Mercoledì 01 Maggio 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa Alcol e guida del 17 marzo 2007

A cura di Alessandro Sbarbada e Roberto Argenta

 

ASAPS.IT

Stragi del fine settimana
Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport offrono gratuitamente lo spazio alla Asaps per una campagna di sensibilizzazione
È meglio che torni a casa un figlio senza patente che una patente senza figlio!

Visualizza la campagna
(ASAPS) 17 marzo 2007 – L’attenzione dell’opinione pubblica su quella che definiamo “violenza stradale”, è altissima. Viviamo ogni fine settimana con l’angoscia di chi deve leggere il bollettino periodico di una guerra sul punto di essere ormai persa. Giovani che muoiono a decine, a centinaia nell’anno, intere famiglie spazzate via, polemiche sulle strategie da adottare. Si scrivono fiumi di parole, fra molte contraddizioni e interessi economici (più o meno occulti) da difendere, ma l’unica cosa che scorre in questi letti aridi di idee e di decisioni è il contatore delle vittime, implacabile e costante. L’Asaps è un organo tecnico, che da molti anni (quasi 16 ormai), è in prima linea per proporre, analizzare, monitorare il fenomeno. Gli "osservatori" sugli argomenti più significativi per la sicurezza sulle strade, la fornitura di strumenti professionali, la continua richiesta di “opinione” che ci viene chiesta dai più grandi media italiani ci ha convinti però che dobbiamo cercare di fare ancora di più. Tra mille propositi repressivi e preventivi, tra opposte fazioni di chi non vuole i cosiddetti “giri di vite” e di chi chiede invece maggiore severità, tra chi decanta imminenti campagne sociali e chi invece sposta l’attenzione su altre questioni, noi abbiamo le idee fin troppo chiare.

La severità delle norme è vana se non accompagnata dalla effettività della sanzione, che si ottiene solo con l’incremento dei controlli, in particolare quelli per il contrasto all’alcol alla guida e alla velocità.
Dopo il manifesto che chiedeva di opporsi all’innalzamento dei limiti di velocità in autostrada, l’Asaps che vanta 30mila iscritti tra tutte le forze di polizia ed il mondo civile, che manda in stampa una rivista prestigiosa come “Il Centauro” – su cui intervengono i massimi esperti del settore – e che cura uno dei siti più completi tra quelli dedicati alla sicurezza stradale, ha deciso di proporre una nuova iniziativa, ottenendo la collaborazione di due tra le più autorevoli testate giornalistiche italiane: Il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, che ringraziamo tantissimo per averci concesso gratuitamente un significativo spazio sulle loro prestigiose pagine, sulle quali viene pubblicata da oggi, per un totale di quattro uscite, la campagna dal titolo “È meglio che torni a casa un figlio senza patente che una patente senza figlio!”. Abbiamo scelto una delle immagini più significative di cui disponessimo, e l’abbiamo associata alla nostra frustrazione più grande: l’impotenza.
Spesso, i genitori rimproverano alle forze di polizia di aver ritirato patenti di guida. Altrettanto spesso, darebbero la loro vita perché fossero riuscite a ritirarla prima dell’irreparabile. Questa è la nostra frustrazione. E vogliamo comunicarla a tutti con un immenso messaggio sociale.
Ringraziamo quanti - organi di stampa, altre associazioni, cittadini - ci sostengono un questa campagna di civiltà per porre un freno a questa tragedia. (ASAPS)


 L’Asaps lancia una Campagna di sensibilizzazione per il contrasto alle stragi del sabato sera con un forte ma efficace messaggio:

È meglio che torni a casa un figlio senza patente che una patente senza figlio!

 L’associazione più rappresentativa degli operatori della sicurezza stradale per questa iniziativa di forte impatto, ha ottenuto, per il momento, spazi pubblicitari gratuiti dal gruppo RCS con le seguenti uscite:

Corriere della Sera :
sabato 17 marzo
martedì 20 marzo

Gazzetta dello Sport:
domenica 18 marzo
mercoledì 21 marzo

La motivazione della campagna è espressa in un testo di accompagnamento riportato di seguito:

Ogni lunedì nei comandi della Polizia Stradale e delle altre forze di Polizia, dopo i servizi di contrasto alle stragi del sabato sera e ai conseguenti incidenti, si girano due film.
In uno dei film, quello meno drammatico, i genitori telefonano o si presentano per sapere come mai è stata ritirata la patente al loro ragazzo (o ragazza) visto che lui, (il figlio) di solito non beve, (vagli a spiegare magari che aveva un valore di 1,2 g/l) e chiedono quando la patente gli verrà restituita, cosa dovrà fare per riaverla, il tutto accompagnato qualche volta da una serie di frasi del tipo: fareste meglio ad occuparvi dei banditi e delinquenti, andate a cercare i pirati!
L’altro film, quello più triste, vede per protagonisti genitori che vanno a fare riconoscimenti agli obitori o, quando va bene, attendono dietro alle altrettanto fredde porte a vetri delle sale di terapia intensiva. Magari il loro ragazzo era solo trasportato, o era nell’altra macchina senza responsabilità.
Questi genitori passano poi dalla Polizia per ritirare la patente e il portafoglio del figlio.

