alla denominazione e per elevare l’immagine che oggi non gode di buona salute. Non si tratta di una operazione per vendere di più, ma di una operazione per vendere meglio».
Il presidente del Consorzio è un fiume in piena: «Quando si fa promozione senza chiedere una lira allora nessuno protesta, stavolta fatalità, per una cifra che non basterebbe a fare un depliant, e invece andiamo in televisione, allora ci sono le critiche».
«Se vogliamo volare alto», conclude Arturo Stocchetti, «dobbiamo essere in grado di mettere da parte le divisioni, se i piccoli produttori sono cresciuti il merito senza dubbio è loro, ma anche del Consorzio. Un ettaro di Garganega oggi vale 300 mila euro e il merito è del sistema».A.T.


ALICE.IT

NOTTE BIANCA/ ROMA, 17 PERSONE RICOVERATE IN NOTTATA
Ottantasette le richieste di aiuto al 118

Roma, 9 set.(Apcom) - Durante la lunga notte bianca di Roma il 118 ha effettuato circa 87 interventi; 17 le persone ricoverate. Quasi tutti gli interventi sono stati effettuati per malori; nessun soccorso per rissa è stato segnalato.
Durante uno dei trasporti in ospedale, un’ambulanza è stata accerchiata da un gruppo di giovani, probabilmente ubriachi, che hanno sballottato più volte il mezzo di soccorso cercando di aprirne le porte.
Dal punto di vista della sicurezza, la notte bianca si sarebbe svolta tranquillamente, pur con qualche intervento di pubblica sicurezza. Lo hanno reso noto le forze dell’ordine.


LA GAZZETTA DI PARMA

Ubriaco si spoglia davanti a una donna
SUL TRENO BOLOGNA-MILANO

In preda ai fumi dell’alcol si è calato i calzoni sul treno, davanti a una signora, seduta di fronte a lui. E all’arrivo degli agenti della Polfer di Fidenza, si è giustificato dicendo: «Cosa c’è di male, se mi piaceva la signora». Un cinquantenne... continua...


IL TEMPO

Lettere
Stragi sulle strade Nessuno si muove Ma come possiamo definirci "Paese serio" se ad ogni strage sulle ...

... strade ad opera spesso di ubriachi stranieri, si torna ad indire convegni, congressi, proposte ecc... con interventi di ministri, sociologi, giornalisti e via di questo passo con minacce di "pene più severe" e poi dopo qualche giorno si continuano a vedere autovetture guidate da zingarelli minorenni... giovani mamme con a bordo i loro "pargoli" che tengono una mano al volante e l’altra col telefonino e spesso senza cintura di sicurezza, giovani che sfrecciano a 100 Kmh nei centri abitati e nessuno (vigili, poliziotti o carabinieri) interviene con provvedimenti drastici (sequestro o multe sostanziose) e in caso di insolvenza obbligarli a "lavori socialmente utili"? Ma come si può si può avere ancora fiducia in chi governa se si continua a "perdonare" chi uccide, ruba, stupra, truffa ecc... o a "depenalizzare" reati d’ogni genere?...
Giuseppe Marinangeli 


 

IL TEMPO – Lazio Nord

Villa Rosa
Un convegno per discutere di alcolismo

SABATO prossimo 15 settembre, con inizio alle ore 9:30, si terrà a Villa Rosa, nell’ambito delle manifestazione culturali per il Centenario della Casa di Cura, un Convegno Scientifico su: «Alcolismo: un problema antico emergente». Il convegno si tiene con il Patrocinio della Asl e della amministrazione Provinciale, per il particolare interesse che l’argomento presenta dal punto di vista sanitario e sociale. L’organizzazione scientifica si avvale della collaborazione fra la Casa di Cura ed il Centro Dipendenze Alcoliche del Policlinico Gemelli. La direzione è affidata al professor Luigi Janiri, responsabile del suddetto Centro, e al professor Cordelli, direttore scientifico di Villa Rosa. I relatori sono tutti esperti studiosi della materia, per lo più di provenienza universitaria. Di particolare interesse saranno tuttavia i contributi del Centro Antialcolico del settore Politiche Sociali della Provincia di Viterbo (dott. Luca Piras), del Servizio Tossicodipendenze della Asl (dott.ssa Giaccone) e dell’Unità Operativa di Neuropsichiatrica di Villa Rosa (dottor Verdecchia, dott.ssa Riccio, dott.ssa. Lupi, dott.ssa Di Marzio e dottor Di Giacomantonio).