La strada sa essere crudele come pochi luoghi al mondo. Sa emettere un verdetto di condanna a morte, inappellabile, immediatamente eseguita sul posto, anche a carico di innocenti.
Fermiamo la strage.

Forlì 17 marzo 2007

Giordano Biserni  Presidente Asaps


ASAPS.IT

Inasprimento per l’eccesso di velocità, stop ai bolidi per i neopatentati, misure più severe per l’alcol alla guida

Giro di vite per la sicurezza su strada

Ma sui severi provvedimenti niente decreto, deciderà il Parlamento.

Si tratta di vedere se il Ddl verrà modificato e in che misura dall’esame delle aule. Efficace il provvedimento varato dal Governo, ma è importante il testo che viene poi pubblicato sulla GU

Pubblichiamo il testo integrale del Ddl Cdm 16 marzo 2007 (si veda a fine rassegna)

(Asaps) Prima puntualizzazione: per il provvedimento sulla sicurezza stradale: niente decreto legge, deciderà il Parlamento. Questa scelta ci fa dire che forse l’aspettativa di efficace immediatezza delle misure adottate ha un impatto meno forte. Resta il fatto che il testo del Governo contiene misure sicuramente utili per migliorare la sicurezza sulle strade, si tratterà ora di vedere come uscirà il DDL dall’esame dei due rami del Parlamento. Sappiamo che le potenti lobby che stanno dietro a chiari interessi economici non mancheranno di esercitare le loro pressioni. Ci sono tuttavia misure che possono essere adottate da subito, sono quelle connesse con il potenziamento dei controlli, specie quelli del fine settimana, per rendere reale effettività alle sanzioni.

Limiti ai bolidi per i neopatentati, sanzioni inasprite per eccesso di velocità, giro di vite per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Sono queste alcune delle misure contenute nel disegno di legge che modifica il codice della strada presentato dal Ministro dei Trasporti e dal Ministro dell’Interno e approvato nel Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2007.

Il provvedimento interviene su uno dei fattori considerati determinanti in materia di sicurezza stradale, vale a dire quello dei comportamenti dei conducenti.
 

Ecco in sintesi le misure più importanti:


 - Per coloro che conseguiranno la patente di guida dal 1° giugno 2007 non sarà consentita la guida di autoveicoli con un rapporto peso potenza superiore a 60 kwt.

- Telefonare mentre si guida comporterà una multa da 148 a 594 euro più la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida, sia pure di durata limitata.

- Per chi pigia sull’acceleratore e supera i limiti di velocità vengono previste diverse misure: incrementate le sanzioni pecuniarie, estesa la durata della sospensione della patente e una rimodulate le fasce di eccesso di velocità oltre il limite consentito, dalle attuali 3 fasce si passa a 4 fasce, con sanzioni più pesanti per le eccedenze superiori a 40 Km/h e a 60 Km/h. Aumentano i periodi di sospensione della patente a seconda delle fasce di superamento dei limiti e delle recidive. Anche i mezzi di prova vengono rafforzati. Infatti viene prevista la possibilità di impiegare anche dispositivi che calcolano la velocità media su un tratto predeterminato (Tutor).

- Previste anche limitazioni del numero di ore alla guida di veicoli commerciali.

- Misure più severe per i comportamenti pericolosi in autostrada e nelle strade extra urbane - come le inversioni del senso di marcia, l’attraversamento dello spartitraffico o la guida contromano – oltre alla sanzione che va dalle 1.754 euro a 7.018 viene prevista anche la revoca (adesso è prevista solo la sospensione) della patente.

- Chi guida in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanze stupefacenti è punito con l’arresto fino a 3 mesi e con un’ammenda che va dai mille ai 4 mila euro. Se provoca un incidente in stato di ebbrezza la pena è l’arresto da 2 a 6 mesi e l’ammenda da 3 mila a 12 mila euro. Inaspriti i periodi di sospensione della patente. E’ previsto anche il fermo amministrativo del veicolo per 90 giorni. Inoltre se il tasso alcolemico è superiore ai 1,5 grammi per litro è previsto il sequestro del veicolo e la successiva confisca. La soglia del tasso si abbassa per i neo patentati a 0,2 grammi per litro.
Viene depenalizzato il rifiuto di sottoporsi al controllo dell’alcolemia con l’etilometro, ma per chi non si vuole sottoporre alla verifica vengono però molto inasprite le sanzioni amministrative da 5.000 a 20.000 euro. Consegue la sospensione della patente da 6 mesi a 2 anni e il fermo del veicolo per 180 giorni.

Saranno tolti i superalcolici (ma non vino e birra) dalle autostrade.
Misure più severe e confisca del veicolo anche per chi guida sotto l’effetto di sostane stupefacenti.
Si poteva fare di più per il contrasto all’alcol? Forse. Però se ai provvedimenti che modificano il codice si accompagnerà un reale incremento dei controlli, in particolare quelli con l’etilometro che, secondo i ministri competenti, dovrebbero arrivare a un milione, sicuramente si è imboccata la strada giusta.

Si tratterà di vedere ora se l’assalto delle potenti lobby in Parlamento non faccia uscire sulla Gazzetta Ufficiale un provvedimento finale molto diverso da quello che è entrato. (Asaps)


CORRIERE.IT

I conducenti verranno identificati dai gestori prima di entrare

«Niente alcol in discoteca per chi guida»

Il governo ha varato un codice etico insieme alle associazioni di categoria: non verranno serviti alcolici a chi si metterà al volante 

Un primo passo per impedire ai giovani di mettersi alla guida ubriachi. Il Governo e le associazioni di categoria (tra le quali l’Assointrattenimento) hanno firmato un codice etico di autoregolamentazione per individuare all’ingresso delle discoteche chi sia il guidatore, per il quale saranno vietati gli alcolici. Le discoteche non faranno inoltre sconti sulla vendita degli alcolici.
PERCORSO IMPORTANTE - Il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, nel presentare insieme al ministro dello Sport e delle Politiche giovanili Giovanna Melandri il codice etico, ha annunciato che aumenteranno di 5 volte i controlli e che questi controlli «riguarderanno sia gli alcolici sia le droghe. Il codice di autoregolamentazione per la sicurezza stradale indica un percorso estremamente importante tanto quanto le altre due vie, quella legislativa e quella di intensificazione dei controlli». Così il ministro dello Sport e delle politiche giovanili presenta il protocollo varato dal consiglio dei ministri. Il ministro ha ringraziato tutte le associazioni che hanno firmato il codice nella convinzione che «va affrontato il tema drammatico delle stragi del sabato sera». Nel codice si prevede limitazioni di vendite di alcolici a chi guida «perchè noi non diciamo ai giovani di non divertirsi e di non bere un bicchiere di vino (*) ma che una persona del gruppo, quella che guida, si deve assumere la responsabilità».

SULLA STRADA GIUSTA, MA PIU’ CONTROLLI- Un plauso all’iniziativa del governo arriva dall’Asaps (Associazione sostenitori della Polizia Stradale): «Le misure contenute nel disegno di legge approvato dal Governo sembrano andare nella giusta direzione. Incrementi delle sanzioni, revisione delle modalità del prelievo e recupero dei punti per la patente, norme di contrasto all’alcol e via di seguito. Certo se si fossero adottate da subito alcune misure con un decreto legge, forse sarebbe stata più chiara la determinazione di intervenire con immediatezza ed energia. Poiché però crediamo molto più al concetto di effettività della sanzione e della pena che a quello della continua e a volte parossistica lievitazione delle sanzioni, abbiamo molta più fiducia sui provvedimenti in via di definizione per l’incremento dei controlli su strada» (**). Una strada, quella dell’aumento dei controlli più che delle sanzioni, chiesta anche da autorevoli interventi esterni . «I ministri hanno parlato di un aumento di 5 volte del totale dei controlli attuali con l’etilometro - osserva il comunicato dell’Asaps -. Bene, vuol dire che da 200.000 verifiche antialcol si dovrebbe arrivare a circa un milione l’anno (ancora poche rispetto a Francia, Spagna e Inghilterra) ma si comincerebbe a vedere una netta inversione di tendenza. Siamo solo un po’ curiosi di capire con quali energie umane e quali mezzi tecnici si conseguirà questo risultato. Crediamo che sia giunto il momento di ripianare l’organico della Polizia Stradale e di potenziare il supporto di tutte le forze che in divisa operano sulla strada (***)

(*) Nota: perché questo accostamento con il divertirsi in un provvedimento che riguarda l’alcol?
Io penso che questa frase sia grave.
Perché significa, per il ministro, sostenere che il divertirsi sia direttamente collegato al bere alcol.
E’ un messaggio pericolosissimo: significa sposare quella cultura che sta alla base delle sofferenze alcolcorrelate. Incidenti stradali compresi.
Non ho gradito nemmeno quanto dichiarato dal ministro Amato, riportato ieri in rassegna: “Nessuno vuole imporre ai giovani di andare all’oratorio il sabato sera o bere l’acqua minerale”.
Presa alla lettera è una ovvietà, ma si può leggere come un sostegno ad una cultura che associa necessariamente il divertimento alla discoteca e al consumo di alcol.O no?
Io per anni ho frequentato l’oratorio, mi piace l’acqua minerale, e non me ne vergogno.

(**) Nota: proprio qui sta il punto. Incremento dei controlli. Non solo di notte, però.

(***) Nota: se non si daranno alla Polizia Stradale i mezzi per incrementare in maniera importante il numero dei controlli, tutti gli articoli di questi giorni rimarranno solo propaganda, e non porteranno a quei risultati che si dichiara di voler ottenere.