IL TIRRENO

Danneggia un’auto dell’Arma e minaccia i militari: arrestato 
SAN VINCENZO. Il fatto che una pattuglia dei carabinieri gli avesse ritirato la patente e bloccato la macchina, che lui stava guidando in stato di ebbrezza, non l’ha proprio digerito. (*) Così si è presentato davanti alla stazione dei carabinieri di San Vincenzo dove si è messo a fare il diavolo a quattro. E alla fine si è ritrovato in cella di sicurezza.
Protagonista della vicenda, sviluppatasi in due atti, è stato un uomo di 36 anni originario del Napoletano, del quale non sono state rese note le generalità.
Tutto comincia nella notte fra giovedì e venerdì quando l’uomo viene fermato per un normale controllo a un posto di blocco allestito su una strada della zona dai carabinieri della Compagnia piombinese. L’uomo, che è alla guida della propria auto, all’apposito controllo risulta in stato d’ebbrezza. Contro di lui scatta quindi la normale procedura che prevede il verbale, la segnalazione per il ritiro della patente e l’interdizione a guidare ancora finchè la sbornia non sia stata smaltita.
L’episodio sembra concluso, ma la mattina successiva l’uomo si presenta davanti alla stazione dell’Arma a San Vincenzo dove reclama la sua auto. In mano ha un pesante scalpello da muratore che, nel furore della sua protesta, scaglia contro un’auto dei carabinieri che sta uscendo in pattuglia provocando danni al cofano. Non contento si scaglia con minacce anche contro alcuni carabinieri e così scatta l’arresto in flagranza di reato con le accuse di minacce a pubblico ufficiale e danneggiamenti aggravati.
Accuse delle quali dovrà rispondere davanti al giudice, probabilmente nel processo per direttissima.
(*) Nota: dedicato a chi ancora crede che l’alcol aiuti a digerire…


IL GAZZETTINO (Padova)

Romeno ubriaco provoca scontro patente ritirata e auto sequestrata
Ponte San Nicolò
(Fe.Be.) Guida ubriaco, invade la corsia opposta e ferisce un giovane. E’ stato denunciato per guida in stato d’ebbrezza un rumeno 31enne residente nel veneziano, G.L., che venerdì, poco dopo mezzanotte, ha causato un incidente a Ponte San Nicolò. L’uomo, in preda ai fumi dell’alcol, viaggiava da Piove di Sacco diretto verso Padova al volante di una Citroen C5.
All’altezza del ponte sul Roncajette ha perso il controllo della sua auto invadendo l’altra corsia. In quel momento sopraggiungeva E.S., 25enne di Piove di Sacco. La Citroen si è scontrata violentemente contro la Fiat Punto del giovane, che nell’urto ha riportato un "colpo di frusta" giudicato guaribile in quindici giorni dai medici del pronto soccorso di Piove di Sacco. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Legnaro che hanno effettuato l’alcoltest al rumeno. I suoi valori sono risultati nettamente superiori al consentito. Per lui sono scattati il ritiro immediato della patente unito ad una multa di 600 euro. L’auto è stata posta sotto sequestro. Il traffico della statale è rimasto bloccato per il tempo necessario ai rilievi. Poi il carro attrezzi ha liberato la carreggiata dai mezzi.


CORRIERE DI BOLOGNA

Notti senz’alcol, la Regione studia l’idea di Galan

Notti senz’alcol, l’Emilia apre al Veneto

CORRIERE DEL VENETO

La «libertà di bottiglia» e i giovani visti solo come consumatori di alcol

Stop all’alcol di notte, il Trentino dice no

CORRIERE ALTO ADIGE

Il Veneto copia il Trentino: niente alcol dopo l’una

Altstadtfest, vetrine come vespasiani

Lotta a chi guida ubriaco Ecco gli esempi da imitare

LA PROVINCIA PAVESE

Luca è morto, ci vuole giustizia sannazzaro piange il quidicenne

ma questo è un delitto gratuito e l’auto diventa un’arma micidiale - riccardo agostiniLunedì, 10 Settembre 2007

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