CORRIERE.IT

Il parere di Savergnini
Le stragi del sabato sera
Astemi al volante? Non basta
Perplessità nella scelta del disegno di legge (più lento) al posto del decreto legge.
Il «guidatore designato». Controlli e sanzioni

Cominciamo dalle buone notizie. Ai piani alti dello Stato, finalmente, si sono accorti che, giù in basso, è in corso la strage a puntate di una generazione. L’ho scritto, lo ripeto: alcol e velocità, nei fine-settimana del 2007, hanno provocato più giovani vittime che tutte le missioni militari dal 1945 ad oggi. Così, non si poteva andare avanti. È arrivato un intervento del governo: bene. Ma il mestiere dei giornalisti è rompere educatamente le scatole, e ci permettiamo perciò di esprimere alcune perplessità, e porre un paio di domande; per poi passare agli incoraggiamenti e chiudere con un’italianissima preoccupazione.
Prima domanda: perché il disegno di legge e non il decreto-legge, vista l’urgenza?
Timore di non poterlo convertire in tempo, immagino. Ma il Parlamento non ha già abbastanza da fare (Dico, riforma elettorale, norme sulla pubblicazione delle intercettazioni)?
Seconda domanda: al ministro Melandri, madrina del nuovo «codice etico ». C’erano, come lei sa, diverse soluzioni (su www.corriere.it le abbiamo elencate, chiedendo un parere ai lettori). Avete scelto, nonostante le perplessità di produttori ed esercenti, d’adottare il metodo del «guidatore designato», che ha dato buoni risultati negli Usa e in Nordeuropa. Costui (spesso, costei) s’impegnerà a non bere alcolici e a riportare a casa sani e salvi gli amici. Arrivando alla discoteca/pub/locale, riceverà un braccialetto di riconoscimento, e non gli/le verranno serviti alcolici. Per tutta l’estate - volete scommettere? - sarà un tripudio di braccialetti. Capiterà addirittura - udite, udite - che molti si vergogneranno di fare i furbi; qualcuno capirà che, da sobrio, rimorchia di più. Ma poi?
Saremo coerenti e costanti? Cosa accadrà agli esercenti che non rispettano il patto? E ai ragazzi che se ne fregano? L’Italia è piena di buone norme ignorate (i 130 km/h sulle autostrade e le cinture di sicurezza posteriori, per citarne un paio). L’educazione è una bella cosa, ma devono seguire controlli e sanzioni. I ragazzi hanno preso a indossare il casco quando hanno capito che gli avrebbero sequestrato il motorino: non perché avessero seguito un corso di traumatologia. Lo dice uno che ha stima nei suoi giovani connazionali, e pensa che siano più assennati della media europea. Abbiamo evocato i controlli: passiamo a quelli sulle strade. Portarli da 200 mila a un milione, come promette di fare il ministero dell’Interno, è molto: ma è ancora poco rispetto ai 4 milioni della Spagna e ai 7 milioni della Francia. Sarà necessario coinvolgere le polizie locali, dotarle di etilometri e convincerle che queste cose rientrano nei loro doveri (anche se le ammende per guida in stato di ebbrezza non entrano nelle loro casse).
Non solo: occorrerà estendere i controlli agli stupefacenti, con test simili a quelli che le «Iene» hanno impietosamente sperimentato sui nostri parlamentari. Un guidatore astemio (con braccialetto) è un pericolo pubblico, se ha calato tre pasticche o è convinto d’essere Batman perché strafatto di cocaina. Ieri i ministri Amato e Bianchi hanno parlato della necessità di questo «doppio controllo». Ora, come al solito, si tratta di passare dalle parole ai fatti. In Italia, spesso, è come saltare il Gran Canyon con lo skate-board. Talmente difficile che, alla fine, non ci prova nessuno. (*)
Beppe Severgnini 

(*) Nota: le considerazioni e i dubbi di Severgnini sono del tutto condivisibili.
I disegni di legge, una volta fatti i titoli sui giornali e in TV, a volte possono scomparire nel nulla (vedi articolo sotto riportato, dello scorso 20 ottobre…).
Io non mi fido dell’autoregolamentazione, quando chi si deve autoregolamentare ha in ballo il suo guadagno economico…
I gestori degli Autogrill oggi tolgono i superalcolici, anche per una questione di immagine: il loro obiettivo, secondo me, è impedire che si arrivi per davvero ad una normativa che preveda il divieto di vendita e somministrazione, nelle aree di servizio autostradali, di ogni bevanda alcolica (vedi articolo sotto riportato, dello scorso 20 ottobre…).
Perché loro sanno che guadagnano molto di più dal vino e dalla birra, piuttosto che dai superalcolici.
E non mi fido del Parlamento che, in questi ultimi anni, ha sempre, sistematicamente, bocciato ogni proposta che andasse, nel nome della salute e della sicurezza, ad intaccare gli interessi dei produttori di alcol.


Dalla nostra rassegna stampa dello scorso 20 ottobre 2006

LA PROVINCIA DI CREMONA del 20/10/2006

Niente più alcol in autostrada 24 ore su 24

ROMA — Dopo essere stato stralciato dalla Finanziaria in commissione bilancio, torna all’interno del ddl approvato ieri dal consiglio dei ministri, il divieto di vendita e somministrazione di alcolici sulle autostrade. Il provvedimento è stato presentato dal ministro Livia Turco e contrariamente a quanto è in vigore (divieto di mescita e vendita di alcolici nelle stazioni di servizio delle autostrade nelle ore notturne) il blocco alla vendita è per l’intera giornata con l’obiettivo di prevenire una buona quota di incidenti al volante. Il 40% degli incidenti gravi, che ogni anno in Italia causano il decesso di circa 8 mila persone, sono correlati al consumo di alcol. Inoltre, il 50% delle persone fermate dopo un incidente stradale risulta in stato di ebbrezza, e il 66% di queste è composto da bevitori occasionali. In Italia circa 200 giovani ogni anno perdono la vita sulle strade per guida in stato di ebbrezza. Secondo una ricerca europea sulla sicurezza stradale e l’alcol tra il 2002 e il 2004 soltanto il 3% degli automobilisti italiani ha subito un test dell’alcol, a fronte di una media europea del 16%. E’ la percentuale di controlli più bassa d’Europa.


IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)

STRAGI DEL SABATO
"Niente alcolici il fine settimana"

L’Asaps sfida Confcommercio: "Per un weekend gli esercenti non vendano alcolici ai ragazzi".
Il sit in: il 23 febbraio le associazioni dei familiari delle vittime della strada protestano davanti al Geco, dove per 10 euro, si beve "finché vuoi"

Reggio Emilia, 16 marzo 2007 - DELUSIONE e incredulità. Roberto Rocchi, responsabile provinciale dell’Associazione sostenitori amici della Polizia stradale, descrive così i sentimenti suscitati dall’intervento della Fipe (Confcommercio), "che attraverso il suo rappresentante Alessandro Grande ha difeso senza mezzi termini la diffusione di un fenomeno tanto pericoloso quanto diseducativo come quello degli open bar".
L’ASAPS OFFRE alla Fipe l’occasione per "dimostrare la dichiarata disponibilità a svolgere opera di sensibilizzazione" contro l’abuso di alcolici tra i giovani, causa di tante stragi stradali: "dal 23 al 29 aprile — ricorda Rocchi — si svolgerà la settimana mondiale della sicurezza stradale e sarebbe davvero significativo se gli esercenti della Fipe decidessero, per quel fine settimana, di non vendere alcolici ai ragazzi. Ne andrebbero forse lieti quegli stessi genitori che Grande non ha esitato a criticare".
L’INTERVENTO della Fipe non è piaciuto nemmeno all’Ager (Associazione genitori reggiani) e all’Associazione Un sasso nello stagno. Giancarlo Manghi, presidente del primo sodalizio, esprime ’rammarico’. "Da anni facciamo campagne contro l’alcol e gli orari delle discoteche. Nessuna risposta. Spesso sono gli stessi enti locali a patrocinare feste della birra". E "Il Sasso" aggiunge: "Pensavamo che il piano etico e morale avesse pari dignità in rapporto alle scelte commerciale. Noi ci batteremo comunque per una differente cultura del divertimento".


LA STAMPA

Buongiorno di Massimo Gramellini

Il rap del vero figo

Ridacchiare del nuovo divieto di servire alcolici in discoteca al guidatore è da sfigati.
Accettare la sfida per dimostrare agli adulti di essere più adulti di loro è da fighi.
Dire agli amici: «Guidate voi stasera, così io posso ubriacarmi fin che mi pare» è da sfigati.
Dire agli amici: «Guido io stasera, così voi potete ubriacarvi solo fin che pare a me» è da fighi.
Entrare in discoteca con il braccialetto del Guidatore Designato e nasconderlo appena vedi una/o che ti piace è da sfigati.
Mostrare il braccialetto a quella/o che ti piace e dirle: «Tranquilla, tanto stasera ti riporto a casa io» è da fighi.
Sfottere gli amici con il braccialetto, che tirano la notte a chinotti, è da sfigati.
Tirare la notte a chinotti, incuranti degli sfottò degli amici, è da fighi.
Sfoggiare il braccialetto e poi dire a una ragazza di passarti i suoi 20 euro di whisky è da sfigati.
Bere il tuo euro di chinotto e investire gli altri 19 in qualcosa che faccia colpo sulla ragazza è da fighi.
Bere il tuo euro di chinotto e fare colpo sulla ragazza risparmiando pure gli altri 19 è da strafighi.
Uscire ubriaco fra ubriachi e metterti al volante è da sfigati. Uscire lucido fra ubriachi e metterti in viaggio è da fighi.


LA REPUBBLICA LETTERE AL DIRETTORE – RISPONDE VITTORIO ZUCCONI

Chi non beve con me

Gentile Direttore,
leggo (stupefatto) che si è trovata la soluzione al drammatico problema delle stragi in macchina il sabato sera: i gestori delle discoteche non daranno più da bere ai vari guidatori... GENIALE!! Già mi immagino i poveri piloti, in un angolo, tristi e sobri (o meglio, tristi perché sobri) a guardare i loro amici che si divertono e che bevono alla loro faccia. A parte che non vedo come possano essere individuati i piloti, e comunque, una volta individuati come possano essere resi riconoscibili dai barman, a qualcuno è venuto in mente che i suddetti piloti possano come minimo essere riforniti di alcool dai loro, sempre suddetti, amici? Da tre anni abito per lavoro in Olanda e, anche se la macchina si usa veramente poco (sa, qui si gira in bici o con i mezzi...) in questi tre anni sono stato controllato con l’etilometro 3 volte (sempre negativo, sono clamorosamente astemio..). I restanti 25 anni (da quando ho la patente) li ho passati guidando in Italia, dove , guarda caso, non mi hanno mai fermato per un test etilico... Si aggiunga che qui in Olanda in strada i limiti si rispettano (nel caso contrario la foto con multa e’ garantita).

 

Saluti
alberto_zobbis@gmail.Com 

E’ il guidatore che riconosce sè stesso e quindi quella sera non beve. Si chiama, qui in Usa, il "designated driver", il pilota designato e fra amici si fa a turno. Non è la soluzione miracolosa, ma spesso funziona e ogni vita salvata è una vita che conta. Alla fine, come invano ripeto, non è mai questione di leggi, ma di scelte e di responsabilità inviduale. Se quella non c’è, la legge serve a sprecare carta e tempo.


CORRIERE.IT – ITALIANS

Drink & drive: impariamo dalla Germania

Gentile Severgnini e cari Italians,

inserisco il mio intervento riguardo al tema del "drink & drive", che, giustamente, ultimamente si dibatte sul forum. Risiedo in Germania (paese noto, tra le altre cose, per i suoi fiumi di birra) e non disdegno affatto uscire e consumarne diverse (meno della media autoctona). Con grande stupore all’inizio del mio soggiorno notai che pochissime persone alla sera escono, bevono e guidano. La principale preoccupazione e’ quella di incorrere nei rigorossimi controlli tedeschi: etilometro e ritiro della patente (oltre che una spiacevole sensazione di "condanna" da parte degli sguardi delle altre persone). Mi sono adeguato. Fondamentali differenze rispetto a Milano: tanti taxi sempre disponibili e che costano poco e mezzi pubblici aperti, illuminati e controllati tutta la notte (fanciulle in giro da sole nonostante "li turchi")! Credo che per implementare una soluzione di questo tipo serva solo la buona volonta’. E’ scandaloso che in una citta’ come, ad esempio, Milano vi siano cosi’ pochi taxi (e carissimi) e che i mezzi non funzionino piu’ dopo l’una di notte. Siamo in ritardo anni luce rispetto ad un paese a misura d’uomo (civile) e continuiamo a discutere di "Varie-cazzatopoli" ed a perdere buone occasioni per rilanciarci. E’ possibile che il valore di una licenza da tassista sia maggiore di una vita umana? Nel weekend, a Berlino, si festeggieranno i 50 dell’Unione Europea con un rave party (organizzato dal comune): tantissimi berranno, pochissimi poi guideranno... nemmeno per andare a prostitute. Mi scuso per la caduta di registro, ma, come italiani, siamo tanto creativi quanto ridicoli.

Paolo Gaias, pgaias@yahoo.com


CORRIERE.IT – ITALIANS

Stragi del sabato sera: attenti al proibizionismo assoluto

Caro Beppe cari Italians,

sulle stragi del sabato sera. Mia figlia ha 4 anni; sono un genitore ancora immune dalle crisi “cardiache” per mancato rientro a casa. Vorrei però fare un po’ di polemica; spero NON sterile, nel senso che mi auguro di alimentare la discussione per giungere ad un risultato condiviso da tutti. Di fronte ad una generazione che sfugge ai modelli precedenti, quella dei post adolescenti, come sempre la generazione degli adulti prova PAURA. Si ha sempre paura di fronte a ciò che non si conosce/comprende bene. Paura che i giovani si vadano a schiantare in auto, paura che bevano, prendano droghe, che non abbiano ideali, coscienza ecc. Che fare quindi? Vietare! Come non pensarci prima. Vietiamo tutto; così non succederà nulla! Peccato che i divieti si scontrino con la realtà. Chi, come e con quali mezzi dovrà rendere efficaci i divieti? Condivido la proposta dei controlli con l’etilometro, del ritiro della patente ai “cretini” etc. Eppure mi sembrano cose che, pur condivisibili, non estinguano il problema. E’ come se bastassero i 10 comandamenti per avere società senza crimini. Perché non proviamo a pensare anche ad incentivare modelli di divertimento giovanile? Pensiamo ai trasporti pubblici. A Londra ho viaggiato tranquillamente alle 2 del mattino con gli autobus notturni. Potevo attraversare la città (ed è ben estesa!) da un capo all’altro senza auto. A Milano dopo mezzanotte (e mezzo), se perdi l’ultimo metrò e sei in Duomo sei fritto! Perché non pensare ad autobus navetta che portino i ragazzi nei locali? A Rimini esisteva una cosa del genere. Perché non pensare a luoghi dove i ragazzi possano dormire/riposare (prima di rientrare a casa)? La macchina è diventata la “via possibile” al divertimento. In auto si viaggia, si chiacchiera, si beve, si fuma, ci si distrae al telefono e spessissimo ci si fa anche all’amore. Domando: quali luoghi e quali mezzi alternativi esistono alla macchina? Noi “adulti” possiamo anche non condividere i divertimenti delle nuove generazioni; io ad esempio considero la discoteca come una tortura, peggio che assistere ad una lezione di Diritto Tributario sugli schermi del Consorzio Nettuno. Eppure dobbiamo preoccuparci di dare alternative quanto più sicure al divertimento giovanile. Vietare e basta spesso non serve. Guardate i risultati del proibizionismo e riflettete. Un saluto,

Matteo Zambelli , ttt07@libero.it


IL GAZZETTINO (Treviso)

SICUREZZA STRADALE 
Dan insiste sul divieto di vendere alcolici
Zaia ribatte: «Il proibizionismo non serve»

Stop alla vendita di alcolici nelle discoteche e nei locali dopo l’una di notte: la proposta, lanciata dall’associazione Manuela per la sicurezza stradale, è stata ieri il tema di un faccia a faccia all’Hotel Maggior Consiglio tra il vicepresidente del Veneto Luca Zaia e il presidente dell’associazione Andrea Dan, con la partecipazione del presidente della Provincia Leonardo Muraro. Un confronto all’insegna della massima stima tra i due "contendenti", dove sono però emerse posizioni inconciliabili. Andrea Dan, dal canto suo, ha elencato una lunga serie di dati da cui si deduce che l’eccesso di alcool è la causa prima delle stragi del sabato sera: «La nostra proposta ha come obiettivo salvare delle vite umane. È stata approvata all’unanimità dalla commissione del consiglio regionale. Ma hanno cominciato ad attivarsi anche le lobby contrarie a questo progetto».«Il proibizionismo non ci porta da nessuna parte - ha detto Zaia -. Quando i locali chiudevano inderogabilmente alle due di notte a Treviso registravamo oltre 200 morti sulle strade. Da quando la chiusura è stata liberalizzata, la mortalità ha conosciuto un trend negativo. Serve invece un cambiamento culturale, basato sulla responsabilità. Come accade nei paesi esteri, dove si beve molto ma dove ci si preoccupa che ci sia qualcuno in grado di guidare in tutta sicurezza». Zaia chiama in causa il mondo della scuola «che è latitante sulle tematiche della sicurezza stradale» e ricorda le campagne fatte dalla Provincia da dieci anni a questa parte: «Invece non c’è stata finora nessuna iniziativa da parte del governo di centrosinistra». Pragmaticamente, vede possibili ripercussioni negative anche sul turismo e ritiene che il divieto potrà essere facilmente aggirato: «Chi vuole bere troverà sicuramente la modalità di farlo, anche arrangiandosi da sè. Non si berrà nei locali ma si berrà nei parcheggi. Piuttosto vedo più efficaci pene severe per chi guida in stato d’ebbrezza, fino alla sospensione della patente a vita».
Andrea Dan non transige e rimane fermo sulla sua posizione: Occorre mettere un limite soprattutto in un tempo in cui i limiti vengono sempre superati, dove lo sballo è la regola. Noi non diciamo di chiudere i locali dopo l’una di notte, ma di non servire alcolici. E pongo una domanda: che bisogno c’è di bere dopo quest’ora? Crediamo che un intervento come quello da noi proposto possa contribuire a ridurre il numero delle stragi del sabato sera, che a Treviso hanno visto perdere la vita 76 persone nel 2006». Per Muraro «la proposta di Dan può essere condivisa. Tuttavia è anche da segnalare che mentre qui discutiamo sugli alcolici, il ministro Turco propone di elevare i limiti per il consumo di droga: ricordo che anche gli stupefacenti sono una delle cause delle stragi sulle strade».

Davide Nordio


IL GAZZETTINO (Treviso)

Il trucco per tornare a casa sobri? Due caffè 
Gli studenti confessano giri di spritz dopo scuola «Ma non fanno male»

Alcuni, beccati con il bicchiere di spritz in mano fuori dai bar della città, ammettono di bere «ma solo dopo aver mangiato un panino», altri invece fan finta di niente sostenendo che «è solo gingerino». L’allarme alcolismo tra i giovanissimi, lanciato alla Questura da alcuni genitori nei giorni scorsi, effettivamente trova riscontro facendo un giro nei bar del centro storico. E non la sera o nel tardo pomeriggio, ma anche all’ora di pranzo. Quando cioè i ragazzini, poco più che sedicenni, escono da scuola ed invece di tornare a casa prendono la via del bar. Magari con gli amici, oppure in piccoli gruppetti, affollano i plateatici dei locali cittadini, con la scusa che a casa comunque non trovano nessuno e allora preferiscono mangiare in città.
Oltre a mangiare, però, questi giovanissimi studenti bevono, e non certo gingerino. La moda oggi è quella dello spritz all’ora di pranzo. A confermarlo sono Paolo, Roberto e Gianluca: «Lo fanno tutti, non fa male un bicchiere o due se prima hai mangiato». Sull’opportunità però di iniziare a bere alcolici a 17 anni, glissano: «C’è chi inizia a fumare e chi beve uno spritz. Poi bisogna vedere qual è il male peggiore».
Dalla parte dei baristi non c’è alcuna infrazione. La normativa, per loro, prevede il divieto di somministrare qualsiasi tipo di alcolico a minori di 16 anni e a chi è già alterato. Molti titolari di locali, come già dichiarato al Gazzettino nei giorni scorsi, in caso di dubbio domandano il documento. L’allarme lanciato dai genitori riguarda invece il consumo di spritz all’ora dei pasti e spesso in numero superiore al classico bicchiere per brindare alla fine della settimana scolastica o a qualche bel voto. In zona Università i ragazzini delle scuole superiori si mischiano ai colleghi più grandi. Molti hanno fatto amicizia, si scambiano le sigarette con in mano il classico spritz delle 14. «Sulle 16 andiamo a casa, ma prima beviamo qualcosa coi compagni di classe. Non è sempre roba alcolica, ma se ci scappa uno spritz non c’è niente di male: non si tratta di superalcolici» dice Alessandro.

La moda pare essere abbastanza diffusa, ma anche secondo gli adolescenti i baristi sono molto severi: «Spesso al secondo bicchiere ci dicono di fermarci e ci consigliano qualcos’altro, magari acqua o succo di frutta. Ma basta cambiare locale, per quello, se vuoi andare avanti col giro di spritz». Tantissimi ragazzini conoscono già alcuni stratagemmi per tornare a casa sobri o quasi: «Basta un caffè o due, e passa l’effetto dello spritz». (*)
Il "giro" dei bicchieri nel primo pomeriggio è comune anche alle ragazze, che si associano ai loro compagni di classe o agli studenti dell’università. «Loro durano meno, però, dopo uno spritz già dicono basta» dice sorridendo Francesco. Poi ammette: «Una volta alla settimana facciamo il giro dei locali. In genere è il sabato dopo la scuola, quando aspettiamo che alle 15.30 aprano i negozi. Tre o quattro bicchieri, poi basta. Ma così di rado non fa male».

Serena Masetto

(*) Nota: più che uno stratagemma è uno dei tanti luoghi comuni, che non hanno nessun riscontro scientifico.


TGCOM

Cacciato da festa torna e fa strage
Filippine, esplode bomba: 8 morti

Una festa di compleanno si è trasformata in tragedia sull’isola filippina di Palawan. Uno degli invitati, messo alla porta perché ubriaco e armato di un fucile, è tornato con una bomba a mano che è esplosa durante una rissa, uccidendo otto persone e ferendone 23. Tutti gli invitati alla festa erano affiliati al gruppo Commando Fratellanza, una delle numerose bande para-militari del Paese.
I membri del gruppo indossano solitamente mimetiche e anfibi e girano armati. Uno degli invitati, ubriaco e armato di un fucile, aveva cominciato a creare problemi ed era stato allontanato dalla festa. Quando è tornato con una bomba a mano, è scoppiata una rissa durante la quale l’ordigno è esploso, uccidendo lui ed altre sette persone. Il capo della polizia locale ha definito quanto accaduto "il risultato di una semplice incomprensione tra un gruppo di persone ubriache".


IL GAZZETTINO (Udine)

Soccorso sul ciglio della ...

Osoppo

Soccorso sul ciglio della strada dai carabinieri del Radiomobile di Tolmezzo, ha reagito minacciandoli con una scure quando gli hanno chiesto i documenti di identità. Ruggero Canzan, classe 1941, residente in via San Daniele a Osoppo, è stato arrestato per violenza aggravata e minacce a pubblico ufficiale. Ultimati gli atti in caserma a Tolmezzo, ieri sera è stato accompagnato nella casa circondariale carnica, dove si trova a disposizione del sostituto procuratore Luca Olivotto.
Nel tardo pomeriggio di ieri, percorrendo la statale osovana, i carabinieri hanno notato un uomo a terra. Sul ciglio della strada c’era anche la sua bicicletta. Si sono fermati per soccorrerlo. Canzan non era ferito, ma era in difficoltà perchè aveva abusato di alcolici. Ha accettato di farsi accompagnare fino a casa. Lentamente pattuglia e ciclista si sono avviati da via Condello verso via San Daniele. Giunti nel condominio dove abita l’uomo, i militari gli hanno chiesto i documenti per identificarlo. Lui è andato nel garage ed è uscito con una scure in mano. Si è scagliato contro i carabinieri, che hanno fatto in tempo a scansarsi. Disarmato e accompagnato in caserma a Tolmezzo, l’uomo non ha potuto evitare il carcere.


IL GAZZETTINO (Pordenone)

«No all’uso di alcolici fuori dai bar» 

Mozione leghista in Consiglio per impedire dopo le 20 il consumo in strada, panchine e parchi

Lotta all’alcol, ma anche un provvedimento necessario - secondo i presentatori - per cercare di arginare i fenomeni sociali che in questo periodo interessano in particolare alcune zone della città. E così la Lega Nord si appresta a presentare in consiglio comunale una mozione che potrebbe essere trasversale sotto l’aspetto politico e quindi uscire dai canoni di maggioranza e opposizione. Il principio è molto semplice e in parte copiato (anche se poi riadattato alle necessità locali) da una ordinanza firmata dal sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. A spiegare di cosa si tratta è il vicesegretario provinciale del Carroccio, Danilo Narduzzi. «Uno dei problemi che maggiormente incidono sull’abuso di alcol e poi vanno anche ad aggravare situazioni di disagio sociale - spiega - è legato al fatto che si possano consumare alcolici fuori dai bar. Bere lattine o bottiglie di birra dopo una certa ora sulla strada, sulla panchine o nei parchi della città non fa altro che favorire in maniera negativa tutta una serie di problematiche che poi diventano difficilmente gestibili. Per questo - spiega il vicesegretario - ab

Lunedì, 19 Marzo 2007
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK